lunedì 15 novembre 2010

La Rai non è un servizio pubblico

Secondo post del giorno, by Authan. Il primo era di Paolo.

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Ogniqualvolta sento l'espressione "servizio pubblico" riferita alla Rai metterei volentieri mano alla pistola, se solo ne avessi una. E' ora di finirla con questa manfrina.

La Rai, al di là delle note interferenze della politica sulle quali ora non voglio soffermarmi, è un'azienda che sta sul mercato radiotelevisivo, in un regime di concorrenza, con l'obiettivo di fare utili. Da questo punto di vista non c'è nessuna differenza tra Rai e Mediaset. Sono, dal punto di vista commerciale, due aziende speculari. Poi capita che la Rai, incidentalmente, per eredità storica, sia di proprietà dello Stato, ma ciò non modifica il fatto che l'azienda ragiona – parlo sempre dal punto di vista economico – da azienda privata, reiterando i programmi di successo e cancellando quelli che fanno flop.

L'obiettivo della Rai non è quello di fornire un servizio di base alla cittadinanza, come fosse una farmacia che fa i turni di notte e nei festivi, ma quello di spingere il maggior numero di telespettatori a sintonizzarsi sui propri canali al fine di vendere al prezzo più alto possibile gli spazi pubblicitari. E' l'audience il faro al centro di tutto, non la fantomatica filosofia del servizio pubblico.

Ecco, questo è il punto in cui qualcuno a caso dovrebbe saltarmi al collo strillando "Come sarebbe a dire che non è un servizio pubblicooooo! Il canoneeeee! La Rai si finanzia in larga parte col canoneeeee!".

Insisto. La Rai non è un servizio pubblico. Non è pensata per esserlo, non ragiona per esserlo, e non intende diventarlo. Quindi non c'è alcun motivo al mondo per cui la Rai sia finanziata con le tasse dei cittadini. L'errore non è il non essere servizio pubblico, l'errore è aspettarsi o pretendere che lo sia o che lo diventi. Per uscire dall'impasse la strada maestra sarebbe privatizzare la Rai (opzione che comporterebbe anche la fine delle interferenze della politica), oppure, in alternativa, ristrutturare la Rai in modo tale che l'azienda sia in grado di autofinanziarsi con la sola pubblicità e/o con veri abbonamenti, liberi e opzionali (stile Sky, Mediaset Premium, etc.), e non obbligatori per legge come avviene con l'attuale canone. La vera anomalia della Rai, quella che andrebbe cancellata domani mattina, è in definitiva l'esistenza stessa del canone.

Tutta la sbrodolata qui sopra serve ad arrivare a questo: le discussioni sulla trasmissione di Fazio e Saviano che stasera ospiterà due brevi interventi di Gianfranco Fini e Gianluigi Bersani sono semplicemente ridicole. Gli autori della trasmissione hanno messo insieme gli ingredienti a loro opinione più funzionali ad ottenere il massimo successo di audience. Questo obiettivo si raggiunge dando al pubblico ciò che il pubblico più gradisce, e di sicuro al pubblico di Fazio e Saviano, il "ceto medio riflessivo" come lo chiama Aldo Grasso, le apparizioni di Bersani e Fini saranno ingredienti che piaceranno. Il concetto di servizio pubblico non c'entra nulla, sia in chi tira in ballo tale concetto da destra parlando di attacco al pluralismo e di propaganda, e sia in chi lo fa da sinistra qualificando come servizio pubblico solo i programmi più impegnati e meno frivoli.

Nota. Il discorso sarebbe diverso se fossimo in prossimità di elezioni e in regime di par condicio (che riguarda tutti i mezzi di informazione, non solo quelli di proprietà dello Stato), ma così non è.

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"La televisione che felicità" è un bella canzone di Edoardo Bennato datata 1987. Non sono riuscito a trovare la versione originale, ma solo un remake del 2005 ad opera dello stesso Bennato in coppia con Max Pezzali. Accontentiamoci.




La televisione che felicità
un programma giusto per ogni età
Nella solitudine di tutta la città
la televisione ci salverà...


13 commenti:

PaoloVE ha detto...

@ Authan:

sono d'accordissimo con te sull'evidente abuso della definizione di "servizio pubblico": non è un caso che sia definita tale (per marketing) la RAI, mentre scuola e sanità vengono definite "Pubblica amministrazione" con l'odore di muffa e cartacce che si porta dietro. Grillo diceva giustamente che ci fregano con le parole...

C'è però qualcosa che mi sfugge: se l'attività della Rai è strettamente condotta in logica aziendale, posso credere che gli attacchi di Masi a Santoro e Fazio / Saviano siano delle abili operazioni di marketing, ma la disastrosa sostituzione tra la Bignardi ed il pessimo Paragone?

In realtà la Rai non lavora con logica da servizio pubblico (se non in pochi ambiti ristretti), nè aziendale, ma preminentemente con logica politica.

E sono ancor più d'accordo alla luce di questo ragionamento con l'idea che il canone vada abolito, trattandosi di un ulteriore costo della politica scarica sulle spalle dei cittadini con l'alibi del servizio pubblico...

Ciao

Paolo

Authan ha detto...

Paolo,
a inizio post premettevo che tralasciavo l'aspetto dell'influenza della politica sulla Rai.
Quello che dici tu è sacrosanto, a volte le interferenze politche cozzano (a volte in modo da lasciare il segno con modifiche di palinsesto, e a volte no) contro la logica commerciale, come dimostrano i mille casi Santoro, dove un programma dallo straordinario successo commerciale viene messo continuamente in discussione.
Tutto questo però, come tu stesso dici, non cambia di una virgola il fatto che parlare di servizio pubblico in rifermento alla Rai semplicemente non significa nulla. Su questo sono tranchant, alla Cruciani :-)

francesco.caroselli ha detto...

Autan ieri ero d'accordo con te oggi di meno.

Sul punto ci siamo.
La rai non è servizio pubblico.

In RAI come a mediaset vige lo share-imperium.
A me non sta bene, cmq basta che la legge sia uguale per tutti. Se nessuno ti guarda vai a casina.
Ultimamente è successo alla Busi.
Nessuno scandalo.
Articolo tre ha fatto flop.

Invece su Saviano e Fazio stai facendo un po l'ingenuo.
Quello che vogliono fare è risvegliare il paese rintronata da pessima TV.
E' un programma molto Politico. Quasi pre-elettorale oserei dire.

Guarda spesso il David Letterman show... GWB e sarah Palin sono martoriati da dave L. eppure nessuno se ne lamenta.
E la fox?
E' un covo di post-nazisti, ma nessuno se ne lamenta.
E sai perchè?
Perchè possono scegliere di guardare la cnn!


Per quanto mi riguarda è giustissimo.
Sacrosanto.
Quello che mi fa rabbia è che Crux e tutti i peones si lamentino dello squilibrio solo nei programmi in cui sono minoranza.
Beh cambiate canale e guardatevi tutto il resto.

mariolino ha detto...

Authan afferma che parlare di servizio pubblico in riferimento alla Rai non significhi nulla e di essere su questo “tranchant, alla Cruciani”. Dice anche che sentendo l’espressione "servizio pubblico" riferita alla Rai metterebbe volentieri mano alla pistola se solo ne avesse una ecc..ecc.
Più che opinioni tranchant, quelle di Authan sembrano idee dogmatiche, acritiche e preconcette.
Cosa sarebbe diventata l’Italia se nel 1954, anno di nascita della televisione gestita dallo Stato come servizio pubblico, il Parlamento italiano e la Corte Costituzionale si fossero piegati alle numerose richieste di magnati intenzionati a gestire una propria emittente privata?
Se Mediaset avesse iniziato ad imperversare già quarant’anni prima, quali e quanti danni avrebbe provocato? Quanti sarebbero oggi gli italiani analfabeti?
In base a quali concetti dogmatici non suffragati da nessuna evidenza, Authan, in maniera molto tranchant, afferma: “Per uscire dall'impasse la strada maestra sarebbe privatizzare la Rai (opzione che comporterebbe anche la fine delle interferenze della politica)”??????????
E’ convinto Authan che le TV private siano indenni da interferenze politiche? Sarebbe mai nato il fenomeno Berlusconi senza Mediaset? Gravita per caso anche Authan da quelle parti?

Come direbbe Totò: “Ma mi faccia il piacere!”

Che oggi il servizio pubblico della nostra TV di Stato si sia in parte snaturato è certamente vero. Specialmente da quando c’è la concorrenza con le altre TV private e da quando la pubblicità influenza la programmazione.
Cambiamo le regole della Tv di Stato, confezionando programmi di qualità che ne accrescano il ruolo originario di servizio pubblico.
E, per favore, non privatizziamola mai.

MS ha detto...

Tempo fa lessi un articolo interessante sulla riforma del sistema televisivo pubblico spagnolo. Non lo ritrovo, ma qualcosa di simile nel link1 e link2.

francesco.caroselli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
francesco.caroselli ha detto...

Vediamo se Crux anche oggi ha perso il suo minimizator oppure ci tocca un'altro rimbalzo tecnico.

che dite? Crux stavolta lo chiamerà al Rocco Nazionale per fargli dire cose come queste?
Dal sempre valido blog Metilparaben

michele penzani ha detto...

Credo che le lacune concettuali di @Mariolino, siano riconducibili allo spettatore TV del lunedì sera di 30anni fa: non avendo nulla di meglio da fare si lamentava con un ipotetico detentore di un potere totalitario che aveva la facoltà di scegliere il film in programmazione su Rai 1...Per buona pace di tutti gli studi mondiali che oggi veicolano la loro attenzione sul fenomeno della rete...
Sono d'accordo con il post di Authan che ha scritto un post solo che giusto.
Per PaoloVE: se hai pazienza e voglia di leggere la mia risposta al vecchio post "God save the horizontal cut"...

francesco.caroselli ha detto...

L'inizio con Sgarbi.
L'invito ad uno scialbo leghista.
Sbeffeggiare il partito democratico per aver preso la facciata alle primarie di Milano.
Dissentire da Parenzo per una banalissima proporzione matematico-politica Berlusconi:Milan=Montezemolo:Ferrari

Mi pare che rimbalzi proprio bene

francesco.caroselli ha detto...

Ahahahah
il leghista voleva sparlare di Montezemolo da una radio di Montezemolo...
Non è molto furbo.
cruciani l'ha stroncato subito (il caso Telese è ancora fresco)
Cmq peccato non l'abbia lasciato parlare, stava dicendo cose veramente interessanti!

francesco.caroselli ha detto...

Che c***o vuol dire questa frase?
Un quadro perfetto di un certo elettorato del centro-sx

Complimenti cruciani sei andato a prendere con il "lanternino" una situazione di cui non sai proprio niente di niente(Potrebbe essere che l'elettrice del PD sia stata molto gentile con la sua Filippina, magari andandola a prendere a casa perchè gli mancava un passaggio).

Oltretutto dov'è il problema? Le persone di sinistra non possono avere una "collaboratrice domestica"?
Oppure è ridicolo il fatto che fosse con lei al seggio? (per cui ci potrebbero essere infinito alle terza motivazioni)
Oppure è stato l'antonomasia "filippina"?

Vorrei tanto capire.

C'è qualcuno che si vuole lanciare nll'interpretazione del Crux-pensiero?

Cmq ridendo e scherzando ha tirato l'ennesima "bottarella" al PD.

PaoloVE ha detto...

@ Mariolino:

pur condividendo in buona parte la tua analisi sulla utilità di un servizio pubblico radiotelevisivo che si affianchi agli operatori privati (evidentemente ho anch'io le lacune concettuali dello spettatore televisivo del lunedì di trent'anni fa :-), checcevoifà... ), sono d'accordo con Authan quando dice che questa RAI non lavora in quell'ottica, ed aggiungerei che è da troppo tempo che non lo fa, al punto che non vedo la reale possibilità di un suo ritorno a quella che sbandiera come propria mission e che dovrebbe giustificare il pagamento del canone.

In questa situazione ben venga la privatizzazione e l'abolizione del canone. Ragionerei diversamente per un sistema radiotelevisivo che informasse e facesse cultura.

Ciao

Paolo

Unknown ha detto...

Che attualmente la rai non stia fornendo un servizio pubblico è evidente, che non possa fornirlo in futuro è piu' discutibile.
Forse non ne sentiamo la mancanza perchè non l'abbiamo da molto, ma sarebbe importante che almeno una parte della tv sia pubblica.
Il motivo è che una tv commerciale non potrà che trasmettere programmi che facciano ascolto, indipendentemente dalla qualità degli stessi.
Invece un servizio pubblico dovrebbe trasmettere programmi che possano essere educativi o interessanti per una minoranza, o fuori moda, purchè siano programmi di qualità.
Non c'è altro modo per trasmetterli.
Bernard