L'inserto satirico dell'Unità ha pubblicato ieri una vignetta raffigurante un uomo che punta una pistola davanti a sé, ad alzo zero, e dal testo che accompagna il disegno si coglie che dall'altra parte della canna è supposto esserci il ministro Renato Brunetta.
Quando la primissima notizia lanciata da Giuseppe Cruciani alla Zanzara di ieri è stata proprio quella relativa a tale vignetta, mi sono messo le mani nei capelli, e il mio neurone ha prodotto esattamente il seguente pensiero, parola per parola (scusate il francese):
“Minchia no, ziohan, adesso Cruciani ci tira il pippone sul terrorismo, che due palle!”
La mia preoccupazione era motivata dal fatto che, in febbraio, bastò una frase un po' (un bel po') forte pronunciata da qualcuno contro Pietro Ichino per far partire il pippone, e che tempo dopo lo stesso accadde, in misura minore, dopo certe brutte parole usate da Beppe Grillo sui giornalisti. Era lecito, quindi, aspettarsi un atteggiamento analogo.
E invece no. Cruciani, quando pochi minuti dopo ha chiamato in causa Sergio Staino, responsabile dell'inserto satirico dell’Unità, ha subito premesso di aver trovato “eccessive” certe critiche (esempi per intenderci: prima pagina del Giornale di oggi: Terrorismo di carta. Prima pagina di Libero: Compagni pistola) e di ritenere che la satira può e deve essere cattiva.
Ho pertanto tirato un lungo sospiro di sollievo, e, relativamente a Cruciani, ho segnato una tacca nella colonna dei "più".
La vignetta è di cattivo gusto, diciamolo, ma finisce lì. Se uno, ipoteticamente parlando, impugna una pistola dopo aver visto una vignetta, vuol dire che è pazzo già per conto suo, e se è pazzo allora di scintille che possono potenzialmente accendere in lui la violenza ne può trovare ovunque (un film, una canzone, un libro, ecc.).
Per capirsi… Pochi giorni fa un uomo ha aggredito un parroco dopo aver visto il film tratto dal libro Il Codice Da Vinci, che, per qualche ragione, ha scatenato in lui una furia omicida. Ce la dovremmo prendere con Dan Brown, l'autore del libro? Assurdo.
Per il resto, la Zanzara di ieri si è occupata molto dell'intervista di Veltroni al Corriere già citata nel mio post di ieri. Ovviamente, Cruciani ha giudicato “ridicoli” i richiami al putinismo e al razzismo, ma questo era scontato. Perché ne parlo allora? Per via dell'intervento in qualità di ospite di Stefano Menichini, direttore del quotidiano Europa.
Cruciani ha cercato in Menichini un'ennesima "spalla riformista" (stile Antonio Polito o don Peppino Caldarola). Invece, il direttore di Europa, pur criticando la scelta di parole avuta da Veltroni, di fatto gli ha dato ragione. Secondo Menichini, infatti, l'atteggiamento del governo nella vicenda Alitalia ha ricordato il modello Putin, e l'uccisione a bastonate del ragazzo nero a Milano aveva “oggettive” radici razziste.
Ho trovato il tutto molto divertente. Se Menichini fosse stato un normale ascoltatore, Cruciani avrebbe cominciato presto a borbottare i suoi "mah" per poi stroncarlo senzà pietà chiudendo la comunicazione con il suo solito caustico “la ringrazio”.
Mi spiace, caro Menichini. Ti sei giocato il posto di spalla preferita numero tre! Adieu! :-)
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E' tutto per oggi. Vi lascio con una straordinaria vignetta, apparsa sul Manifesto di oggi, di un ispiratissimo Vauro, che commenta a modo suo la vicenda della pistola puntata su Brunetta. Esilarante.