lunedì 20 settembre 2010

Potere della decontestualizzazione

Potere della decontestualizzazione. Un caso emblematico.

Tutto inizia a Roma la scorsa settimana. Durante una visita alla scuola elementare "Carlo Pisacane", frequentata da un numero altissimo di bimbi con cittadinanza straniera (nella 1aB non c'è nessun italiano) l'assessore all'istruzione per il Comune di Roma Laura Marsilio ha detto queste parole: «Anche se questi bimbi sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico, ma è una questione culturale. È bene che questi bambini nati in Italia possano convivere con quelli di origine italiana. Si favorisce un sentimento di appartenenza se a loro viene data l'opportunità di stare anche con gli italiani».

Se non si contestualizza questa frase, è facile darne un'interpretazione arbitraria. Ed infatti sulla Marsilio è subito scoppiata la bufera. "Razzista", "si dimetta", "ecco la vera destra", etc.

Peccato che "da destra", anziché ribattere con "cari amici della sinistra, non avete capito un cazzo; la Marsilio intendeva dire questo e quest'altro" è partito lo specularmente ridicolo controcanto "siiiiiì, la Marsilio ha ragioneeeee! Non si diventa italiani per diritto di nascita sul territorio nazionaleeeee! Stranieri erano e stranieri rimangono. Stra-nie-ri. Diversi da noi autoctoni, per cultura, usanze, retaggio. Diversi. Non italiani".

Si è cioè creata una guerra dialettica meramente ideologica tra chi dà del razzista al primo che passa, come fosse un riflesso incondizionato, e chi invece per gli stranieri ha una soglia di tolleranza molto bassa, al punto che, in fondo, l'idea di un certo mantenere le distanze con quegli altri in fondo non è sbagliata, e se ciò significa scuole ghetto, beh, che sarà mai.

La realtà è che nessuno dei due gruppi di contendenti ha capito nulla di nulla.

La Marsilio non stava dissertando sul diritto o meno alla cittadinanza dei bambini nati in Italia o, in senso assoluto, sull'idea che questi abbiano titolo o meno per venir definiti "italiani" (per me, a scanso di equivoci, ce l'hanno eccome). L'assessore stava invece criticando il fatto che nella Pisacane non venissero in sostanza applicate le soglie massime del 30% per gli stranieri in ciascuna classe in quanto i bimbi nati in Italia, anche se di passaporto straniero, sono stati conteggiati, nel calcolo delle quote, come se fossero italiani, e, puta caso, ammassati tutti insieme.

Questo voleva dire la Marsilio: nel calcolo di queste quote è sbagliato contare questi bambini sistematicamente alla stregua degli italiani perché altrimenti, facendo un uso distorto ed arbitrario delle quote, può succedere che si persista a dar luogo a classi ghetto, come nel caso delle Pisacane. Per favorire un'integrazione ottimale, la via dovrebbe invece essere quella di mischiare in modo più uniforme bambini stranieri arrivati da poco in Italia, bambini stranieri nati in Italia e bambini italiani "indigeni". Un discorso assolutamente condivisibile, se non quasi "di sinistra".

Poi di cosa pensi la Marsilio sul diritto alla cittadinanza alla nascita o dopo tot anni vissuti in Italia o mai non lo so e non mi interessa. Limitatamente al contesto della scuola, ha ragione.

10 commenti:

PaoloVE ha detto...

Buongiorno,

A sinistra c'è stato qualcuno che non vedeva l'ora di passare per cretino.

A destra invece chi non ha potuto eismersi dall'ostentare la propria xenofobia.

Da nessuna parte qualcuno che volesse analizzare e provare a risolvere il problema...

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

...sono l'unico a non essere stato informato che proprio oggi è il giorno in cui si prende raffinatamente per i fondelli Authan non commentando minimamente il suo articolo?

:-)

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Bravo authan,

purtroppo le notizie non sono mai approfondite, a partire dagli stessi giornalisti.

Saluti

Tommaso

francesco.caroselli ha detto...

No Paolo oggi è il giorno in cui all'articolo di Autan non c'è nulla da aggiungere.

Se solo politichi e giornalisti mettessero la metà del buonsenso e del raziocino di Autan nel loro lavoro vivremmo in un paese piu civile.

La zanzara è un perfetto emblema dell'Italia.
La superficialità portata a sistema.. anzi di più... ad arte.

Neon+Atlas ha detto...

Famme capì: Vendola è per un governo di metà uomini e metà donne, ma è per l'adozione da parte delle coppie omosessuali.

No, non capisco.

x ha detto...

Ciao a tutti.
Mi scuso del ritardo, ma ho la giustificazione .....firmata dai genitori...ehehheh!!

Un grazie ad Authan per saper sempre proporre riflessioni su questioni di spessore, anche quando il teatrino della politica è deprimente.

Come non essere d'accordo nel ritenere che le classi-ghetto vadano in direzione opposta alla volontà di integrazione secondo tanti predicatori?
Mi pare scontato dover ripetere che solo attraverso la contaminazione delle diversità, dosando le componenti in modo equilibrato, questo si possa realizzare.
Il ragionamento della Marsilio è corretto e la spiegazione di Authan lo dimostra bene.
Purtroppo c'è sempre il vizio di farsi trascinare dal furore ideologico, a prescindere.
Questa storia della scuola Pisacane dovrebbe essere ben conosciuta prima di sparare sentenze.
Io per esempio sarei curiosa di vedere come sono composte tutte le altre sezioni delle classi prime.....

Mi piacerebbe chiedere a PaoloVE che è del posto e lo saprà sicuramente, come funziona in Veneto e precisamente nelle provincie dove certe amministrazioni si vantano di esser riuscite a porre in essere situazioni di ottima integrazione, le migliori in Italia addirittura, negli ambiti lavorativi cosi come nel quotidiano dei piccoli e grandi centri, popolati da un elevato numero di immigrati.
Anche nelle scuole questo accade?
Si rispettano i tetti e quali distinzioni si fanno tra stranieri ed italiani?

ciao

Gabriele, Monza ha detto...

A me, anche decontestualizzate, le parole dell'assessore Marsilio sembrano assolutamente equilibrate, direi piene di buon senso.

Un buon senso che é merce sempre più rara, nella nostra meschina Nazione.

Michele R. ha detto...

Buonasera,

anch'io come Francesca ho la giusticazione, firmata dal mio bimbo però, che ho portato dai Nonni...

Le persone chiacchierano troppo e a vanvera, soprattutto quelle che ricoprono incarichi pubblici

dire:
«Anche se questi bimbi sono nati in Italia è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico, ma è una questione culturale. È bene che questi bambini nati in Italia possano convivere con quelli di origine italiana. Si favorisce un sentimento di appartenenza se a loro viene data l'opportunità di stare anche con gli italiani»

è assai differente dal dire:
È bene che questi bambini nati in Italia possano convivere con quelli di origine italiana.

Avrebbe dato adito a meno strumentalizzazione. Purtroppo come la vicenda di Adro, anche in questo caso sono stati trascinatina nella contesa (ridicola) dei piccoli. Che paese di merda!

Michele lo sfavato.

PS per la cronaca ho mandato un SMS al Crux se per favore poteva chiedere al ministro Giovanardi (anch'esso rientra tra quelli che chiacchierano troppo e a vanvera) visto che vorrebbe proporre i test antidroga per i dipendenti pubblici, e in particolare per i presentatori della TV perché allora non farlo anche per i Politici visto che loro propongono e votano le leggi.
Sono curioso di ascoltare il podcast (e rimanere probabilmente deluso).

Michele R. ha detto...

a proposito del SMS mi sono dimenticato di dire che ho perso l'ultima parte della trasmissione.

PaoloVE ha detto...

@ neon atlas:

cosa c'è da capire? son due cose totalmente indipendenti.

Vendola è per la parità di genere (immagino ritenga che tutti debbano godere degli stessi diritti e che una società che non discrimina su base di genere riesca a godere di maggiori risorse) e ritiene che esistano coppie omosessuali che possono garantire ad un bambino un clima migliore di quello che troverebbe in un orfanatrofio. Non vedo correlazioni nè tanto meno contraddizioni tra le due posizioni.

Personalmente sono perfettamente in linea con il suo pensiero sul primo punto e probabilmente anche sul secondo.

Ciao

Paolo