giovedì 9 settembre 2010

Tre annotazioni

Qui sotto Paolo. A parte Authan.

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[L'articolo è di Paolo]

Buongiorno,

Oggi propongo un tre annotazioni su tre argomenti di cui in questi giorni (e non solo), si parla. Immagino che l'abbia fatto almeno in parte anche la Zanzara, che negli ultimi giorni non ho più ascoltato.


Scuola

Il Ministro Gelmini ha ricordato che in Italia il 96% della spesa scolastica va in stipendi. Non è che magari la cosa si può spiegare con il dato che mostra come l'Italia destina alla scuola fondi molto meno consistenti della media OCSE (meno del 4,5% del PIL contro il 6,2% medio)? Destinandovi l'1,7% del PIL – la differenza tra i due valori- le percentuali di spesa destinabili ad edilizia, strutture e tecnologie (che giustamente secondo la Gelmini stanno mancando per poter avere una scuola moderna) tornerebbero nella media OCSE. Forse, se la Gelmini non se ne rende conto è perché non ha avuto dei buoni insegnanti di matematica né di economia.

Inoltre, se è probabilmente vero che questo governo non può pensare di assumere 200 mila precari, la conseguenza non può essere nemmeno che per questo motivo NESSUNO di loro venga assunto (come sostanzialmente sta avvenendo). La differenza tra le due posizioni è grande quanto una piccola provincia. Infine se è vero che per questo governo i precari sono una situazione ereditata dal passato, sono però anche una situazione trascurata da questa stessa maggioranza in dieci degli ultimi quindici anni. Mi pare che gli argomenti della Gelmini continuino ad essere molto deboli e lei sia un pessimo ministro.


Riforme ed architetture politiche

Ieri su altre frequenze ho sentito Piero Sansonetti constatare che durante la prima Repubblica, con il proporzionale e le preferenze e senza il bipolarismo, malgrado la grottesca instabilità politica, si facevano molte più riforme di adesso. Il che è tragicamente vero. Nessuna riforma elettorale né architettura istituzionale garantisce una buona classe dirigente (anche se alcune lo fanno meno di altre). Non facciamoci illusioni, è ora di abbandonare l'idea che un sistema politico (bipolare, bipartitico o altro) o elettorale (son troppi per citarli) con qualche tecnicismo possa garantire dei miglioramenti significativi. Questi arriveranno solo dagli elettori e dai loro rappresentanti. Scegliendo o boicottando un partito in base a credibilità, candidati e programmi. In sintesi, sto dicendo che per me la proposta di Di Pietro di un governo di 90 giorni è una ca***ta. In questo son sicuro di essere d'accordo con Cruciani.


Bonanni

E' bene scriverlo in maiuscolo per renderlo chiaro e forte: A BONANNI VA TUTTA LA SOLIDARIETÀ PER QUANTO AVVENUTO ALLA FESTA DEL PD.

Nel mio post di ieri prevedevo un autunno denso di tensioni: anche se sembra che la realtà abbia fretta di darmi ragione, non sono io che porto sfiga (e basta toccare ferro quando leggete i miei post, cribbio!), era purtroppo prevedibilissimo. Mi auguro che la cosa possa finire qui, anche se purtroppo non ho motivo di crederlo.

Al di là di questo, prima che altri avvoltoi alzino polvere ed inizi il ballo delle accuse e delle minimizzazioni, bisogna che sia chiaro che tutti i sindacati e che tutti i partiti (PD per primo, ovviamente) hanno preso le distanze dai responsabili. E che l'isolamento di costoro è una piccola garanzia contro un ritorno agli anni di piombo (anche se probabilmente qualcuno come Giampaolo Pansa la penserà diversamente).

Ciao

Paolo

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(Authan) "Three Is a Magic Number", di Bob Dorough (1973), qui nella versione dei Blind Melon (1996)




Three is the magic number
Yes it is its a magic number...

15 commenti:

Authan ha detto...

Paolo, parlando in linea teorica, l'isolamento dei facinorosi non è affatto, per me, una piccola garanzia contro un ritorno agli anni di piombo. Anzi.

Ma per fortuna son tempi lontani, quelli la', che, a dispetto di Pansa, non torneranno.

PaoloVE ha detto...

@ authan:

secondo me senza connivenze di qualche genere è difficile che possa crescere un movimento terrorista di rilievo. La presa di distanza di partiti e sindacati, mi pare renda chiaro che spazio per connivenze e contiguità ce n'è poco. Non capisco il tuo "Anzi".

Invece vedo che già si fanno sentire gli avvoltoi:

http://bracconi.blogautore.repubblica.it/2010/09/08/se-sacconi-soffia-sul-fuoco

Senza volere dire che certe affermazioni provocano la violenza con un rapporto di causa effetto ed ancor meno volendo giustificare la violenza stessa, posso però affermare che queste uscite non contribuiscono certo a creare un clima in cui l'uso della violenza sia meno probabile.

Ciao

Paolo

Authan ha detto...

Ai tempi delle BR, il PCI e i sindacati erano profondamente contro di esse.

Il mio "anzi" significa che semmai sono proprio l'isolamento, la segretezza, la clandestinita' ad essere maggiormente humus di violenza.

x ha detto...

Dalla Zanzara di ieri avrei queste due note:

@ Giuseppe Cruciani
1)
Ma la pernacchia di Bossi, all’indirizzo del presidente della Camera, sarà stata eseguita con il metodo classico, cioè mettendo la mano ad imbuto per soffiarci dentro oppure sarà stato solo un vigoroso PPPPPRRRRR di lingua metodo champenois??
Anche se la pernacchia, inutile scandalizzarsi, ha da tempo una sua agibilità politica, (come scrive il bravo Filippo Ceccarelli) il punto delicato riguarda Bossi, che, da vero ed unico “one-man-trash-show”, sempre più spesso a livello di comunicazione appare decisamente fuori controllo.
La cosa singolare è che tale manifesta condizione contribuisce ad alimentare il mito della sua energia, del suo genio, della sua infallibilità politica.
Al punto che sappiamo come un comitato stia brigando per conferirgli pure una laurea honoris causa.
Ma intanto lui continua a esprimersi a colpi di silenzi, occhiatacce, sbuffi, brontolii.
Ora fa il dito medio, due volte in dieci giorni (fu proprio la sua prima reazione rispetto all´ipotesi di elezioni anticipate); ora mostra i muscoloni; ora fa braccio di ferro, ora molla allegri cazzotti, ora alza spade, e adesso ci mancava solo la pernacchia. Speriamo presto arrivi anche una bella scoreggiona!

Non è mica tanto normale; e ancora meno che tutto questo venga accolto come oro colato. Il dilemma è quello solito: se ci fa o se ci è. In modo più problematico: se la pernacchia rientri nel novero di una studiata evoluzione, o se sanzioni il superamento della parola, la fine del logos, il suo smarrirsi in degradazione sonante, rumore ormai senza più continenza né fiducia né niente.

2)
Minzolini oltre ogni decenza

Saranno pure tutti nominati dalla politica, però Minzolini adesso fissa addirittura l’agenda della crisi.
Come dice l’Annunziata oggi su L’Unita’ “Se il servizio pubblico è politicizzato, il problema è come articolare la propria appartenenza. Questo non esclude che Minzolini dovrebbe dar spazio a tutti. Non lo fa e questo è il suo errore.”
Come ha ben sottolineato Cruciani, al TG1 è stato ospitato il nemico pubblico numero 1, Antonio Di Pietro perché il suo è l’ unico partito di opposizione convintissimo nella richiesta delle urne!
Ma oggi .....che il Berlo fa retromarcia su “al voto al voto”, che dirà Minzolini per restare fedele alla linea governativa nel prossimo editoriale?: >i>“Scusate, c’è stato uno scambio di servizi”>/i>

Bossi, t’è capì? Non si vota piu’, niente gabina elettorale!

PaoloVE ha detto...

@ authan:

sul PCI ti do pienamente pienamente ragione, credo che su alcuni altri partiti dell'estrema sinistra di allora ci potrebbe essere qualcosa da dire (i katanga dei servizi d'ordine di Democrazia Proletaria non eran santi, per fare un esempio), come anche su alcune frange sindacali, almeno nella prima fase del fenomeno terrorista. Che infatti si indebolì quando la chiusura si estese e iniziò a dare frutti il fenomeno del pentitismo / dissociazione.

L'isolamento può probabilmente favorire l'insorgenza di microgruppi (come le nuove BR) o di singoli sbandati alla Unabomber, che possono uccidere ma non hanno speranze nel confronto con lo stato, ma un vasto movimento non cresce al di fuori della società...

Ciao

Paolo

francesco.caroselli ha detto...

Su Bonanni sindacati etc etc Ho da dire due parole

Perchè si sta facendo tanta baruffa fra imprenditori (grandi gruppi) e i lavoratori?
Perchè i grandi gruppo preferiscono portare all'estero le produzioni.
Sono anni che questa "esternalizazione" va avanti.
Siamo arrivati al paradosso che quasi tutto viene prodotto in Cina o qualche altro posto orribile, per poi essere rivenduto nel Primo Mondo.
Ma ora noi nel primo mondo siamo in crisi.
E perchè? non c'è piu lavoro!
La vera ricchezza...sennò come ci paghiamo tutta la roba che si produce in Bangladesh e Taiwan?

Ora abiamo 2 strade da percorrere.
La prima ipotesi è chevnoi paesi progrediti "teniamo duro" sulla strada delle rivendicazioni sociali conquistate ad inizio novecento e aspettiamo (anzi spingiamo) che in tutto il mondo vengano rispettati i diritti dei lavoratori.
Lo so che è visione utopistica, ma è quella che a cui bisognerebbe tendere.
Più che un ideale, comunista o fascista, è semplice applicazione dei diritti dell'uomo.
Civiltà.
la parola di cui tutti si riempono la bocca.

Anche perchè l'alternativa, verso la quale ci stiamo tristemente avviando, è una "terzomondializazione" dei nostri lavoratori.
Precari, senza una possibile futura pensione e uno stipendio da fame.
E se sciperano li licenziano, anzi ancora meglio non vengono nemmeno assunti ma chiamati a giornata, cosi se il lavoratore si comporta male il giorno dopo chiamo qualcun'altro a suo posto...
tanto "lo sai quanti ce ne sono dietro questa porta che aspettano di prendere il tuo posto? Quindi lavora e Stai zitto!"
Tutto questo per i costi di produzione.
Abbassare il nostro costo del lavoro per che sia competitivo con quello degli altri lavoratori?
Si ma poi non ci possiamo lamentare che c'è crisi, se ad un operaio italiano lo fai guadagnare come un rumeno, il povero cristo avrà appena i soldi per pagare l'affitto... altro che far girare l'economia!
Piuttosto invece di abbassare i nostri costi di produzione perchè non facciamo in modo che si alzino il loro costo di produzione?
Basterebbe poco: chiedere che vengano garantiti i diritti di TUTTI i lavoratori, anche quelli cinesi.


Ora la smetto che di economia non ne capisco niente e sicuramente ho detto un sacco di banalità e sciocchezze.
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Sulla pernacchia di Bossi posso dire che Luttazzi l'aveva previsto.
Lo diceva in uno dei suoi monologhi...
forse l'ultimo, ma non sono sicuro.

x ha detto...

TOTO-CACIARA

la Lega Nord contro i "Cesaroni"

Claudio Amendola risponde: "Perchè non fate anche voi i Brambilloni"?

Authan ha detto...

Anche sul punto 2 ho delle riserve.

Sono d'accordo che le riforme isituzionali e una ipotetica nuova legge elettorale non trasformerebbero d'incanto il Paese in un fulgido esempio di bella politica, e che il piu' spetta agli elettori, ma il futuro avrebbe prospettive migliori con una legge elettorale piu' equa e democratica.

Conosci il detto "i soldi non fanno la felicita', pero' aiutano". E' un po' il discorso che voglio fare.

Leggi l'appello di Onida e molti altri sul Corriere di oggi per una nuova legge elettorale Io lo sottoscrivo.

Ciao.

PaoloVE ha detto...

@ Authan:

Ti parafraso: le architetture istituzionali non fanno un buon paese ma aiutano. E probabilmente sono più effetto che causa di una classe politica inadeguata.

Questo vuole essere il concetto che volevo esprimere: non illudiamoci che, riformato il sistema elettorale e sposato un nuovo scenario politico sia stato fatto il grosso del lavoro: la parte preponderante sta nel selezionare una nuova classe dirigente, e di questo (più o meno aiutati dalle architetture in uso) ci siamo dimostrati incapaci.

Per fare un parallelismo ti citerei le leggi che impediscono i doppi incarichi: lodevoli e necessarie, stanno funzionando molto limitatamente perchè i nostri politici se ne vedono penalizzati. Aver cambiato l'architettura non ha risolto il problema perchè sono rimasti gli stessi attori. Un piccolo miglioramento c'è stato ma non significativo.

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
PaoloVE ha detto...

..e Brunetta si è affrettato a dimostrare che gli avvoltoi volano in stormi, e che non hanno scrupoli a soffiare sul fuoco.

http://tinyurl.com/piccoli-avvoltoi

Sacconi meritava un ruolo da solista, ma, si sa: mai una volta che qualcuno che dice scemenze non sia seguito da un coro.

Ciao

Paolo

x ha detto...

Tornando su Minzolini al di là della decenza, il sempre ottimo Francesco Merlo!

http://www.repubblica.it/politica/2010/09/10/news/merlo_minzolini-6926984/

@ Giuseppe Cruciani

Quello di Mentana, come dice Merlo, è un bel giornalismo....

Ma è Minzolini che lo rende fenomeno. All'opposto di Mentana infatti Minzolini è diventato la caricatura del direttore autorevole e austero, si fa riprendere davanti a una montagna di libri che non ha letto e neppure pratica, indossa abiti firmati con la disinvoltura e il fisico di un bagnino e subito si capisce che, nonostante il sussiego pomposo o forse proprio per quello, è ancora il romanaccio che i cronisti di Montecitorio con delicata acidità chiamavano 'er coatto', e non solo per il dialetto, per le giacche a quattro bottoni, per le auto, la palestra e le belle squinzie, ma anche perché il suo era un giornalismo appunto di periferia, vissuto ai margini, dietro un muro, sotto un tavolo, a ingigantire sfondi e scorci, a decifrare gli spifferi.

:-D

Michele R. ha detto...

Buongiorno,

@PaoloVE

Nessuna riforma elettorale né architettura istituzionale garantisce una buona classe dirigente (anche se alcune lo fanno meno di altre). Non facciamoci illusioni, è ora di abbandonare l'idea che un sistema politico (bipolare, bipartitico o altro) o elettorale (son troppi per citarli) con qualche tecnicismo possa garantire dei miglioramenti significativi.

Non ho capito se citavavi sansonetti o è una tua considerazione, comunque applausi.

10 e lode

PaoloVE ha detto...

@ m.r.:

Sansonetti è troppo impegnato a curarsi i capelli per esprimere pensieri così lunghi... ;-)

Grazie

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

a proposito di minzo, wil (ormai sono sono diventato un affezionato anche del suo blog) di non leggerlo ha pubblicato questa sua interessante mail indirizzata al direttorissimo:


"Io credo che il Tg1 sia una risorsa informativa fondamentale per questo Paese, ed è per questo che non possiamo permetterci un telegiornale come il suo. Le parole di Pansini sul processo breve sono state di una superficialità sconcertante, si sono confusi i piani della discussione, omettendo peraltro quelli più salienti.

Inoltre ho visto che per questo o quel commento ha invitato direttori come Feltri e Belpietro. Lei si definisce pluralista e corretto, ecco, spero che in futuro (magari proprio sul processo breve) darà spazio anche al pensiero di direttori come Ezio Mauro o Concita De Gregorio, o di costituzionalisti come Onida o Zagrebelsky.

Sono un contribuente, pago il canone (non sono tra quelli che si battono per eliminarlo o non pagarlo) e mi sono letto pure il codice etico Rai. Non credo assolutamente che lei lo stia rispettando, e soprattutto che stia rispettando noi telespettatori. Gli episodi di malainformazione del suo Tg sono molteplici.

Sui dati di ascolto. Sono quindi menzogne quelle secondo cui negli ultimi mesi il suo tg avrebbe perso 1 milione di ascoltatori? Se sì, andrebbe dimostrato con dati e fonti alla mano. Stando ai dati auditel sembrerebbe che questo anno di Tg1 a livello di share sia il peggiore degli ultimo 20 anni, l'unico abbondantemente sotto quota 30% (27,99).

Cercherò di raccogliere più dati possibili per capire come stia andando la sua direzione, e sarei felice se anche lei potesse fornirmene alcuni (oltre quelli che mi sono segnato da alcune sue interviste). Ovviamente non mi interessa di dimostrare che il risultato è negativo, ma che "sta andando benissimo" con "sta andando malissimo" non possono coesistere.

Cordiali saluti" (wil)