lunedì 13 settembre 2010

Casus belli

Secondo post del giorno, by Authan, qui sotto. Il primo era di Paolo.

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La campagna moralizzatrice (perche di questo si è trattato, anche se a qualcuno non piacerà chiamarla così) portata avanti del Zanzara sul caso della cosiddetta "parentopoli" nella giunta regionale piemontese del neo governatore leghista Roberto Cota è assolutamente lodevole. Peccato che in alcuni frangenti essa non sia stata argomentata nel modo esauriente. Capita, quando si perde l'abitudine alla pratica dell'arte di argomentare...

In particolare non è stata data una risposta esaustiva all'obiezione, avanzata sia dai protagonisti diretti della vicenda che da qualche ascoltatore, in base alla quale un rapporto fiduciario si chiama così perché si basa sulla fiducia diretta, dettata magari da una profonda conoscenza pregressa, che è normale tra parenti, da parte di chi assegna l'incarico nei confronti di chi riceve l'incarico, e che se ci si preoccupa di possibili favoritismi, allora le antenne dovrebbero drizzarsi anche nel momento in cui si firmano contratti con amici, vicini si casa, amanti "strafighe che ci si tromba", etc. Perché preoccuparsi solo dei parenti?

Alla prima questione, Giuseppe Cruciani e David Parenzo sono solo stati capaci di strillare il mantra (sacrosanto, ma troppo laconico; i dogmi vanno spiegati quando la loro ovvietà non appare a tutti tale) “non si fa, non si fa! Non si assumono parenti in giunta pagati coi soldi pubblici”, mentre alla seconda questione, addirittura, Crux non ha saputo ribattere, arrivando incredibilmente ad ammettere che assumere un vicino di casa è meno peggio che assumere un parente.

No, amico mio. Il dirigente pubblico che assume per chiamata diretta il vicino di casa, l'amico o l'amante compie un atto che sulla carta ha la stessa valenza negativa dell'assunzione di un parente, perché siamo sempre nella sfera dell'elargizione di stipendi pubblici con un criterio di scelta non riconducibile a rigorosa meritocrazia. Per una questione di etica, quando sono in gioco soldi pubblici non devono esistere nemmeno le ombre di ipotesti di favoritismi personali. Sarà tranchant come concetto, ma è l'unico paletto possibile contro gli abusi. Ci si concentra poi maggiormente sui parenti perché i favoritismi intra-familiari veri o presunti sono più frequenti e più semplici da individuare e da circoscrivere, è perché il familismo in Italia è una piaga culturale che porta inefficienza e arretratezza nel paese.

Non era poi così difficile da spiegare, no?

***

Visto che c'è stato un bel dibattito nei commenti del post di 9 settembre scorso, vorrei tornare ancora una volta sul mio discorso delle "conseguenze innaturali", e cioè sul fatto che in molti casi c'è troppa facilità, ad opinione di scrive, nel considerare reazioni violente ad un evento, situazione, clima politico sociale quali logico e fisiologico effetto del venirsi a creare di tale evento/situazione/clima, deresponsabilizzando in tutto o in parte gli autori delle violenze medesime (ovviamente qui non parliamo di casi storici quali la resistenza all'invasore nazista, o la rivoluzione francese contro la monarchia, rimaniamo al mondo come lo conosciamo oggi).

Come ulteriore esempio vorrei portare l'iniziativa (poi abortita) del reverendo Terry Jones, un pastore evangelico di una piccola chiesa di cristiani fondamentalisti in Florida, che aveva avuto la brillante idea di indire per l'11 settembre 2010 il "burn a koran day", cioè il giorno da dedicare all'incenerimento di duecento copie del Corano.

Ora, è chiaro che siamo di fronte ad uno sciagurato fanatico, che poi per fortuna si è convinto a desistere dal suo stolto proposito. Ma se costui avesse invece portato a compimento il suo disegno, ciò avrebbe forse reso comprensibile, accettabile, ammissibile, plausibile eventuali ritorsioni sproporzionate quali attentati contro obiettivi USA, assalti ad ambasciate occidentali in paesi islamici, uccisioni, teste mozzate, linciaggi? Sarebbe una "naturale conseguenza" o qualcosa di comunque folle, incomprensibile, pazzesco? Chi sarebbe stato peggio, l'invasato fondamentalista Jones, o i mille volte più invasati e fondamentalisti (non rappresentativi dell'intero universo islamico) che avrebbero messo in atto le ritorsioni?

E' chiaro il punto? Il gesto di bruciare il Corano è esecrabile di per sé, e non per le ritorsioni che possono susseguire. Occhio, non sto questionando la prevedibilità di certe violenze. Mi è nota la "fama" di alcune frange estremiste del mondo islamico e li ricordo perfettamente i disordini in vari paesi dopo le vignette si Maometto su un giornale danese e sulla t-shirt di Calderoli. Sto dicendo che la prevedibilità delle violenze, il loro metterle in conto, non diventa un fattore di legittimazione, neanche parziale, neanche minimamente parziale, delle stesse. Non si alleggeriscono le responsabilità di chi le compie direttamente, e non si spostano le colpe sulle "casus belli".

Mr. Jones sarà un super idiota (eccome se lo è), ma quelli che avrebbero reagito spargendo sangue a destra e a manca sono degli assassini. C'è una bella differenza.

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Counting Crows, "Mr. Jones" (1993)




Mr. Jones and me, we're gonna be big stars...

47 commenti:

Unknown ha detto...

Il problema dei soldi pubblici e dei favoritismi fatti con tali denari è un cavallo di battaglia da campagna elettorale e viene cavalcato in modo totalmente superficiale. Ci sono perlomeno due piani diversi: chi con i soldi pubblici corrompe, assegna appalti truccati a propri parenti e/o amici, si paga le prostitute, i massaggi e quant'altro e chi assume propri parenti avendo il diritto di farlo. Mi spiego: se io vengo eletto in un qualunque schieramento e mi devo costruire un entourage di persone che devono lavorare con me ovviamente sceglierò secondo i miei criteri. Se stabilisco che mio figlio è più adatto di una persona che non conosco, non vedo quale sia il problema. Io ho la libertà di scegliere. Non devo mica fare un concorso pubblico: è un incarico a chiamata diretta. Se poi mio figlio fa qualche cazzata io ci rimetto la faccia perchè ho scelto male le persone che lavorano con me. Se scelgo un estraneo idem. Se i soldi sono pubblici o privati non è influente.
Chi strilla che bisognerebbe fare una legge per proibire agli amministratori di assumere i propri familiari dice prima di tutto una cosa incostituzionale e poi fa solo demagogia, attaccandosi al sentimento popolare dell'avversità alla corruzione e al familismo che in questo caso non centrano nulla. A Cruciani dico, come lui stesso direbbe: ma che centra questo?

x ha detto...

Buongiorno,

punto uno

Mamma mia quanti formalismi!
Epperchè perder tempo per selezionare chi davvero ha i numeri per ricoprire un incarico pubblico?
Si sa che alla LN non piacciono le lungaggini romane, sono o no i paladini della semplificazione?
Allora niente prove o concorsi, con punteggi e graduatorie, tanto piu' che anche li, come se non lo sapessimo, la maniera per spingere avanti il parente, l'amico o il vicino di casa c'è comunque!
Disarmante è trovarsi di fronte a chi con un incredibile faccia tosta continua a sostenere l'esigenza che il collaboratore per un incarico fiduciario (che poi sarei curiosa di vederlo il mansionario; far fotocopie, pagare bollettini postali, spedire raccomandate, riordinare la cancelleria etc.) debba essere scelto in tal modo.

punto 2

Dopo l'ennesima sparata di Brunetta (che va in depressione se passato un mese nessuno parla di lui) che ha fatto indignare il vescovo di Acerra, (il notissimo Don Riboldi, nato a Triuggio, mica a Caserta) mi sento di dar sfogo a tutta la mia rabbia, e voglio lasciarmi andare ad un gesto inconsulto!
"Renatino tiè (facendo il gesto dell'ombrello): PPPPPRRRRRR!!!"

x ha detto...

@ francesco

Demagogia buona per la campagna elettorale??


Pur lamentando l'assenza di strumenti normativi :
«Se avessimo potuto evitare questi contratti, naturalmente l'avremmo fatto. Anche nell'interesse di chi lavora in Regione».
La voce che risponde al Riformista in un pezzo di qualche giorno fa a firma di Tommaso Labate, è quella dell'assessore al personale Giovanna Quaglia, leghista.

Ne è proprio sicura?

Dopo aver letto anche il vostro articolo, ieri mattina, il presidente Cota mi ha chiamato. E mi ha manifestato la sua volontà di lavorare a un codice etico che impedisca, in futuro, l'assunzione dei parenti dei consiglieri nei gruppi d'appartenenza.


Ma si sa..... le parole dei politici valgono solo per il momento in cui vengono pronunciate.

PaoloVE ha detto...

@ francesco:

se il figlio di X è la persona più adeguata per diventare assistente di X non avrà problemi a dimostrarlo in un concorso trasparente. Se non lo è il concorso potrebbe permettere ad X (e soprattutto alla società) di avere un assistente migliore a ricoprire quella posizione. E la faccia di chi ha affidato a sproposito un incarico non ripaga nessuno del danno economico: nè nel pubblico nè nel privato (spesso un incompetente basta a far fallire una azienda, con tanti saluti ai dipendenti).
Sul fatto che non si debba fare una legge per vietare l'assunzione dei parenti hai invece ragione: è l'incarico diretto il problema. Ma non temere: nessuno andrà mai a toccare una legge che ti permette di decidere che i tuoi collaboratori fidati siano i tuoi famigliari o quelli del collega che li assume al posto tuo.

Ciao

Paolo

Neon+Atlas ha detto...

Ah, Cruciani non sta nè con Telese che "estremizza nè con la Gelmini che minimizza?

Strano, il Crux che appiattisce il fatto, non si era mai visto.. tsè.

Michele R. ha detto...

@francesca
peccato che durante il tuo intervento sia capitato lo spot... ad hoc per segarti.

x ha detto...

@ mike

beh... considera che il Crux mi ha tolta dalla quarantena almeno!

Comunque quello che sta dicendo adesso Stra-guadagno è incredibile!
Tutto il "ciarpame senza pudore" di un anno e piu' fa.... niente.... una ha avuto il posto in parlamento perchè "è brava" e allora li deve restare!

Michele R. ha detto...

dai crux,
a strguadagno gli potresti ricordare che, invece dei nomi, qualcuno coniò il termine MIGNOTTOCRAZIA. E non a caso.

x ha detto...

ma quale Grillini e Paola Concia!

Ma muccala Stra-guadagno!

Siete o no quelli che predicate la meritocrazia?

E invece adesso stai lodando la scorciatoia dell'allargare le gambe e far volare la farfalla!

x ha detto...

no, Cruciani, davvero .... adesso Stra-guadagno è proprio ubriaco!

Il corpo si, il merito no!

Michele R. ha detto...

fantastico straguadagno quando dice non dó giudizi. Ha appena sparato a zero sulla Napoli che aveva sollevato il polverone.

Questo è veramente RI-DI-CO-LO.

Anonimo ha detto...

Nei casi indicati (assunzioni parentali, rogo del Corano), è stata infranta qualche legge?
Se si, perché non sono state fatte rispettate? Se no: uno non è libero di fare quel che preferisce?

Authan ha detto...

Qual è il tuo punto, Pinguino?

Dici che se non c'è una legge che glielo vieta, il pastore Jones doveva essere libero di bruciare il Corano?

Lo sai che, pur ribadendo che Mr. Jones è a mio avviso un fanatico imbecille demente irriguardoso, insensibile intollerante ecc ecc. è esattamente quello che penso io?


Sulle assunzioni parentali, nessuno chiede l'arresto dei personaggi coinvolti. Si è solo sostenuto che lo loro scelte non sono deontologicamente etiche. Ma la loro libertà di assumere parenti, stante che che ad oggi tale pratica non è vietata, non è in discussione.

Quindi, ribadisco, qual è il tuo punto? Il massimo che sai dire su questi temi e' "In the law --> OK, out-of-the-law ---> NOT OK" o sai partorire qualcosina di più?

I roghi del corano e le assunzioni di parenti che sentimenti ti suscitano?

Anonimo ha detto...

Le mie erano due domandine apparentemente semplici semplici, a cui non sai rispondere veramente; a cui, diciamolo, è difficile rispondere.

Probabilmente al pastore è stata fatta “sotto-banco” qualche proposta che non poteva rifiutare, proprio perché il concetto di libertà gli consentiva, purché non infrangesse la legge, di fare quello che gli pare.

Che direi è cosa sacrosanta; diversamente obbietterei di farti chiudere questo blog, perché non mi piace, è offensivo, stimola i rapporti sado-maso, offende i luddisti, inculca disvalori religiosi, propaga l’ateismo.

Allo stesso modo, ancorché condannati per mafia, i dell’Utri hanno il sacrosanto diritto di parlare, come lo avrebbero i sostenitori della pedofilia (ha radici antichissime, nientemeno che la Magna Grecia).

Ma anche gli indignati hanno il diritto di non far aprire bocca ad un mafioso.

“Pur non commettendo niente di illegale, una certa cosa non la posso fare”

Chi lo decide? La maggioranza? La minoranza? Tu?

PaoloVE ha detto...

@ Pinguino Volante:

La legge sembra permettere quanto avvenuto, pur indicando il concorso come modalità di assunzione preferenziale.

Ma, come già detto, è una legge che favorisce privilegi ingiustificati, mortifica la meritocrazia, favorisce il sospetto e la creazione di caste, permette lo spreco di denaro pubblico a fronte di benefici difficilmente dimostrabili.

Quindi, a parer mio, ma credo non solo, una legge sbagliata ed ingiusta. Libero di portare argomenti a dimostrazione del contrario.

Ciao

Paolo

Authan ha detto...

Pinguino, spiegati, non si capisce niente. Scrivi tutto e il contrario di tutto.


“Pur non commettendo niente di illegale, una certa cosa non la posso fare”
Chi lo decide? La maggioranza? La minoranza? Tu?


Questa è meravigliosa. Tu che ti arroghi il diritto di zittire la gente chiedi A ME "chi decide?".

Ma sei tu quello che non ha dubbi, sei tu quello che ha già deciso.

Io NON decido. Io rispetto le libertà altrui, anche delle persone che disprezzo.

Anonimo ha detto...

@ PaoloVE e Authan

Bene, ci stiamo arrivando pian piano. Ci sono dunque leggi ingiuste. Ma chi lo decide?

Sicuramente dell’Utri, condannato per mafia, non infrange nessuna legge, sedendo in Parlamento e percependo fior di stipendio da Senatore, con l’obbligo di chiamarlo “onorevole”.

Ma perché qui viene deplorato l’atto di non farlo parlare? E’ stato secondo me invece un atto meritorio; ma sempre qui, in questo blog, la protesta, effettuata non seguendo le regole del Galateo di Della casa, è sta condannata in quanto presunto “comportamento non democratico”.

Sempre qui, poi, si incita a atteggiamenti censori nei confronti di chi non viola alcuna legge.

Sto cercando di offrire punti di riflessione, affinché io possa non leggere, in questo sito abbastanza interessante, affermazioni lapalissiane e non meditate; chissà se ci riesco.

Authan ha detto...

Se una legge sia giusta o ingiusta non lo "decide" nessuno. Semplicemente si esprime una opinione soggettiva. Il fatto che Paolo consideri ingiusta la legge sulle assunzioni per chiamata dirette nelle giunte non lo porta ad andare ad impedire fisicamente chi magari fruisce di tale legge di esercitare un diritto personale. Tu invece lo fai (o approvi chi lo fa).

Come fai a non cogliere questa differenza lapalissiana?

Poi scrivi: Sempre qui, poi, si incita a atteggiamenti censori nei confronti di chi non viola alcuna legge.

Ma dove, ma quando? Cosa significa "atteggiamenti censori"? Qui esprimiamo delle critiche, delle opinioni. Mica andiamo a tirare fumogeni o a zittire la gente che non ci piace, al contrario di te (o di quelli che tu non disapprovi).

x ha detto...

E intanto la contestazione fa un'altra "vittima"
A Milano alla festa del PD viene zittito il Prof. Ichino, praticamente con la motivazione di essere un collaborazionista.
Anche perchè non si puo' certo dire che Ichino sia Bonanni!
Niente di piu' sbagliato.

Caro Pinguino,
se le leggi emanate dal Parlamento sono sbagliate, e alcune lo sono, è in quella sede che devono essere modificate.
Scusa l'ovvietà, ma come fai a sostenere la validità della tesi "farsi giustizia da sè"?

Quando Dell'Utri, come ha promesso Cruciani, sarà a La Zanzara per leggere i famosi e fumosi diari del duce io non lo ascoltero' e questa sarà la mia protesta.

Con questo è eviente che la legge che permette a lui, con duplice sentenza di condanna, di restarsene tranquillamente in carica, in attesa della terza, è da rivedere e allora fatti promotore di un'iniziativa in tal senso, come fanno quelli che raccolgono firme per i referendum!

PaoloVE ha detto...

@ pinguino volante:

in democrazia una legge è giusta quando rispecchia il volere dell'elettorato (se preferisci della maggioranza dell'elettorato).

In Italia il volere dell'elettorato è fortemente mediato dai suoi rappresentanti, che l'elettore può scegliere con pochissimi gradi di libertà perchè le liste sono bloccate e designate dalle dirigenze dei partiti, ed eventuali scelte sbagliate di deputati e senatori possono essere corrette solo attraverso il referendum abrogativo, che è un'arma spuntata dal problematico raggiungimento del quorum.

In sintesi sono convinto dal diffuso sentimento anti casta che la legge di cui stiamo parlando non rispecchi la volontà dell'elettorato, che esista com'è perchè i rappresentanti politici hanno ritenuto di garantrsi un privilegio e non abbia speranza di essere corretta perchè profittevole per i politici ed inemendabile attraverso referendum.

Ciao

Paolo

Anonimo ha detto...

Francesca scrive: “ma come fai a sostenere la validità della tesi "farsi giustizia da sè"?”

O Gesù mio!

Buonanotte.

x ha detto...

Sogni d'oro!

Michele R. ha detto...

Buongiorno,

vedo che mi inserisco nel pieno di una piccola guerra verbale...

Volevo sottolineare un intervento di un ascoltatore, che ieri sul finire della trasmissione (mi pare), parlando della lega nord, vado a memoria, l' ha definita partito di lotta e di governo elencando tra le altre cose di aver voluto le ronde che poi a distanza di un anno hanno fatto flop, di volere il rispetto della legge salvo poi di aver votato tutte le leggi favorevoli al premier....

Io l'ho trovata interessante come analisi.

@Pinguino volante

Ci sono anche delle leggi non scritte che si chiamano codice morale e che sono patrimonio di una comunità. Quando qualcuno viola tale codice, è vero che non violi nessuna LEGGE SCRITTA (es. le assunzioni di parenti in posti pubblici), ma non ti meravigliare se poi qualcuno si arrabbia.
Nel caso di cui sopra (assunzioni pubblico impiego), ciascuno di noi si arrabbia perché è automaticamente escluso perché c'è il raccomandato di turno che "salta la fila" ed è favorito. Non penso che faccia piacere a nessuno e nemmeno a te.

Michele R. ha detto...

Mentre i nostri comandanti in capo in parlamento dormono o fanno bla bla bla, c' è un nuovo peggioamento nei conti pubblici.

E le riforme che aspettiamo da 16 anni dove sono?

PaoloVE ha detto...

@ Pinguino Volante:

...che poi, per dirla tutta, l'incarico diretto a parenti ed amici in ambito pubblico mi pare anche che sostanzialmente vada in contrasto con la seconda parte dell'art. 3 della Costituzione: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

Non mi pare che siano due posizioni molto conciliabili, sbaglio? Infatti l'affidamento diretto di incarichi dovrebbe avvenire a fronte di professionalità molto particolari o situazioni d'urgenza, se non sbaglio, ma non di certo su base di valutazioni di carattere personale.

Ciao

Paolo

Anonimo ha detto...

“Pinguino, spiegati, non si capisce niente. Scrivi tutto e il contrario di tutto”.




Stavo semplicemente offrendo spunti di riflessione: non ho un partito preso. Penso che la questione sia molto complessa, ma veramente parecchio. Perché se il pastore non commette niente di illegale, in base a cosa dobbiamo impedirgli di fare una stupidata? In base alla suscettibilità degli integralisti islamici, i quali, i più violenti, magari non aspettano altro? Direi che sicuramente esistono islamici intelligenti che capiscono la provocazione e se ne sbattono, giacché la parola di Dio prescinde il pezzo di carta su cui è scritta… Credo che ce ne impiperemmo anche noi, io di sicuro, se qualcuno in oriente desse alle fiamme il Vangelo. Infatti in America hanno risolto in maniera pragmatica, certo non invocando nessuna legge inesistente.

Da una parte, solo la legge può essere un criterio oggettivo, per stabilire quello che si può fare e quello che non si può, però esistono leggi ingiuste, e questo è un bel guaio, perché allora non esistono criteri oggettivi. Non si può nemmeno basarsi sulle buone intenzioni, giacché la stessa censura ne ha. I nazisti che davano al rogo i libri ne avevano, secondo loro. Dunque anche noi potremmo sbagliare, in buona fede, quando facciamo questo o quello, o deprechiamo quell’altro.

Purtroppo fino all’avvento del berlusconismo le cose erano più chiare, ma ora è stata ripristinata la legge del più forte: di chi cioè ha il potere del denaro, e quello soprattutto di stravolgere la realtà, facendocela vedere come preferisce, grazie ai mezzi che possiede.

Temo che però leggiate queste mie perplessità come una contrapposizione, da come vi siete compattati. Addirittura io sosterrei l’idea di “farsi giustizia da sé”. In che senso? Quando lo avrei detto? Non credo proprio di pensare una cosa del genere!

Arrivedorci.

x ha detto...

@ Pinguino (& Oliver Hardy)

scusa eh,
ma cosa dovrei spiegare?
che decidere di farsi giustizia da sè significa letterelmente porre in atto, passando alle vie di fatto il piu' delle volte, azioni che si ritengono giuste per contrastare situazioni che si ritengono ingiuste?

Tu ritieni giusto aver contrastato in quel modo MDU che, a tuo personalissimo (e di molti altri anche) giudizio era ingiusto che parlasse, perchè smercia frottole, perchè un'ingiusta legge dello stato lo lascia, con duplice sentenza di condanna, a godere di privilegi mentre dovrebbe ritirarsi a fare il privato cittadino fino alla sentenza finale?

Io non dico che non si possa contestare, ma questo deve avvenire senza ledere diritti altrui, per quanto possbile, soprattutto quello all'espressione.

Poi si entra nel merito di quello che uno dice e, al vaglio, cio' che resta di interessante.

Sulla vicenda della parentopoli piemontese, ho postato stralci di un articolo de Il Riformista ove, ai vertici in Regione, ci sia la preoccupazione di porre rimedio al vuoto normativo con l'adozione di un codice etico che impedisca in futuro il verificarsi di situazioni analoghe.

ciao
F.

Unknown ha detto...

@PaoloVE
Tu scrivi:
Ma non temere: nessuno andrà mai a toccare una legge che ti permette di decidere che i tuoi collaboratori fidati siano i tuoi famigliari o quelli del collega che li assume al posto tuo.

Io non ho collaboratori e non lavoro nel pubblico, casomai si fosse frainteso.
Il punto è che non ci sono leggi giuste e leggi sbagliate. Nel mondo ideale si fa una legge pensando all'utilità di tale regolamentazione e non per assicurare un posto di lavoro equo a tutti. E' possibile che io reputi più utile, ai fini di svolgere un determinato compito amministrativo, il meccanismo di assunzione a chiamata diretta perché garantisce il formarsi di un gruppo più omogeneo e più affiatato e tanti saluti ai concorsi. In tal caso chi riceve l'incarico ha il diritto di assumere chi preferisce, con questo scopo in testa.
E non dite: chiaramente NON viviamo nel mondo ideale... questo vale sempre e comunque!

Dobbiamo svegliarci da questo incubo in cui i posti di lavoro statali sono diversi da quelli privati! Uno fa un lavoro con un obiettivo, non tanto per riscuotere uno stipendio! Se tale giunta di parenti risolve i problemi che è stata chiamata a risolvere fa un servizio alla comunità, ovvero fa il suo dovere. Se vostro figlio non viene assunto in tale giunta sarà assunto da un altra parte, senza nessuno spreco di risorse.
Non è vero che nel privato funziona così? Semmai bisogna lavorare per rendere il pubblico più simile al privato, per far si che anche le amministrazioni pubbliche diventino posti dove chi sbaglia paga in prima persona. Se io sbaglio ad assumere un dipendente ci rimetto presonalmente, quindi starò attento a non assumere mio nipote analfabeta,o no?

Faccio un esempio di come questa mania dei concorsi deresponsabilizza i dirigenti e distorce le assunzioni: e' capitato che per assumere un determinato ricercatore all'Università dove ero prima si facesse un concorso ad hoc, con temi tarati sulle sue ricerche al fine di favorirlo rispetto agli altri. una volta assunto, poi, è stato facile dire: è il concorso, baby, è una cosa democratica. Col cappero! All'estero ti fai un bel colloquio con il team leader che poi decide di sua spontanea iniziativa se assumerti o no. Se poi sei un cialtrone sono affari tuoi e del tuo team leader che ha sprecato i soldi che aveva a disposizione.

Casomai non si fosse capito io sono contro i concorsi!

Anonimo ha detto...

Francesca ha detto...

”Io non dico che non si possa contestare, ma questo deve avvenire senza ledere diritti altrui, per quanto possibile, soprattutto quello all'espressione.
Poi si entra nel merito di quello che uno dice e, al vaglio, ciò che resta di interessante.”

Sarebbe altrettanto facile per te applicare questo principio con qualcuno che volesse discettare pubblicamente delle delizie della pedofilia o giustificare l’uso della violenza, descrivendo la sensazione ineguagliabile, non proporzionata nemmeno all’orgasmo sessuale, dell’assassinio?

Difenderesti davvero il suo diritto?

Io continuo ad avere, non certezze, ma perplessità.

Nel settecento Swift, l’autore dei Viaggi di Gulliver, scrisse un libello in cui propugnava il cannibalismo (“Una modesta proposta”), invitando gli inglesi a cibarsi dei bambini - per ottenere così un duplice effetto: la risoluzione del problema demografico, e quello dell’alimentazione del popolo.

E’ un’opera letteraria di grande valore, universalmente riconosciuto.

Authan ha detto...

"Sarebbe altrettanto facile per te applicare questo principio con qualcuno che volesse discettare pubblicamente delle delizie della pedofilia o giustificare l’uso della violenza, descrivendo la sensazione ineguagliabile, non proporzionata nemmeno all'orgasmo sessuale, dell’assassinio?"

L'apologia di reati gravi è reato. L'hai detto tu, caro pinguino, se è contro la legge siamo al di là del limite. Ma essere al di là del limite non significa tirare un fumogeno nell'occhio dell'oratore. Significa chiamare il 112 e dire ai carabinieri di fare il loro mestiere e occuparsene.

Comunque se vuoi proviamo. In quale luogo, giorno e ora si tiene il prossimo convegno pubblico sulle magnificenze della pedofilia?
Fammi sapere. Ci vediamo lì.

Anonimo ha detto...

Nel settecento Swift, l’autore dei Viaggi di Gulliver, scrisse un libello in cui propugnava il cannibalismo (“Una modesta proposta”), invitando gli inglesi a cibarsi dei bambini - per ottenere così un duplice effetto: la risoluzione del problema demografico, e quello dell’alimentazione del popolo.

E’ un’opera letteraria di grande valore, universalmente riconosciuto.

Authan ha detto...

Una controllatina su Wikipedia rivela che La "Modesta proposta" di J.Swift aveva intenti satirici.

L'esempio B ce l'hai? Magari un po' piu' legato ai giorni nostri?

Ciao.

Anonimo ha detto...

Authan scrive: "Fammi sapere. Ci vediamo lì".

:-)))))



http://www.flickr.com/photos/arcovariante/

Anonimo ha detto...

"L'esempio B ce l'hai? Magari un po' piu' legato ai giorni nostri?"

L'avevo appena fatto (pedofilia, assassinio), non te ne sei accorto.

Vedi anche:
"L'assassinio come una delle belle arti" di Thomas De Quincey.

Anonimo ha detto...

Authan, non credo che se fossi stato contemporaneo di Swift o di De Quincey, l'avresti presa bene...
Come quasi tutti coloro che li lessero, giacchè captare l'ironia sottile non è da tutti.

PaoloVE ha detto...

@ francesco:

il mio era un "tu" generico e, come ho già detto, in democrazia esistono leggi giuste e leggi sbagliate: lo decide l'elettorato.

Quanto a cosa puoi fare nel privato non ho nulla da sindacare se non il fatto che nemmeno lì sei l'unico a pagare per le tue scelte: se assumi un pirla che fa fallire la tua azienda ci rimettono tutti i tuoi dipendenti, oltre a te.

Quando poi dici "E' possibile che io reputi più utile, ai fini di svolgere un determinato compito amministrativo, il meccanismo di assunzione a chiamata diretta perché garantisce il formarsi di un gruppo più omogeneo e più affiatato e tanti saluti ai concorsi. In tal caso chi riceve l'incarico ha il diritto di assumere chi preferisce, con questo scopo in testa." ti rispondo che puoi farlo con i tuoi soldi o con quelli del tuo partito, non con quelli pubblici, per i quali, da un punto di vista legale, l'incarico diretto rimane una forma eccezionale giustificata da emergenza o professionalità particolari, da un punto di vista pratico non aiuta a selezionare le professionalità migliori, ma il gruppo di amiconi più coeso a prescindere dalla capacità.

Al di là dei meccanismi per l'incarico hai perfettamente ragione: non devono esserci differenze tra pubblico e privato.

Infine "Se io sbaglio ad assumere un dipendente ci rimetto presonalmente, quindi starò attento a non assumere mio nipote analfabeta,o no?". Ho presente vari esempi di segno opposto.

Spiegami un po' perchè, al di là degli abusi procedurali (perchè tali sono allo stesso modo il concorso che citi e la sistematica assegnazione in famiglia senza confrontarsi con l'offerta) poter scegliere il meglio tra tanti candidati dovrebbe dare risultati peggiori che seglierlo tra una rosa ristretta non in base a criteri meritocratici, perchè di questo si tratta: di non sprecare risorse pubbliche.

E ti rivelo una cosa, spesso le grandi aziende operano selezione con modalità analoghe a quelle del concorso pubblico e non assumono parenti di dipendenti, proprio per evitare sacche di nepotismo.

Ciao

Paolo

Authan ha detto...

Pinguino, su pedofilia e assassinio ti ho già risposto: si chiama il 112.

Su Swift pure ti ho risposto.

Ora mi tiri fuori un oscuro libro del 1827 (!), "L'Assassinio come una delle belle arti" del quale su Wikipedia si parla come un'opera di "umorismo macabro"...

Direi che possiamo fermarci qui. Grazie.

Unknown ha detto...

Boh io qui non riesco a capire quale sia la questione. Dei tizi hanno protestato ad un comizio intimando l'oratore di stare zitto e di andarsene. Mi pare che rientri nelle loro libertà. Altra cosa è il lancio di molotov o di fumogeni o di pietre o di mozziconi di sigaretta, questo è ledere la libertà altrui.
Queste persone, limitatamente agli improperi e alle intimidazioni, impediscono all'oratore di parlare? Non mi pare proprio. Se l'oratore smette di parlare è perché vuole approfittarsi della situazione per zittire il dissenso, sollevando un polverone mediatico sulla non democraticità di certi movimenti.
Da che mondo è mondo la democrazia è costruita sulla libertà di espressione. A tutto tondo. Anche gli insulti sono liberi, purché non divengano diffamazione.
Altra cosa è l'educazione, non tutti ne siamo provvisti.

Authan ha detto...

francesco, di fronte alla forza dei tuoi argomenti ("Dei tizi hanno protestato ad un comizio intimando l'oratore di stare zitto e di andarsene. Mi pare che rientri nelle loro libertà") alzo le braccia, mi arrendo, cedo. Hai vinto tu.

Se un giorno io dovessi diventare un politico, spero di non trovarti mai ad un mio comizio ad esercitare le tue libertà.

Grazie.

PS: una lettura del più famoso aforisma di Martin Luther King ti potrebbe essere utile.

Anonimo ha detto...

Parli, amico mio, di due classici universalmente riconosciuti come fossero opere della preistoria, addirittura hai necessità di cercarli su Wikipedia. Potremmo cominciare allora una discussione sulle carenze dell'insegnamento nella scuola pubblica. Ti assicuro che potresti trovare straordinariamente attuale, freschissimo e moderno anche Tacito, se lo leggessi..

Tornando a noi (al mio primo intervento) c'è una violenza nelle istituzioni, quando sono manipolate dal Potere, da certo Potere, che sta agli sberleffi (anche ai fumogeni), come la bomba atomica sta ad uno scappellotto.
Non si possono paragonare contestazioni verbali come terrorismo; ne come prodomi di esso.
Ma a me pare che del perchè quellle persone contestassero Dell'Utri nessuno qui sappia veramente nulla, nè importi.
Sono sicuro che, caro Authan, non resisterai all'impulso di dire l'ultima parola.

Unknown ha detto...

@PaoloVE
Tu scrivi:
Spiegami un po' perchè, al di là degli abusi procedurali (perchè tali sono allo stesso modo il concorso che citi e la sistematica assegnazione in famiglia senza confrontarsi con l'offerta) poter scegliere il meglio tra tanti candidati dovrebbe dare risultati peggiori che seglierlo tra una rosa ristretta non in base a criteri meritocratici, perchè di questo si tratta: di non sprecare risorse pubbliche.

Gli abusi procedurali sono insiti nell'istituzione del concorso. Tale ricercatore di cui parlavo era un valido elemento e di sicuro si meritava il posto che ha avuto con concorso truccato. Il punto è che quel posto gli andava assegnato senza la formalità di un concorso.
Pensa se dopo 10 anni di assegni e post-doc nel solito laboratorio, questo tipo fosse stato superato da un suo collega, mai visto prima, al concorso. Considera il fatto che per sua natura un concorso è generalista e non tiene in considerazione il caso specifico, anche e soprattutto per quanto riguarda le competenze. Sarebbe successa una cosa buona per la ricerca in quel campo, secondo il tuo punto di vista?

Tu scrivi:
E ti rivelo una cosa, spesso le grandi aziende operano selezione con modalità analoghe a quelle del concorso pubblico e non assumono parenti di dipendenti, proprio per evitare sacche di nepotismo.

Per cortesia, non ho bisogno di rivelazioni: mi bastano quelle di mia nonna a proposito di Gesù.
Ho lavorato per una grande azienda e non ho fatto un concorso per essere assunto. Semmai ho fatto una serie infinita di colloqui e prove, in vari step, fino alla selezione finale. L'attraversamento di ogni step e la decisione finale erano sempre a carico delle persone insieme alle quali avrei lavorato. Mi giudicavano secondo i loro criteri per capire se ero adatto a fare quel che mi sarebbe stato richiesto di fare. Inoltre hanno giudicato anche il mio carattere e la mia personalità, oltre alle competenze, e probabilmente anche la mia affinità al LORO carattere ed al gruppo con cui avrei lavorato.
Così si fanno le selezioni. Non con i concorsi con le domande di cultura generale (vedi medicina).
Scusa l'acidità.

Unknown ha detto...

@Authan
Se un giorno io dovessi diventare un politico, spero di non trovarti mai ad un mio comizio ad esercitare le tue libertà.


Non capisco questo post. Io non ci vado a zittire un tizio ad un comizio perchè mi reputo una persona educata e non mi pare buona educazione lanciare insulti e intimidazioni. Mi pareva chiaro.
Quel che non condivido è che si vuole far passare l'idea che non è democratico farlo.
Saluti

Anonimo ha detto...

E quel centinaio di precariacci, Authan, che l'altro giorno hanno bloccato lo stretto di Messina, da ambo le parti, bloccando centinaia di vacanzieri che dovevano tronare a casa, dove li metteresti?

E' stato in pratica un collettivo sequestro di persona. Ci vorrebbe Bava-Beccaris?
(v. Wikipedia)

Unknown ha detto...

@Authan
E tanto per contraddirti ancora: la frase di MLK che mi suggerisci di leggere è molto più antica di MLK ed è passibile di interpretazione.
Secondo te l'oratore vede la sua libertà limitata se qualcuno lo contesta anche in modo intenso e insultante? E che dire del tizio che vuole protestare e, secondo te, non potrebbe? La sua libertà dove la mettiamo?

Authan ha detto...

Pinguino,
dovessi giudicare solo dal blocco dello stretto, darei ragione al 500% alla Gelmini.

francesco,
zittire una persona non è un diritto. Non hai questa libertà, mi spiace. E se te la prendi violi quella altrui. L'aforisma d MLK calza a pennello.

Per oggi basta così. Non per scortesia, è che ora ho altro da fare. Grazie.

Anonimo ha detto...

Caro Francesco, c'è gente che non è in grado di cogliere sfumature: le cose sono o bianche o nere. Non c'è verso, niente le mette in crisi beate loro. Le questioni si riducono all'osso, la discussione procede a senso unico, anzi non procede affatto. Authan è figlio dei nostri tempi, i classici della letteratura sono antichi ed oscuri libercoli - ma che avrebbe detto negli anni settanta, quando le Brigate Rosse uccidevano ogni giorno? Tutto ciò non lo ha vissuto, quindi parliamo delle guerre puniche, o meglio non è mai esistito.
Eppure nel suo modo di fare trapela qua e là una certa intollerazza minacciosa, non te ne sei accorto: "Fammi sapere. Ci vediamo lì.", "Chiamo il 112 e dico ai carabinieri di fare il loro mestiere e occuparsene."
Un po' frustrato, direi, ma forse soltanto troppo giovane.

PaoloVE ha detto...

@ francesco:

"Gli abusi procedurali sono insiti nell'istituzione del concorso." credo in misura minore che nell'incarico diretto a parenti ed amici.

"Pensa se dopo 10 anni di assegni e post-doc nel solito laboratorio, questo tipo fosse stato superato da un suo collega, mai visto prima, al concorso." un collega più capace? non ci vedrei nulla di strano, nè tanto meno di male o di scandaloso, e non sarebbe certo la prima volta che succede. Al limite la cosa strana son dieci anni di assegni e post doc...

"Per cortesia, non ho bisogno di rivelazioni: mi bastano quelle di mia nonna a proposito di Gesù.
Ho lavorato per una grande azienda e non ho fatto un concorso per essere assunto." Anch'io ho la stessa esperienza. Ma avevo una professionalità un po' particolare e l'azienda per cui lavoravo aveva la policy aziendale che ti dicevo, come altre ditte concorrenti. quindi deduco che questa pratica sia presente anche nel privato.

Continuo a trovare inverosimile l'idea di poter trovare in una rosa ristretta da criteri non attinenti alla professionalità (come sono i rapporti personali) i candidati migliori.

Ciao

Paolo