venerdì 30 luglio 2010

Scacco al re

Ce l'ha fatta. Lo separazione era inevitabile, ma per Gianfranco Fini era essenziale che il suo distacco dal nucleo berlusconiano del PDL avvenisse non per autonoma e spontanea fuoriuscita, magari sbattendo la porta dopo aver sputato per terra all'urlo di "neanche più un solo minuto qui", ma in conseguenza, invece, di una formale iniziativa di radiazione da parte del suo antagonista, Silvio Berlusconi. Ora il presidente della Camera ha le mani libere, e chi gliele ha slegate è stato proprio il cavaliere. Il governo del paese passa virtualmente nelle mani di Fini, essendo questi nella posizione di decidere, alla Camera, le sorti di ogni votazione in modo autonomo. E l'ex leader di AN in quella posizione ce lo ha messo proprio Berlusconi. Mossa sbagliata, contromossa. Scacco al re.

Il momento più divertente di questa fase di crisi del centrodestra è stato la "conversazione" dell'altro giorno tra Fini e quello squagliacquazzina del giornalismo che risponde al nome di Giuliano Ferrara. Solo quando la decisione di Berlusconi di chiudere è sembrata inappellabile, Fini, servendosi dell'elefantino, ha finto di tendere la mano (sapendo benissimo che giunti a quel punto il suo gesto sarebbe stato ignorato), per confutare l'immagine del traditore che i giannizzeri del cavaliere gli ritagliavano addosso. Bisogna essere mentecatti o rimbambiti per ritenere sul serio che quella di Fini fosse una dichiarazione di resa, un presentarsi a Canossa ad invocare il perdono. Eppure, incredibilmente, si son lette e sentite, anche ieri alla Zanzara, interpretazioni del genere.

Strategia, tattica, conoscenza del funzionamento dei palazzi del potere in ogni loro meandro. Questo è il Fini degli ultimi tempi, piaccia o non piaccia. Capisco che tale modo di agire molto "dalemiano" possa far storcere il naso, ma, per citare qualcuno, "la politica è anche questo". Probabilmente in altre circostanze deprecherei tutto ciò, ne malgiudicherei l'assenza di nobiltà. Ma viviamo in tempi machiavellici, dove, entro certi confini, il fine giustifica i mezzi. E qui il fine, il superamento della destra berlusconiana e il suo avvicendamento (non affiancamento, avvicendamento) con una liberale, legalitaria e riformista-nel-solco-della-tradizione è di importanza fondamentale. Non v'è certezza che la svolta sia davvero in divenire, ma perlomeno si intravede finalmente l'inizio di un percorso, un barlume di luce in fondo al tunnel. Come andrà finire, lo sa solo il cielo.

[Tasso di demagogia, moralismo e luogocomunismo di questo post: 60%]

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Paul Simon, "50 Ways to Leave Your Lover" (1975)




She said why don't we both just sleep on it tonight
And I believe in the morning you'll begin to see the light
And then she kissed me and I realized she probably was right
There must be fifty ways to leave your lover
Fifty ways to leave your lover...


20 commenti:

x ha detto...

attendo con vivo interesse la conferenza stampa indetta per le 15 all'Hotel Minerva, dove Fini finalmente parlerà, attorniato dalla valorosa truppa che lo sostiene e che mi auguro numerosa, immaginando i nomi scontati e chiedendomi ad esempio se sarà della partita anche Benedetto della Vedova!?!?

x ha detto...

Scusate se vi posto ancora dal webmagazine di Farefuturo, ma è davvero una miniera d'oro!
Ho letto di tutto stamane, da Ezio Mauro a Verderami, da Feltri a Belpietro ma questo è davvero notevole:

Ecco cosa ha chiesto Gianfranco Fini al suo partito
Una destra normale
per un paese normale
di Antonio Rapisarda

C’è il piano dei calcoli, dei numeri, dell’aritmetica dei seggi, dei muscoli e delle carte. E c’è quello delle idee. Il primo ha stabilito – proprio in ragione della sua autoreferenzialità – che nel Popolo della libertà non c’è tanto un problema politico ma un problema con “un” politico: Gianfranco Fini. Il secondo, quello che riguarda l’elaborazione dei contenuti, ha stabilito invece che con qualche sforzo e proprio in ragione di una visione liberale della dialettica potevano convivere (e possono convivere) nello stesso partito idee diverse: questo per lo meno è ciò che accade nei partiti del Ppe, tra i Repubblicani americani, così come tra i tories di David Cameron.

Nel Pdl, nel più grande partito italiano che ambisce a rappresentare il quaranta per cento dell’elettorato, questo però è diventato un problema. Nel momento in cui – su alcuni temi ma anche su alcune “consuetudini” – il presidente della Camera e il gruppo politico e intellettuale che si muove attorno a lui hanno manifestato e praticato quello che hanno definito “dissenso”. Ma che in realtà, il più delle volte, è stata solo una richiesta di rispetto delle regole.

Che cosa ha chiesto, in fondo, questa destra “strana” di Gianfranco Fini?

Popolo sì (ci mancherebbe) ma rispetto degli equilibri delle istituzioni, sicurezza sì ma attenzione a non legare le pulsioni alla ragione, garantismo sì ma responsabilità politica di fronte ai casi più imbarazzanti, privacy sì ma nessun ostacolo alla libertà di informazione e alla possibilità di indagare, rispetto della vita sì ma anche quello per la libertà di coscienza.

Più volte a tutto questo – definito impropriamente controcanto - è stato contrapposto il “programma di governo”. Ebbene, che cosa c’entra questo con il rispetto del ruolo del Parlamento? O con la libertà di magistrati e forze dell’ordine di contrastare con ogni mezzo (ripetiamo, con ogni mezzo) il crimine organizzato? E che dire poi della tutela dell’elettore e del cittadino dai (purtroppo) tanti casi di nuova corruzione che iniziano a riemergere? Ecco, rispetto a questo, Fini e i suoi hanno cercato di porre per lo più una questione di metodo e di prassi. Anche perché certe forzature, vedi quelle sulle ronde e oggi sulle intercettazioni, non hanno lacerato il Pdl ma hanno scatenato la disapprovazione di larghissima parte degli italiani.

Insomma, in discussione come si vede non vi sono mai stati i presupposti culturali del Pdl. Né il riconoscimento del primato della vita. O l’adesione ai valori del popolarismo europeo alternativi (udite udite) alle sinistre. E nemmeno, questo in tono minimale, il disconoscimento della leadership di Silvio Berlusconi. Ma tutto ciò, Gianfranco Fini ha solamente cercato di connetterlo e coniugarlo all’interno di quella cornice costituzionale che è – piaccia o no – il patto costitutivo della Repubblica.

Una destra “normale”, quindi, per un paese che si vuole normale. E che tutti i giorni affronta – piaccia o no – le sfide che la contemporaneità propone.

Una destra che fa, appunto, politica. Non la guerra.

30 luglio 2010

francesco.caroselli ha detto...

squagliacquazzina

è insulto, maper dirla alla Totti, che vor di?

Ripeto da adesso in poi altro che Scacco.

Guerra totale, mi auguri che tutti siano pronti.

Non certo quelli del PD che ancora pensano di essere ad una serata di Gala.

PS - Fini - D'Alema? Mah solo il tempo dirà che è più furbo.
Considerando il fatto che D'alema è stato presidente del cons solo 1 volta e per un tempo brevissimo..

Se non ti offendo ecco il mio rating:
Tasso di demagogia, moralismo e luogocomunismo del tuo post: 60%

The Old Arcade ha detto...

D'accordissimo.

Fini è il politico più abile nel cogliere lo "zeitgeist" e cavalcarne l'onda.

All'indomani dell'11 Settembre confezionò quella dura legge sull'immigrazione che porta anche il suo nome. Vi ricordate quanto era odioso fino a qualche tempo fa nei salottini di Porta a Porta?

Ora in un'Italia dove gli stranieri aumentano del 10% all'anno si fa baluardo della nazione el futuro.

Ma, come dice il post, per superare il Berlusca va bene tutto, politicamente parlando, anche la paraculaggine :D

PaoloVE ha detto...

@ authan:

prendo il tuo post come un auspicio che condivido. Ma non ci spero troppo. Francesca posta da Farefuturo "Una destra normale per un paese normale": mi ricordo Dalema che usava le stesse parola parlando della sinistra, e sappaimo dove siamo finiti: al nostro paese la normalità ed il rispetto delle regole piacciono poco. Sperem!

Ciao

Paolo

x ha detto...

«Futuro e Libertà per l’Italia»
il neo-nato gruppo parlamentare dissidente..... candidato a Radio Londra!


I DEPUTATI IN FUGA DAL PDL - Intanto sembra esseri assestato a 33 , almeno per ora, il numero dei deputati aderenti al nuovo gruppo di Gianfranco Fini. Ecco l’elenco: Ruben, Ronchi, Lamorte, Buongiorno, Scalia, Lo Presti, Perina, Granata, Briguglio, Giorgio Conte, Bellotti, Polidori, Moffa, Tremaglia, Urso, Menia, Consolo, Angeli, Sbai, Paglia, Raisi, Bocchino, Barbareschi, Siliquini, Della Vedova, Napoli, Proietti, Di Biagio, Patarino, Cosenza, Divella, Barbaro, Bonfiglio. Quanto al capogruppo, sarà stabilito dalla prima riunione del gruppo. Intanto il rappresentante del neonato gruppo dovrebbe essere Giorgio Conte.

Quindi l'affondo nei confronti di Berlusconi: proprio «l'invito a dimettermi dalla presidenza di Montecitorio perché è venuta meno la fiducia del Pdl», attacca Fini, «dimostra una logica aziendale, modello amministratore delegato-consiglio d'amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni», e rappresenta, attacca ancora l'ex leader di An, una «concezione non proprio liberale della democrazia».

francesco.caroselli ha detto...

Francè grazie della lista dei Finiani.
Sono molto felice della presenza di Angela Napoli.
Non so se vi ricordate,ma in tempi non sospetti, l'avevo segnalata fra le persone di destra degne di rispetto.

L'avevte vista l'ultima puntata di Complotti?

The Old Arcade ha detto...

Ha fatto bene Fini, e forse è una mossa ke finirà per pagare (in senso buono) nel lungo periodo.

Quel matusa del Crux ha già tirato fuori la storiella del "dopo 15 anni..." ed ora parla con la moglie di Almirante del suo vestito marrone-blu.

Ma il pubblico under 60...

francesco.caroselli ha detto...

oggi bella storiacce sulla Strage di Bologna.
E anche li spunta il nome di Mokbel...quello dei rapporti con la 'ndrangheta, Fastweb...
Com'è possibile poi che i terroristi neri siano già fuori? Sarà perchè i mandanti ancora non si conoscano e non si devono conoscere?


Ora vi segnalo due cosine:
la ministra del turismo che va a fare le vacanze in francia!
E brava.


Il grande Montanelli sul futuro dell'Italia..
mi è venuto in mente perchè il gruppo di Fini si chiama Futuro e libertà
(concedete 4 minuti del vostro tempo a un grande maestro,la sua saggezza è evidente)

francesco.caroselli ha detto...

Ieri Cruciani, con la vena che si ingrossava alla base del collo ,sbraitava agli ascoltatori che ripetevano le parole di Fini sulla legalità lui rispondeva cosi: "ma che vuol dire Legalità? E' solo una parola, in concreto non vuol dire niente!!"

Ebbene caro Cruciani in concreto significa scaricare Dell'Utri.
Per esempio.
(piccolo inciso
-Perchè le mafie si rivolgono a lui? I Piromalli, il caln piu potente di Calabria, lo telefonavano e lui amabilmente contrattava- )


Significa opporsi al DDl intercettazioni fino a farlo naufragare forse perchè si è capito chi ne sarebbero i maggiori "beneficiari"...


Cruciani non è difficile.
Sforzati almeno!

(I link che vi ho messo sono solo una parte dell'infinito rintracciabile per contatti fra Dell'Utri e uomini d'onore.
Ci sarebbero anche i rapporti con Palazzolo (link sul blog di Galullo...
e anche qui)
Penso che tutti questi argomenti Cruciani non li conosca, e si ostini a non volerli conoscere, altrimenti non converserebbe amabilmente con lui al telefono dei diari di Mussolini


PS-PaoloVe sarai felice.. per una volta non ho linkato i video, che tu disprezzi tanto!

Patrizio ha detto...

era inevitabile la rottura, ed alla fine sotto sotto sono tutti contenti, dagli ex di Forza Italia agli ex di Alleanza Nazionale.

La scelta di Fini di non dimettersi da Presidente della Camera, pur di mantenere la sua poltrona (ed il relativo potere) lo penalizzerà.

Michele R. ha detto...

<a href="http://repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/07/31/news/il_migliore_il_professore_berlusconi_vuol_essere_il_-5991680/?ref=HREC1-2>Benigni</a> a Bolgheri: Intervento su B.

x ha detto...

buongiorno cari,

ultima settimana di duro lavoro (si fa per dire) dunque il cazzeggio è a livello max!

vi siete ricordati di votare per il miglior cantante ??

http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?articolo=sondaggio-ugole-palazzo-politici-cantanti

ciao!

ps: siamo in testa!!

x ha detto...

Perchè a Fini, bolognese di nascita, oggi non è venuto in mente che avrebbe potuto fare una capatina al trentennale della strage, magari con Raisi, lui pure bolognese, uno dei futuristi che abbiamo visto dal Sig.Teresio la scorsa settimana....??

Michele R. ha detto...

Ieri, leggendo le dichiarazioni sul perché Ignazio La Russa non va a bologna, ovvero le contestazioni non piacciono a nessuno soprattutto se si sa di essere stati un pó più "neri" di altri, mi é venuta in mente la stessa considerazione di Francesca. Fini ne aveva tutto l'interesse ad andare a Bologna, perché in un momento di assenza delle istituzioni da un anniversario così triste ma anche importante, è una freccia nella propria faretra!

x ha detto...

Arriveranno in massa la prossima primavera per le elezioni comunali, dopo l'ingloriosa fine del mandato di Del Bono!!

Michele R. ha detto...

vi propongo unarticolo della Annunziata sul sogno infranto del Cavaliere.

x ha detto...

Mi piacerebbe che Cruciani prendesse spunto dalla polemica innescatasi dopo un articolo della Perina sul Secolo d'Italia, in cui saluta come "futuristi" i finiani dissidenti di FEL, riprendendo la definizione data dal capogruppo Conte ("c'erano gli aennini.... ora ci sono i futuristi").

L'intellettuale giornalista scrittore Pietrangelo Buttafuoco fa notare alla Perina che non c'è nulla di Marinetti e del suo movimento in Fini perchè:

"Fini non c'entra nulla con quel movimento: lui vive di emozioni controllate, è un freddo burocrate che starebbe bene in un libro di Kafka o di Pirandello. Tutto quello che sta facendo adesso va bene ai conformisti di sinistra: altro che Marinetti".

La riprova di ciò, secondo Buttafuoco, è sulla stampa:

"L'inchiesta del Giornale e di Libero sull'appartamento finito al fratello della Tulliani è
sacrosanta, eppure nessun altro giornale la riprende. Questo conferma che Fini è funzionale a un certo modo di pensare".


A' Buttafuo' .... a parte che Marinetti era fascista e pure aderi alla Repubblica di Salo'.
Ma te pare che la Perina si riferisse al Futurismo che intendi tu?

Io dico che invece il Futuro della Perina e di Fini è un altro.

Gabriele, Monza ha detto...

Squagliacqua...che???
Dimmi che dizionario usi, please, ne voglio una copia!!!

Se veramente Fini ha messo all'angolo il Nano servendosi del Guru Crucianiano...beh, trattasi allora di colpo da MAESTRO!

Michele R. ha detto...

Grande Wil!