martedì 23 marzo 2010

The doctor is in

Oggi doppio post. Qui sotto quello di Paolo, poi, a parte, il mio.

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[L'articolo è di Paolo]

Buongiorno,
in questi giorni si sta parlando molto della riforma della sanità statunitense come di un successo epocale di Obama: qualcuno ne ha accennato anche sul blog, quindi ci spendo su due parole.

Quella che veniva inizialmente presentata come una riforma storica mi pare abbia perso in realtà gran parte della sua portata riformatrice, da quanto mi sembra di capire, nonché molte delle sue potenzialità di divenire motore di sviluppo per gli USA.

L'aspetto positivo è che la copertura sanitaria viene estesa ad altri 32 milioni di cittadini statunitensi, e che molte pratiche scorrette (disdette unilaterali di clienti divenuti a rischio, rincari ingiustificati delle polizze, …) sono state esplicitamente bandite. Dovrebbero scomparire le situazioni in cui si cercherà di capire se l'infartuato di turno è assicurato o dotato di ricca carta di credito per mettere mano al defibrillatore (non è civile, ma adesso avviene). Mi pare però che gli aspetti positivi, pur importanti in termini culturali (viene sancito che la salute è anche un diritto dei cittadini) finiscano qui.

La gestione della sanità non diviene pubblica (questo non era mai stato nei programmi, anche se sia in Europa che negli USA in tanti l'avevano strumentalmente sostenuto), ma resta saldamente in mano alle assicurazioni, senza un significativo attore pubblico (se non ho capito male vengono addirittura ridimensionati leggermente i due programmi Medicare e Medicaid).

La stipula di una forma assicurativa diviene obbligatoria, il ruolo pubblico diviene quello di finanziatore per le sole fasce meno abbienti, non quello di concorrente delle assicurazioni, né tanto meno di loro sostituto.


The Doctor is in


Sostanzialmente quindi alle assicurazioni viene garantita una contropartita per le limitazioni che vengono loro imposte (32 milioni di assicurati in più a fronte della rinuncia a praticare comportamenti non etici) e mantengono la possibilità di sottrarre al sistema sanitario una ampia fetta dei soldi che i cittadini USA pagano per la propria salute.

Non si vede una seria prospettiva che per i cittadini USA i costi della sanità siano destinati a diminuire significativamente, men che meno a raggiungere livelli proporzionati a quelli della spesa sanitaria europea (che risulta molto meno costosa, oltre che mediamente qualitativamente molto superiore di quella USA).

Viene quindi fortemente limitata se non annullata la possibilità di sottrarre una parte della rendita che per le assicurazioni deriva dalle polizze sanitarie per destinarla ad un consistente miglioramento ed ampliamento delle strutture, delle terapie e delle tecnologie in uso negli ospedali USA, normalmente poche ed arretrate (tranne che nei pochi centri d'eccellenza) e, conseguentemente viene limitata anche la possibilità di stimolare le imprese edili (costruzione di ospedali), farmaceutiche e dei produttori di tecnologie IT ed elettromedicali ampliando significativamente il mercato di sbocco, cosa che avrebbe potuto incidere sulla ripresa dalla crisi. Per intenderci, parafrasando il concetto di "cuneo fiscale" che andava di moda tempo fa in Italia, negli USA si è fatto pochissimo per ridurre il "cuneo assicurativo".

In sintesi, mi pare che il successo di Obama, visto con gli occhi di un europeo, sia molto limitato, se non prevalentemente mediatico, anche se negli States la cosa viene presentata come il cavallo di Troia del socialismo reale…

Saluti

Paolo ER

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(Authan) "ER" è forse il miglior serial TV di tutti i tempi, insieme a "Lost". Eccovi la sigla con cui si aprivano gli episodi della mitica prima stagione (1994).




19 commenti:

Clem ha detto...

Ho chiesto al capo del dipartimento dove mi trovo, un megaprofessore, di spiegarmi in breve quali sarebbero stati i cambiamenti apportati al sistema dalla riforma con un linguaggio molto semplice poiché ne so meno di zero. Gli ho chiesto esplicitamente cosa sarebbe cambiato dal suo punto di vista lavorativo, e lui mi ha risposto "Beh, sai, i miei figli sono ormai adulti abbastanza da non rientrare più nella mia copertura assicurativa, quindi è sicuramente comodo" e alla mia timida obiezione sul fatto che questo è un cambiamento personale mi ha replicato "Lo so, ma non mi veniva in mente nessun cambiamento significativo a livello professionale".
Non si tratta di un medico quindi probabilmente non è la persona più adatta a giudicare, però anche gli altri in dipartimento non hanno reagito con clamore alla notizia. Grazie a Paolo per il post esplicativo. Trovo che sia comunque un passo avanti, anche se non rivoluzionario.
Quando è stato eletto Obama il mondo intero si aspettava grandi cambiamenti (da non perdere la puntata di South Park in proposito, www.southparkstudios.com ), ma finora si sono visti solo cambiamenti molto limitati. E non credo ci si potesse aspettare diversamente, alla fine si tratta di un'amministrazione come un'altra, animata da buone intenzioni in campo sanitario. Credo quindi che questo tipo di riforma non sia niente di più o meno di quanto ci si potesse aspettare razionalmente.

x ha detto...

Ringrazio PaoloVE dell'impegno e anch'io, dopo il suo stimolo, ho pensato di approfondire il tema che ho peraltro sentito dibattere proprio ieri a Focus Economia.

Si tratta innegabilmente di un risultato atteso ed inseguito per oltre mezzo secolo. Vide protagonista, tra gli altri, il vecchio Leone appena scomparso, Ted Kennedy. Ma certo è costato rinunce e compromessi all'amministrazione Obama, per cominciare dal sacrificio del "pubblico": la gestione delle polizze con compagnie di assicurazione private.
E poi se i parlamentari democratici antiabortisti hanno dato il loro accordo, hanno votato come era necessario, è perchè hanno ottenuto maggiori divieti nei finanziamenti federali per quegli interventi di assistenza medica finalizzati agli aborti. Solo per questo hanno ceduto.

In sintesi, 32 milioni di cittadini americani che oggi non hanno alcun accesso a cure mediche, secondo l'obiettivo della riforma, quello di pervenire ad una copertura sanitaria quasi universale (il 94% di chi risiede stabilmente negli USA) entro il 2019, disporranno di un'assicurazione che permetterà loro di usufruire, senza esborsi, di prestazioni sanitarie, ricoveri e medicinali.

Un passo avanti rispetto alla situazione attuale che non si realizza tuttavia attraverso la creazione di un piano assicurativo pubblico in grado di competere con quelli privati (come previsto dal testo approvato dalla Camera dei rappresentanti nel novembre scorso e sempre sostenuto dalla sinistra del partito) ma con l'introduzione di un sistema complesso di norme, incentivi e sussidi.

Un costo totale di 900 miliardi di dollari in 10 anni, a regime 32 milioni di cittadini assicurati in piu, ma anche altrettanti 23 milioni comunque scoperti, un terzo dei quali immigrati clandestini.

http://www.rassegna.it/articoli/2010/03/22/60092/si-alla-riforma-obama-cambia-la-sanita-usa


Qui un utile link sul precedente testo richiamato da quello sopra e relativo a quanto approvato nel novembre 2009:

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=28851

francesco.caroselli ha detto...

non volgio scendere in particolari..
perchè non ne sono capace!

ma la questione dell'assistenza sanitaria negli usa mi ha stimolato a pensare.

La contrapposizione fra interessi privati e interessi collettivi.

Tutti i paesi occidentali, quelli che vengono definiti civili, hanno un sistema che garantisce le cure mediche, ma negli states non è cosi.

Perchè?
Pio mi rispondo che è colpa delle Lobby che hanno un peso troppo grande nella politica americana.

Quello che è veramente sbalorditivo è l'astio e il rifiuto per un sistema "statale" da parte della maggior parte degli americani.
Cosa li rendi cosi ostili al sistema europeo?
Non mi pare che qui ci sia il socialismo reale, eppure abbiamo un Sistema sanitario nazionale veramente efficiente.

Io me lo spiego con l'influenza che le Lobby hanno sui mezzi di comunicazione.


Un ultima cosa:
recentemente la corte suprema ha emanato una sentenza che toglie qualsiasi limite al finanziamento ai candidati da parte di privati.
Ovvero quando poi saranno in parlamento i candidati si troveranno (e gia si trovano) in forte imbarazzo.
Una legge che potrebbe portare molti benefici ai cittadini (che dovrebbe essere il solo fine dei parlamentari) potrebbe contemporaneamente ledere gli interessi di chi ha pagato la campagna elettorale di chi è destinato a decidere...

mi sembra un bel vulnus per la democrazia...
che ne dite?


Clem
meravigliosa la puntata in cui vince Obama...
ahahaha
ho riso come un pazzo.
Gli autori sono dei fottutissimi geni!

nessuno ha detto...

a Clem
Non per sapere i tuoi fatti personali ma per capire la condizione di uno straniero che lavora negli Stati Uniti, in via temporanea o in maniera diversa e più stabile, mantenedo la cittadinanza d'origine come credo sia per te.
La domanda è:
Quale è la tua posizione rispetto alla sanità statunitense?
La copertura sanitaria italiana vale per un ospedale o anche semplicemente per un medico di là?
O hai dovuto stipulare un'assicurazione a copertura per il periodo che ti serve?
La legge di Obama ha in qualche misura favorito chi si trova nelle tue condizioni, che sia egiziano, indiano, greco, francese o inglese?

Se reputi le mie domande indiscrete
- ma credo in piena coscienza che non lo siano - non rispondere.

Ciao

nessuno ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
PaoloVE ha detto...

... per chi fosse interessato a confrontare in termini economici i diversi modelli sanitari potrebbe essere interessante guardare i grafici presenti in:

http://saluteinternazionale.info/2009/03/la-spesa-sanitaria-nei-paesi-ocse/

E tenete presente che 32 milioni di persone senza copertura rappresentano oltre il 10% della popolazione degli USA...

@ francesco.caroselli:

l'avversione all'intervento statale negli USA è parte del DNA della nazione, è un dogma e come tale non viene messo in discussione: Obama, oltre che per la riforma sanitaria è stato considerato comunista anche per aver criticato il sistema universitario USA, anch'esso privatistico ed esageratamente costoso: se non ricordo male lo stesso presidente degli Stati Uniti, pur essendo stato avvocato di successo, quando è stato eletto aveva finito da poco di pagare i debiti contratti per laurearsi, e prevalentemente per alcuni successi editoriali collegati alla sua candidatura.
Ma su quel fronte poco si muove.

Saluti

Paolo

nessuno ha detto...

a Francesco Caroselli dell 16,12

"Tutti i paesi occidentali, quelli che vengono definiti civili, hanno un sistema che garantisce le cure mediche, ma negli states non è cosi.

Perchè?"

Secondo il mio modestissimo parere, perché i paesi occidentali che vengono definiti civili hanno rinunciato ad egemonizzare il rimanente mondo mentre gli Stati Uniti ancora non vi hanno rinunciato, anzi.
Ed ogni spesa pubblica per sanità o istruzione, specie quella superiore ed universitaria, è una spesa sottratta alle spese militari che sono il presupposto indispensabile per esercitare il dominio nel mondo.

bart27 ha detto...

è vero, la riforma è stata diminuita rispetto alla versione iniziale, tuttavia per me il bicchiere è mezzo pieno, e penso che si possa lo stesso usare l'aggettivo "storico" per definirla.

ricordiamoci il contesto dove è avvenuto tutto questo, e tutta la storia che c'è alle spalle

per fare un esempio di quanto è distante la nostra mentalità, pensiamo a quanto è incomprensibile per noi europei il considerare un diritto il possedere un'arma...

da quelle parti, anche un vago sentore di Stato viene subito tacciato come comunismo...

Spero proprio che la portata simbolica di questa riforma abbia anche delle ripercussioni da noi in italia

grazie a Paolo per il post, io per primo ho bisogno di informarmi e saperne di più

per ora ho ancora impresso il film di Michael Moore "SICKO" dove faceva vedere una realtà molto nuda e molto cruda.

su Youtube c'è, il primo spezzone è qui:

http://www.youtube.com/watch?v=dpx3uG3TJ3Q

francesco.caroselli ha detto...

nessuno
forse nemmeno te ne sei accorto ma hai fatto un commento degno dei no-global
ultra-comunista!
..e forse le tue parole non sono prive di senso.
ma bisogna distinguere fra americano medio e lobby-governo

I cittadini americani se ne sbattono del resto del mondo.
Infatti bush jr fu eletto promettendo un'estraniazione ripestto il mondo.
Sostanzialmente in campagna elettorale diceva: me ne frega poco del resto del mondo. Gli usa dovrebbero occuparsi solo degli americani...
e fu votato anche per questo
poi arrivò l11 settembre e le cose cambiarono.

Chi vuole la guerra perpetua sono solo le lobby che producono armi.
Quanto è lecita questa ingerenza?



Le assicurazioni esercitano una forte pressione sul parlamento. Le modifiche apportate al "piano" originario di Obama ne sono la prova.

Come si puo andare contro grandi interessi privati quando questi "grandi interessati" reggono i fili della politica? (assicurazioni o produttori di armi)

Se penso che l'america è in guerra da 10 per motivi assurdi mi rendo conto che quel che ha fatto Obama è straordinario.
(sperando non stronchino tutto)

PaoloVE ha detto...

@ francesco.caroselli:

"Cosa li rendi cosi ostili al sistema europeo?"

Probabilmente gli statunitensi non hanno esperienze di un sistema alternativo e si sentono dipingere la loro realtà come il non plus ultra: come aneddoto ti voglio raccontare che tempo fa sentii come, alla fine della seconda guerra mondiale, i triestini erano stati terrorizzati dalla prospettiva dell'arrivo delle truppe neozelandesi, descritte dalla propaganda come composte di aborigeni sporchi, selvaggi ed incivili. Praticamente dei feroci cannibali.

Quando reparti composti di soldati alti, biondi, lentigginosi, abbronzati e floridi si presentarono in città, la sorpresa fu grande.
E piacevole per la madre della narratrice che si gettò con entusiasmo su tanto ben di Dio...

Saluti

Paolo

francesco.caroselli ha detto...

il problema è che non credo che questa riforma andrà mai a regime.

Il prossimo presidente sarà repubblicano e smantellerà il sistema.. e anche se fosse democratico la vedo griggia.

Prima che vada a regime la riforma ci vorrà il 2019!
...ne passa di acqua sotto i ponti in 10 anni!
basta un'altra crisi economica o un'emergenza e quei fondi verranno dirottati sull'ennesima+1 emergenza.

Visto che in questo piccola nicchia del blog (o mio dio, l'ho detto!) possiamo discutere tranquillamente... cosa ne pensi della vittoria della sinistra in Francia?
Caspita i verdi al terzo posto!
Ultimamente o ri.parlato con una francese che non fa altro che dire come funziona bene tutto in francia etc.. etc.. (che palle!) ma unitamente all'incensamento continuo del grandeur de la france ha aggiunto che un giorno si e l'altro pure ci sono scioperi... sembra che li il diritto allo sciopero sia molto tutelato.

nessuno ha detto...

A francesco Caroselli delle 18,24

Infatti il mio modestissimo parere non si riferiva ai cittadini americani e soprattutto a quei 32 milioni non in grado di pagarsi un'assicurazione sanitaria ed il mutuo della casa, ma agli Stati Uniti intendendo per Stati Uniti la componente economico-politica che conta e che viene poi rappresentata dal Governo.
E' il Governo che mantiene quel po' po' di eserciti sparsi un po' dovunque ed attualmente soprattutto in Irak ed Afganistan.
Ma anche in altre parti dell'Africa ed in Europa, in Turchia, Germania ed anche in Italia (vedi Verona e non se anche ancora a Napoli). Senza contare le flotte aeree e navali sempre all'erta.
E tutto questo costa, altrochè se costa.
E se si spende per altro come la sanità, si diminuiscono le spese per la Nasa...
I cittadini americani di cui parli tu, senza soldi per pagare i mutui delle case, figurati se hanno tanti soldi da pagare tutte le tasse che necessitano per mantenere tutte queste spese...

E non si tratta di essere dei no-global.
Basta fare un po' di conti alla fimminina...

Pale ha detto...

@ Francesco

"Il prossimo presidente sarà repubblicano e smantellerà il sistema.. e anche se fosse democratico la vedo griggia."

Non credo. Il fatto di smantellare tutto quello che è stato fatto è una prerogativa prettamente italiana. Negli States si andrà avanti su questa linea, magari correggendola in una direzione diversa, ma non si rimuoverà. Si chiama progresso americano, non regresso!

@ nessuno
Non voglio rispondere per Clem, ma ti dirò in breve riguardo la mia esperienza negli States (due anni). Io ho avuto per la maggior parte del tempo (sono andato lì con un visto J1 come Researcher Fellow) un'assicurazione privata che ho pagato di tasca mia. Ho avuto quella base base (tutte da internet) pagata 65 dollari al mese, e una più costosa, circa 110-120 dollari. Ho anche vissuto, against the rules, senza asssicurazione qualche mese.
Fortunatamente non mi è mai successo niente di grave e non ho mai dovuto chiamare il numero dell'assicurazione. Ma ho molti amici che hanno dovuto farlo... e non è stata una passeggiata!

Ora sono in Francia e tutto è diverso. Ho la copertura statale, ottima, e un'integrazione del mio datore di lavoro. Il risultato è ottimo. Ma finora, tranne due volte dal medico, non ho messo alla prova il sistema francese (decantato da Moore)... e spero non doverlo fare se non per una visita oculistica e una pulizia dentale, tanto per sfruttare tutte le tasse che pago!

Pale

Clem ha detto...

Io vivo in Belgio. Ho un'assicurazione statale di base che mi han fatto all'Università appena arrivato e firmato il contratto. Ci sono volendo altre formule più o meno costose ma in quanto studente di dottorato non pago nessuna tassa di alcun tipo (il che si riflette positivamente anche sul mio stipendio) quindi la copertura con l'assicurazione di base statale è "gratis". Anticipo io ogni prestazione con carta di credito o contanti e poi una/due volte all'anno spedisco le apposite ricevute rilasciate in carta non chimica e una percentuale dipendente dalla prestazione mi viene rimborsata, per le cose base è 100%. Finora ho fatto due influenze e una radiografia toracica quindi non ho una gran casistica e spero di non averla. Dal dentista son andato in Italia per questioni di abitudine, ho un buon dentista. Non so quanto costino le altre prestazioni e spero di non saperlo per molto tempo, e ovviamente mi son permesso di mandare un rimborso all'anno finora perché in tutto le spese di aspirine/visite/menate non superavano i 100 euro. E poi sono radioesposto = checkup di base annuale gratis.
Qui negli Stati Uniti ho un'assicurazione integrativa stipulata dalla mia Università per 4 mesi (il che mi ha permesso di fare il visto di tipo B! HAHA! Alla facciazza tua, Pale :P), quindi il sistema locale non si applica alla mia situazione.

PaoloVE ha detto...

OT, ma non troppo:

i casi sanità ed università sono per me due casi che evidenziano in modo macroscopico come l'approccio mercatistico non sia una soluzione adeguata ad ogni problema, come è troppo spesso dato per scontato.
In entrambe i casi vi sono esempi di gestioni pubbliche che garantiscono prestazioni migliori a costi più contenuti (ovviamente per l'università non citerei la realtà italiana)...

Saluti

Paolo

Pale ha detto...

@ Clem

Il visto B come dottorando? O come resident? In ogni caso sono confuso e ancor più invidioso!!! :D

Pale

Clem ha detto...

Mi pare sia il visto B1, quello business. Essendo io in visita con stipendio pagato dall'Università in Belgio e non dall'Uni negli US, è quello il mio visto :D
Costa meno del J ed è un pelo più facile da ottenere, tipo niente documenti-pacco da recuperare al CIRS e quant'altro. Mi son alzato alle 5 per andare in ambasciata a Bruxelles, ma a parte questo niente di che.

francesco.caroselli ha detto...

uao
clem e pale che invidia sentirvi parlare di queste affarucci privati..
non capisco neanche bene di cosa state parlando (si, ho capito che è la copertura sanitaria ma ignoro le sigle che usate)

Da 1 (niente) a 10 (tantissimo) quanto vi manca l'Italia?

A me mancanva solo qualche volte quando avevo voglia di Pizza..o di sopressata!

Authan ha detto...

Pale e Clem,
che divertimento per me sentirvi parlare di visti. Io ho vissuto negli States 18 mesi tra il 1997 e il 1998. Che tempi, e che paese, un altro mondo.
Avevo un J-1. Assicurazione pagata dall'azienda, della quale, visto che incredibilmente non mi sono mai preso manco un raffreddore, non ho mai avuto occasione di usufruire.
Ciao.