Secondo post del giorno. Non perdetevi il primo.
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[Questo articolo è di Paolo]
Buongiorno.
Inizio con una segnalazione per soffiare sul fuoco dell'argomento clou della trasmissione di ieri sera, ovvero i problemi che stanno emergendo nella fase di presentazione delle liste per le elezioni: a Padova, anche tre fantasmi, nel senso di persone decedute, sarebbero stati inclusi tra i sottoscrittori della lista provinciale del Pdl per le elezioni.
Tra le liste di destra (per ora sembrerebbe solo in quelle) si sta verificando un po' di tutto: ritardi nella presentazione (Lazio), convalide effettuate in maniera "originale" (Lombardia), morti che tornano dall'aldilà per testimoniare la loro fede nell'ideale forzitaliota (Veneto). Cruciani, che da un po' di trasmissioni è costretto dalla cronaca a parlare anche delle magagne della destra se non vuole abbandonare completamente l'attualità (la sinistra sta assolutamente zitta ed immobile, forse dorme, chissà se si sveglierà, comunque così è difficile sfotterla), pur sostenendo da un lato che il rispetto delle regole è importante, dall'altro usa il minimizator: la raccolta delle firme sarebbe un sistema medievale e ciò genera dei problemi che sarebbero sostanzialmente formali.
Sorvolo sul fatto che a fare le ultime riforme elettorali, in maniera non condivisa per di più, è stata la destra (che era orgogliosa della porcata). Ma quando anche recentemente i radicali segnalavano che esistevano dei problemi Cruciani li irrideva per i metodi, non entrando nei meriti, plaudendo invece al ministro che ha sburocratizzato tutto nella PA, ma che quindi forse s'era dimenticato gli uffici elettorali. Un mea culpa ci starebbe tutto, forse anche due, ma in trasmissione non si sente. Bah!
Per altri invece si tratta dei risultati del dilettantismo della nostra classe politica. Io mi ascrivo parzialmente a questa fazione. In parte per banali considerazioni di buon senso (candidare massicciamente attori, sportivi, giornalisti televisivi, veline, e professionisti che nulla abbiano a che fare con il mondo dell'amministrazione e della legge in ruoli di responsabilità pubblica comporta un abbassamento del livello degli amministratori e dei legislatori, con buona pace di chi sostiene che si debba dare a tutti una possibilità a prescindere dal curriculum o che un corso di 40 ore possa bastare a formare un politico partendo da zero…), in parte per una analisi "storica": certe situazioni nella prima repubblica non capitavano, quanto meno non in termini così eclatanti (sono terrorizzato dall'essere d'accordo con il ministro Rotondi, intervenuto ieri in trasmissione per espriemere tale concetto: credo di non condividere niente d'altro della sua idea di politica).
C'è un ulteriore aspetto significativo, lo scarso radicamento sul territorio dei nuovi partiti, che è corretto ma che secondo me dà una visione solo parziale del problema. E' vero che un partito radicato sul territorio non dovrebbe avere problemi a presentare ben oltre le 5000 firme valide (massimo numero presentabile) in una regione come la Lombardia. Ma, se non si radica in quindici anni di governo regionale ininterrotto (Lombardia, Veneto) è perché, sostanzialmente se ne sta fregando delle richieste dell'elettorato, confidando nella conclamata insipienza degli avversari, nell'avversione per la parte politica opposta del corpo elettorale, nell'efficacia delle alleanze tra segreterie piuttosto che in quella dei programmi (in questo la sinistra sta facendo scuola) e nella disparità di mezzi da investire nella propaganda sui media (e non solo). E la conferma del disprezzo dell'elettorato lo vedo ben chiaro nel ricorso alle firme false.
Come è corretto (e mi pare che sia condiviso dalla stragrande maggioranza) che se un quesito referendario non trova un numero minimo di sottoscrittori non si debba procedere al referendum (prescindendo dal risultato che il referendum potrebbe generare), così è corretto che una lista possa presentarsi alle elezioni solo se trova un numero adeguato di sottoscrittori: in entrambi i casi il raggiungimento della soglia minima certifica che la cosa interessa all'elettorato, il mancato raggiungimento invece evidenzia che per l'elettorato quelle istanze politiche non hanno rilevanza o trovano sbocchi alternativi migliori. Ma di questa valutazione, evidentemente, in molti ritengono di dover fare a meno, in favore di interessi partitici superiori.
Aggiungo infine che la destra (molto più che la sinistra) ha negli ultimi 15 anni ostentato la propria certezza che l'essere maggioranza nel paese le permetta qualsiasi cosa: compreso aggirare o riscrivere le regole. Probabilmente ha ragione, ma sarebbe ora che ci si rendesse conto che questo comportamento è pericoloso. Perché le regole servono in primo luogo per tutelare e garantire chi non ha la forza ed il potere per farlo da solo. Il che, prima o poi, capita a tutti.
Mettete tutto insieme, agitate, non mescolate, mi raccomando e otterrete quanto sta succedendo. Ma soprattutto riflettete su responsabilità e conseguenze della cosa.
Saluti
Paolo spiritista
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Il contributo multimediale, scelto da Paolo, è il tema musicale del film "Ghostbusters" (1984).
martedì 2 marzo 2010
Fantasmi
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2 commenti:
Il fallimento della macchina organizzativa del primo partito italiano, incapace di presentare in Lombardia e nel Lazio liste rispettose dei regolamenti, racconta molto dei tempi che stiamo vivendo. Ci racconta come anche nelle incombenze più semplici e ordinarie sia venuta meno la capacità di fare le cose per bene, con rigore e attenzione. Il peggiore dei contrappassi per una forza che era nata promettendo la politica del fare e il trasferimento nella sfera pubblica dello spirito imprenditoriale.
Viene da chiedersi dove sia la testa dei nostri politici e che cosa li distragga. Sembrano essere concentrati in lotte fratricide, intenti a controllarsi e a cercare di piazzare una pedina fondamentale in vista di una resa dei conti che però non pare imminente. A livello locale si assiste a uno spettacolo ancora più squallido con le seconde file impegnate a strappare qualche posizione nelle liste o a rinfacciarsi la paternità di un candidato impresentabile.
È difficile immaginare che questa trascuratezza, questi veleni e questo pressappochismo possano poi trasformarsi in illuminata capacità di governo. La politica oggi sembra tornata sideralmente lontana dai problemi reali e chiedere conto dei programmi sulla sanità, le tasse o la sicurezza appare quasi naïf.
La sciatteria è figlia anche dell’arroganza e del disinteresse, due sentimenti che connotano chi si sente troppo forte, intoccabile, senza opposizione e senza alternativa. Non è un caso che gli incidenti delle liste siano accaduti in due regioni che il centrodestra considerava già vinte e non in discussione. Un eccesso di confidenza che non si è registrato, ad esempio, in Piemonte, dove la partita è aperta e la sfida non consente errori e distrazioni, tanto che, a tratti, si sente anche parlare di politica e di programmi.
Anche a livello nazionale si sente la mancanza di un’opposizione che tenga alta la tensione, che spinga chi governa a conquistare consenso ogni giorno invece di perdere tempo a spegnere programmi televisivi e a cercare silenzi complici.
dal pezzo di MARIO CALABRESI di oggi su LA STAMPA
@ francesca:
è indubbio: l'ha scritto molto meglio lui :-)
ciao
Paolo
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