mercoledì 16 giugno 2010

I processi si fanno in tribunale (difesa compresa)

Qui sotto il secondo post del giorno, di Authan. Non perdetevi il primo, a parte, di Paolo.

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Durante l'ultima udienza al processo di Pescara in cui Ottaviano Del Turco è imputato, il PM ha letto (nell'aula del tribunale, non alle agenzie di stampa) il contenuto di alcuni piccanti dialoghi telefonici intrapresi dall'ex governatore dell'Abruzzo dalle linee in uso alla regione. Del Turco, per via da questa intrusione in situazioni private non correlabili a suo dire con i presunti reati che gli vengono ascritti, si è molto risentito. Ne ha ben donde? A occhio sì, ma siamo su un terreno scivoloso e senza avere la versione del PM nell'interpretazione dei fatti è molto difficile per un osservatore esterno dare un giudizio. E comunque non è di intercettazioni o di strategie accusatorie del PM che io oggi mi voglio occupare.

Ieri alla Zanzara Del Turco è stato ospite di Alessandro Milan per commentare la vicenda di cui sopra, e io di per sé non ho nulla da ridire, visto che il tema è di interesse. E' solo che mi fa un po' specie che dopo che ci si è riempiti la bocca col nobile concetto dei "processi che si devono fare nei tribunali e non in televisione" (o in radio) poi si consideri invece opportuno e normale che un imputato parli del suo caso giudiziario e, in un certo senso, dispieghi la propria linea di difesa non davanti al giudice ma ai mezzi di informazione.

Fatemi capire: che il luogo preposto per i processi sia il tribunale vale solo per l'accusa o anche per la difesa? Secondo me ci deve essere una reciprocità. Intendiamoci, io non discuto il diritto di Del Turco o di altri nella sua medesima situazione a rilasciare interviste, per carità. Pongo solo all'attenzione una contraddizione, che diventa solare nel momento in cui queste persone tirano in ballo con toni apocalittici il famigerato "tritacarne mediatico" per poi fare invece allegramente uso dei mass media, quando fa loro comodo, per denigrare la controparte giudiziaria nell'ambito del processo penale in cui sono coinvolte.

Insomma, per farla breve, i nobili principi sono sempre ben accetti, a patto che non siano propugnati in modo ipocrita.

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Radiohead, "Everything In Its Right Place" (2000)




What was that you tried to say?
Tried to say...
Tried to say...


12 commenti:

x ha detto...

Grande Authan!
nn ho sentita la trasmissione ieri, ma dal tuo post evinco che Milan non sia stato irresistibile.

Su Del Turco, quello che mi ha impressionato "allora" fu la dichiarazione del fratello, disperato: "Se fosse vero, mi suiciderei"!

Hai detto che non è un blog di satira, ma a me, viene in mente quando il Berlo ando' da Vespa a incantare gli italiani dopo la festa di Casoria e le sfuriate di Veronica.
Seduto sul divano della terza camera parlamentare e il cartello minaccioso dietro le spalle: "Adesso parlo io!"

E che dire di Alice nel Paese delle Meravi.... oooooppppssss!
Scajola, sempre da Vespa: «Se ho una colpa è quella di essere stato troppo superficiale».
Eddai non ti buttare giu' cosi, passi per superficiale, ma pure troppo!!


(se non va bene.....ZAC!)

Authan ha detto...

Parlavo degli articoli, Francesca, non dei commenti. Mi è capitato di bocciarne un paio perché troppo satira-oriented e ora a parte Paolo nessuno mi manda più un beeeep.

francesco.caroselli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
francesco.caroselli ha detto...

i processi si fanno in tribunale dove la legge è guale per tutti (o dovrebbe).
In tribunale ci sono tutti gli strumenti per garantire diritti e doveri in egual misura fra accusa e difesa.

L'accesso ai canali d'informazione invece è tutta un'altra storia.
Dipende da molti fattori.
Ci sono dei casi la parola in cui la parola dei magistrati è una specie di dogma, solitamente nei processi di mafia. In questi casi difficilmente i giornalisti mettono in dubbio le tesi accusatorie, anzi si leggono le carte dell'accusa come se fosse il Vangelo. Infatti non si si capisce mai se i "mafiosi" arrestati sono "soltanto" sotto inchiesta o già processati e condannati.
C'è molta differenza.
Se gli arrestati sono solo sotto inchiesta si dice "carcere preventivo", significa che un GIP ha accolto la richiesta di arresto del PM. E' il caso della custodia cautelare.
Nel secondo caso se l'arresto è avvenuto dopo tutto l'iter giudiziario, significa che è già stata emesse la sentenza di condanna.
E' il caso dell'arresto di latitanti.

Tutte queste differenze non si colgono MAI...

A MENO CHE...

L'imputato sia un politico (vedi Del Turco o Dell'Utri), un VIP (vedi Corona) o chiunque altro abbia facile accesso ai media.

In quel caso i giornalisti danno un gran peso alla parola della difesa.
...e spesso trattano i PM come dei visionari, malati di protagonismo, in malafede o semplicemente incompetenti...

Insomma la differenza di peso non conta (forse) nei tribunali ma sui media è tutta un'altra storia...


Io non capisco cosa proponi tu (AUTHAN) per "equilibrare", anche sui media, accusa o difesa.
Tu dici: "che il luogo preposto per i processi sia il tribunale vale solo per l'accusa o anche per la difesa? Secondo me ci deve essere una reciprocità..
Come intendi attuarla questa "reciprocità
"?
E' ovvio che se fosse vietato scrivere o informare sui processi sarebbe facile.
Zero per l'accusa e zero per la difesa.
Sarebbe equilibrato, ma sarebbe "sensato".
Senza l'informazione la magistratura diventerebbe un organismo "opaco", senza trasparenza.
Potrebbe succedere di tutto all'interno dei processi e non si saprebbe nulla.
In una situazione del genere nessuno avrebbe conosciuto Falcone e Borsellino e il frutto del loro lavoro.
Un oscuramento totale sui processi porterebbe un doppio pericolo.
Che i Magistrati bravi e sotto-pressione da parte del potere (mafioso e lobbystico) sarebbero isolati mentre quelli Cattivi (vi ricordate Carnevale?) potrebbero agire nell'ombra indisturbati.
Veramente un pessimo orizzonte a mio parere.

Authan ha detto...

Francesco,
oviamente l'oscuramento informativo sui processi sia per accusa che per difesa non mi passa neanche per l'anticamera del cervello. La mia (e nel post mi sembra di averlo scritto chiaramente) e' una frecciata verso quelli che dicono che "i processi si fanno uin tribunale" ma poi non hanno da obiettare se un imputato sceglie la poltrona di Bruno Vespa anziche' il tribunale per esplicitare la propria difesa.

Pale ha detto...

@ Authan
Per quanto riguarda il tuo appello ai contributi non mi sento in grado di rispondere per tre motivi: 1) il tempo (e chi ce l'ha, però? Quindi questa è più una scusa che un motivo) 2) La mia tecnica di scrittura non all'altezza dei tuoi (e di Paolo) veri e propri editoriali 3) Il fatto che raramente riesco ad approfondire sufficientemente un argomento per proporre analisi più approfondite di quelle che si possono dare al bar di Cruciani. E, con tutto rispetto, considero il tuo blog molte spanne sopra.

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Per quanto riguarda le difese condotte sui media (ricordate le parole di Dell'Utri?), sono d'accordo con te. Non è possibile stracciarsi le vesti se i pm parlano in tv e poi usare tutto il peso mediatico che si dispone per screditare l'accusa. Ci si difende in tribunale, non in radio o tv.

E con tutta sincerità, non trovo rilevante il fatto che si debba discutere sul fatto che si siano lette quelle intercettazioni al processo. Non capisco di cosa si dovrebbe discutere... come direbbe il Crux, "di che cosa stiamo parlando?"

Pale

PaoloVE ha detto...

...in effetti l'attuale caso Del Turco potrebbe essere l'esempio di cosa comporterà il bavaglio: non mi risulta che i "virgolettati" siano trapelati, ma si ha solo la notizia per riassunto.

In modo che ognuno possa sostenere ciò che vuole nella massima libertà senza che nessuno ci capisca nulla: si potrà scegliere a chi preferiamo credere, senza essere infastiditi da indizi di realtà.

Mi era sfuggita l'intrinseca contraddizione della partecipazione alla trasmissione di ieri sera da parte dell'ex presidente della regione Abruzzo.
Bene ha fatto Authan ha sottolinearla.

Saluti

Paolo

x ha detto...

TOTO-ZANZARA

le tre barzellette raccontate dal Berlo davanti all'assemblea odierna di Confcommercio:

1) in Italia siamo tutti spiati
2) c'era un cane interista.....
3) la notte che ho salvato l'Euro

Michele R. ha detto...

La mia e' una frecciata verso quelli che dicono che "i processi si fanno in tribunale" ma poi non hanno da obiettare se un imputato sceglie la poltrona di Bruno Vespa anziche' il tribunale per esplicitare la propria difesa.

Mi viene in mente la Gregoracci che prima si fa intervistare e poi quando si accorge delle ca**ate che ha detto pretende anche di chiudere il giornale (o rotolo di carta igenica?) che ha pubblicato l'intervista.
Oppure, recente l'intervista concessa da Lunardi a Repu in cui ammette i favori fatti come persona ma non come ministro, oppure la Franzoni sul delitto di Cogne.
Oppure B. che chiama a Ballarò per dire la sua per poi riattaccare il telefono in faccia ad un allibito Floris, senza nemmeno ascolatare una replica.

Questo mi fa riflettere sul fatto che certa gente pretende di difendersi, ripulirsi la facciata, giustificarsi, presentandosi attraverso i mass-media, all'opinione pubblica ben sapendo che quando rilasci un'intervista, vai in televisione, parli in radio, la comunicazione è sempre e solo unidirezionale. Il problema è che chiunque all'ascolto volesse criticare o anche lodare quanto sentito chiaramente sarebbe impossibilitato a farlo.

Forse anche per questo che Mastella ha praticamente chiuso con il Blog, perchè al contrario di altri mezzi internet permette una comunicazione bidirezionale, e raccontare ca**ate lo fai a tuo rischio e "pericolo".

x ha detto...

Il Berlo che arriva a dire che non siamo piu' in democrazia perchè (secondo un suo calcolo precisissimo) in Italia ci sono 7,5 milioni di spiati.

Eppero' godeva come un riccio quando gli han portato il nastro di Fassino!

E quanto tempo di è tenuto nelle mani il filmino del ricattato M'arrazzo?

MS ha detto...

@MR: Questo mi fa riflettere sul fatto che certa gente pretende di difendersi, ripulirsi la facciata, giustificarsi, presentandosi attraverso i mass-media, all'opinione pubblica ben sapendo che quando rilasci un'intervista, vai in televisione, parli in radio, la comunicazione è sempre e solo unidirezionale. [...]

Bhe', questo e' vero solo per il giornalismo filovespiano. In Italia i giornalisti che interrompono l'intervistato per dire "Cio' che dice non e' vero in quanto..." se ne vedono pochi, molto pochi. Ma esistono.

Saluti,
Mariano

Michele R. ha detto...

Visto che si parla di processi, segnalo questo articolo su De Gennaro condannato a 1 anno e 4 mesi per i fatti del g8 di Genova. Al solito i nostri politici si reggono le mutande uno con l'altro visto che Maroni "continua ad avere fiducia in lui", io credo che prima di dichiarare qualcosa dovrebbe perlomeno aspettare la sentenza definitiva.

E poi la lettera di Saviano a Sandokan che a mi ha colpito per come lo scrittore si rivolge, esponendo crudamente la realtà della sua condizione, al mafioso. Non so se l'avete già postata ma io inserisco il link.