mercoledì 30 aprile 2008

Meditate gente, meditate

[Nota di servizio prima di cominciare. Dopo aver recensito circa 50 puntate consecutive della Zanzara, il blog va in stand-by per pochi giorni, causa breve vacanza del vostro Authan con famiglia al seguito. Mi decrucianizzo un po'. Prossimo post lunedì 5 o martedì 6 maggio.]

A volte Cruciani si rivela essere veramente un tipo singolare.

Quasi ad ogni puntata della Zanzara c’è almeno un intervento sul tema Berlusconi e conflitto d’interessi. Quando ciò accade, Cruciani comincia a sbuffare, a grugnire, a borbottare “che noia!”, e poi evita di approfondire più di tanto la questione, presupponendo uno scarso interesse del pubblico.

Peccato però che, quando gli fa comodo, è lui stesso a tirare in ballo l’argomento. Ad esempio ieri Cruciani ha colto al balzo l’opportunità di citare una dichiarazione al Corriere della Sera Magazine dell’ex vicepresidente americano Al Gore, secondo il quale «Silvio Berlusconi sarebbe eleggibile negli Stati Uniti anche se con qualche difficoltà».

Il lato divertente della cosa è che Cruciani, del tutto arbitrariamente, ha lasciato intendere che l’unica parte rilevante della frase di Gore fosse la prima, “Berlusconi sarebbe eleggibile”, mentre la seconda, “anche se con qualche difficoltà”, non conta nulla. E così, subito dopo aver citato Gore, senza in alcun modo circostanziare o approfondire alcunché, prima di cedere la linea alla pubblicità se ne è uscito con un intenso ed evangelizzante “Riflettete!”.

Beh, io ho riflettuto per davvero, e sono giunto alle seguente conclusione: sarebbe oltremodo me-ra-vi-glio-so che alle prossime elezioni politiche del 2013 un qualsiasi editore televisivo potesse candidarsi alla guida del Paese non solo senza alcuna difficoltà, ma anche senza la benché minima polemica.

Inoltre, le mie riflessioni mi hanno portato al convincimento che non tutti i 17 milioni di elettori del centro-destra troverebbero irragionevole o illiberale un’ipotetica nuova legge che, parallelamente all’auspicabile privatizzazione della RAI, in modo graduale e senza "espropri proletari" vada progressivamente a limitare ad una il numero massimo di reti televisive (facenti informazione) detenibili da un unico soggetto, favorendo in tal modo l’entrata in scena di nuovi editori a garanzia del pluralismo. Pluralismo che oggigiorno, pur essendo già presente, è decisamente perfezionabile.

Morale della favola: ogni tanto, in assenza di altre notizie di rilievo, sarebbe opportuno stimolare (anziché reprimere) il dibattito sul conflitto di interessi, non per criminalizzare Silvio Berlusconi o, al contrario, per difenderlo a spada tratta, ma per suggerire invece soluzioni soft potenzialmente ricevibili anche dal diretto interessato, o comunque adottabili quando il cavaliere sarà politicamente uscito di scena. E’ un’idea così malvagia, la mia?

Meditate gente, meditate…

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