Ieri, per la prima volta, ho deciso di seguire il dibattito post chiusura seggi alla radio invece che alla televisione, e naturalmente ho scelto Radio 24.
Dopo alcune ore di conduzione del confusionario Biacchessi (ampiamente scusabile con il fatto che ha dovuto a lungo lavorare sui dati fuffa degli exit poll), alle 19 è finalmente arrivato il nostro totem, Giuseppe Cruciani, a prendere egregiamente in mano le redini della situazione, portando finalmente un po' di verve. Non ho seguito la trasmissione fino all'una di notte, ma non mi sono comunque annoiato.
Con questo post, però, vorrei mettere per una volta Cruciani da parte e dare semplicemente il mio parere sull'esito delle elezioni.
Premesso che, vista la mia scarsa fiducia e stima in Silvio Berlusconi, i miei auspici erano chiaramente per un esito ben diverso, credo che da queste elezioni si possano comunque trarre alcuni elementi interessanti (e, in qualche caso, positivi) che val la pena sottolineare. Eccoli.
1) Anche in questa elezione, come in tutte quelle dalla fine della Prima Repubblica, ha vinto la coalizione che in precedenza era all’opposizione. Se da un lato questa naturale alternanza va a garanzia della democrazia, dall’altro impedisce alla forza di governo di compiere un’azione temporalmente a lungo raggio. Chissà se questo ping pong si interromperà mai.
2) L’Italia, per la prima volta, avrà una maggioranza ultra-stabile, senza la presenza di alleati in continuo contrasto tra loro. Questo significa che Berlusconi potrà governare di fatto con le mani libere, e non avrà più capri espiatori a cui addossare le colpe di eventuali insuccessi, secondo me tutt'altro che improbabili (riforme istituzionali, rilancio economia, questione sicurezza, grandi opere, politica energetica, rifiuti, ecc). Tra cinque anni vedremo se l’Italia sarà migliore o peggiore di oggi. Vedremo se sarà più o meno ricca, più o meno libera, più o meno giusta, più o meno equa. Vedremo se il debito pubblico sarà cresciuto o diminuito. E vedremo se l’Italia sarà stata putinizzata (come profetizzato da Flores D’Arcais) diventando più somigliante alla Russia che non al Regno Unito o alla Francia. Incrociamo le dita.
3) Nel nuovo esecutivo, la Lega Nord avrà un ruolo importante, al contrario delle precedenti legislature berlusconiane nelle quali la presenza della Lega era tanto chiassosa quanto marginale. Dando per archiviato ogni intento secessionista, nella Lega continuano comunque a convivere un’anima buona e moderna, quella del federalismo fiscale, e un’anima becera e antistorica, quella della xenofobia e dell’antieuropeismo. Quale delle due anime prevarrà? Io faccio grande affidamento sull’unico esponente del carroccio per cui riesco a manifestare apprezzamento, e cioè Roberto Maroni.
4) La Sinistra Arcobaleno ha preso una sberla colossale e deve ora interrogarsi sul suo futuro. Quali sono le strade possibili? I partiti che la compongono possono negare l’evidenza, e dichiararsi vivi e vegeti quando invece, fuori dalle sabbie mobili, si vedono solo più le punte delle dita. Oppure fare la cosa giusta: sciogliersi, e confluire nel Partito Democratico portandosi dietro gli aspetti migliori (i valori della pace e della solidarietà, la difesa dell’ambiente senza eccessi) e abbandonando gli aspetti più retrogradi (lo statalismo, l’assistenzialismo, l’antiamericanismo, l’ambientalismo radicale). Discorso analogo per il PSI: si sciolga, e porti nel PD un po' di sano laicismo, abbandonando la stucchevole retorica del ricordo di Nenni e di Craxi.
5) Come previsto, nella nuova legislatura i gruppi parlamentari saranno pochissimi. Questo consentirà finalmente ai lavori delle due camere di procedere più spediti. Il lungo traghettamento verso l’auspicabile traguardo del sistema bipartitico, che da un punto di vista politico significa modernità, ha fatto un bel passo avanti. Tra me e me, io chiamo questo traguardo la Terza Repubblica. Ci stiamo avvicinando, ma al momento per vederla serve ancora un potente binocolo.
Ed è proprio con il mio personale concetto di Terza Repubblica che vorrei chiudere il post. Cosa manca per arrivarci? Secondo me, idealmente, mancano le seguenti tre cose:
a) Lo scioglimento definitivo del PSI e dei partiti facenti parte della Sinistra Arcobaleno, che devono confluire nel PD.
b) La realizzazione completa del federalismo fiscale. Conto sul fatto che, raggiunto questo obiettivo, la Lega Nord perderà la sua ragione di esistere.
c) Un cambio di leadership per il polo conservatore (insisto su questo punto, già menzionato in precedenti post) che trasformi tale polo da una specie di setta di seguaci di un messia ad un entità politica credibile e moderna, paragonabile ai Tories inglesi o al partito popolare spagnolo.
Vada come vada, tra al massimo cinque anni almeno quest’ultimo punto si sarà verificato :-)
martedì 15 aprile 2008
Ma non è ancora la Terza Repubblica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Se è vero che il PD rappresenta qualcosa di nuovo, il punto a) lo escluderei. Tutti a casa!
Posta un commento