mercoledì 2 aprile 2008

La famigerata Par Condicio

Nella Zanzara di ieri si è parlato molto del non-voto, e devo ammettere che mi sono trovato a concordare pienamente con Giuseppe Cruciani il quale, pur nel pieno rispetto di questa più che legittima scelta, ha criticato le motivazioni del non-voto espresse da vari personaggi pubblici, nonché le modalità con cui manifestare apertamente questo intento.

Gira da diverso tempo la proposta di rendere plateale il non-voto presentandosi al seggio e rifiutando la scheda dopo averla fatta vidimare, costringendo i presidenti di seggio a verbalizzare la cosa. Come Cruciani, trovo anch’io che tutto ciò sia (testuale) “un’immensa stupidaggine”. Un gesto inutile e fastidioso, che non avrebbe neppure il pregio di essere latore di un messaggio propositivo.

Passando ad altro, approfitto di questo post per dire anche due parole a proposito della famigerata legge sulla Par Condicio, che Cruciani non perde occasione di criticare aspramente definendola assurda, ridicola, ecc. ecc.

Forse sarò in minoranza, ma io invece sono un sostenitore di questa legge, che impedisce a chi possiede tre network televisivi nazionali di trarre un immenso vantaggio comunicativo nella partita elettorale. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che questa legge è figlia del conflitto di interessi del cav. Berlusconi.

Non nego che la legge abbia anche effetti sgradevoli. Però, se usiamo la solita bilancia per vedere se pesano di più i pregi o i difetti, a mio avviso vincono largamente i pregi. Se sorbirmi occasionalmente le teorie di Marco Ferrando o Roberto Fiore è il prezzo che devo pagare per vedere una sfida elettorale il più possibile equa tra i due candidati principali, ebbene, questo è un prezzo che io pago volentieri.

Non capisco poi perché riguardo la legge sulla Par Condicio non si possa usare lo stesso metro di giudizio che si usa per la legge Biagi. A proposito di quest’ultima, spesso si sostiene che si tratta di una legge buona e giusta, anche se alcune correzioni ad-hoc non farebbero male. Lo stesso identico ragionamento si può tranquillamente applicare alla Par Condicio.

Invece, se stessimo a sentire Cruciani, la legge della Par Condicio andrebbe semplicemente abrogata tout court, e buonanotte al secchio. Mi sembra un’idea frutto di un’analisi affrettata e poco lucida, di chi non crede, a mio avviso erroneamente, che esista una fetta non marginale dell’opinione pubblica che è nei fatti facilmente malleabile ed esposta a rischi di bieche manipolazioni.

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