Il V2-Day è cominciato un giorno prima alla Zanzara, visto che ieri sera si è parlato quasi esclusivamente di Beppe Grillo. Come prevedevo nel post precedente, non sono rimasto molto soddisfatto dei commenti di Giuseppe Cruciani, e vorrei spiegarvene i motivi. Ma procediamo con ordine.
Se dovessi limitarmi ad esprimere un giudizio basandomi sui clip audio di Grillo (con insulti a Riotta e Mazza, improperi per i giornalisti in generale, ecc. ecc.) mandati in onda da Cruciani, è inutile dire che disapprovo anch’io, trovandole stra-esagerate e decisamente sopra le righe (oltre che controproducenti), certe esternazioni del comico genovese.
A sua parziale discolpa, mi sento solo di dire che, con ogni probabilità, Grillo preme pesantemente sull’acceleratore in nome di una precisa strategia volta ad attirare su di sé la massima attenzione possibile. In Italia, se non fai casino, non ti "caga" nessuno.
Cruciani, in particolare, si è soffermato su uno dei termini più pesanti usato da Grillo, “servo”, ed è stato il suo primo errore. Il conduttore della Zanzara ha infatti fastidiosamente giocato a tirare il sasso e nascondere la mano, facendo tanto velati quanto insensati accostamenti con certi macabri slogan in voga nelle piazze calde degli anni ’70 (“Giornalista servo maledetto, te lo scriviamo noi l’articolo perfetto”).
Dopo che l’ospite Michele Brambilla del Giornale ha addirittura menzionato le BR, Cruciani si è affrettato a precisare che non si voleva sottintendere alcuna volontà di ispirare azioni violente da parte di Grillo. E meno male! Però allora, giusto per capire, per quale altro motivo sono stati tirati in ballo gli anni '70? A volte Cruciani si dimostra davvero ingenuo nel costruirsi delle auto-trappole dialettiche nelle quali, inevitabilmente, cade.
Ecco come Cruciani, a mio avviso, avrebbe fatto meglio ad esprimersi: Grillo sbaglia ad usare certe parole, perché esse, suo malgrado, sono soggette a cattive interpretazioni. Punto. Niente anni '70. Non era difficile, no?
Veniamo ora al secondo errore di Cruciani. Stimolato dagli interventi degli ascoltatori, egli ha ammesso, en passant, che pur non essendo quello sfacelo descritto da Grillo, l’informazione in Italia (specie quella televisiva che è quella che incide maggiormente) “non è perfetta” e “ha molti difetti” (testuali). Ma santo cielo, è proprio quello il punto! E’ di quello che si deve parlare!
Anziché perdere tempo a sbertucciare Grillo, perché non concentrarsi invece sui difetti dell’informazione, grandi o piccoli, gravi o marginali, che Cruciani stesso ammette essere presenti?
Per una volta, anziché limitarsi al puro commento, non potrebbe Cruciani destarsi dallo stato di quieta rassegnazione in cui galleggia, e cominciare finalmente ad essere propositivo su questo tema, indicando esplicitamente quali sono secondo lui le vie per correggere i difetti dell’informazione, per quanto marginali possa considerarli? Oppure, in fondo in fondo, gli va tutto bene così?
Forza, Cruciani. Un passo avanti!
venerdì 25 aprile 2008
La quieta rassegnazione di Cruciani
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