venerdì 18 aprile 2008

L'elemento laterale

Doveva aver mangiato molto speziato, ieri, Cruciani, perché era oltre modo su di giri. Se l'avessero sottoposto all'antidoping, si sarebbe beccato due anni di squalifica :-)

Scherzi a parte, il conduttore della Zanzara era ieri sera in grande spolvero: agguerrito, grintoso, ma anche allegro, quasi brioso oserei dire. Tanto che la puntata della Zanzara è stata la migliore da quando questo blog è stato aperto.

Ci sarebbe spazio, oggi, per almeno quattro o cinque post, con tutti i temi post-elettorali trattati, gli articoli citati (Luca Ricolfi, Giuliano Ferrara), le interviste a Massimo Donadi dell'IDV e all'operaio Thyssen Ciro Argentino della SA, le "ultime stronzate famose" da Dagospia, alcuni interventi di ascoltatori piuttosto eccentrici, mail feroci contro Cruciani lette in diretta, Cruciani che votava radicale (ma non è una sorpresa, visto il suo curriculum).

Devo però essere selettivo, e allora, in nome dell'originalità, parlerò di Berlusconi, di Di Pietro, e del conflitto di interessi, in riferimento alle critiche espresse ieri da Cruciani su quanto scritto, nel suo blog, dal leader dell'Italia dei Valori, e cioè: "La vittoria del centrodestra è stata possibile grazie alla proprietà di tre televisioni e del gruppo Mondadori da parte di Silvio Berlusconi.". Commento di Cruciani: "Basta! Siamo stufi di questa discussione.".

Io non capisco perché, quando si parla di questo argomento, debbano risaltare sempre e solo le opinioni di chi, da un lato, considera il conflitto di interesse un'emergenza nazionale (come Di Pietro), e quelle di chi, al contrario, lo considerano una questione sostanzialmente irrilevante, da lasciar perdere (come Cruciani, o Giuliano Ferrara, che sul Foglio ha sostenuto che il conflitto di interessi è solo un "elemento laterale della democrazia in una società liberale e di mercato").

Di Pietro sbaglia di grosso ad identificare nel possesso di molti media la chiave del successo elettorale del cavaliere. A ben vedere, quello di Di Pietro è solo opportunismo: egli aizza la sua platea per intercettare il consenso della componente (minoritaria ma non marginale) più anti-berlusconiana del paese. Non condivido, ma capisco tale atteggiamento.

Cruciani, en passant, ieri ha anche detto: "Sì, il conflitto di interessi resta tutto lì, ma non ne parla più nessuno, neppure Repubblica", sottintentendo l'idea in base alla quale i giornali hanno -come dire- "capito" che il conflitto di interessi è un non-problema. Non sono d'accordo. Liquidare così la questione è superficiale e sbrigativo. A me non basta, non mi accontento, anche perché i motivi per cui i grandi giornali non menzionano più con frequenza questo argomento sono a mio avviso ben altri, e cioè:

1) Veltroni, per scelta strategica (per me opportuna), ha deciso di non fare una campagna focalizzata sull'anti-berlusconismo.

2) Berlusconi godeva di sondaggi a lui nettamente favorevoli (risultati poi veritieri) che gli hanno permesso di non avere bisogno di premere sull'acceleratore dei suoi media, al contrario di quanto avvenne nel 2006.

Soprattutto il punto 2, qui sopra, è fondamentale. Il conflitto d'interesse, manifesto o latente, è sempre lì, e fregarsene, come fa in sostanza Cruciani pur ammettendo l'esistenza del problema, non è serio.

Il mio punto è che il problema da porsi non è quanto grave sia il conflitto d'interesse oggi, ma quanto potenzialmente lo può diventare, in determinate circostanze, se nessuno si deciderà mai a mettere un limite ragionevole (e per favore, nessuno mi citi la torta di Gasparri come limite ragionevole).

Posto che è evidente che ci sono problemi più urgenti e prioritari rispetto al conflitto di interessi, è così assurdo ipotizzare e chiedere che da qui ai prossimi cinque anni venga messo in piedi di un qualche gruppo di lavoro bipartisan formato da "autorevoli saggi" con il mandato di studiare una soluzione, anche a lungo termine?

Senza bisogno di essere draconiani (stile Di Pietro), sono convinto che una soluzione, soddisfacente per tutti, al problema del conflitto di interessi sia un traguardo raggiungibile, anche perché, alla fin fine, non c'è bisogno di inventarsi chissà cosa. Basta copiare (dagli USA).


[Piccolo post scriptum: dopo aver visto alcuni frammenti di AnnoZero, ieri sera, autorizzo ufficialmente Cruciani a ridicolizzare (sempre con simpatia) l'architetto Fuksas. Chi ha visto la trasmissione penso capirà cosa intendo.]

2 commenti:

cipper ha detto...

Ciao Authan,
è da tempo che sostengo che Cruciani minimizza anche le travi negli occhi, e il conflitto d'interessi che Berlusconi palesa è una di queste.
Solo una cosa volevo ricordare: non dimentichiamo cosa si dicevano Fede e Berlusconi durante una delle ~20 interviste al tg4 nell'ultimo mese: "la par condicio è una legge liberticida e quindi va cancellata" e "il pluralismo c'è già"!

Altro che traguardo raggiungibile, con lui al governo il conflitto d'interessi è destinato ad aumentare. Ma neanche se B. occupasse 9 reti su 10 Cruciani parlerebbe del conflitto d'interessi perchè secondo lui il modo di avere le informazioni c'è: "basta guardare su internet o i giornali...".
Peccato che milioni di italiani non leggono giornali e non sanno neanche accendere un computer.
Forse chi dice che B. lo votano gli ignoranti non sbaglia del tutto.

Anonimo ha detto...

Ciao robegue.
grazie per la tua costanza nei commenti. Se hai blog mi piacerebbe visitarlo.
Tra dire "il conflitto di interessi non esiste" e dire "gli italiani sono ipnotizzati" c'e' un mare di mezzo.
Il problema esiste, certo. In particolare il conflitto di interessi diventa pesante quando un'elezione si gioca sul filo del rasoio.
Ma tale problema puo' essere risolto solo se lo si affronta in modo non ideologico. Col muro contro muro non si va da nessuna parte.

authan (autore del blog)