Non trovando francamente interessante disquisire se, come ha sostenuto Guido Bertolaso (dichiarazione che ha fatto da filo conduttore dell'ultima Zanzara), un lettino per massaggi non si presti bene al mettere in atto gioiose fornicazioni, oggi vi beccate un fill-in, che spero possiate comunque trovare intrigante.
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Nei giorni scorsi, tra i temi i auge c'era la freddezza di vari esponenti leghisti riguardo le celebrazione per il centocinquantennale dell'unità d'Italia. Ebbene, pur non disapprovando l'idea che l'anniversario vada commemorato, meglio se con una certa sobrietà, anche io devo confessare che non vibro dall'emozione per tali festeggiamenti, per quanto con motivazioni non riconducibili ai localismi esasperati di Calderoli e company. Fatemi spiegare.
Capita spesso che in trasmissione Giuseppe Cruciani riprenda quegli ascoltatori che esprimono parole di eccessivo dispregio verso l'Italia. Il classico "mi vergogno di essere italiano" è visto dal conduttore, autodefinitosi nei giorni scorsi “patriota”, come fumo negli occhi. E la cosa mi sembra ragionevole, tanto che su questo non ho granché da ridire.
Però a me dà altrettanto fastidio la frase retorica speculare, l'altrettanto abusato "sono fiero/orgoglioso di essere italiano", come se essere italiani fosse in sé un valore, rispetto all'essere francesi, spagnoli, giapponesi, cileni, o che altro. Dal mio modesto punto di vista, si nasce per caso in un universo governato dal caso e l'essere incidentalmente venuto alla luce in Italia non rende una persona speciale, privilegiata (non nel senso economico, ma in quello interiore, morale) o, al contrario, disgraziata. L'italianità, almeno per me, è una peculiarità prettamente geografica, che non reca con sé un particolare profondo significato.
Forse posso chiarire il concetto con un esempio. Ci son persone che nel scegliere i propri acquisti privilegiano i prodotti italiani, a prescindere da altri aspetti (costo, qualità, ecc). Per me questo semplicemente non ha senso. L'essere italiani, nella mia percezione, non è un vincolo, non comporta obblighi (non mi riferisco agli obblighi di legge come pagare le tasse, ma a presunti obblighi morali), non implica l'essere marchiati in alcun modo, né nel bene, né nel male, e non sottintentende l'esistenza di un rapporto identitario simbiotico con il territorio.
E a proposito di legami identitari con la terra d'origine, spesso i giovani talenti che, in assenza di prospettive, vanno a cercare gloria fuori dall'Italia, o quelli che, come il professor Pier Luigi Celli, spronano i ragazzi ad emigrare vengono definiti quasi con sdegno "anti-italiani" e "disfattisti". Ecco, questo mi fa molto incazzare, perché non è accettabile che il legame con il territorio di origine debba trasformarsi in una catena. Se per realizzarsi una persona deve cambiare paese, lo cambia. E l'errore non sta nella voglia di migliorarsi dell'emigrante, ma nel cuore del paese d'origine, nella sua classe dirigente.
Insomma, va bene l'affetto per la propria terra, purché non ci sia morbosità. Per capirsi, a mio avviso i sentimenti nazionalistici in genere dovrebbero essere circoscritti alle manifestazioni sportive. Io, ad esempio, pur con quello che ho scritto qui sopra, sono tifosissimo della nostra nazionale di calcio e trepido per gli atleti azzurri impegnati alle Olimpiadi o in altre comepetizioni internazionali. Ciò può suonare contradditorio con il discorso che sto facendo, ma non lo è perché le competizioni sportive sono il dominio perfetto nel quale confinare i propri peggiori sentimenti sciovinisti. Se volete, possiamo chiamarla "valvola di sfogo".
Dunque no, amici, io non sono un patriota perché tutto il mio patriottismo inizia e finisce con il tifo sportivo. Non che io consideri "Italia" solo una scritta su una cartina geografica (non esageriamo), ma la retorica sul Belpaese e sull'essere italiano a me, personalmente, fa alzare al occhi al cielo.
Ciò detto, a scanso di equivioci, ci tengo a segnalare che per me la bandiera italiana è bellissima, e mai mi sognerei di usarla in bagno come vorrebbe Bossi. Ma l'apprezzamento non nasce da motivazioni identitarie. È' che a me piacciono tutte le bandiere, in quanto opere d'arte, così come, allo stesso modo, e per lo stesso motivo, mi piacciono tutti gli inni nazionali, inclusa, naturalmente, la marcetta poropò-poropò-poropoppoppoppoppò di Mameli.
Insomma, per riassumere, non è perché mi senta "padano" che non vado in fibrillazione per la patria e per il suo centocinquantesimo anniversario, e non è perché io non abbia rispetto e affetto per la nazione in cui sono nato e vivo. Il fatto è che, se vogiamo parlare di appartenenza, io prima che italiano, mi sento – passatemi la retorica, e non sbadigliate – abitante di questo pianeta. Non apolide, ma al contrario cosmopolita, universale, cittadino del mondo, e membro di un unico immenso villagio globale, senza confini né nazionalismi.
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Alanis Morisette "Citizen Of The Planet" (2008)
I am a citizen of the planet
From simple roots through high vision
I am guarded by the angels
My body guides the direction I go in...
56 commenti:
beh, sulla scia del "ricordati che devi morire" il pensiero mi va all'indimenticabile
Troisi-Mameli
Grande bart :-))
E' la prima volta che mi trovo in completo disaccordo con Authan.
Tanto per dire non tifo la nazionale italiana tout-court.
In Giappone e Corea per esempio no. C'era Trapattoni che è l'espressione del calcio all'italiana piu becero (ancora mi ricordo che perse lo scudetto con la Fiorentina perchè a metà primo tempo con un gol di vantaggio tolse l'unica punta -Edmindo, o'animal- e poi pareggio).
Nel 2006 tifai Italia nonostante tutto perchè Lippi almeno è un po meno difensivista.
Adesso non tiferò Italia Assolutamente. Troppe le vaccate dette la Lippi.
Propendo per l'Ital-Argentina (anche se secondo me Maradona ci lascia le penne, un infarto non glielo caccia nessuno).
L'orgoglio di essere italiano mi viene fortissimo quando sono all'estero.
Caspita sei guardato in maniera diversa. E poi un italiano all'estero lo riconosci subito, da lontano.
Scompaiono quasi totalemnte le differenze Nord/sud. E' veramente bello, si ci sente realmente "fratelli d'Italia".
Come al solito mi vengono in mente versi di canzoni.
Il primo è questo:
"Sono un italiano, buongiorno buonasera, giro per il mondo esporto primavera".
(date la diavolo un bimbo per cena)
Ed è proprio questo l'effetto che facciamo: una carica di allegria e primavera. Come se le bellezze del nostro paese ci fuoriuscissero sotto forma di profumo dai pori non appena varchiamo il confine.
Poi mi viene in mente la canzone:
"don't intellectualise my blackness".
Che parafrasando potrebbe diventare "don't intellectualise my italianity".
Come si fa a definire l'"italianità" (ma mi piace di piu italianitudine)?
Troppo difficile.
L'unica cosa su cui sono d'accordo con Authan è la sensazione di essere cosmopolita.
Sempre italiano ma cosmopolita.
Essendo in un blog di sinistroidi radical-chic posso dirlo:
mi piace la società multiculturale, multi-etnica, multi-identitaria. Le differenze sono una ricchezza non un problema. Ed è sempre stupefacente conoscere persone di altri "mondi", ti aiuta ad allargare il personale punto di vista.
Parlo per la mia piccola esperienza, vivere di fianco gli islamici non mi ha causato nessun problema..
forse uno: la dipendenza dallo shawerma, dal kebab... che poi ritornato nella mia piccola città non ho potuto soddisfare!
L'italianità, almeno per me, è una peculiarità meramente geografica, che non reca con sé un particolare profondo significato.
Dissento su tutta la linea
e probabilmente il mio è il discorso piu' banale del mondo.
Lasciamo perdere il 150^, il 25 aprile, il 2 giugno, il 4 novembre, l'inno e la bandiera....e pure le frecce tricolori che ieri a Bergamo hanno infiammato il cuore degli alpini, pure quelli leghisti!
Per me bisogna assolutamente essere orgogliosi di essere nati in Italia, almeno per quanti straordinari italiani ci hanno preceduto nei secoli, e i nomi li conosciamo tutti, anche se nati prima del 1861, da Dante a Michelangelo e Leonardo, da Leopardi a Verdi e Manzoni!
Credo che sia cosi per ogni popolo del resto....ma per gli italiani dovrebbe rappresentare un particolare profondo significato.
Poi ci si puo' vergognare a mille di come i supremi rappresentanti della politica oggi portino in giro per il mondo questo marchio di qualità
Ognuno la faccenda dell'italianità la vede alla sua maniera, quello che mi fa incazzare sono le persone tipo Bossi, che in passato hanno sostenuto di ficcarsi in quel posto la bandiera, salvo poi assumerne gli onori e non gli oneri come ministro. Idem per altri ministri della lega, o vedi le dichiarazioni del trota sulla nazionale, come di altri leghisti, che sinceramente mi fanno ridere il c...o!
Insomma, è accettabile se un ministro, o un rappresentante della lega sostiene che visti i tempi di ristrettezza economica non c'è molto da festeggiare, meno se offendi quella bandiera che dovresti onorare vista la posizione che occupi.
Caro Authan io sono d'accordo con te col il senso generale del tuo post, però ci si deve ricordare che c'è gente che ha dato anima e sangue per fare l'Italia perchè credeva di fare questo paese un posto migliore rispetto a quegli statarelli di metà 1800.
Per la serie contributi multimediali (se ho tempo oggi commenterò il post di Authan e i commenti che sono seguiti), citerò questi versi
"[...] Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tuttora in voga"
tratti dalla canzone
Sfiorivano le viole
Ed ancora del nostro Rino Gaetano, la bellissima
Aida.
Pale
Concordo con Authan, non vedo quale sia il motivo per cui mi debba sentire fiero di una cosa che no e' un mio merito come nascere al di qua o al di la' di un confine.
Invece devo dissentire su una cosa con Francesco. Gli italiani all'estero, e su questo son d'accordo, si riconoscono subito. Purtroppo una buona parte per le tipiche caratteristiche negative degli italiani, che fanno si' che all'estero ci vedano come degli scansafatiche e come dei furbetti.
@francesca
Per me bisogna assolutamente essere orgogliosi di essere nati in Italia, almeno per quanti straordinari italiani ci hanno preceduto nei secoli, e i nomi li conosciamo tutti, anche se nati prima del 1861, da Dante a Michelangelo e Leonardo, da Leopardi a Verdi e Manzoni!
Faccio notare che l'Italia ha più di 3000 anni di storia. Abbiamo avuto la civiltà etrusca, la civiltà romana, l'epoca dei comuni, il rinascimento. Persone come Federico barbarossa, Niccolò Machiavelli e altre ancora.
Di persone importanti del nostro paese, dei tempi antichi come di quelli moderni, ne possiamo elencare tanti come credo nessun'altro paese potrebbe fare.
Tutta questa "intelligenza" ha messo radici nel resto del mondo. A me mi ha colpito molto che le parole kaiser e zar derivano dalla parola caesar ovvero cesare. Oppure pensa solo a come il diritto romano è stato d'esempio per gli stati moderni.
Secondo me ha però ragione Authan quando dice Insomma, va bene l'affetto per la propria terra, purché non ci sia morbosità. .
Dissento con lui solo sul passaggio successivo che riguarda lo sport.
TOTO-ZANZARA
Fede su Saviano: "Un eroe? Ma basta, non se ne puo' piu'"
Indovinate il commento di Cruciani?
@Michele
"Di persone importanti del nostro paese, dei tempi antichi come di quelli moderni, ne possiamo elencare tanti come credo nessun altro paese potrebbe fare."
Talvolta noi italiani ce le suoniamo e cantiamo da soli...
Egitto e Grecia nel mondo antico? La Spagna, la Francia, l'Inghilterra e gli Stati Uniti nel mondo moderno? La Cina da sempre nei millenni?
Forse il discorso del "noi c'avemo" non funziona tanto se guardiamo il mondo da altri punti di vista. O per lo meno, non tutto è palese.
Pale
io non sono né fiero di essere italiano, né imbarazzato ad esserlo.
semplicemente, mi sento cosmopolita e contento delle mie radici, che posso rappresentare con un cocktail di aggettivi, tra i quali, italiano e toscano (o viceversa); poi sardo e abruzzese.
ho attraversato negli anni due processi opposti e incrociati:
- prima, rifiutavo a priori ogni sentimento che potesse riguardare qualunque declinazione del concetto di nazionalità (ma sempre su un terreno cosmopolita, mai internazionalista). Adesso, invece, accetto e trovo naturale che ogni persona senta di appartenere a un gruppo umano e lo nomini come più gli piace.
Per arrivare addirittura – per ragioni un po' scalene, ma comprensibili a molti commentatori di questo blog – a comprare per la prima volta in vita mia una bandiera italiana. Sì, sta in un angolo di casa mia, apparecchiata con cura insieme a una camicia garibaldina, pronta all'uso... il giorno (se mai ci sarà, spero per ragioni politiche e non biologiche) in cui dopo la parola Berlusconi seguirà la parola Fine.
- prima, seguivo molto lo sport, soprattutto il calcio, che riusciva a suscitarmi sentimenti di appartenenza molto forti. Adesso, mi si è rotto una specie di incantesimo (complici le tonnellate di seghe mentali che i "commentatori" sportivi ci-vi propinano) e nel guardare una partita di calcio, se la guardo, mi basta vedere del bel gioco, niente di più.
P.S. dei festeggiamenti per l'unità d'Italia mi importerebbe qualcosina (dal lato meramente storico e politico), se non fosse che sono occasioni ghiotte per coloro che nella retorica ci fanno il bagno e la sauna.
@Pale
Certo che ci sono anche gli altri,
mica ho detto il contrario. Volevo solo sottolineare il contributo dei 3000 anni di storia della penisola, che mi sembrano piuttosto importanti. Dell'egitto c'è la civiltà dei faraoni ma poi non mi sembra che abbia fatto parlare di se negli ultimi 2000 anni. Gli stati uniti sono una giovane nazione che ha 300 anni sulle spalle, la francia e l'inghilterra hanno posti di rilievo però faccio notare che si sono sviluppate sulle ceneri dell'impero romano, quei romani che in principio guardavano molto alla civilta greca...
Potrei essere d'accordo con te sulla Cina, che ha una storia assai più lunga della nostra, ma in merito ammetto la mia ignoranza!
caro Authan,
per la prima volta dissento in tutto quello che hai scritto, o comunque per quanto riguarda il principio che ti ha ispirato e la retorica che lo accompagna.
Sono per natura, per nascita, cosmopolita, e come tale provo sincero rispetto per chiunque.
Ciò nonostante sono non fiera.. ma profondamente felice di essere nata in Italia e di vivere in Italia. Non cambierei questa condizione con nessuna al mondo.
Capisco invece chi lamenta di dover andare all'estero per realizzare la propria professione, per crescere; e se ritiene di dover denunciare questa situazione, ha perfettamente ragione a farlo. E penso che molti siano particolarmente scontenti di doversene andare all'estero proprio perchè preferirebbero non lasciare un paese come l'Italia, potendo scegliere.
Buongiorno,
sono d'accordo con Authan su due cose: che non valeva la pena commentare la trasmissione e che non ha senso essere orgogliosi di una sorte toccata per caso.
Sarà perchè per storia personale non ho radici particolarmente forti che mi leghino dove vivo, ma riesco ad essere orgoglioso di quello di cui sono l'artefice, non di quello che mi piove addosso.
Non è paradossale che il più ignorante degli italiani possa dirsi orgoglioso dei prodotti della cultura e dell'arte che la sua terra ha generato pur ignorandoli?
O che in generale noi italiani rivendichiamo il nostro passato artistico, mentre il presente ed il futuro, a partire da architettura e scultura, sembra si stiano facendo altrove?
Insomma, penso che Venezia sia la città più bella del mondo, ma che merito ne ho io, che ci vivo attaccato, per poterne andare fiero?
Senza contare che talvolta consideriamo la nostra arte e la nostra cultura più elevate di quelle di altri paesi in primo luogo perchè non abbiamo le chiavi culturali ed interpretative di base per apprezzare quelle straniere...
Saluti
Paolo
Potevo scrivere lo stesso concetto con molte meno parole, ma ho preferito dilungarmi, sperando di essere più chiaro. Forse ho fallito, e dovrei ulteriormente insistere in distinguo e precisazioni. Ma non credo che l'effetto finale sarebbe poi migliore. Quello che volevo dire, nero su bianco, è nel post. Non aggiungo nulla, né lo tolgo.
Grazie,
authan
PS: "Si nasce per caso in un universo governato dal caso" è l'incipit del libro di fantascienza "L'uomo stocastico", di Robert Silverberg
Quoto ed applaudo il post di PaoloVE.
Paolo, tu parli di orgoglio, e in questo siamo d'accordo.
Io non sono per nulla d'accordo quando Authan scrive:
"L'italianità, almeno per me, è una peculiarità prettamente geografica, che non reca con sé un particolare profondo significato."
l'italianità ha un profondo significato, così come lo ha la coscienza o essenza tedesca, inglese, cinese, ecc.
Forse si può essere politically correct e affermare che nessuna di queste è migliore dell'altra, ma non ci vedo nulla di male nel dire che si preferisce l'una all'altra, senza andare a scomodare paragoni di fede calcistica.
Noi non avremo le "chiavi culturali ed interpretative di base per apprezzare quelle straniere..." è vero, potremmo farci spiegare dagli stranieri dove hanno trovato quelle che usano per ammirare il nostro paese
Vabbeh ma qui parliamo di gente che è un pò "freddina" per il 150o d'Italia.
Ma di gente che SCHIFA il tricolore e SI BAGNA per lo scudo proto-celtico e il Graal. Cioò, fossero semplicemente distanti dal primo ok, ma sono dei supersfegatati delle celebrazioni, sì, ma avversano quelle dello Stato Italiano.
Non è poco, c***o..
"NON parliamo", ovviamente, sorry.
Mi sa che devo rivedere le mie posizioni, PAOLO mi inchino al tuo pensiero. Hai ragione.
...invece per quanto riguarda le celebrazioni per il centocinquantennale dell'unità d'Italia penso siano inutili e un inutile spesa di denaro pubblico che potrebbe essere impiegato meglio
le esternazioni di certi esponenti della Lega al riguardo sono incommentabili
se ho capito bene quel che dice Authan e quello che dicono i suoi critici, il punto è se si può andar fieri di una cosa che non si è scelto.
E in effetti, a rigor di logica, avrebbe ragione Authan: non si può andar fieri di una cosa che non si è scelto, ma che è frutto del caso.
Pertanto, al posto di "fiero" io metterei "contento": "sono contento di essere italiano, toscano etc. etc"
Una volta, quando ero ragazzino, ascoltavo l'Inno di Mameli e un brivido mi scorreva lungo la schiena.
Oggi non più.
A volte mi chiedo cosa sia cambiato. E le risposte sono tante.
La prima l'ho scritta su questo blog tante volte: l'Italia é un paese diviso, lacerato. Nord contro Sud, Destra contro Sinistra, Padani contro Romani.
Difficile esserne orgogliosi.
La seconda é che siamo un popolo di scarso senso civico. Non rispettiamo le leggi, evadiamo le tasse, saltiamo le code e buttiamo i mozziconi per terra.
La terza, checché ne dica Mr B., la criminalità organizzata in Italia é ancora un problema. Anche perché si é sicuramente infiltrata nel Parlamento. Finché manteniamo, in senso lato, 945 deputati e senatori mal selezionati, rimane alta la possibilità per le organizzazioni mafiose di reclutarne qualcuno.
E non é colpa di Saviano.
La quarta. L'Italia é un paese che non progredisce più. Abbiamo perso o delegato ad altri paesi la leadership politica, economica, culturale, scientifica.
Nonostante ciò, vivo in Italia e sento la necessità di dare il mio contributo, in qualsiasi forma.
Non mi preoccupa essere un Patriota, perchè si può essere patrioti anche sotto un regime dittatoriale, il che non mi renderebbe fiero.
Mi preoccupa invece il futuro dei miei figli e, finchè vivrò in Italia, nutrirò la speranza di un nuovo Rinascimento.
Avvertenza 1
Dopo aver letto alcuni post, consiglio ai lettori troppo legati alle tradizioni nazionali di saltare questo insulso post. Non scherzo affatto. Non e' mia intenzione sostenere con forza questa posizione. E' semplicemente un mio pensiero molto rigido (la mia posizione e' difficilemente modificabile). Pertanto, spero no flame.
Avvertenza 2
Se state ancora leggendo, avverto che di seguito il mio post sara' molto freddo, ma la ritengo un'analisi estremamente oggettiva.
Inizio post
Sottoscrivo il post di Authan, PaoloVe, Pale, ma estenderei il discorso alle feste nazionali.
In particolare, il mio pensiero va al 25 aprile, 2 giugno e simili che, IMHO, prima o poi spariranno. Si', hanno sempre meno carica emotiva. Un esempio: se vado a casa di mio nonno in quei giorni, in televisione non vede/si vede altro, e non si vedono altro che festeggiamenti. Cio' a senso?
Certo, dal suo (mio nonno) punto di vista, ma non dal mio. Per lui (e la sua generazione), i festeggiamenti sono un giusto onore/tributo, per me fiumi di denaro sprecato, che poteva essere risparmiato, anzi noi potremmo investire meglio quel tempo andando a rileggere gli ultimi capitoli di storia.
Ma questa considerazione e' utile?
IMHO, e' inutile, perche' la freccia del tempo ha una direzione, e sono sempre piu' il numero delle generazioni tra l'evento originario e quelle a cui e' affidato il ricordo, e ovviamente gli ultimi ricorderanno sempre con meno partecipazione gli eventi.
Qualcuno pensera': "E' disinteresse!!", oppure "Se non ci fossero stati i nostri padri non staremmo qui a parlarne". Di nuovo, cio' ha senso?
Secondo me no, in maniera estremamente obiettiva, si vive nel presente e non nel passato, che ci aiuta si' a capire il presente, ma molto poco a viverlo (intendo il quotidiano).
E non si vivra' meglio se continueremo a lodare il passato, con le noiosissime (sempre IMHO) manifestazioni militari.
Saluti,
sperando di non essere troppo off-topic.
@ viola:
non so, ho l'impressione di vedere una realtà diversa da quella che descrivi.
Credo che italianità significhi identificarsi in un insieme di eccellenze condivise,ed esserne in qualche modo partecipanti e contenti.
Andando con l'accetta (quindi il luogo comune è dietro l'angolo) e anche esagerando, quali sono le eccellenze nelle quali ci riconosciamo noi italiani?
Arte, cultura, cucina, calcio, il made in Italy?
Bene, vediamo come ci rapportiamo rispetto a queste cose.
Nelle nostre città nell'ultimo secolo è stato realizzato pochissimo di notevole in termini di architettura e di arredo urbano (per idiosincrasia ed ignoranza non parlo della pittura). In compenso il mancato rispetto di norme ambientali e paesaggistiche (e spesso del buonsenso) ha frequentemente compromesso la fruizione dell'esistente. Frequentiamo musei e pinacoteche (che abbiamo in abbondanza) meno di quanto facciano gli altri europei. Davvero l'amore per l'arte è un nostro marchio distintivo?
Siamo tra i lettori meno attivi in europa, e, con l'eccezione dei grandi eventi mondani, frequentiamo poco i teatri, pur essendo stati culla della musica e della lirica. Non va meglio al teatro di prosa, dove ormai i teatri stabili hanno enormi difficoltà a farsi programmare ed i cartelloni reggono su spettacoli di derivazione televisiva. La nostra cinematografia è ormai inconsistente, vive di cinepanettoni. Abbiamo una programmazione televisiva scadente. Davvero la cultura è un nostro tratto distintivo?
Esiste una cucina italiana o piuttosto esistono più cucine locali? Cos'ha a che vedere la cucina friulana con quella emiliana, con quella siciliana, pugliese o sarda? e siamo sicuri di poter parlare di eccellenza in un campo dove il gusto è soggettivo, va educato ed è influenzato dall'abitudine? (sono sicuro che un crucco che a colazione accosti lardo di colonnata e cappuccino possa avere delle perplessità sulla cucina italiana, viceversa personalmente trovo straordinarie le colazioni austriache a pane fragrante, burro ed affettati tiepidi...).
Del calcio non so che dire, sono juventino, capitemi... :-)
Quanto al made in Italy, possiamo considerare una nostra eccellenza qualcosa che ormai in gran parte scegliamo su cataloghi di ditte estere per rimarcarlo o poco più da noi? E questa l'eccellenza nella creatività che ci contraddistingue come italiani?
In sintesi, non è che l'italianità si è ormai limitata all'ammirazione di quello che siamo stati nel passato e che non riusciamo/vogliamo più essere?
Saluti
Paolo depresso
Vorrei adesso fare due domande, sotto forma di sondaggi, agli utenti del blog.
Giusto cosi, per capire come siamo fatti.
sondaggio (1):
Chi segue i "passaparola di Travaglio?
Sondaggio (2):
Chi va a guardare i link esterni degli altri utenti?
Daniele:
all'estero ci percepiscono forse male. Ma non per esperienza diretta, ma per ambient, per sentito dire. Quando invece ci conoscono quasi sempre cambiano idea!
Francesca
Il tuo toto-zanzara è sicuramente giusto.
Basta che non si butti tutto in caciara. Perchè è quello che si sta facendo. Si discute sull'immagine e sul teatrino mediatico che c'è dietro e avanti, senza mai andare all'essenza.
Fumo negli occhi. Se si deve parlare di Saviano bisognerebbe sforzarsi di di andare al cuore dei suoi interventi e libri. Invece troppo spesso si parla del polverone alzato e tutto si riassume in Saviano si Saviano no.
Ma si ppuò essere piu stupidi? Sono stanco. Anche di commentare Fede.
Basta. Basta davvero.
Sull'italianità.
L'unità d'Italia è un compleanno. Punto.
Si festeggia il compleanno di un proprio amico o parente mica quello degli estranei.
Allora chi in buona fede può dire che l'Italia non sia un parente e/o amico?
Bossi e i leghisti di sicuro, ma qualcuno di voi un po mi stupisce.
Può essere una componente positiva o negativa.
Dipende dalle esperienze.
Ma non possiamo dire che essere nati in Italia (come in qualunque altra nazione) influisca pesentamente sull'essere noi stessi. Ripeto, nel bene e nel male.
E' un caso, vero. Ma non è di poco conto.
Ognuno vede questa sorte come una fortuna o come una sciagura.
(chissa cosa avrebbe avuto da dire nessuno su questo!)
Essere fieri di una cosa che non si è scelti dipende moltissimo se questa condizione (l'italianità) sia stata positiva o negativa.
Solitamente se si è fieri di essere di essere italiani si è anche fieri di se stessi.
"Credo che italianità significhi identificarsi in un insieme di eccellenze condivise,ed esserne in qualche modo partecipanti e contenti."
condivido in pieno mentre sembra lasciare indifferente Authan.
Il fatto che molti italiani non partecipino ma si limitino ad ammirare senza riuscire più ad essere. non toglie nulla a quanti invece si sentino partecipi di questo spirito.
In quanto alle espressioni artistiche contemporanee, mi viene da sollevare un velo (non voglio dire però pietoso) su tutta l'arte dei decenni nostri, non solo italiana.
Come ho letto recentemente:
l'Ottocento aveva il romanzo, il Novecento il film, il 2000 gli spot.. e abbiamo detto tutto
La cucina italiana esiste eccome, pur nelle sue diversità locali, anzi è proprio grazie alla fantasia locale che si è potuta esprimere in tali e tante forme che nessun'altra cucina al mondo può reggerne il confronto
non deprimerti che c'è tanto di cui rallegrarsi
Marianos
i festeggiamenti, le ricorrenze sono uno stimolo, un invito a rileggere e re-imparare la storia.
Non vedo contraopposizione fa festeggiare e rileggere. Anzi trovo che ci sia sinergia fra queste azioni. Se non sai la storia che cosa caxxo festeggi? Ma se sai la storia è normale festeggiare.
Spero che certi festeggiamenti non siano MAI accantonati.
l'1 maggio ad esempio celebra dei fatti gravissimi, delle rivendicazioni sindacali finite nel sangue, avvenuti in America.
E' stupefacente e tristissimo che invece in America nessuno ricordi quei fatti.
Il primo maggio in America non è festa.
Non si festeggia in america perchè nessuno ricorda quei fatti? Oppure non ricordano perchè non festeggiano?
Ovvero è nato prima l'uovo o la gallina?
>Trovo che continuare a festeggiare sia una sorta di assicurazione che almeno qualcuno trovi la voglia di saperne di piu.
la forma d'arte che si ricorderà di questo periodo sono sicuramente le fiction.
Non sto scherzando. E' cosi. E' naturale.
Diciamo che solo poche hanno anche qualcosa di buono, di salvabile e di classificabile come arte.
Anche il cinema inizialmente non si è considerato arte.
E i libri?
Quanti dei libri che sono stati scritti in passato hanno a che fare con l'arte. Una parte infinittamente piccola.
Per i film e le fiction è la stessa cosa.
Verrano ricordate solo alcune che faranno "storia", quelle che hanno cambiato i paradgmi, quelle che hanno creato nuovi "stili" o categorie.
In Italia le Fiction sono veramente penose.
L'America riesce ad egemonizzare la cultura mondiale imponendo dei punti di riferimento.
Noi non siamo piu capaci.
Le nostre città, come quelle europee, hanno la peculiarità di avere un centro storico.
Per noi è una cosa scontata, ma per il resto del mondo non lo è affatto.
Quelle antiche mura e edifici ci trasmettono qualcosa, volenti o nolenti.
@ Viola:
Quando mi è capitato di andare all'estero, però, mi è capitato di vedere come altrove non sia proprio così. In Francia sono state realizzate cose come il Beaubourg, la Defense, la piramide del Louvre. A Vienna trovi le creazioni di Unterwasser. A Barcellona Gaudì. Nelle piazze di Colonia, Dusseldorf, Malmoe ed in generale del nord europa è facile trovare bronzi, sculture e fontane moderne.
E da noi?
Saluti
Paolo
@ Viola
"l'Ottocento aveva il romanzo, il Novecento il film, il 2000 gli spot.. e abbiamo detto tutto"
Non potrei concordare di più con la frase che hai letto... e allo stesso tempo "discordare" (si dice così? Bah!) di più con il tuo pensiero finale.
Anzi, a dire il vero non considererei i Duemila come il secolo degli spot. Anche se ciò fosse, siamo solo al secondo decennio del secolo. Diamoci appuntamento fra 90 anni per discuterne. Questo a rigor di logica.
Anyway, chi ha detto che passare dal romanzo al film allo spot sia una decadenza? Se parliamo di dimensioni, beh, allora dai tempi delle piramidi siamo andati solo indietro!
@ PaoloVE
Dovresti vedermi adesso: in piedi, cercando di applaudire il tuo penultimo post con i piedi (visto che sto usando le mani per scrivere).... una cosa difficile da fare ma te la sei meritata! ;)
Pale
OT: @ Francesco
Per quanto riguarda il confronto fra le fiction italiane ed americane ti do piena ragione. Io adoro Dexter, Flash Forward e molte altre. Le consiglio a tutte. Se però dovessi consigliare una italiana... beh... non ci resta che Don Matteo.... bleah!
OT: TOTOZANZARA, anzi no (perchè GC glisserà come sempre: MINIMIZATOR attivato!!)
"Ho risolto io la situazione" dice il nostro campione SB.
http://www.corriere.it/economia/10_maggio_10/chigi-napolitano-frattini_fd247162-5c1d-11df-92dd-00144f02aabe.shtml
Pale
Francesco, dipende da chi e' che va all'estero a rappresentarci ;)
naturalmente ci sono molti italiani che rendono onore al nostro paese, purtroppo ci sono altri che ci fanno fare delle ben grame figure...
OT: forme d'arte moderne - le fiction o serie.
le mie preferite:
weeds
friends
true blood
scrubs
come cartoni
simposons
south park
e molti altri
all'estero
ho convissuto con un israeliano
francese
tedesco
è stato un'esperienza bellissima
ma nessuno risponde ai miei sondaggi?
o non leggete proprio i miei commenti?
:-)
@ caroselli
...all'estero.... con un israeliano.... un esperienza bellissima....
carnale???
Fede sputa adosso alla gente.
Cruciani non ti risulata?
ecco qui il video
france
bastarda :-)
Cmq l'israeliano non era proprio il mio tipo.
Era la versione brutta di ben stiller!
Se proprio devo fare un esperienza omo Asaf non è nel mio tipo :-)
@ giuseppe
GC, non ci posso credere!
l'ascoltatore Stefano di Milano, (ripetendo tuttavia un po' troppe volte cagata e cagare, anche per i miei gusti che pure non vado tanto per il sottile!) Le dà del "destròrso = (agg.) diretto a destra, destrogiro", che pure qui, se è vero che Lei segue il blog, avrà trovato scritto parecchie volte.
Ma Lei non capisce, non perchè non afferra per problemi di audio o disturbi radio, nooooooooooooooo!
Non lo sa!
Infatti chiede a Stefano: "Mi scusi puo' ripetere? Per lei io sarei destronzo, perchè??????"
ahahahahhahah!!!
Eddai, mi dica che l'ha fatto apposta, complimenti, ha una mente davvero diabolica.
Bravo GC!
Cruciani-pensiero
Bondi è un fesso perchè il modo migliore di danneggiare "draquila" era tacere.
Invece ne parla e fa pubblicità al film.
sono basito e basaltico
@PaoloVE
...visti... ma onestamente: di che stiamo parlando?
Intendo nel confronto con quello che l'arte ha dato in passato. Non metterei sul piedistallo tutti i paesi che hai citato, rispetto all'Italia, per queste grandi opere d'arte.
ma anche questo, come il cibo è soggettivo, immagino.
posso condividere (oggi ho abusato di questo termine) il tuo sconforto generale, ma quello particolarmente diretto verso l'Italia, no. Non se si basa sugli esempi che hai portato.
Tengo esclusa dal discorso la non-serietà della politica italiana, quella sì è una catastrofe
@ caroselli
scusa caro, credevo che dopo aver visto Ibra e Piqué teneramente allacciati per mano....avessi deciso anche tu di fare coming out!
anch'io ho un amico israeliano, di quelli illuminati che non considerano i palestinesi tutti alla stregua di terroristi di Hamas,
@ N+A delle 16.24
e quando commemorano la battaglia di Legnano, quella dell'anno millecentoerotti, del carroccio, del barbarossa, i comuni....?
ahahahahha!!!
Che pagliacci.... ce l'han su con l'Italia unita ma la grana la prendono anche loro da li, che in padania non hanno abbastanza dané da mantenere un esercito di appoltronati ben accomodati in ogni ente, dal ministero alla comunità montana!
Poi pretendono di dar lezioni di risparmio a chi vuole giustamente onorare un appuntamento storico che appartiene a tutti, come il 150^.
bestieeeeeeeeeeeeeee!!
Caro Authan, grazie per questo tuo coraggioso post.
Mi sono trovato a fare un ragionamento sostanzialmente simile al tuo, quando le solite frasi "prima bisogna pensare al benessere di noi italiani, poi se avanza qualcosa si puo' pensare agli altri" sono diventate insistenti attorno a me.
Quello che ho pensato è che nessuno ha il merito di essere italiano, è una semplice causalità, e allora perchè qualcuno pensa di avere diritto piu' di altri alle risorse di questo paese?
L'italianità è a mio avviso un fattore culturale piu' che di nascita, e ci si puo' identificare piu' o meno con gli aspetti positivi e negativi di questa cultura.
Io, pur avendo sempre guardato con simpatia al nostro carattere estroverso, mi ritrovo sempre piu' spesso a lodare la civiltà e la correttezza di altri popoli, e sotto questo punto di vista siamo indietro di secoli.
Quindi? Sono orgoglioso di essere italiano?
E' una domanda cui non so rispondere, l'orgoglio nasce da azioni proprie o dei proprio figli, perchè queste ultime i qualche modo sono comunque derivate da noi, non certo dai propri antenati ne' dai propri compatrioti.
Infine il calcio non ha nulla a che fare con l'orgoglio di essere italiani, è semplicemente il desiderio di far parte della gioia collettiva che procura una vittoria sportiva, e la necessità che spesso abbiamo di tifare per qualcuno, per puro divertimento.
Ciao, Bernard
due cose che ho qui sullo stomaco.
Adesso i telegiornali e i giornalisti seri si stanno occupando della notizia che vi ho linkato in anticipo sul fallito attentato a falcone all'Addaura.
Alla zanzara non se ne parla.
Forse Cruciani è piu intelligente di Bondi e per non dare "risalto" alla notizia non ne parla proprio.
Le rivelazioni sono da far tremare i polsi. Da farci chiedere seriamente se siamo in Stato Civile e di Diritto.
In realtà Cruciani non è cosi "diabolico" o cattivo, no lo cose sono piu semplici: è ignorante come una bestia (spero tanto che si offenda per questo insulto, se lo merita) sulla Mafia e ancor di piu non c'è fumo, non c'è polemica. Solo notizie interessanti...
CHE NOIA!
Un'altra cosa che mi preme dire è che se non si puniscono severamente i poliziotti picchiatori le fila degli ultras violenti avranno sempre qualche "ma" da dire.
Siccome è risaputissimo che la celere è piena di fascistoidi frustrati che non vedono l'ora di menar le mani, se qualcuno di loro è pizzicato in fragranza deve essere sbattuto fuori dalla polizia e pagare DI PIU di un normale cittadino.
E' inconcepibile che chi dovrebbe proteggere invece delinqua.
Vale per i celerini e per i vari ufficiali di polizia e servizi segreti (vedi la prima notizia)
Seguite le ultime sulle stragi e i fatti di Mafia su
www.19luglio1992.com
Incredibile in Germania.
La Merkel deve rinviare i tagli alle tasse perchè ha perso le elezioni e I TAGLI DELLE TASSE SONO IMPOPOLARI FRA I CITTADINI.
????
Aiuto.
Spiegatemi!
PS- le mafie comandano tutto il mercato del trasporto degli ortifuttricoli in italia. Interessa?
Leggende gli articoli di Galullo lo si già poteva sospettare, ma si sa sono cosi noiosi.
Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.
Paolo Borsellino
«La lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolga tutti, che tutti abitui a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza»
P. Borsellino
PS- Visto che non rispondete ai sondaggi devo dedurre che non leggete i miei commenti... tranne Francesca (che cmq non risponde al sondaggi).
Comincio io:
(1)si
(2) Si
e per il due aggiungo anche che a volte li trovo bellissimi, coe ad esempio il link sulla camporella di Michele. (ho passato 20 minuti a vagare su nonociclopedia...che risate!)
Soccia, anche Crux non ce la può fare.
Ricordo che Michael Moore è andato a Cannes, "sputtanando" Bush e Co. ma nessuno ha gridato alla lordura del buon nome della nazione (e là nessun partito al governo si pulisce il c**o con la bandiera). E' cosa normale.. all'estero. Ormai qua siamo alla Banana Republic.
Cmq stas ho visto Draquila e per quanto efficace non potevo fare a meno di ripetermi che cm al solito non muoverà nulla. Gli unici a vederlo saranno quelli già "attenti" gli altri, nada.
OT
Li voglio vedere adesso i cravattini verdi scagliarsi contro i vescovi che bocciano il federalismo fiscale!
Quelli che sono i soli portatori dei valori cristiani, quelli che tengono la RU486 a marcire nei magazzini piuttosto che distribuirla!
@ viola:
fermo restando che in campo artistico ci si riferisce a valutazioni soggettive, i miei esempi volevano essere un confronto tra diverse realtà nel presente (mi riferisco sostanzialmente all'ultimo secolo), dove purtroppo mi pare che, come italiani, stiamo mancando...
Sul passato non vedo confronto nemmeno io, ma non è il passato che contribuiamo a partecipare e costruire...
Saluti
Paolo
@ francesco.caroselli
non posso che essere d'accordo con te sul fatto che vivere con persone di altre culture e' un'esperienza eccezionale, ed aggiungerei che ti apre la mente, e che ti fa maturare parecchio.
io ora vivo con due spagnoli, un'inglese e una tedesca. L'idea di tornare in Italia, non mi sfiora neanche da lontano ;)
PaloVe
io mi interesso di architettura..
e non è affatto vero che non vi sono opere e artisti degni di nota.
Amche in >Italia.
Ricordaimoci che l'arte ora deve far presa sul lato "economico".. i mecenati ricconi sono pochi... e quei pochi che ci sono son molto cafoncelli...va da se che la qualità dell'opera un po ne risente.
Cmq assolutamente in architettura non si può dire che ci sia stata una flessione delle eccelenze.
Si puo invece dire che si è costruito tanto, forse troppo, e la qulaità media è diminuita..
@ francesco.caroselli:
per il sondaggio:
1) no
2) solo gli articoli
saluti
Paolo
Non condivido l'orgoglio italiano quando si rifà a modelli del passato che, in fondo, con la nazione Italia non hanno molto a che vedere. Dante, Michelangelo, Leonardo, Giotto etc etc, in fin dei conti hanno operato nella penisola italica, ma non hanno niente a che vedere col tricolore. Quanto dice Authan circa l'essere un cittadino del mondo nato in un punto preciso del pianeta vale nello spazio, ma anche nel tempo. L'orgoglio tricolore guarda molto al passato, alle eccellenze che hanno segnato l'antica Roma così come il Rinascimento, ma da 150 anni a questa parte la storia di questa nazione in cosa può davvero specchiarsi con orgoglio? Nel retorico Risorgimento? Penso al Gattopardo. Forse la Prima guerra mondiale, comunque macchiata di fiumi di sangue versato da generali arroganti e incapaci. Il trentennio? Forse il dopoguerra. Ma da lì in poi è un susseguirsi di episodi opachi, omicidi eccellenti, storie di mafia e di tangenti, collusioni e porcate varie.
Poi, quando Francesco dice che l'italiano si riconosce all'estero, purtroppo ha ragione. Sarà un mio limite ma quando varco i confini verso nord (già solo con la Francia) mi prende sempre un irritante senso di inferiorità, insomma saper cucinare la pasta non è sufficiente a sentirsi orgogliosi, c'è tutto il resto: saper costruire le strade, saper guidare, rispettere gli spazi, i turni...le regole insomma.
Allo stesso modo mi urta tantissimo quando i TG commentano incidenti all'estero soffermandosi solo sulla morte degli italiani. Attentato a Kabul, morti tre italiani, e via con servizi su vita morte e miracoli dei tre, poi quasi casualmente scopri che nello stesso attentato sono morti anche una settantina di afgani. Non ha alcun senso.
Abbiamo la Cappella Sistina, che tutto il mondo viene ad ammirare, ma anche architetti come Piano e Fuksas che realizzano meraviglie moderne all'estero.
Come donna sono fiera di essere italiana non ho complessi di inferiorità quando mi trovo all'estero e nessun senso di inadeguatezza.
I modelli positivi servono a migliorarci e a pungolare le ns. aspirazioni.
A mia figlia adolescente che studia lingue cito sempre ad esempio Irene Tinali, premiata dal World Economic Forum come "Young global leaders" (con soli altri due giovani italiani, uomini, su un totale/mondo di circa 200 premiati) per "le doti professionali, impegno nella società e potenziale contributo a dare forma al futuro del mondo".
Ha scritto:
"Talento da svendere. Perché in Italia il talento non riesce a prendere il volo"
Mentre il sistema politico ed economico appare sempre piú fermo, una larga parte della società italiana sente crescere il bisogno di esprimere il proprio talento, di uscire dall’opacità, di immaginare un futuro piú brillante. E’ da queste energie che l’Italia deve ripartire. Perché il compito di un paese moderno e avanzato è quello di sostenere i propri cittadini non solo nel momento del bisogno, ma anche nella realizzazione delle proprie ambizioni e delle proprie potenzialità.
la cosa che piu fa ridere e impazzire gli stranieri è la gestualità degli italiani.
Solo all'estero mi sono reso conto che mentre parlo le mie mani vagano irrefrenabbili.
Mi guardano le mani! E' avevano un'aria stupita!
Cmq all'estero mi sono sempre trovato bene.
E' vero che c'è qualche italiano che si comporta male..
ma siamo nella media.
Solitamente conoscendo realmente un italiano gli astranieri abbandonano lo stereotipo e apprezzano la realtà.
A kappe.
Anch'io mi vergnogno delle stragi e dei misteri italiani...
ma se tutti se ne fregano delle porcate... e gli unici ad alzare la voce solo i parenti vittime delle barbarie, non abbiamo chances di avere uno stato pulito.
L'offesa alla verità è l'origine della catastrofe.
franesca
Su Piano OK ma Fuksas è veramente una capra.
Non per niente uno è ingegnere e l'altro architetto. (sto scherzando ovviamente)..anche se Fuksas proprio non mi piace perchè crea solo forme "belle")
paolove
è un vero peccato non ascoltare travaglio
perdi molto
opinione personalissima
x il sondaggio:
Seguo i link proposti quasi sempre, dipende dal momento e dal tempo. Quello che piu` mi interessa naturalmente e` il post di authan e relativi commenti.
La rubrica di travaglio la seguo raramente, ma essendo un lettore del FQ rischio di ripetermi!
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