martedì 6 ottobre 2009

Le ombre del Project Financing

Non si può sempre santificare il Presidente della Repubblica”. Prendo per buona questa frase pronunciata ieri alla Zanzara da Giuseppe Cruciani, che ha giudicato “impropriol'accenno anti ponte sullo stretto del Presidente Giorgio Napolitano, per esprimere anch'io una critica, non sul ponte, ma sulla promulgazione dello scudo fiscale, al capo dello Stato. Anzi, lo lascio fare alle parole (pubblicate ieri dal Corriere) di una signora non più giovanissima, un po' eccentrica, che assomiglia vagamente alla Maga Magò, ma che rappresenta da sempre un mio mito personale: Margherita Hack.


Hack


So bene che secondo illustri opinionisti di cui ho la massima stima (si veda ad esempio il pezzo di Carlo Federico Grosso sulla Stampa di ieri e quello di Vittorio Grevi sul Corriere, sempre di ieri) il Presidente non aveva alternative. Però registro anche l'opinione diversa, sul Fatto di oggi, di Bruno Tinti. E comunque, al di là di ogni formalismo, mi piace pensare al capo dello stato come a qualcosa di più di un ratificatore senz'anima e senza coscienza. Lo scudo fiscale grida vendetta, che Napolitano se lo faccia scivolare addosso un po' mi incupisce.

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Il contributo multimediale oggi lo metto a metà post, perché poi lascio la parola al prode Paolo.


Terence Trent D'Arby, "Sign your name" (1987)





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Vi lascio dunque a Paolo, che, collegandosi alle polemiche sul ponte di Messina (tema che ciclicamente torna, come è successo ieri, a fare capolino alla Zanzara) ci dice la sua sul Project Financing. Prima di farmi da parte, però, segnalo un articolo di Cruciani apparso oggi sul Sole 24 Ore. “Il ponte non torni a traballare” dice il Nostro.

[Da qui in giù il testo è a firma di Paolo]

Prendo spunto dalle dichiarazioni di Altero Matteoli in calce ad un articolo su Repubblica.it. Il ministro delle infrastrutture afferma di non avere “a disposizione la cifra per costruire il ponte nella cassaforte del ministero. Il ponte si costruisce attraverso il Project Financing, attraverso i privati e quindi non è che quei soldi si possono dirottare per mettere in sicurezza il territorio”.

Ancora una volta vedo proporre l'idea che il Project Financing (d'ora in poi PF per brevità) sia il modo di realizzare le opere senza gravare sul bilancio dello Stato. Il che è falso all'ennesima potenza.

Il PF è solamente uno strumento gestionale per cui lo stato concede ad un gruppo imprenditoriale di realizzare e gestire per (normalmente per qualche decennio) una struttura, diciamo un ospedale (ma potrebbe essere un'autostrada, una scuola, …) concordando preventivamente il pagamento di un canone / pedaggio / bolletta, impegnando quindi lo stato al pagamento di un canone per un certo numero di anni a venire. Ci dicono che il gestore si ripaga con i costi della manutenzione. Non ci dicono di quanto i prezzi siano ricaricati.

All'atto pratico, con un PF, quando lo stato ha bisogno di un ospedale ne concede progettazione, realizzazione e gestione (della manutenzione, della climatizzazione, della mensa, della lavanderia, …) ad un concessionario privato. Il canone sarà dato dalla somma degli utili del concessionario, dei costi di progettazione, di quelli di gestione dei servizi dati in concessione, del capitale investito dal concessionario nella realizzazione delle strutture e dagli interessi che su questo maturano. Esattamente dalle stesse voci di spesa che lo stato dovrebbe assumere singolarmente per effettuare ognuna delle stesse attività.

Quindi, direte, in sostanza non cambia nulla se il progetto viene portato avanti con meccanismi tradizionali o con un PF. Bestialità sesquipedale! E vi spiego subito il perché.

Sia lo stato che il concessionario sceglieranno la banca che fornisce il miglior finanziamento, nonché il progettista, i costruttori ed i gestori che forniscono il miglior rapporto qualità / prezzo in ogni specifico campo. Ma lo Stato lo farà nell'ottica di ottenere i MIGLIORI SERVIZI CONTENENDO LA SPESA, il concessionario privato (ovviamente e giustamente) lo farà in quella di garantire nei limiti contrattuali i SERVIZI MINIMI MASSIMIZZANDO IL PROPRIO UTILE. E già qui la differenza è enorme.

Ma lo strumento PF ha una valenza ed una connotazione negativa ancora più forte. Nella "gestione tradizionale" a valutare l'offerta del mutuo sarà una direzione amministrativa ed un controllo di gestione, ad analizzare il progetto e controllare lo svolgimento dei lavori sarà un ufficio tecnico, a scegliere i fornitori e controllare l'operato di (per dire) mense, lavanderie, etc. sarà un ufficio servizi alberghieri, e così via. Cioè per ogni attività opererà un interlocutore che si suppone sia competente in quel campo, che potrà almeno periodicamente (le durate degli appalti di servizi devono essere inferiori a 9 anni, per legge) rimettere in discussione quel singolo aspetto che non risulti funzionante, senza che l'intero sistema si blocchi e in una condizione di rapporti di forza in cui la parte pubblica ha un peso importante.

Nel PF invece aspetti finanziari, progettuali, tecnici e gestionali vengono mescolati, impedendo una analisi approfondita dei singoli aspetti da parte di un interlocutore competente, e pongono la parte pubblica in condizione di debolezza derivante da una approvazione preliminare di un progetto (la domanda del concessionario: -Prima di andare avanti con i lavori, siamo tutti d'accordo che questa struttura è adeguata?- diventa l'affermazione –Avevate concordato che la struttura andava bene così, se non funziona non può essere colpa nostra.-) e poi da un monopolio di fatto in cui il concessionario ha il ruolo del monopolista (Non ti piace l'ospedale e come funziona? rescindiamo il contratto. Se te lo vuoi comperare mi paghi la quota capitale e te lo gestisci da domani -ma non hai i soldi ed il know how per farlo- se no trasferisci l'attività in un altro ospedale -che però chiaramente non c'è se no non venivi da me a fartelo dare- …).

Senza contare che nulla garantisce che in un PF assieme ad un'ottima banca si presenti un buon progettista, un costruttore mediocre e un gestore scadente, mentre nella gestione tradizionale lo stato operava per garantirsi il miglior rapporto qualità / prezzo in ogni campo.

Insomma con il PF si realizzano opere almeno potenzialmente meno controllabili, meno gestibili, meno funzionali e più care, indebitando comunque sostanzialmente lo stato alla stessa maniera.

Qualcuno dirà giustamente che spesso lo stato non ha degli interlocutori competenti in grado di gestire i singoli processi della gestione tradizionale. E' verissimo, ma paradossalmente è un argomento a sfavore del PF, in quanto se un interlocutore non è in grado di gestire un processo mediamente complesso, lo sarà ancora meno di gestire un processo molto complesso come un PF che di processi medi ne può integrare decine. E' sbagliato confondere l'inadeguatezza della struttura con quella dello strumento.

Allora perché si preme moltissimo perché le opere pubbliche vengano realizzate attraverso PF? La risposta è la stessa che avevo già dato in un paio di altri post: perché risponde alle esigenze di una "casta" politica ed imprenditoriale ben specifica.

Immaginate di essere un imprenditore: preferite essere più o meno controllato? Preferite trattare da una condizione di forza o di debolezza? Preferite rischiare di rispondere delle vostre inadempienze oppure nella sostanza fregarvene? Preferite portarvi a casa una rendita per pochi anni o per qualche decennio? Il PF è lo strumento che realizza i vostri desideri.

Immaginate di essere un politico: come fare a privatizzare anche settori che in Italia non sono ancora considerati privatizzabili come la sanità? Come fare a evitare di rispondere di inefficienze nel pubblico? Come fare ad aggirare vincoli di bilancio? Il PF è lo strumento che realizza i vostri desideri.

Saluti,
Paolo


12 commenti:

francesco.caroselli ha detto...

I PF è in poche parole:
Il privato che costruisce con i soldi pubblici.
Una figata.
A parte la penale... nel contratto c'è un limite di spesa?
Perchè qui al sud funziona così:
Bisogna fare la Sa-Rc e i soldi arrivano come un fiume in piena....
ma di lavori veramente pochi...
E' come cerchare di riepire una vasca da bagna con lo scolapasta.
I soldi possono anche arrvare ma poi si perdono in tutti i buchi di sistema.
Con il PF mi sembra tutto ancora piu oscuro.
E continuo a pensare che non sia una questione di metodo.
La questione è ambientale-sociale...in una zona cosi non c'è una sola possibilità che i fondi pubblici non siano depredati.
Non per niente hanno impedito le intercettazioni.

PS- @ matteo, Anch'io ho sentito Giannino...da vomito! ....come rimpiango i tempi in cui c'era diego cugia!

Paolo l'appaltatore ha detto...

@ francesco.caroselli:

innanzitutto mille scuse per il post mooolto oversize (non sono riuscito a sintetizzare di più)e grazie ad Authan per la pazienza con cui mi pubblica.

Come con qualsiasi altro strumento gestionale i limiti di spesa sono previsti, ma il loro aggiramento è possibile e spesso anche facile utilizzando varianti in corso d'opera: in sintesi, durante la realizzazione o la gestione ti accorgi che qualcosa non funziona o non funzionerà, dichiari che le tue esigenze sono cambiate (no, non puoi dire che non va bene, il concessionario ti ha già fatto approvare il progetto preliminare e hai detto che funzionava, ricordi?) e chiedi al concessionario di apportare alcune modifiche / estensioni che lui ti prezzerà a parte...
Entro il 20% di scostamento è legale (ed anche ragionevole che sia così) farlo senza interpellare altre ditte per ulteriori gare.

Ci sarebbe molto di altro da dire: ad esempio è interessante anche ragionare su come verrà gestita la manutenzione della struttura in prossimità della scadenza della concessione: perchè non dovrei ridurre l'attività manutentiva se sto per andarmene? e così facendo in quali condizioni lascerò la struttura al cliente?

Saluti

Paolo l'appaltatore

Anonimo ha detto...

il link all'articolo di Bruno Tinti non funziona

authan ha detto...

Grazie maurizio, ora ho sistemato.

(Non vorrei che sul sito della rassegna stampa della Camera i link diretti ai pdf siano volutamente "non stabili", nel senso che per prevenire gli hotlink li rendono in qualche modo dinamici nel tempo. Mah...)

Ciao,
authan

Anonimo ha detto...

Ciao Paolo: l'eventuale penale paventata da Cruciani non dovrebbe essere pari al mancato utile d'impresa (di solito il 10% del costo dell'opera + eventuali lavorazioni già realizzate)?
Credo sia eccessivo equiparare la penale al costo dell'intera opera. Ovviamente non conosco i termini del contratto del Ponte ma credo che una penale equivalente al valore dell'opera sia assolutamente vessatoria. Ergo Cruciani ha detto l'ennesima cavolata come suo solito da buon pressappochista.
Pasquino

francesco.caroselli ha detto...

cmq oi alla fine le dimissioni di de magistris sono passate sottobanco...
e si tiene il "parole parole" che gli ha dedicato il crux

Paolo il giustiziere ha detto...

@ Pasquino:

non conosco l'ammontare della penale, ma era emerso (credo in una puntata di report di qualche tempo fa) che era stata scelta volutamente elevatissima dallo stato per bruciarsi i ponti dietro (fa un po' tu come siamo ridotti...).

@ fracesco.caroselli:

dio perdona, io no: sto ancora aspettando che spieghi che razza di essere è Blondet, uno pseudo giornalista che aveva ospitato vari mesi fa, le scuse dovute a De Magistris, l'intervista a Santalmassi. In alternativa abbiamo avuto Mughini, Sgarbi e Buzzanca.
E si che fino a qualche tempo fa della trasmissione gradivo molto la qualità degli ospiti...

Saluti

Paolo il giustiziere

francesco.caroselli ha detto...

gli ospiti culturalmente piu "dotati" sono stati
-"rocco siffredi...e qui le battute si sprecano

-umberto smaila....

Poi ovviamente ci sono le marchette verso i libbri dei sui amici...vedi il libbro di mughini...lo invitò diversi mesi fa per farglielo presentare...e anche l'ultima puntata ha ricordato come tenga il libro mughiniano affianco il comò....

Crux da i retta a me: ci sono letture migliori!

Matteo da Pescara ha detto...

propongo di radiolondrare tutti i vari pappagalli del PDL che urlano al "golpe" e al "progetto eversivo"...ma già immagino che cruciani non lo farà; certo, "anche un premio pulitzer può dire stupidaggini sesquipedali", ma è altrettanto certo che qualsiasi cosa esca dalla bocca di un esimio Cicchitto, di un illustre Gasparri o di un autorevole Capezzone faccia invece parte del "teatrino della politica" e passerà sottotraccia...

Matteo da Pescara ha detto...

Aggiungo una considerazione su Mughini il quale ieri ha detto cosa sulla quale concordo ed un altra sulla quale sono in disaccordo.
Parto dalla prima: basta con la storia della "giustizia ad orologeria" prontamente rispolverata dai pappagalli di cui sopra. In qualsiasi periodo esca una qualsivoglia sentenza su Papi si grida allo scandalo. Domanda: in che giorno deve uscire una sentenza per far si che non sia definita "ad orologeria"?
Sono invece in disaccordo con Mughini riguardo le considerazioni su DiPietro. Se si fa professione di anti-antiberlusconismo non si può criticare l'italiano di DiPietro senza contraddirlo sul piano politico, altrimenti si utilizza un piano di critica equivalente a quello usato dagli anti-belusconiani...insomma,si diventa a tutti gli effetti un "anti-dipetrista"

gianpaolo ha detto...

Caro authan a tempo debito sarai processato come collaborazionista, per aver consegnato melle mani dello squadrista Cruciani la povera Margherita Hack!

authan ha detto...

x gianpaolo:

Nella statistiche ho una connessione al blog da radio 24 intorno alle 18:38. Ma e' sicuramente un caso :-))


x Matteo

Hai fatto bene a parlare di Mughini, che io a questo giro ho lasciato perdere. Sottoscrivo al 100% il tuo commento, Mughini ha detto alcune cose interessanti e condivisibili, ma su altre ha debordato alla grande.

Pe dirne una, per quanto criticabile possa essere Di Pietro, dargli del "subumano" non e' accettabile. E mi spiace che Cruciani, sempre cosi' attento con i semplici ascoltatori che superano certi limiti, abbia fatto finta di nulla.

authan