Nella Zanzara del 28 febbraio, Cruciani ha citato passi di un articolo di Piero Ostellino, editorialista del Corriere della Sera, che commentava la vicenda del ritrovamento dei fratellini di Gravina.
Ostellino (definito “acuto” da Cruciani), riferendosi in particolare alla situazione del padre dei fratellini, da mesi in custodia cautelare, scrive: “L'esposizione prolungata dell'indiziato all'avvenimento minaccia di distruggerne l'immagine e, probabilmente, già l'ha distrutta. La verità mediatica, in questi casi, rischia di apparire più forte di quella vera”.
Nel medesimo articolo, Ostellino pone l’accento sulla “stretta correlazione fra il sistema giudiziario e quello mediatico che sta diventando tale da rendere sempre più difficile capire dove finisca l'uno e incominci l'altro e viceversa”, per poi concludere che la semplice soluzione alla questione sarebbe quella di “scindere la fase istruttoria e investigativa, rigorosamente coperta da segreto, da quella giurisdizionale e dibattimentale, aperta invece al pubblico”.
Nella Zanzara del giorno successivo, Cruciani ha addirittura ospitato telefonicamente Ostellino per fargli ribadire gli stessi concetti.
Sentito a voce, Ostellino mi ha fatto una pessima impressione: scarsa destrezza nell’argomentare, superficialità, tendenziosità. Pertanto ho deciso di rileggermi l’articolo e di commentarlo.
Ebbene, io non sono affatto d’accordo con Ostellino, e, di riflesso, con Cruciani che lo ha apertamente appoggiato. L’impressione netta è che Ostellino mischi arbitrariamente le carte (ovvero la qualità -scarsa- del lavoro di indagine svolto dagli inquirenti del caso Gravina e l’eco mediatica che da tali azioni ne è scaturita) in modo strumentale al solo scopo di perorare la sua tesi, non nuova, secondo la quale bisognerebbe ripristinare un ferreo segreto istruttorio.
Ma scusate… Se anche la fase istruttoria fosse stata coperta dal più assoluto segreto, in che modo si sarebbe potuta nascondere ai media (neanche fossimo in URSS o nella DDR) la custodia cautelare del padre dei fratellini? In che modo il segreto istruttorio avrebbe giovato ad evitare la gogna mediatica? Un conto è la qualità del lavoro istruttorio, un conto è l’eco mediatico. Ma non potrà essere il segreto istruttorio a far diventare più capaci gli investigatori del caso di Gravina.
Inoltre non si può non far presente che la cura proposta da Ostellino sarebbe molto molto molto peggiore del male, in quanto ci riporterebbe indietro di vent’anni, in epoche in cui insabbiare inchieste era estremamente più facile che non adesso. Che sia un giornalista ad auspicare questo è per me francamente sconcertante.
lunedì 3 marzo 2008
L'acuto Ostellino e il segreto istruttorio
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2 commenti:
Qualcuno ha pensato di informare in diretta Cruciani sull'esistenza di questo blog? Parteciperebbero molte più persone!
Come ho scritto in un commento al primo post ("Il manifesto di questo blog") io ho difficoltà logistiche ad intervenire in diretta.
Se qualche lettore vuole seguire il consiglio di robegue mi farà un gran favore.
Authan (autore del blog)
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