Non c’è stato un tema dominante alla Zanzara di ieri. Il tempo è stato più o meno equamente diviso tra spazzatura napoletana (ce ne libereremo mai?), pacchetto sicurezza (se ne parlerà meglio stasera, credo), querelle inceneritori (bellissima la lettera di Veronesi a Grillo), e dichiarazioni del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, sul gay pride. Ed è proprio quest’ultimo l’argomento sul quale vorrei soffermarmi.
Due righe di riassunto. La Carfagna in sostanza dice: niente patrocinio del ministero per il gay pride nazionale. Innanzi tutto perché gli omosessuali non sono discriminati, e poi perché tale manifestazione ha lo scopo di rivendicare il riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni, cosa che il governo non condivide.
Di seguito sintetizzo l'opinione di Cruciani: si patrocinano tante manifestazioni, perché non patrocinare anche il gay pride? Non farlo è politicamente sbagliato. E’ vero però che non c’è discriminazione verso i gay, i quali, in linea generale, si possono considerare integrati nella società.
Curiosamente, io la penso esattamente all’opposto rispetto al conduttore della Zanzara: secondo me non c’è ragione che il governo sponsorizzi il gay pride nonostante ci sia ancora discriminazione e l’integrazione sia insufficiente.
Andiamo con ordine, e cominciamo dal patrocinio al gay pride da parte del ministero. Secondo me non ci deve essere, ma non certo per le ragioni espresse dalla Carfagna. Il punto è che se il gay pride fosse organizzato come un convegno dove si discute serenamente e proficuamente del tema omosessualità, allora sarebbe una cosa seria (da patrocinare). La carnevalata per le strade, invece, è solo esibizionismo, che non serve a nessuno
Passiamo alla discriminazione. Cruciani sottolinea che tale parola ha un significato ben preciso: significa “non ottenere un posto di lavoro, essere esclusi da una graduatoria, ecc.”. Cruciani, cioè, si sofferma sul piano legislativo. Bene, rimaniamo pure su tale piano. Il fatto che due persone dello stesso stesso, legate da vincoli affettivi, non possano, per legge, formalizzare il loro rapporto in un’unione civile riconosciuta dallo stato non è forse inquadrabile come discriminazione? Secondo me sì, e, sebbene non sia certo un'emergenza nazionale, tale discriminazione rimane un fatto vergognoso.
Leggi a parte, esiste poi un piano esistenziale che non va sottovalutato. Quando Cruciani minimizza, dicendo che “c’è integrazione”, secondo me sbaglia. Come ha spiegato bene l'ascoltatore Ignazio in diretta, maldicenze, isolamento sociale, pregiudizi, sono ancora all'ordine del giorno. Se è vero che passi avanti rispetto al passato sono stati fatti, siamo ben lontani da un livello di integrazione paragonabile a quello presente negli USA.
Per chiudere, una nota di colore. E’ curioso che, oltre a quella di Marco Travaglio, sulla Zanzara aleggi perennemente la figura di Filippo Facci, il quale viene menzionato almeno una volta quasi ogni puntata.
Non che io ci trovi niente di male, sia chiaro. Solo vorrei suggerire a Cruciani di non limitarsi a dire, su un certo argomento, “la penso come Filippo Facci”, senza poi spiegare, anche solo in due parole, il Facci-pensiero (mica tutti hanno sempre presenti i punti di vista dell’opinionista del Giornale e del Riformista, no?). Ieri è successo - e non è la prima volta - mentre si disquisiva sulla competenza della Carfagna. Per la cronaca, Facci sostiene che la Carfagna non è qualificata per il ruolo che le è stato assegnato.
Ad ogni modo, per chi, come me, prova interesse nel leggere tutti gli articoli di Facci (raramente ne condivido i contenuti, ma, come ho detto ripetutamente, amo soffermarmi su cose che non mi piacciono perché mi fanno riflettere), consiglio di visitare periodicamente il sito web Macchianera.
mercoledì 21 maggio 2008
Pride (In The Name Of Love)
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4 commenti:
Ennesima e mail inviata a Cruciani questa mattina
Per l'ironico dott.Cruciani (vedere le sue dichiarazioni ieri sera su Di Pietro!!!).
Ma naturalmente Travaglio racconta solo verità parziali. L'unico che raconta la "vera" verità è il dott. Cruciani come ho ampliamente dimostrato. (insieme naturalmente a Facci e Ferrara!!!)
Chi tace acconsente??????
Emergenza sicurezza, la sua
di Marco Travaglio - 21 maggio 2008
Ora basta, con la cultura del sospetto si sta esagerando. Ma credete davvero che un giurista, un uomo di legge del calibro dell’on.avv. Niccolò Ghedini inserirebbe mai nel pacchetto sicurezza un codicillo di 13 righe che favorisce il suo cliente più illustre, Berlusconi? Ma andiamo, via.
È vero che l’idea di affidare il pacchetto proprio a lui, lasciando inoperosi i giureconsulti che impreziosiscono il governo - da Alfano a Calderoli, da Maroni alla Carfagna, senza dimenticare la Brambilla, esponente della scuola giurisprudenziale autoreggente - potrebbe ingenerare malignità. Qualcuno potrebbe persino malignare sul fatto che l’unica emergenza sicurezza che sta a cuore a Ghedini è quella del Cainano, imputato per corruzione giudiziaria del testimone Mills e per falso in bilancio, appropriazio- ne indebita e frode fiscale nel processo Mediaset. Ma, conoscen- do quel pezzo d’uomo dell’on. avv. siamo pronti a giurare che il codicillo che allunga i processi di un paio di mesi (nel testo iniziale erano addirittura 2 anni) per dar modo all’imputato di decidere con comodo se patteggiare anche a fine dibattimento e rinviare la sentenza del processo Mills a dopo le ferie, quando il reato sarà caduto in prescrizione, è stato studiato soltanto al nobile scopo di abbreviarli, i processi. E poi - come lui stesso ha osservato, ferito da tutti quei sospetti seminati da decine di esponenti dell’opposi- zione irresponsabile e malfidata (cioè da Di Pietro) - vi pare possibile che un presidente del Consiglio possa patteggiare? Che figura farebbe agli occhi della comunità internazionale,da sempre abbagliata dalla sua cristallina moralità, dalla purissi- ma innocenza, dalla immacolata reputazione? Sarebbe un colpo mortale. A parte il fatto che il processo si bloccherebbe anche se chiedesse di patteggiare Mills, qualcuno potrebbe obiettare che non sarebbe la prima volta che il Cainano chiede di patteggiare: il 27 giugno 1999, preceduto da una visita dialogante del fido Marcello Pera al procuratore D’Ambrosio, il Caimano travestito da agnello salì le scale del palazzo di giustizia di Milano per una presentazione spontanea, accolto dai pm Ielo e Greco. Consegnò un memoriale di sei pagine, con una prima, timida ammissione: nelle sue società c’erano state «carenze organizzative e apparenti difetti di trasparenza». Una rivoluzione copernicana per chi, fino al giorno prima, gridava al complotto, dipingeva il suo gruppo come un tempio di legalità e irrideva a ogni accusa dei pm («Fondi neri? Gli unici che conosco sono quelli delle tazzine da caffè»). Fuori verbale, lasciò capire di essere disposto a patteggiare, per il mare di fondi neri (1500 miliardi su 64 società off-shore nei paradisi fiscali) contestati nei processi All Iberian 1 e 2. Restava solo da stabilire il quantum. I suoi legali proposero meno di 3 mesi di reclusione, convertibile in una comoda pena pecuniaria di poche decine di milioni. Troppo poco, per la Procura: sia alla luce della gravità delle accuse, sia per l’impossibilità di accontentare l’illustre imputato. Per quei falsi in bilancio, quand’erano ancora reato, si partiva da una pena minima di 1 anno, che con le attenuanti generiche scendeva a 8 mesi; con l’ulteriore attenuante del risarcimento del danno, passava a poco meno di 6 mesi e, con il patteggiamento a 4. Ma, per trasformare il carcere (virtuale) in multa, bisognava scendere sotto i 3. Così la trattativa si arenò dopo qualche mese. E subito, come per incanto, l’agnellino tornò Caimano, riprese la guerra ai giudici e, rientrato a Palazzo Chigi nel 2001, sistemò la faccenda depenalizzando il falso in bilancio. Con una legge scritta anche da Ghedini. Ecco, oggi qualcuno potrebbe obiettargli tutto ciò, se ricordasse qualcosa. Ma per fortuna nessuno ricorda più nulla, e l’amnesia è il miglior viatico per il dialogo. Che, sia chiaro, deve proseguire. O vogliamo rischiare che entro l’estate, con tutti i problemi che già ha ereditato dalla sinistra - dai rom ai clandestini, dal buco nell’ozono alla monnezza, dall’Alitalia alla Costituzione, dal Codice penale all’Europa - quel pover’uomo venga pure condannato per corruzione di un testimone? Basta con gli attacchi strumentali del Pd all’avvocato Ghedini e al suo illustre cliente per l’ennesima legge ad personam. Qualcuno obietterà: ma nessuno, nel Pd, ha attaccato Ghedini e il suo illustre cliente. Appunto, ma non si sa mai. Meglio prevenire.
Ora d'Aria
Pacchetto sicurezza o pacchetto salva Berlusconi????
Ieri sera Cruciani ha letto parzialmente un mio messaggio sulla "norma ad personam" (sospensione per patteggiamento) dicendo che ne aveva già parlato la sera prima mentre in realtà aveva solo preso per il c...o Di Pietro. Da notare l'ennesima balbettata su Rete 4, argomento alquanto ostico per lui. Continua a far passare la sentenza della Corte di giustizia europea come una semplice "velina o forse un pizzino". Gli ho anche ricordato il maxi risarcimento che andrà a Di Stefano, ma... silenzio tombale!!! Novità del giorno, c'è già anche un emendamento del nuovo governo per aggirare la sentenza e salvare Rete 4. Alla faccia di quelli che dicono che Berlusconi è cambiato.
La più bella, fulminante come una vignetta di Vauro o di Altan, è quando gli ascoltatori lo chiamano, sbagliandosi di poco, dottor Forbice.
Malizioso, caro anonimo, ma con quel "sbagliandosi di poco" mi hai strappato una grassa risata :-)
ciao,
authan (autore del blog)
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