mercoledì 28 maggio 2008

L'anima del pistolero

Interessante, anche se non certo inedito, il tema dominante della Zanzara di ieri. Partendo dai fatti di Fucecchio, dove un imprenditore ha ucciso un ladro che si era introdotto in casa, si è discusso su cosa possa rientrare nella sfera della legittima difesa e su cosa no.

Non è semplice ricostruire l’esatta opinione di Cruciani in proposito, in quanto egli ha sparso vari mini-commenti qua e là lungo tutto l’arco della trasmissione. Tuttavia, credo che una buona sintesi generale, riferita ad un ipotetico scenario analogo a quello di Fucecchio, possa essere la seguente:

Senza arrivare a dire che, indipendentemente da tutto, una persona può, in casa propria, sparare legalmente un numero indefinito di colpi contro uno sconosciuto sorpreso ad essersi illecitamente introdotto, nel momento in cui, dalle indagini e dai rilievi degli inquirenti, risulta chiaro che lo sparatore ha agito per proteggere la propria incolumità, e tenendo conto del fatto che chi viola una proprietà privata lo fa conscio di incorrere nel potenziale pericolo dato della reazione del proprietario, l’iter giudiziario che lo sparatore si ritrova poi a dover subire dovrebbe essere snellito, per non dire azzerato.

Messa così, condivido il concetto. Però, sarebbe stato meglio se un paio di elementi fossero stati approfonditi e precisati con maggiore chiarezza. Ci provo io.

Facciamo un esempio, non riferito ad alcun caso reale. Il proprietario di una casa sorprende un ladro. Gli spara e lo colpisce ad una gamba impedendogli la fuga. Domanda: è legittimo, anche se in preda allo shock, alla paura, alla rabbia, al desiderio di rivalsa, che il proprietario spari ulteriormente al ladro dandogli il colpo di grazia?

Naturalmente no. Sarebbe un omicidio. Potrà sembrare banale, ma questo genere di esempi va fatto. Altrimenti c’è il rischio che, volenti o nolenti, passi un messaggio di autorizzazione all’uso delle armi in casa propria senza alcun limite. Come conseguenza, il numero di armi in circolazione nella abitazioni private aumenterebbe a dismisura, con rischi (incidenti, bambini che si sparano per sbaglio) molto superiori ai potenziali benefici (autodifesa).

Se c’è un punto cu cui l’Italia non ha nulla da imparare dagli Stati Uniti è la diffusione delle armi da fuoco. Non siamo, e non dobbiamo diventare, un paese di pistoleri.

Secondo elemento da chiarire. Per quanto detto sopra, complimentarsi ed assolvere moralmente, a prescindere, chi difende la propria proprietà sparando (come hanno fatto in molti ieri, commentando i fatti di Fucecchio), è sbagliato.

E’ doveroso, invece, che la dinamica dei fatti, in episodi di questo genere, venga accuratamente verificata. Bisogna sempre aspettare l’esito delle indagini ed avere fiducia nella qualità del lavoro degli inquirenti e della polizia scientifica. Sotto questo punto di vista, l’avviso di garanzia per omicidio volontario per chi uccide un ladro in casa propria è un atto dovuto che non deve scandalizzare. Mica è una condanna!

Rimane il fatto, però, che se l’esito delle verifiche avvalora la tesi della legittima difesa, allora tutto dovrebbe finire lì, senza alcun rinvio a giudizio.

Tornando al caso di Fucecchio, è stata o no legittima difesa? Probabilmente sì, ma tenendo conto che il ladro è stato colpito alla schiena da numerosi colpi, è impossibile esserne certi. Gli unici che potranno rispondere alla domanda sono gli inquirenti. Tutto il resto è inutile chiacchiericcio.

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