Il tema dominante della Zanzara di ieri sera è stato il barbaro pestaggio di un giovane a Verona, poi morto dopo alcuni giorni di agonia in ospedale, ad opera di un branco di teppisti d’alto bordo. Personalmente, ho condiviso l’analisi di Giuseppe Cruciani, il quale ha rigettato ogni tentativo di associare quanto accaduto ad un presunto nuovo clima d’intolleranza instauratosi a seguito del recente esito elettorale.
Visto che, interpretando freddamente i fatti, si è trattato di un efferato episodio di violenza di strada senza reali connotazioni ideologiche, male hanno fatto Veltroni e il quasi ex ministro Ferrero a darne una chiave di lettura politica, e altrettanto male ha fatto il neo presidente della camera Fini a fare insensati paragoni con le contestazioni anti-israeliane da parte di frange della sinistra radicale in occasione dell’imminente Fiera del Libro di Torino.
Detto questo, e ricordando che alcuni mesi fa, in occasione della violenza e dell’assassinio della signora Reggiani, a Roma, vi furono, a parti invertite tra destra e sinistra, strumentalizzazioni del tutto analoghe, avrei magari trovato opportuno che Cruciani cogliesse l’occasione per sottolineare un concetto più generale: l'interpretazione in chiave politica di isolati episodi di cronaca nera, per quanto efferati ed agghiaccianti, è sempre da evitare.
Così come gli immigrati non sono tutti stupratori e assassini, i simpatizzanti leghisti, o comunque di destra, non sono tutti squadristi picchiatori. Bisogna smetterla di ragionare su basi così assurdamente semplicistiche e dare il giusto peso alle cose.
Chi commette un reato va considerato per quel che è: un delinquente. Punto e basta. La nazionalità, la religione, l’appartenenza politica, ecc. ecc., sono, nella stragrande maggioranza dei casi, elementi incidentali non generalizzabili, e, in quanto tali, sostanzialmente irrilevanti.
martedì 6 maggio 2008
Il giusto peso
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