venerdì 30 maggio 2008

Il ras del quartiere

L’ho già detto di recente parlando del pestaggio di Verona e dell’assalto al campo Rom di Ponticelli. Non ci sono elementi seri per parlare di rigurgiti nazi-fascisti.

Cruciani ha ragione nel ritenere che gli esponenti del PD e della sinistra in generale sbaglino ad agitare questa bandiera, e gli sviluppi dal raid del Pigneto, con l’assunzione di responsabilità di un tal Dario Chianelli, una sorta di ras del quartiere non politicizzato, avvalorano tale giudizio.

Durante la Zanzara di ieri, Cruciani si è proprio goduto il momento. Ha fatto risentire le voci di Veltroni e di Luxuria che puntavano il dito sul fascismo, il nazismo, l’intolleranza razziale, gli ebrei, morte, distruzione. Invece (senza per questo voler sminure la gravità di quanto successo), si era solo di fronte ad un giustiziere di borgata che voleva vendicare uno sgarbo. Ah, che soddisfazione.

Tutto giusto, tutto legittimo, non sto criticando. Anzi, voglio elogiare Cruciani per come ha risposto ad un ascoltatore che, compiendo lo stesso errore di Veltroni ma nel senso opposto, è intervenuto per ridere del fatto che il Chianelli era in realtà “uno di loro”, cioè uno di sinistra, perché aveva un tatuaggio del Che sul braccio (diversi giornali dall’area berlusconiana, scioccamente, sono usciti stamattina con titoli dello stesso tenore).

La risposta del conduttore della Zanzara è stata: parlare di noi e di loro evoca una divisione tra amici e nemici che non concepisco”.

Chapeau.

Ma dove viviamo, in un immenso stadio di calcio? Vogliamo dirlo ancora una volta, forte e chiaro, un bel basta? Basta, con le etichette. Destra, sinistra, komunisti, fasci. Basta, basta cazzate. L'unica divisione che ha senso fare è tra coloro che usano le mani e coloro che usano il cervello.

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