A chi non farebbe piacere una bella sforbiciata alle tasse? Chi non sprizzerebbe gioia da ogni poro nel trovarsi qualche centinaio di euro in più in busta paga? Io sarei il primo.
E però.
Però, a mente fredda, come si fa ad ignorare il quadro attuale che vede un debito pubblico stratosferico (vicino al 120% del PIL) e in crescita, che vede una spesa pubblica in aumento, nell'ultimo anno, del 13% (dati presi da un articolo apparso oggi su Repubblica)?
A me non piace il catastrofismo alla Beppe Grillo, ma sono dati angoscianti. E la teoria che una forte riduzione fiscale si tradurrebbe in un rilancio dell'economia con benefici per le stesse entrate fiscali, propugnata da molti altri opinionisti destrorsi ("destrorso" non equivale necessariamente a "berlusconiano"), tra cui Giuseppe Cruciani, che l'ha ribadita di nuovo ieri in trasmissione, altro non è che una scommessa. Una scommessa azzardata, che, se persa, aprirebbe scenari "argentini" per il nostro Paese.
Prima di parlare di riforma fiscale serve creare un'architettura virtuosa. Debito in discesa, spesa calante, riduzione degli sprechi, economia in ripresa. E no, Cruciani, questo non è benaltrismo. E' serietà, è avere la testa sulle spalle e i piedi per terra, anziché impegnati in un salto nel vuoto.
Ecco perché la cautela di Tremonti, che evidentemente ieri deve aver fatto l'ennesimo discorsetto al cavaliere (in soldoni, "fai retromarcia o io me ne vado"), stroncando sul nascere ogni vagito di quella riforma fiscale che, dopo alcune recenti dichiarazione del premier, sembrava essere tornata all'ordine del giorno, è più che apprezzabile. Meno male che Giulio c'è.
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Il vero post di oggi, a firma di Paolo, parte da qui.
REVISIONI "ALLA PANSA"
by Paolo
Buongiorno,
sul terremoto ad Haiti nulla da dire: purtroppo l'unica cosa chiara è che su uno stato già miserrimo si è abbattuta una sciagura di dimensioni terrificanti. Confesso che fino a ieri sera non me ne ero reso conto…
Ieri ho seguito poco e male la trasmissione e tra una cosa e l'altra sono stato colpito da una frase dell'editoriale di Augusto Minzolini al TG1 passata in trasmissione dove si affermava, circa il finanziamento illecito dei partiti, che “La verità è che a un problema politico fu dato una soluzione giudiziaria e l'unico che ebbe il coraggio di porre in questi termini la questione, cioé Craxi, fu spedito alla ghigliottina”.
Ora, che si voglia riabilitare Craxi e/o la sua politica ci può stare e lo accetto di buon grado, ma, come sempre, mi piacerebbe che la cosa venisse fatta con equilibrio.
Mi pare lo si faccia invece "alla Pansa" (nel senso di Giampaolo Pansa), che per contestare una storiografia esclusivamente buonista sulla Resistenza, cerca di scriverne una esclusivamente "cattivista" (mi si passi il termine) sugli stessi partigiani. E commette un errore uguale e inverso.
Prendete Giovanni Minoli, che lunedì sera ha firmato una agiografia di Craxi, sottolineandone in politica la modernità, il decisionismo, l'indipendenza in politica internazionale e dimenticandosi completamente la catastrofica gestione del debito pubblico, i rapporti privilegiati accordati a i dittatori africani e non, le politiche sociali che impoverirono i lavoratori dipendenti, l'affossamento della democrazia diretta (cose di cui ho già scritto alcuni giorni fa e che, ai miei occhi, non lo qualificano sul piano politico come un grande statista).
La frase pronunciata ieri da Minzolini, citata sopra, è un'eresia, ed esprime un ragionamento che viene probabilmente condiviso da molti unicamente perché utile a riabilitare Craxi, e solo nel suo caso.
Perdonatemi il paradosso che si ottiene dalla seguente generalizzazione: se ammettiamo che la motivazione politica giustifichi la commissione di illeciti, allora sul terrorismo che per vent'anni ha insanguinato l'Italia possiamo scrivere che "la verità è che a un problema politico fu dato una soluzione giudiziaria". E se domani Cesare Battisti avesse la necessità di rientrare in Italia per motivi di salute, ma dicesse: “Dillo a quelli là, che io in Italia ci torno soltanto da uomo libero... Piuttosto muoio qui” , saremmo ovviamente tutti d'accordo nell'accordargli la libertà per salvare un uomo “spedito alla ghigliottina”, vero?
Questa, per me, è disonestà intellettuale, e, in una certa misura, se qualcuno deve farvi ricorso è indice che i motivi condivisibili che si possono portare a supporto delle posizioni che si vorrebbero sostenere sono molto, molto pochi.
Saluti
Paolo alla Trippa
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(Authan) Il contributo multimediale, che è "Money, money, money" di Liza Minnelli, dal musical "Cabaret", ma in un'interpretazione "Disney", è stato scelto da Paolo. Nel caso, prendetevela con lui :-)))