giovedì 8 gennaio 2009

I giorni dell'ira

Dopo una settimana con Luca Telese, dal 5 gennaio 2009 Giuseppe Cruciani è regolarmente tornato alla conduzione della Zanzara, il che, per la prosecuzione di questo blog, è condizione necessaria.

Tra gli argomenti trattati negli scorsi tre giorni, spicca su tutti la situazione della striscia di Gaza. Come sapete, Hamas, una volta scaduto il periodo di tregua, ha cominciato a sparare missili Qassam contro le vicine colonie, provocando una risposta durissima del governo israeliano che ha iniziato una serie di pesanti bombardamenti sui territori di Gaza.

Cruciani, anche se si è molto trattenuto nei suoi commenti, ha comunque lasciato trasparire una posizione nettamente filo-israeliana, senza se e senza ma, che pur essendo infinitamente più comprensibile rispetto a quelle degli sciagurati che bruciano le bandiere con la stella di Davide al grido di "Palestina libera", non è esente da alcune osservazioni.

In un mondo perfetto, in un mondo da film hollywoodiano, ci sarebbe sempre grande semplicità nel discernere i cattivi dai buoni: i cattivi sono quelli che attaccano per primi; i buoni sono quelli che si limitano a reagire, a difendersi.

Ma questo non è un mondo perfetto. E se è vero che Hamas recita perfettamente la parte del cattivo monodimensionale, crudele e malvagio senza sfaccettature, essendo un'organizzazione violenta, estremista, moralmente indifendibile, del tutto disinteressata all'ottenimento di una pace duratura, in questo film mancano i buoni, gli eroi, i puri, quelli che mai e poi mai metterebbero a repentaglio la vita di innocenti.

Per quanto il diritto all'autodifesa di Israele possa essere sacrosanto (e lo è), questi immani massacri a Gaza erano proprio necessari? Erano davvero l'unica via per imporre ad Hamas lo stop al lancio dei Qassam, cosa che peraltro non sembra essere ancora avvenuta?

Il pugno duro, durissimo, è con certezza la strada più efficace per costringere Hamas a deporre le armi?

Quanti fratelli, quanti padri, quanti figli di palestinesi innocenti morti, passati i giorni dell'ira, trasformeranno quest'ultima in cieco odio? Quanti di loro diventeranno terroristi pronti a farsi saltare in aria su un autobus?

Io non ho risposte, non ho soluzioni e sono cosciente che il contributo propositivo insito in questo post sia pari a zero. Tuttavia, una volta chiarito che prenderei a ceffoni quelli che parlano di quarto reich, apprezzerei un maggiore spirito critico nel commentare la strategia di autodifesa perseguita da Israele. Avere la forza della ragione non laverà dalle mani il sangue di centinaia e centinaia di morti innocenti.

Non basta dire "in ogni guerra ci sono perdite civili". In ogni guerra semmai, ci dovrebbero essere in primo luogo perdite militari. Che razza di guerra è una guerra in cui muoiono quasi solo civili innocenti?

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Mi è saltata alla mente una bella scena del film "Leon", con Jean Reno. Leon è un killer che si ritrova appresso una ragazzina, Matilda, sopravvissuta ad una strage. Ad un certo punto Leon prova ad insegnarle a sparare col fucile di precisione.

"Chi devo colpire?", chiede Matilda.
"Chiunque", le risponde Leon.




- Who should I hit?
- Whoever


5 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Ciao Authan e bentornato,

sono d'accordo sulla tua posizione riguardo la crisi di Gaza. Mi pare impossibile in questa situazione stare dalla parte degli uni o degli altri.

Vorrei solo notare quanto sia fastidioso il tono saccente dei "cinici da poltrona" che vengono sempre fuori quando si scalda la situazione in qualche parte del mondo.

Anche Cruciani non fa eccezione, ma i peggiori restano alcuni degli ascoltatori di questi giorni, i quali dal comodo sedile della loro auto o dalla poltrona davanti alla TV se ne escono con i paragoni di un attacco della Svizzera all'Italia con qualche missile e l'italico esercito che scatena una rappresaglia sanguinosa radendo "in modo sacrosanto" al suolo Lugano e marciando nei Grigioni.

Sono sempre loro che con aria saggia e da uomini scafati sentenziano che "in guerra ci sono i morti" o "non si possono escludere le vittime civili, se è guerra è guerra".

Il concetto in sé è pure discutibile, ma quel tono lo posso tollerare da un militare di carriera, da un inviato di guerra, non da un rappresentante con l'auricolare bluetooth.

Saluti

Tommaso

Anonimo ha detto...

Ciao Tommaso.

E' sempre difficile parlare di guerre, e spesso per spiegare il proprio pensiero viene comodo usare una metafora. A me e' molto piaciuto quella fatta da un ascoltatore con Luca Telese, riguardo al contrattacco di Israele: e' come se lo stato italiano, dopo gli attentati dinamitardi di qualche tempo fa, avesse deciso di bombardare il quartiere brancaccio di palermo. E' una esagerazione, ma rende l'idea.

Piu' che i cinici da poltrona a me danno fastidio quelli che parlano come se fossero i depositari della verita'. Bisogna sempre "vivere nel dubbio".

A presto,
authan (autore del blog)

F®Ømß°£ ha detto...

Concordo con te authan, il paragone cui alludi ha senso, perché paragona, definendola scellerata, la reazione di un'ipotetica Italia che bombarda Palermo.

Il paragone cui alludo io, in effetti dal mio commento nn è chiaro se non lo si è sentito giustifica invece il contrattacco sanguinoso di Israele con il paragone con un'ipotetico attacco estero all'Italia cui "Vorrei vedere se noi non risponderemmo radendo al suolo questi o quelli!!"

Quello che mi irrita e che definisco "cinico da poltrona" è chi parla di morti ammazzati o di case rase al suolo come se lui ne avesse viste tante e in realtà è appunto sempre seduto davanti alla sua bella TV o ascolta la radio in macchina, certo di essere nel giusto e nella verità, in questo frangente confortato dalle certezze del Crux ;)

Di nuovo bentornato!

Tommaso il poltrone

Anonimo ha detto...

Ciao Authan,
stabilire chi sono i buoni e i cattivi non mi sembra cosa facile.

Credo sia più importante riconoscere che dopo 60 anni di conflitti, siamo sempre al punto di partenza: i palestinesi hanno i territori occupati e Israele è soggetta a continui attentati da parte di Hamas.
Allora a chi fa comodo questa situazione?Ma Israele dove prende tutti i soldi per armare il suo esercito?

E l'onu a che cosa serve?

Si dice che i servizi segreti israeliani siano tra i migliori al mondo, ma allora perchè non fanno il loro lavoro e scovano i "terroristi" palestinesi invece di coinvolgere civili innocenti nelle loro guerre di partito?

A proposito, quando ci sono le elezioni in Israele?

Buon anno a tutti

Daniele

Anonimo ha detto...

Ciao Authan,
oggi su LA STAMPA un lungo articolo di Barbara Spinelli puo' essere di grande aiuto.
Mi permetto di suggerirlo proprio perchè "ridistribuisce" le colpe di una e dell'altra parte.
In particolare cito testualmente: "Non è vero che non esistessero alternative all'attacco aereo e terrestre. Se la tregua con Hamas non ha funzionato, è perchè mai inizio' veramente. Perchè i coloni avevano evacuato la striscia, ma Israele manteneva il controllo dei cieli, del mare, dei confini. Il cessate il fuoco negoziato a giugno prevedeva la fine del lancio di missili palestinesi ma anche la rimozione del blocco di Gaza, imputabile a Israele. I missili son diminuiti, anche se non scomparsi , ne cadevano a centinaia tra maggio e giugno, ne sono caduti meno di 20 nei mesi successivi. Nulla invece è accaduto per il blocco."

Ma oltre (si pensa) a Il Giornale e Libero (forse anche Il Foglio??), cretete che Cruciani si spinga fino a La Stampa??

saluti