martedì 1 dicembre 2009

Saltarci dentro a piedi pari

Zanzara estremamente eterogenea, quella di ieri, su cui ci sarebbe molto da dire. Berlusconi che strozzerebbe chi scrive e fa film sulla mafia, l'esito del referendum in Svizzera sui minareti vinto dall'estrema destra, la posizione di Fini su tale referendum, la proposta della Lega di inserire la croce sulla bandiera italiana, l'intervento di Mario Borghezio (Giuseppe Cruciani ci ha litigato di brutto. La metto io la croce, ma sul calendario), la dichiarazione di ignoranza del conduttore relativamente all'ultima intervista di Paolo Borsellino prima che questi saltasse in aria (consiglio a Crux di scambiare due parole sul tema col suo collega Roberto Galullo), eccetera.

Ma forse il momento in cui la trasmissione è maggiormente uscita dai soliti canoni e dalle solite diatribe è stato quello relativo all'intervento di Pier Luigi Celli, a proposito del quale il nostro Paolo mi ha mandato un ottimo pezzo.

Sugli altri temi, magari, ci risentiamo nei commenti. Ciao da Authan.

PS: Anch'io mi schiero "al 150%" con Celli.

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[Il post di oggi è a firma di Paolo]

Buongiorno,
ogni tanto succede che qualche cane indisciplinato defechi sul marciapiede e che qualche pedone distratto la calpesti. E' però raro vedere qualcuno che ci salta sopra a piè pari come ha fatto ieri sera Cruciani con l'intervento di Celli.

La trasmissione filava via liscia e tranquilla sui divieti svizzeri ai minareti (per me fanno il paio con l'obbligo di crocifisso di cui avevo scritto nel primo commento ad un post di qualche giorno fa). Un solo ascoltatore aveva accennato, sostanzialmente inascoltato, alla lettera aperta, pubblicata su Repubblica, con cui il rettore della LUISS invita suo figlio, laureando in ingegneria meccanica, ad andarsene dall'Italia per avere un futuro.

Personalmente rimprovero a Celli di scoprire l'ovvio, in ritardo, e solo perché ci sbatte il naso in termini personali, pur essendo da sempre per gli incarichi che ha rivestito un osservatore privilegiato dell'Italia, del mondo giovanile e del mercato del lavoro. Trovo tremendo che una persona nella sua posizione riaccorga adesso delle cose che hanno da anni portato me e molti miei amici a cercare di preparare i propri figli ad andar via dall'Italia quando sarà loro possibile.

I motivi per abbandonare l'Italia sono tanti e triti, ne elenco solo alcuni:

a) l'assenza di meritocrazia e mobilità sociale, che preclude a chi non goda di privilegi familiari la possibilità di migliorare la propria posizione indipendentemente dai suoi meriti;

b) un mercato del lavoro selvaggio e vessatorio (checché ne dicano gli imprenditori cui la cosa non sembra bastare, se trovano ingegneri disposti a lavorare nelle loro aziende in stage o con contratti che non permettono di arrivare alla fine del mese, vuol dire che l'offerta supera la domanda);

c) una società che ha scelto di precludersi lae maggiori possibilità di crescita percorrendo la strada della deindustrializzazione, comprimendo la presenza della grande industria a favore delle PMI, rinunciando a competere con i paesi più avanzati attraverso l'R&D e puntando solo sull'abbassamento dei costi del lavoro (cosa scoveremo di più ricattabile di lavoratori precari e immigrati clandestini?) e sulle delocalizzazioni;

d) una società che da decenni ha deliberatamente scelto di sperperare indebitando i figli e i nipoti degli altri;

e) una società che tuttora non riesce a riconoscere alle competenze ad alla cultura tecnica e scientifica un ruolo sociale adeguato;

personalmente credo di dover operare perché questo cambi, ma non voglio imporre ai miei figli dei sacrifici irragionevoli dipendenti unicamente dalle scelte personalistiche ed interessate di altri. Se vorranno potranno fare quello che vogliono, ma voglio possano scegliere sapendo che si tratterebbe di passare la vita remando controcorrente. I dati sulla disoccupazione forniti in un articolo apparso oggi sul Corriere vanno ad ulteriore conferma di questa mia preoccupazione.

Cruciani ha chiamato in trasmissione Celli, secondo me, con l'intenzione di sconfessarlo dipingendolo come un intellettuale snob, fuori del mondo e, in fondo parte ipocrita dello stesso establishment che stava contestando. Ma l'intervento gli è esploso in mano: Celli dimostra di conoscere il mercato del lavoro italiano ed estero, di conoscere le retribuzioni di cui parla meglio di un presuntuoso Cruciani che le sopravvaluta moltissimo (“Se va bene ed al lordo!” gli risponde l'ospite), porta dati concreti e numeri: in sintesi a fare la figura dello snob è Cruciani che per sottrarsi alla veemenza dialettica ed alla preparazione dell'ospite ammette di non avere idea di quanto siano pagate le sue collaboratrici (questo si è molto snob, caro Crux!).

Una catastrofe per l'editore di riferimento della radio, non recuperata nemmeno dall'ascoltatrice intervenuta successivamente per dire che Celli sbagliava e che bisogna impegnarsi per cambiare la situazione. Cosa vera, ma che impegna ognuno a farlo personalmente, mentre qui, come sempre in Italia, si parla di impegnare gli altri.

Auf wiedersehen

Paolo esterofilo

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Sigla finale (scelta da authan): Sheryl Crow, "Run baby run" (1993)




From the old familiar faces and
Their old familiar ways
To the comfort of the strangers
Slipping out before they say
So long


38 commenti:

Anonimo ha detto...

L'Italia è un Paese immobile che ha l'ascensore sociale bloccato, significa che i figli di oggi stanno peggio dei loro padri.

Sembra passato un secolo da quell'Italia che alla vigilia del boom economico aveva fiducia nel futuro, sentiva sulla pelle il senso della possibilità e giorno dopo giorno si costruiva un domani mi­gliore. Sembra passato ancora più tempo da quando nel nostro Paese i figli degli operai, studiando, diven­tavano medici, avvocati e commer­cialisti.

Oggi non è più così. E non soltanto perché il 44 per cento degli architetti è figlio di architetto, il 42 per cento di avvocati e notai è figlio di avvocati e notai, il 40 per cento dei farmacisti è figlio di farmacisti. Ma perché chi nasce in una fami­glia ricca rimane ricco e chi nasce in una famiglia povera rimane pove­ro.

Siamo un Paese drammaticamente bloccato.

E que­sto non è solo un problema per chi rimane indietro ma un guaio serio per tutti. È proprio la possibilità di un futuro migliore per noi e per i nostri figli che deve spingerci ad investi­re nello studio, nel lavoro, nel sacri­ficio, in tutto ciò che aiuta a cresce­re. E se questa molla si scarica, pri­ma o poi i guai arrivano anche per i pochi fortunati che campano di ren­dita. Servono opportunità dignitose per i giovani e agevolazioni fiscali per chi ne sostiene l'emancipazione che si realizza attraverso l'indipendenza e l'autonomia di una generazione vincente.

(Temi di mobilità sociale - ITALIA FUTURA)

Anonimo ha detto...

Per avere un'idea su Celli, consiglio questo video di Travaglio
http://www.youtube.com/watch?v=SIapON_HFtY

Da Wikipedia

Pier Luigi Celli è direttore generale dell'università Luiss Guido Carli di Roma. È INOLTRE MEMBRO DEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE DI LOTTOMATICA, HERA SPA E MESSAGGERIE LIBRI.

Tra gli altri, ha ricoperto in passato gli incarichi di Direttore Risorse Umane dell'ENI dal 1985 al 1993, è stato fra i manager partecipi dello start-up di OMNITEL E WIND, direttore generale della RAI dal 1998 al 2001, presidente di IPSE2000 dal 2001 al 2002, responsabile della Direzione Corporate Identity della Unicredit dal 2002 al 2005 e direttore Personale e Organizzazione in Enel dal 1996 al 1998. Celli è sposato ed ha due figli: Maddalena, in prime nozze, ora SUORA DI CLAUSURA, e Mattia. È LAUREATO IN SOCIOLOGIA a Trento, nella facoltà in quegli anni frequentata anche da Renato Curcio.

Paolo Filiero di Montezuma ha detto...

@ anonimo 13.30 (firmati, *ç£++!)

che determinate considerazioni vengano dalla fondazione di chi ha ampiamente contribuito a questo stato di cose è quanto meno sospetto.

Saluti

Paolo Filiero di Montezuma

Anonimo ha detto...

Che forza pero' Cruciani ad incasellare come snob il prossimo, quando lui stesso per primo si comporta da divo se il malcapitato ascoltatore tenta l'approccio confidenziale chiamandolo per nome o peggio gli da del tu!!

:-D

Su Celli niente da aggiungere, mi sono venuti due occhi grandi cosi a forza di leggere i commenti sul sito di REPU on line, a favore e contro.
Ho una figlia al liceo che studia lingue e trascorre da qualche anno vacanze-studio all'estero.
Sogna di poter andare a lavorare in una grande capitale europea perchè mi ha confessato di aver già capito che questo non è un Paese per giovani.


ciao
Francesca

Anonimo ha detto...

@ Paolo

http://www.corriere.it/economia/09_ottobre_07/ascensore_sociale_bloccato_focus_lorenzo_salvia_f1d53478-b30c-11de-b362-00144f02aabc.shtml


è una vecchia storia.... mica da oggi se ne parla.


mario

F®Ømß°£ ha detto...

Buongiorno,

non riesco ad avere una posizione netta sul tema sollevato da Celli. Quello che scrive Paolo è senz'altro vero. Sono un ingegnere di 30 e so un po' meglio di Cruciani quali sono gli stipendi nella media industria del nordest. Stipendi che ti fanno sempre domandare: "Ma c'era bisogno di fare 5 anni e mezzo di Ingegneria a Padova, per trovarsi così?"

Non mi piace però la moda per cui si consiglia ai giovani di scappare all'estero.

E non mi piace soprattutto quando viene da qualcuno che fa parte della classe dirigente che ha contribuito a creare questo stato di cose.

Quando ho letto la lettera di Celli mi è sembrata un po' ipocrita e autoassolutoria, purtroppo Cruciani, con la sua superficialità e scarsa preparazione non mi ha dato elementi per confermare questa ipotesi, ma anzi mi ha messo qualche dubbio.

Saluti

Tommaso perplesso

Pale ha detto...

Riguardo al tema d'oggi dico solo questo (e non perche' voglia fare il vanitoso, perche' trovo ben poco di cui vantarmi in quello che diro').

Sono ingegnere con un dottorato di ricerca alle spalle. Lavoro all'estero e, con dispiacere, non ho nessuna intenzione di tornare a lavorare in Italia. Semplicemente non trovo il mercato del lavoro italiano non adatto a quello che vorrei. E non e' una questione di soldi, non solo almeno.

Purtroppo mi trovo a concordare con Celli, ma spero che prima o poi riusciremo a far cambiare l'Italia e gli italiani. E con "noi" intendo non solo gli italiani in Italia, ma anche quelli all'estero. In modo diverso da coloro i quali si trovano in Italia, anche coloro all'estero possono contribuire.

Io ci spero, ma se vi devo dire la verita', la luce alla fine del tunnel non la vedo ancora...

Pale

Anonimo ha detto...

ahahahah Paolo!

questo (*ç£++!)sarebbe il geroglifico di "porcozzìo" ??


ciao

X@#§+£"^$$*à

Anonimo ha detto...

Se l'erba del vicino è sempre più verde, perchè la maggior parte degli scappati finisce poi per ritornare in Italia? Chi vuole se ne vada, chi vuole restare resti. Il problema è che molti laureati credono che PER IL SOLO FATTO di avere studiato tanti anni DEVONO necessariamente avere un ottimo lavoro e un ottimo stipendio. In realtà per avere un buon lavoro contano ovunque, in ordine sparso e in percentuali variabili, svariati parametri quali competenze, professionalità, spirito di sacrificio, tanta fortuna e, purtroppo, raccomandazioni.

Anonimo ha detto...

Toto-Zanzara di starera: fuorionda di FINI

Anonimo ha detto...

...sono preoccupata per Francesco Caroselli..... desaparecido!

Ma forse tornerà a commentare stasera visto che oggi si parla anche di Paolo Borsellino.

ciao ciao
F.

Anonimo ha detto...

Si si, stesera senz'altro il fuorionda di Fini. Sicuro al 100%.

Chissà se il Crux avrà il coraggio di radiolondrare anche il presidente della camera...

Fini mi ricorda D'artagnan/Gabriel Byrne della Maschera di Ferro: ha giurato fedeltà al re despota e inetto e lo difende con la vita pur riconoscendone la pochezza.

Marco

P.S. Chi ha visto il film, sa come vanno a finire i 2 personaggi citati...

Pale ha detto...

Caro Anonimo (grrrrrrrrrrrrrr) due commenti sotto il mio... le tue argomentazioni sono frivole.

La gente torna in Italia per la famiglia, non per il lavoro!

Pale

Anonimo ha detto...

@ Pale: Tutti a tornare da mammà questi cervelloni? Non farmi ridere, chi ritorna è perchè si è reso conto che ovunque funziona così. Certo che se vivi all'estero e stai tutto il giorno a chattare sui blog come gli ingegneroni italici qui sopra capisco perchè hai avuto difficoltà a trovare lavoro qui..

authan ha detto...

Pale, lascia perdere, qualunque persona sana di mente coglie che il poco tempo che passi a "chattare" sui blog non influisce sulla qualità del tuo impegno nel lavoro e sul raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Non dar peso ai provocatori, a maggior ragione se non si firmano con un nickname fisso.
Ciao,
authan

Anonimo ha detto...

@ Paolo la gola profonda

Ieri parlavamo di Feltri e di cosa stia architettando per scudare il premier...

La delegittimazione punta in alto!

Mi sono messa i guanti prima di aprire la pagina di "quel" quotidiano....

http://www.ilgiornale.it/interni/i_pentiti_accusano_polizia_manovre_contro_premier/01-12-2009/articolo-id=403149-page=0-comments=1

guarda un po'! Gasparri che intima a Maroni di riferire sulle intercettazioni di pentiti che tirano in ballo il numero due della Polizia di Stato!

Questa mattina anche Alessandro Milan nella rassegna stampa ha letto questo articolo, senza tralasciare le frasi: "...se mandi a fare in culo il Servizio", "....queste merde del Servizio Centrale" e "...ma chi cazzo lo conosce"!!

ciao ciao
Francesca

Vorlander ha detto...

Mi preme sottolineare la figura da pessimo giornalista, pessimo, che Cruciani ha fatto ieri sera, dicendo che non si ricorda la nota intervista a Borsellino. La trovo una cosa gravissima. Anche perché, oltre all'ammissione di questa lacuna, ha anche minimizzato i riferimenti che l'ascoltatore faceva all'intervista stessa.
Quando viene messo alla prova, spesso si conferma molto carente, e non riesce neanche ad avere l'umiltà di accettare di sbagliare.
Inoltre concordo pienamente con Paolo, a cui faccio i complimenti per aver interpetato l'atteggiamento del conduttore come snob, avuto nel corso dell'intervento di Celli.

P.S. e anche un po' O.T. Non so voi, ma i "bah" di Cruciani iniziano a farmi venire l'orticaria.

Paolo laureato supponente ha detto...

@ anonimo 14.27:

non sono molti quelli che ritornano, purtroppo: dei miei amici espatriati non l'ha fatto nessuno.
Infatti da anni si parla di fuga dei cervelli e non c'è grosso polo industriale/tecnologico in tutto il mondo occidentale in cui non sia presente una nutrita comunità di italiani espatriati, senza che la cosa sia compensata simmetricamente come sarebbe auspicabile (perchè da noi i poli industriali e tecnologici vanno scomparendo).
A molti, per motivazioni di carattere personale, piacerebbe rientrare, ma normalmente non lo fanno per motivi professionali e retributivi: in Italia non trovano alternative appetibili.
Sbagli a pensare che determinate considerazioni nascano solo da chi (sempre meno per la mia esperienza) crede che la laurea debba garantire soldi e status sociale: ad andarsene sono anche tecnici e periti.

Sbagli ancora di più a pensare che, aumentando sempre più il numero di professionalità che se ne vanno, all'Italia non vengano a diminuire le opportunità di crescita. Al limite puoi sperare che il problema ti tocchi poco, se sei tra le categorie "privilegiate". Te lo auguro., ma, non avendo una mia impresa e non essendo politicamente ammanicato, non sarei un padre premuroso se incitassi i miei figli a rischiare in questa situazione: purtroppo vedo per loro migliori opportunità all'estero.

Rileggendo i tuoi interventi mi viene un dubbio: Antonio è tornato dalle vacanze?

Saluti

Paolo laureato supponente

Enrico ha detto...

Vorrei commentare sulla parte finale dell'intervento di Paolo, sull'argomento noiosissimo "Invece di scappare rimboccatevi le maniche".
È un commento stupido e non si regge.
Io di vita ne ho una sola e non ho intenzione di sprecarla a combattere contro i mulini a vento solo perché i mulini a vento si trovano geograficamente all'interno di confini arbitrari in cui casualmente si trovava mia madre il giorno in cui sono nato.
Se altrove posso occuparmi di cose serie, tipo ricerca biomedica, ed essere pagato correttamente ed assunto dopo UN COLLOQUIO (niente stupidi concorsi, niente raccomandazioni, niente), me ne vado senza guardarmi indietro, e non mi sento affatto individualsta, egoista o menefreghista.

Enrico ha detto...

Preciso perché come al solito non so scrivere:
non è il commento di Paolo che ritengo stupido, anzi, il riferimento al fatto che si debbano sempre rimboccare le maniche gli altri lo trovo molto azzeccato; è il meme in sè, il concetto, il commento cretino che si propaga come un virus su articoli di quotidiano, commenti, blog e, in questo caso, l'intervento alla radio dell'ascoltatore intervenuto dopo Celli.

kzk ha detto...

@paolo
concordo su tutto, sul punto "e" in particolare.
la tanto sbandierata eccellenza delle PMI italiane non puo' essere la struttura portante del tessuto industriale di un paese. può essere quello che ti fa fare il salto di qualità se hai, di base, una robusta preseza di grosse imprese che generano indotto e possono permettersi di investire in ricerca e sviluppo.
a proposito di r&d giova ricordare che negli stati uniti non c'è un solo settore indistriale che non abbia beneficiato di aiuti statali consistenti per innovare. in italia è dagli anni '80 che perdiamo competitività e che non abbiamo una politica industriale.

concludo dicendoti che l'immagine di cruciani che si tuffa su un "escremento di forma cilndrica..etc" mi ha fatto molto ridere.

Paolo il trendy ha detto...

@ Tommaso:

ho notato anch'io che in questo invito vi è una componente modaiola. Il mio resta un calcolo, e risale ad oltre 5 anni fa, a mia memoria. I bambini stanno cominciando ad imparare l'inglese e, a breve, mi piacerebbe che lo facessero anche con il tedesco.

Quanto a Celli, ha un curriculum che si è sviluppato tra le poche imprese che in Italia abbiano valorizzato l'R&D: ENI, ENEL, Omnitel, la stessa HERA, per cui non mi sento di considerarlo "colpevole" alla stessa stregua di altri pezzi di establishment di estrazione più salottiera e finanziaria che stanno continuando a vivere di rendita.

Saluti

Paolo il trendy

giuseppe crusciani ha detto...

Cari tutti,
e' vero, certe volte in trasmissione invito gente con il mio teorema in testa, e poi l'ospite mi frega. Cosa vogliamo fare, sono i rischi del mestiere.

Altre volte la bomba mi scoppia in mano anche con le telefonate degli ascoltatori. Ovviamente non posso dire in diretta quello che penso, e sono costretto a scriverne privatamente.

http://www.giuseppecruciani.splinder.com/

Anonimo ha detto...

Tu sopra, ma non eri Giuseppe CruSciani? che fine ha fatto la S?

Anonimo ha detto...

Forse diro' una banalita', ma per me il concetto "fuga dall' italia" e' stantio e sa di muffa.
E' impensabile al giorno d'oggi non contemplare una mobilita' totale, con esperienze anche di anni all' estero, come percorso di crescita professionale - Direi che e' doveroso per certi tipi di profili e per chi ha qualche desiderio di velocizzare i tempi di crescita. Orami le ricerche di selezione del personale vengno fatte su base globale. Non e' un fenomeno che avviene qui perche siamo la repubblica delle banane e quindi o scappi o muori, ma perche ormai lo richiede il mercato, negli altri paesi sviluppati succede normalmente. Puo' piacere o no, ma e' un dato di fatto.
Tra l'altro conosco moltissimi professionisti stranieri (occidentali) che vengono a lavorare qui in italia con questi presupposti, quindi se l'italia fosse questa palude non dovremmo assistere nemmeno al processo inverso.
E' un processo evolutivo che non puo' essere fermato e quelli che si lamentano sono come quelli che si lamentavano dell'avvenuta era industriale, e dopo ancora di quella teconologica...mentalita' muffose un po naftaliniche direi.

Per cui l'idea di dire "scappo dall italia" mi pare una cazzata. Si esce perche si deve/vuole crescere facendo esperienze diverse. Si rientra perche se ne vogliono fare altre. Si rimane perche per altre ancora. Io ho acquisito moltissimo negli anni fuori, cosi come ho acquisito moltissimo ora che sono di nuovo in Italia. Gli aspetti positivi e negativi li ho trovati sia qui che fuori, diversissimi nell'ambito, ma equivalenti come "peso". E' servito tutto, non c'e l'optimum e non c'e' la palude, sono tutte mistificazioni di chi ha voglia di trovare sempre il capro espiatorio....

Enrico ha detto...

Anonimo, 17.40:
sono parzialmente d'accordo con te: particolarmente per alcune figure professionali l'esperienza all'estero è fondamentale e dovuta.
Ma non basta a dire che "si esce perche si deve/vuole crescere facendo esperienze diverse.", perché per uno che se ne esce per questi motivi, un'altro esce molto più banalmente per poter vivere la propria vita e fare il lavoro per cui si è studiato. La valorizzazione dei giovani e delle competenze avviene anche fornendo loro uno stipendio adeguato e la possibilità di vivere, pagare l'affitto, farsi una famiglia senza ricevere la paghetta dai genitori. Dove vivo io un dottorando queste cose le può fare, in Italia no.
Io qui faccio ricerca, in Italia potevo vivere tranquillamente dimenticando la scienza e facendo sales, ma ricerca && l'indipendenza economica entrambe, no.
Quindi non dimentichiamoci entrambi i profili, quello che esce per i motivi da te citati e quello che esce perché non ha alternative realistiche.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti!
Seguo La Zanzara solo da alcuni giorni.... mi sono imbattuta per caso... in macchina tornando da lavoro. Non esprimo pareri su appartenenze politiche di Cruciani perchè il mio pensiero non sarebbe ancora maturo. una cosa però è certa: il giornalista in questione ha un elevato potere comunicativo. Il blog ne è la dimostrazione!

squeeze ha detto...

Ho sentito giusto un pezzetto della replica notturna:

Mi è piaciuto molto quando Cruciani ha contestato Borghezio che parlava della Padania. "Borghezio, io vivo a Milano, Lombardia, Italia, la padania non esiste" "ma se lei si fa una cultura vedrà che esisteva una Padania, anche la Lituania, la Lettonia e l'Estonia non esistevano nel regime sovietico" "Lei sta dicendo che qui c'è un regime?" "no, ma nella rivoluzione francese...". Esilarante.

Mi ha invece seccato quando prima ha detto all'ascoltatore che l'intervista di Borsellino "è stata sviscerata in lungo e in largo", tanto in lungo e in largo che lui neanche se la ricordava, e poi lo ha zittito con la sua solita supponenza e presunzione.

http://digilander.libero.it/inmemoria/borsellino_parla_di_mangano.htm

Anonimo ha detto...

Roma potrebbe essere la prima città italiana ad avere una via intitolata a Rosa Berlusconi, mamma del presidente del Consiglio, Silvio. Una mozione che avanza questa richiesta è stata presentata dal vicecapogruppo del Pdl al Consiglio comunale, Marco Siclari: «Abbiamo presentato in Consiglio comunale una mozione – spiega Siclari – che mi vede primo firmatario, il cui fine è quello di valutare la possibilità di intitolare una strada o una piazza romana alla signora Rosa Berlusconi, madre del presidente del Consiglio dei Ministri».

«Questo vuole essere un riconoscimento non tanto alla mamma di Silvio Berlusconi – prosegue l’esponente del Pdl – ma ad una persona semplice che grazie alla sua dedizione ha concorso a scrivere una pagina della nostra storia recente contribuendo alla decisione del figlio di scendere in campo. Una scelta questa condivisa in 16 anni da milioni di cittadini. La nostra città – sottolinea Siclari – è la prima in Italia a voler ricordare in modo ufficiale la signora Rosa. fondamentale infatti che non si perda il ricordo di quelle persone comuni che, con il loro coraggioso contributo quotidiano, hanno determinato una svolta del nostro paese».

Mario Mei, vicepresidente del gruppo del Partito Democratico nel Consiglio comunale di Roma spiega: «È singolare che la proposta di intitolare una strada alla mamma di Berlusconi venga da chi si è opposto alla intitolazione di una scuola a Enzo Biagi».

Anonimo ha detto...

Ne ha appena parlato: ho vinto qualche cosa?

Anonimo ha detto...

si, hai l'onore di sputargli in entrambe gli occhi..

Stefano ha detto...

Hahahahahaa!!!
La strada alla mamma di B!
Ma neanche Luttazzi poteva pensarla!!! Ho le lacrime dal ridere!!!

Bravo Crux che per una volta sei stato una voce contro l'idiozia molesta.

E bravo pure a sottolineare la bestialità di B. che si va a congratulare col plebiscito popolare di uno degli ultimi veri comunisti. Proprio lui!

Finalmente un Crux come si deve!

Pale ha detto...

Appello alla maggior parte degli anonimi... potreste fare lo sforzo di firmare?

Per quanto riguarda la strada alla mamma di Silvio, non mi stupisco più di tanto. C'è gente che proprio farebbe di tutto per entrare nelle grazie dei potenti. In questo modo non capiscono che offendono solo l'intelligenza del potente in questione. Magari poi un giorno si arrabbierà!

Pale

Paolo il censore ha detto...

OT ironico: ieri sera ho visto Bondi che a Ballarò con riferimento ai processi a SB invitava a ristabilire gli equilibri tra poteri spiegando che il premier doveva essere tutelato dal potere giudiziario e che in quella guerra a sparare sarebbero solo i giudici.
Non ricordandomi una analoga raffinata attenzione agli equilibri tra i poteri quando il governo ha completamente sottratto il potere legislativo al parlamento attraverso l’(ab)uso del potere di calendarizzare le proposte di legge e quello del ricorso alla fiducia, trovando più pericoloso,in questo momento, un ulteriore prevalere del potere esecutivo anche su quello giudiziario (che anuullerebbe l’ultimo residuo di divisione tra i tre poteri realizzando le condizioni ideali per una transizione ad un regime non democratico, mi vedo confermare l’idea che, oltre ad essere meschinamente servile, Bondi resta un ipocrita di prima grandezza.

Saluti

Paolo il censore

Stefano ha detto...

E'tipico dei prepotenti in posizione di potere circondarsi di tristi pagliaccetti: Bondi, Capezzone...

Chi non ha mai avuto un prof, un primario megalomane e sadicamente arrogante che non avesse per vice un totale imbecille?

Anonimo ha detto...

Fuorionda Fini: Grande quando ha detto che Silvio politicamente vorrebbe rimanere in sella fino al "giudizio" universale. Prima o poi anche lui si farà giudicare ahahaha
e ancor di più Crozza a Ballarò (il momento più alto della trasmissione) quando osserva (sconsolato) che la nuova classe politica di 40enni selezionata dal PD avrà modo di mettersi in luce raggiunti gli 80 anni (sempre che Silvio non trovi l'elisir di lunga vita).
Silvio tra i dittatori si trova a suo agio ... chissà perchè ? Soprattutto quando può unire l'utile al dilettevole .... certo i capi di stato "seri" non gli fanno trovare "ludiche" sorprese.
Pasquino

Anonimo ha detto...

... il soave Bondi...
a parte essere l'ectoplasma inespressivo (e anche un po' brutto da guardare eh?!) totalmente devoto e suddito a SB (basti pensare alla reazione dopo il siparietto di Crozza ieri sera!) dovrebbe anche rivestire la prestigiosa carica di ministro del Mibac.
... per gli addetti ai lavori .. il peggiore della storia del Paese con il patrimonio artistico numero uno al mondo!
Peggio della Bono Parrino, insuperata pietra di paragone!
Bondi ha anche nominato un super-manager come consulente per la valorizzazione dei musei (Mario Resca, ex AD di McDondalds, ma presente oggi in vari importanti CDA, da ENI a Mondadori)che ha assunto l'incarico al grido di innovazione, riorganizzazione e incentivi al mecenatismo.
Sul numero del 27/11/09 del VENERDI di REPU in un interessante servizio sullo sfascio dei Beni Culturali e in particolare il degrado oggi degli UFFIZI a Firenze, si apprende come il super consulente sia deluso ed amareggiato.....
In compenso la fidanzata immobiliarista piemontese del soave minsitro è diventata neo-deputata PDL.

ciao
Francesca

Paolo ha detto...

oltre a Francesco.caroselli non vi manca mauriziomorabito? se viene a mancare una voce a destra, qui finisce che ci definiscono un covo di comunisti: già diamo del Rutelli a Tommasoo...

Saluti

Paolo