mercoledì 30 luglio 2008

Principio di civiltà

E' andato in onda ieri sera, su Radio 24, il secondo episodio dell'intermezzo telesiano alla Zanzara, e i risultati sono stati migliori rispetto a quelli di lunedì.

Il gaudente e istrionico Luca Telese, che sino al termine della settimana terrà le briglie della Zanzara, una volta lasciate da parte le incertezze del giorno precedente, nonché il desiderio di recitare la parte del brillante a tutti i costi, ha portato a termine una discreta puntata, pur mantenendo il rivoluzionario approccio in base al quale i temi di discussione su cui i radioascoltatori possono disquisire sono prestabiliti e non liberi.

Se non mi ha entusiasmato l'argomento doping, più adatto ad una trasmissione sportiva, ho invece trovato particolarmente interessante la querelle relativa alla norma che pone una stretta sui requisiti per accedere all'assegno sociale. Su tale tema, ieri è intervenuto in diretta il deputato leghista Maurizio Fugatti, il quale ha sostenuto che devono essere necessari ben dieci anni di residenza in Italia (oltre agli altri requisiti di età e reddito) per avere diritto all’assegno. Tutto ciò mi ha lasciato interdetto.

Un conto è colpire chi delinque, e lì è sacrosanto picchiare duro. Ma togliere l'assegno sociale (che, detto per inciso, non è una pensione legata agli anni di lavoro, ma una misura di sostegno per chi è indigente) all'ultrasessantacinquenne straniero, anche se con regolare permesso di soggiorno, che, a prescindere dalla nazionalità, rientra in tutti gli altri limiti che stabiliscono il diritto all'assegno, è semplicemente indecente.

Se una persona vive legalmente in Italia, a mio avviso deve aver gli stessi diritti di protezione sociale di un italiano. Questo è un principio di civiltà, prima ancora che di legalità.

Che senso ha, dico io, prendersela con la nonnina albanese? Quali immensi benefici economici potrà mai portare al Paese il risparmio di un pugno di euro ottenuto negando l’assegno agli stranieri (gli aventi diritto sarebbero poche migliaia, se prendiamo per buoni i dati citati ieri da Telese)? Nulla di realmente sostanzioso, lo si ammetta. In compenso, provvedimenti di questo tipo lanciano indirettamente un messaggio xenofobo, un effetto collaterale del quale non si sente affatto il bisogno.

Telese ieri ha espresso in sostanza il mio stesso pensiero, e di ciò io ne sono rimasto molto lieto.

Nessun commento: