domenica 6 luglio 2008

L'alfa e l'omega

Cosa resta, "ai posteri", della Zanzara di venerdì 4 luglio? Secondo me, i punti salienti sono stati quelli relativi agli interventi dei due ospiti (in due momenti diversi della trasmissione): il sociologo Luca Ricolfi, editorialista de La Stampa, e il critico d’arte Vittorio Sgarbi.

E’ davvero difficile immaginare due opinionisti più agli antipodi, quanto possono esserlo l’alfa e l’omega, la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. E infatti, la distanza tra i due si è manifestata nettamente, non solo nella qualità delle argomentazioni, ma, soprattutto, nello stile comunicativo.

Luca Ricolfi, nel suo intervento concernente il freschissimo DPEF del governo, i cui contenuti - come è stato fatto notare - non collimano granché con le promesse elettorali, è stato assolutamente brillante: preciso senza essere pedante, divulgativo senza risultare saccente, serio senza far mancare un pizzico di ironia.

La musica è nettamente cambiata quando è venuto il turno di Sgarbi, chiamato in causa da Giuseppe Cruciani per commentare la sua recente elezione a sindaco di Salemi, cittadina della Sicilia. Abbiamo infatti assistito al solito, prevedibile, debordante show di presunzione e arroganza, un concentrato di insulti e di volgarità.

Sono bastati pochi minuti a Sgarbi per partire per la tangente. In preda ad un delirio d’onnipotenza, se l’è presa, tra gli altri, con Di Pietro, definito “bufala che ha fatto danno alla nostra civiltà” (sì, sì, ha detto "civiltà"), coi magistrati, definiti “criminali” (testuale), e infine, nientemeno, con la “mafia delle schifose pale eoliche” erette da “delinquenti”.

A Cruciani, visibilmente imbarazzato tanto che, in un secondo momento, ha sentito il bisogno di dissociarsi esplicitamente dalle “intemerate” di Sgarbi (in particolare rigurardo il giudizio sui magistrati) vorrei chiedere la seguente cosa: che senso ha prendersela (in qualche caso comprensibilmente) con certe dichiarazioni un tantino sopra le righe di intellettuali sinistroidi (Eco, Camilleri, Tabucchi, ecc.) per poi aprire beatamente il microfono a chi, come Sgarbi, è noto per usare sistematicamente le parole come pietre?

Sia chiaro, io sono il primo a dire viva la libertà di parola, abbasso la censura. Se in futuro si riterrà opportuno regalare ancora ribalta al cosidetto "estremista dell’intelligenza", amen. Me ne farò una ragione.

Però, a questo punto, chiedo che non si tiri mai più fuori la storiella della superiorità morale. Non accetto, cioè, che, fior di intellettuali vengano accusati di considerarsi, vanitosamente, moralmente superiori, quando poi contestualmente si regalano megafono e pubblicità a chi, nell’arte di elevarsi ad un più alto plateau per dispensare giudizi morali a destra e a manca, primeggia incontrastato.

1 commento:

PaoloG ha detto...

Ricordiamoci sempre delle condanne giudiziarie di Sgarbi, come riportato in
http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Sgarbi#Condanne_giudiziarie

Purtroppo e' cosi': alla gente non interessa che una persona si sia macchiata in passato di gravi reati. Queste persone, spesso pluricondannate, ce le ritroviamo a gestire la cosa pubblica.