martedì 15 luglio 2008

La maestrina dalla penna rossa

A volte sono veramente infantile. Ho ridacchiato per ore ripensando alla battutona sul Riformista che ho partorito nel finale del precedente post, e quando ieri sera, alla Zanzara, Giuseppe Cruciani, per commentare l’arresto del presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, ha annunciato il collegamento telefonico con Antonio Polito, che del Riformista è direttore, ho allargato le braccia mormorando “e chi se non lui?”.

Attenzione, non fraintendete. Non voglio parlar male di Polito, che, anzi, considero un bravo e preparato giornalista, molto moderato (a volte anche troppo), sulla cui onestà intellettuale non si può minimamente dubitare. Personalmente non sempre sono d’accordo con lui, ma, nel caso specifico del suo intervento di ieri, non ho nulla da ridire…

…tranne per un piccolo, piccolissimo, minuscolo dettaglio, che mi accingo a spiegare.

Ad un certo punto, Cruciani ha citato la seguente dichiarazione di Walter Veltroni, segretario del PD: “Auspichiamo che Del Turco sappia dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati”.

Cruciani, nell’apertura della Zanzara, aveva già commentato tale dichiarazione, definendola “sconcertante”, ma ha voluto rigirare il coltello nella piaga, chiedendo pleonasticamente il parere di Polito. Quest'ultimo ha ricordato che non è Del Turco a dover dimostare alcunché, in quanto l’onere della prova, come noto, sta all’accusa. “Tutto ciò”, ha pomposamente aggiunto il direttore del Riformista, “è contrario ad ogni corretta concezione del diritto”.

Ora, siamo seri. Anche un bambino avrebbe intuito che il verbo dimostrare è stato usato da Veltroni in modo improprio, e che il suo reale auspicio era solo quello che Del Turco potesse rapidamente chiarire la propria posizione. Davvero qualcuno pensa che, tra tutte le norme del diritto penale, Veltroni non conosca quella più elementare?

A volte, cari Cruciani e Polito, bisogna avere l’elasticità mentale di cogliere che non sempre le frasi vanno prese alla lettera. Veltroni ha sbagliato, certo, ma è colpevole solo di un’infelice scelta di parole. Bastava dire questo e finirla lì, senza rivolgere al leader PD la stucchevole reprimenda stile maestrina dalla penna rossa.

2 commenti:

Daniele ha detto...

Ho la sensazione che non si sappia più di cosa parlare, se si perde tempo a discettare sul nulla. Per nulla intendo le scelte lessicale del leader del PD.

Ieri ho sentito solo la prima parte della trasmissione e sono rimasto colpito (ma non sorpreso) nel sentire Cruciani manifestare il suo dissenso rispetto alle dichiarazioni del Presidente del Cosiglio sul caso Del Turco. Probabilmente in questo caso era davvero indifendibile.
Le dichiarazioni avventate di Berlusconi, su teoremi accusatori et similia, gettano l'ombra del dubbio sulla buona fede del premier nei confronti del sistema giudiziario. Non solo le leggi in approvazione danno la sensazione di essere cucite addosso alle necessità del premier, ma anche le dichiarazioni fanno dubitare che il premier capisca che il problema del sistema giudiziario italiano non sta (o almeno non sta soltanto) nella magistratura politicizzata.
Come si evita che un politico venga incriminato, vietando ogni indagine nei suoi confronti, qualunque cosa faccia? Indagare un politico deve necessariamente significare che la magistratura sta cercando di intromettersi nel potere esecutivo o legislativo dello Stato?

Anonimo ha detto...

Cruciani non è Fede. Quando Berlusconi dice fesserie, Cruciani lo fa notare. Magari blandamente. Magari con un buffetto quando ci sarebbero gli spazi per un sonoro ceffone. Però lo fa notare.

Per il resto, il sistema giudiziario italiano fa schifo, ma a pensare che Berlusconi sia l'elemento adatto a riformarlo ci va del coraggio.

Ciao,
authan (autore del blog)