La trasmissione di ieri è stata, in sostanza, una colossale canzonatura nei confronti di Antonio Di Pietro, in conseguenza di certe parole smodate con cui il l'ex magistrato, intervenendo alla Camera, ha commentato il blitz della maggioranza in commissione vigilanza RAI: «Berlusconi è come Videla, e ricorda Charlie Chaplin, quando, interpretando Hitler nel film "Il grande dittatore", giocava con il mappamondo.»
Nulla di nuovo sotto il sole. Al contrario del sottoscritto, che continua a pensare che Di Pietro su molti temi abbia ragione da vendere, Giuseppe Cruciani, come noto, disapprova in modo totale le politiche dell'IdV e quindi c'è poco da stupirsi riguardo l'atteggiamento tenuto ieri dal conduttore della Zanzara.
Stupisce, invece, che sia servito l'intervento di un ascoltatore, Luigi da Lucca, per far emergere un aspetto di una solarità assoluta: Di Pietro esagera volutamente con le parole con il chiaro intento di conquistare una vetrina nelle prime pagine di giornali, nei titoli dei telegiornali, e – perché no – per diventare argomento del giorno nei talk show radiofonici. Sotto questo punto di vista, Di Pietro, è un po' il contraltare di Bossi: così come Bossi blatera di fucili, Di Pietro fa arditi accostamenti tra Berlusconi a Videla.
Videla, per i pochi che non lo ricordassero, è il generale che in Argentina, negli anni '70, si rese responsabile di una feroce repressione verso gli oppositori politici del regime militare, con decine di migliaia tra morti e di desaparecidos. Chiamare Berlusconi "presidente Videla" rasenta la follia. Nemmeno il no-global più convinto può sostenere seriamente una cosa del genere.
Sempre l'arguto Luigi da Lucca faceva poi presente come la moderna comunicazione politica ricalchi gli spot pubblicitari: per avere attenzione servono frasi forti, slogan ad effetto. Io aggiungo che sta ai cittadini e agli opinionisti, se ne hanno voglia, filtrare gli slogan e usare un'opportuna lente che faccia trasparire solo la sostanza del messaggio politico.
Il vero problema, però, è che la politica è intrinsicamente noiosa, e, per quanto riguarda i partiti minori, chi la pratica sembra avere due sole alternative: fare il moderato semi-invisivile alla Casini (quanto volte sentite la sua voce alla Zanzara? Molto raramente) o fare quello che le spara grosse ed è sempre al centro dell'attenzione. Di Pietro ("lo strano ircocervo" come lo ha curiosamente definito il giornalista Fulvio Abbate, ospite ieri alla Zanzara) ha scommesso sulla seconda strada e, considerando che per lui l'alternativa sarebbe l'oblio mediatico, in parte viene da capirlo.
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Il sopracitato Luigi da Lucca si merita la pubblicazione del frammento audio col suo intervento integrale. Tra l'altro, Luigi all'inizio fa anche osservazioni molto intelligenti sul caso di Eluana Englaro.
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Il contributo multimediale del giorno non poteva che essere tratto dal film "Il grande dittatore". Però, anziché la scena del mappamondo, ho preferito selezionare lo straordinario finale della pellicola, con il discorso molto poco nazista che lo pseudo-Hitler rivolge al mondo. Momenti di cinema scolpiti nella storia.
5 commenti:
Ancora buongiorno,
anche a me è piaciuta l'analisi su Di Pietro.
In effetti sembra molto di rivedere i Radicali prima maniera: se l'unico modo per fare notizia in una informazione lottizzata da altri partiti più grossi è fare folklore, faccio ANCHE folklore (scioperi della fame, spinellate, imbavagliamenti, spogliarelli,...).
Il problema è che è facilissimo ricondurmi ad un effettivo stato di silenzio mostrando SOLO il folklore, tecnica che lo stesso Cruciani utilizza spesso.
Infatti anche ieri non ha parlato della protesta degli studenti se non in relazione alle assurde pretese del prezzo politico per il treno.
Come in precedenza non aveva praticamente parlato della manifestazione del PD a Piazza Navona ma solo della Guzzanti.
Come non aveva praticamente parlato della manifestazione degli studenti sempre a Piazza Navona ma solo degli scontri.
Attaccare sui contenuti, sempre che sia possibile, richiede capacità di proporre analisi ed alternative e farà riflettere sui contenuti stessi stimolando dibattito e reazioni: questo non sempre piace, purtroppo in modo bipartisan.
Un bell'esempio di ciò è il "caso Brunetta" anch'esso accennato nella trasmissione di ieri.
L'Espresso non attacca i contenuti dei provvedimenti di Brunetta ma solo le sue presunte incoerenze personali, Brunetta non attacca L'Espresso sui contenuti dell'inchiesta, ma solo su presunte violazioni di privacy e sicurezza...
E alla lunga ci ricordiamo il folklore (i bambini che vengono costretti a scrivere "NO GELMINI" alla lavagna -MA BASTA!-), ma non il vero motivo del contendere.
Saluti
Paolo il memore
Quanto dici, Paolo, e' giusto. Alla Zanzara spesso alberga una certa qual superficialita'. E' una trasmissione che usa le news del giorno in una chiave piu' di "intrattenimento serio" che non di approfondimento.
Come ti ho detto in precedenza, e' un approccio voluto, per fare ascolti. Un approccio che io peraltro non condivido, ma e' cosi'.
Per ogni persona che come te e me vorrebbe scavare piu' a fondo, ce ne sono altre 100 che invece amano questa informazione d'intrattenimento breve, sintetica, "audio/video" (si ascolta la radio e si guarda la TV, ma non si legge).
Con questo genere di approccio, e' difficile andare ai contenuti quando i protagonisti della politica e dell'attualita' ci regalano cosi' tanto folklore in cui sguazzare, e gli ascoltatori che intervengono sono in larga parte, i primi a sguazzarci, nel suddetto folklore.
Gli unici momenti in cui si esce da questo cliche' sono:
- citazioni di articoli di giornale (rare)
- ospiti qualificati (non rari, ma si potrebbe fa meglio)
Ciao,
authan (autore del blog)
Oltre a quanto hai esposto in maniera puntuale, nella zanzara di ieri mi ha colpito l'intervento di un neochirurgo specializzato in stati comatosi che è intervenuto sul caso Englaro. Questo medico ha fatto un intervento lucido, sereno, molto interessante e con cognizione di causa. Francamente è stata la prima volta che ho ascoltato un intervento puramente "scientifico", senza strumentalizzazioni politiche o ideologiche su questo caso così delicato. Ma questo intervento aveva un solo difetto: non era in linea con il Cruciani-pensiero e quindi cosa ha fatto il nostro conduttore? Gli ha semplicemente tolto la parola impedendogli di portare a termine il suo discorso con la scusa del "deva dare spazio ad altri interventi".... E' davvero scandaloso come Cruciani riesca a condurre questa trasmissione e soprattutto come Radio24 lo permetta...
Paolo, il memore ha descritto perfettamente il "sistema Cruciani" e del 99% dei suoi colleghi. Su Di Pietro coglie il folklore ma non parla degli emendamenti tagliacosti bocciati in manera bipartisan. Di Travaglio parla solo estrapolando piccoli frammenti, in cui può ironizzare ma non sfiora mai le sue denunce. E ieri sera ha dato il meglio di se (come gli ho scritto)cogliendo dalla puntata di Anno Zero solo un episodio insignificante e tralasciando tutto il resto. Perchè non ha parlato della intercettazioni story di Travaglio??? O dei tanti spunti offerti da Stella e Rizzo???
Suggetirei per le prossime ferie del Cruciani di sostituirlo con Cucuzza o Giletti e chiamare la trasmissione, "La Zanzara in diretta" o "Caramba che Zanzara" o "C'è Zanzara per te".
Non so se sia un'impressione mia, ma trovo che ci sia stato un peggioramento nella qualità della conduzione de La Zanzara. Seguo il programma da più di un anno, probabilmente anche da due e all'inizio, proveniendo dal tedio di forbice con i suoi ospiti sempre uguali e le telefonate "sforbiciate" ero entusiasta di Cruciani.
Non ho mai trovato imparziale il nostro, ho sempre notato che un leghista che la spara grossa è "straordinario" e un Diliberto invece viene dileggiato per tutta la puntata (personalmente preferirei non sentir parlare né dell'uno né dell'altro).
Non so se il cambiamento è dovuto solo al fatto che da Aprile abbiamo un altro governo (e che i vari Brunetta e Scajola mi fanno incazzare al solo pensiero), tuttavia ci sono delle puntate de la Zanzara che risultano veramente insopportabili.
Un indice del cambiamento è la nuova sigla che suggerisce quasi un intento autocelbrativo, oppure gli stacchetti ad altri orari in cui ci sono spezzoni della trasmissione e che ultimamente sottolineano i momenti in cui Crux è più arrogante e ostile nei confronti degli ascoltatori: "Fatto?" "Io non ho capito, sarò ritardato, cosa vuole che le dica?"
In sintesi, e mi scuso per lo sproloquio, mi pare che Cruciani si sia "gasato" un po' troppo e stia esagerando con l'autocompiacimento.
Qualcun altro ha notato un peggioramento nella conduzione o magari sono solo io che sono di cattivo umore :-)?
Saluti a tutti, specialmente all'autore del blog e a Paolo il sommo.
Tommaso
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