NOTA. Lo strepitoso scambio di vedute tra Cruciani e l'ascoltatore Francesco da Pavia sull'ignoranza, "Umberto D.", Lino Banfi, e Rocco Siffredi, che ha avuto luogo ieri, giovedì 17 settembre intorno alle 20:35, è disponibile nella pagina delle Perle della Zanzara (è la perla numero 7). Buon ascolto.
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Il re dei cinici colpisce ancora. Ci arriveremo, ma prima...
AGGIORNAMENTO RADIO LONDRA! Olé!
(Usare l'espressione "body count" proprio oggi mi sembrava irriguardoso). Cruciani, ieri, dopo aver cercato pazientemente col lanternino, in ogni meandro dell'iperspazio mediatico, ha individuato i seguenti soggetti da spedire in montagna coi resistenti:
- Moni Ovadia, per aver detto che “stiamo attraversando il peggior momento della storia repubblicana” (un'opinione come un'altra, tutto sommato).
- Gianni Vattimo (di nuovo!) per aver detto che (paradossalmente, com'è ovvio), “l'Europa dovrebbe bombardare l'Italia, così come Bush ha fatto con l'Iraq, perché manca la libertà di stampa”.
Nel far presente che ancora una volta nessun ascoltatore ha dato seguito alle parole di Ovadia e alla boiata (perché è una boiata) di Vattimo, a dimostrazione che questo cecchinaggio crucianesco è fine a se stesso, ricordo a tutti come tre giorni fa Berlusconi abbia detto, a Porta a Porta, che se non ci fosse lui l'Italia precipiterebbe in una situazione da “stato di polizia giudiziaria”, senza che il nostro eroe Cruciani trovasse alcunché da ridire. Ridicolo.
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“Io capisco il dolore delle famiglie, ma non il fatto che ogni volta che alcuni militari perdono la vita ciò venga trattato come qualcosa di eccezionale, come uno psicodramma nazional popolare, con conseguente assurdo dibattito ritiro sì ritiro no. Bisogna dire una cosa molto semplice: i soldati possono morire, e anzi, cinicamente, si può dire che è normale che muoiano. Fa parte del gioco.”
Queste le parole pane-al-pane-vino-al-vino con cui Cruciani, senza alcuna traccia di perifrasi, ha commentato l'attentato di ieri, a Kabul, a causa del quale sei paracadutisti della Folgore hanno perso la vita.
Cosa ne pensate? Io sono combattuto. Uno dei miei due neuroni mi dice che Cruciani ha ragione, che i soldati conoscono i rischi, che il pericolo è il loro mestiere, e che la morte rientra nei possibili accadimenti di chi sceglie di svolgere quel tipo di professione. E' da ipocriti abbandonarsi ai piagnistei, e la retorica sugli "eroi" è melensa.
L'altro neurone, invece, non riesce a convivere con questo cinismo, E più le ore passano e più mi accorgo che a prevalere, per quel che mi riguarda, è proprio la componente più sensibile. Penso alle fidanzate, alle mogli, alle madri, e soprattutto a tutti i bimbi che hanno perso il loro papà. E non ce la faccio a mantenere questo totale distacco emotivo come fa Cruciani. Non ce la faccio.
Non siamo ai tempi della prima guerra mondiale. I componenti delle nostre forze armate non sono carne da cannone. Se un tempo la guerra poteva vedere nella morte una qualche componente di normalità, io credo che oggi non sia più così, almeno non allo stesso modo, non nella stessa misura.
I rischi che corre un militare non sono poi così diversi da quelli che corre un poliziotto impegnato sul territorio interno, che in qualunque momento può trovarsi coinvolto, ad esempio, in uno scontro a fuoco con dei rapinatori. E dubito che il concetto "è normale che un poliziotto possa morire" (se vale per i militari deve valere anche per i poliziotti) sia qualcosa di ripetibile ad alta voce così alla leggera.
Pertanto, le parole che Cruciani ha pronunciato ieri in trasmissione, anche se non nego nascondano un fondo di verità, secondo me, dette in quel modo così freddo e a così poca distanza dalla tragedia, si sono rivelate essere un inutile esercizio di cinismo che, al di là degli intenti, si è trasformato in una mancanza di rispetto per i familiari delle vittime.
Così è come io la penso. Mi sforzo, ci provo, ma l'atteggiamento alla "i duri non piangono" proprio non riesco a farlo mio. E vi dirò, amici miei, che, sotto sotto, un po' ne vado pure fiero.
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The Cure, "Boys don't cry" (1979).
I try to laugh about it
Cover it all up with lies
I try and laugh about it
Hiding the tears in my eyes
Because boys don't cry
Boys don't cry
55 commenti:
Grazie Authan, mi sono davvero commossa.
Per tutti: leggete se potete il lungo articolo di REPU oggi di Saviano.
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/afghanistan-19/ragazzi-del-sud/ragazzi-del-sud.html
questi ragazzi se fanno la scelta di diventare militari, almeno non ingrossano le fila della criminalità che troppo spesso offre gli sbocchi occupazionali che mancano al sud.
ciao con mestizia....
Francesca
Sento spesso cinicamente dire: lo sanno a cosa vanno incontro, è normale, è il loro lavoro..Allora perché indignarsi per un operaio che cade da un'impalcatura, oppure se un poliziotto viene ucciso durante una rapina, oppure per gli operai della Thyssen, ecc. ecc.? Non sono daccordo, io piango ogni morte, specie di ragazzi "carni da cannone" e delle "bestie da soma" che muoiono sul lavoro.
Antonio
confesso di non aver ascoltato ieri la puntata.
Pero' nel conto dei "resistenti" in panciolle secondo Cruciani, va da sè che Ovadia e Vattimo siano di default!
Mi associo alla reprimenda sullo "stato di polizia giudiziaria".
"Presto ci sarà l'implosione di Berlusconi, che cadrà con il dito alzato, facendo finta di niente fino all'ultimo minuto, esattamente come Saddam Hussein". Antonio Di Pietro, nel suo discorso alla festa del partito oggi a vasto, torna ad attaccare il premier, accusandolo di aver "ridotto il paese al lastrico, alla invivibilità e al discredito internazionale".
NON RICORDO SE DI PIETRO VIENE GIA' ANNOVERATO NEL BODY COUNT....
NEL CASO NON LO FOSSE, SI GUADAGNERA' MERITATAMENTE UN POSTO D'ONORE CON LE AFFERMAZIONI SOPRA.
La settimana scorsa sono morti 2 giovani ragazzi della mia città in due diversi incidenti sul lavoro. Per loro un banale trafiletto sul quotidiano locale. Niente funerali di Stato, niente lutto nazionale. Indifferenza totale.
Authan, però scusa un attimo. Se uno è padre e sceglie (senza essere forzato dalla leva obbligatoria) di andare con un fucile in braccio in un posto dove la gente si spara, invece di fare l'impiegato o l'istruttore di palestra o qualsiasi altra cosa, non puoi evitare di pensare che si tratti di un padre, diciamo così, leggermente irresponsabile nei confronti dei propri figli.
"Cruciani sono pienamente d'accordo con lei, io faccio il programmatore e programmo..."
Resto dell'idea che siamo l'unico paese del mondo a definire "irresponsabile" un soldato in missione, o a dire che se lo è cercato, godendo in fondo perchè "con tutti i soldi che gli abbiamo dato per tenerlo in missione di pace", oppure rodendoci di invidia perchè gli concedono come contentino i funerali di Stato..Che belpaese
Antonio
Concordo con Antonio, è la seconda volta che succede :-D
Tommaso
Antonio, sono l'autore del commento precedente e tu - che non hai capito nulla del mio intervento e lo stai piegando inserendoci invenzioni tue (quell'infame "godendo") a fini propagandistici (offendendo in questo modo tu i morti, non io) - sei un coglione della peggior specie
Buongiorno,
sono sempre più sbalordito per essere per il secondo giorno dalla parte di Cruciani, pur provando una gran pena per i morti, anzi forse proprio per questo.
Molto di quello che in Cruciani adesso appare cinismo da bar credo sia solo la conseguenza del fatto che la realtà presenta il conto.
E la realtà è che una classe politica incapace di gestire una scelta impopolare non ha avuto il coraggio di dire che ANDAVAMO IN GUERRA ed ha preferito trincerarsi (questa si cinicamente) dietro artifici dialettici (esportare la democrazia, mantenere la pace,…), creando anche degli equivoci su dotazioni e regole di ingaggio delle nostre truppe.
In molti poi hanno preferito abboccare per non confrontarsi con le conseguenze della scelta e hanno deliberatamente scelto di credere che si trattasse di andare a mostrare i muscoli e poi il nostro fascino italico avrebbe magicamente fatto il resto. Magari gli avremmo costruito qualche ambulatorio e scuola con mobili di “dessain”, come ama dirci SB.
Se fosse stato detto chiaramente che di guerra si trattava, a tutti sarebbe stato chiaro che ci sarebbero stati i morti, e sentirlo adesso non apparirebbe così estraniante e cinico.
Probabilmente a molti sarebbe stato chiaro anche che alcune scelte successive quali l’intervento in Iraq a scenario afgano ancora aperto erano assolutamente dissennate, e forse adesso non dovremmo rimpiangere il fatto di dover affrontare in un terreno così difficile una coalizione (di fatto di da noi stessi favorita) tra terroristi (quaedisti), guerriglieri (talebani e signori dell’oppio) e veri e propri militari (signori della guerra e dell’oppio formati da iraniani e da ex baathisti iracheni).
E probabilmente molti avrebbero valutato diversamente anche altre strade per migliorare le condizioni degli afgani, come suggerivano operatori già presenti in loco come Emergency.
Il dato è che siamo in guerra in Afghanistan e che questo comporterà probabilmente degli altri morti: resta da capire e spiegare onestamente se e come proseguire o interrompere la nostra missione e se e come questa possa essere per noi la scelta migliore. Perché il nemico che non ammazziamo oggi in Afghanistan potrebbe essere quello che domani ci ammazza a casa nostra con il terrorismo (i qaedisti hanno colpito gli Stati Uniti, ma anche Madrid e Londra) o la droga.
Ancora una volta penso che abbandonare il terreno di battaglia a nemico non sconfitto sia una scelta pessima sul lungo periodo, ma prima impariamo a dirci le cose come stanno, meno propaganda ci beviamo,meno morti dovremo piangere e meno scelte folli faremo.
Saluti
Paolo il cinico
Per favore niente insulti. Devo cominciare a cancellare i commenti?
Antonio, abbi la forza di replicare (se vuoi) senza controinsultare...
authan
Non so se "irresponsabile" sia la parola giusta. Però sì, penso che un padre di un bimbo piccolo, potendo scegliere (ma questo "potendo scegliere" è importante, perche' magari questi ragazzi come alternativa alla vita militare hanno solo la disoccupazione), se scientemente decide di recarsi in uno scenario di guerra io penso che faccia molto male.
Penso la stessa cosa, per capirsi, a proposito di un alpinista (parlo sempre di un padre di famiglia) che si avventura in imprese pericolosissime sulle vette più impervie.
Ciò, comunque, non mi impedisce dal piangerne la morte, senza ostentare freddezza e cinismo.
authan
Authan, quel "godendo" infilato da Antonio nel suo messaggio è l'insulto peggiore di questa pagina web. Dammi retta.
@Anonimo: Caro amico, dal tuo tono della risposta ho capito di averti bruciato la coda di paglia..E qui chiudo la polemica, era giusta la mia impressione.
(@ Authan: mi pare di aver risposto civilmente..:)
Antonio
@ Paolo: ciò che dici è giusto, ma secondo me quando si analizza una missione di guerra bisogna sempre ragionare su due piani:
1) su chi la pianifica, progetta e dirige, e il più delle volte non rischia niente se non il prestigio, la carica o il consenso elettorale
2) su chi la fa realmente, sporcandosi le mani e spesso lasciandoci la vita. La quasi totalità dei soldati degli eserciti mondiali, ecc. sono composti da gente che fa il soldato in primo luogo per vivere, o meglio sopravvivere, e pertanto quando muore merita il massimo rispetto, senza se e senza ma, indipendentemente che sia missione di pace, di guerra o "turismo militare" (come i nostri soldati sono stati talvolta accusati di fare).
Antonio
...e per tutti gli afghani morti uccisi solo pochi giorni fa da un terribile bombardamento "amico" chi è che piange??
ricordo inoltre che le uccisioni di britannici, tedeschi e altri soldati delle forze di occupazione unite agli USA sono all'ordine del giorno in uno stillicidio senza fine.
x Antonio - tema : Umenrto D e bastoni bianchi
Che male c'e ad accostare Siffredi a De Sica o Dante.
Tutti hanno fatto magistralemnte quello che sapevano fare meglio.
Poi se tu mi dici che Dante e' di serie A e Siffredi e' di serie Z chi se ne frega.
Siffredi non scalfisce la grandezza di Dante, e Dante non da alcuna preopccupazione a Siffredi o ai Siffrediani.
Si puo' convivere nutrendo contemporaneamente l'anima e la carne "immonda"...
Un consiglio: ho rispolverato De Sade e Restif de la Bretonne , sai fa piu fico di Siffredi, dici che mi dovrei gia organizzare con il cane d'accompaganmento?
Zecca
......."quegli" afghani morti erano civili inermi, non signori della guerra, nè narcotrafficanti o terroristi.
Su questo tema concordo pienamente con Cruciani. I soldati sono ben pagati per andare in missione proprio in virtù del rischio che corrono. Esclusivamente per quello. Non è un'indennità di trasferta.
Questo significa che non provi tristezza verso la loro morte? Assolutamente no e, superato il momento di coinvolgimento emotivo, mi rendo conto che occorre ammettere che le cose stanno così.
Non sono d'accordo sull'affermare che alcuni vanno in missione perchè costretti da una mancanza di scelta lavorativa. Si può benissimo stare nell'esercito e rifiutarsi di andare in missione...non ti costringe nessuno.
Miglior battuta della settimana (non è mia):
Ma che ce frega di Umberto D., noi abbiamo Umberto B.!
subito il premio IG-NOBEL all'autore della battuta FE-NO-ME-NA-LE!
Francesca
Tu authan dici che "(...) se vale per i militari deve valere anche per i poliziotti".
La differenza è che i militari per andare in pensione hanno un ben + sostanzioso compenso x il rischio.
E come ha detto iersera un militare alla zanzara (e ho constatato x esperienze personali) c'è la fila per partire.
Accidenti è due puntate che ho avuto motivo di apprezzare cruciani (la sua posizione sui militari e quando ha candidamente ammesso di non conoscere "umberto d.", anche se la sua ignoranza in materia spiega perché abbia apprezzato le parole di un brunetta sempre meno jeeg e sempre più tragicamente uguale al nano della canzone di de andrè..)
Accidenti a non rileggere...
"La differenza è che i militari per andare in missione" (e non in pensione, anche se le missioni onfluiscono poi sulla pensione xchè consentono avanzamenti di carriera...)
Congratulazioni, ottimo blog!
Qualche commento piu' sopra si e' detto che e' giusto indignarsi di fronte alla morte dei militari all'estero, come ci si indigna quando un operaio muore cadendo da un'impalcatura o come ci si e' indignati dopo l'episodio della Thyssen Krupp. La differenza pero' c'e' ed e' molto importante: contrariamente ai casi portati come esempio, la morte dei 6 militari italiani non e' stata causata dalla incompetenza o dalla malafede di qualcuno ( come alla Thyssen ); si e' trattato di un 'incidente' legato ai rischi del mestiere. Per tracciare un parallelo, se un operaio morisse cadendo da un'impalcatura, nonostante tutte le procedure e l'attrezzatura di sicurezza fosse in perfetta regola, non vedo perche' ci si dovrebbe indignare. Sarebbe solo sfiga, nulla piu'.
"Non siamo ai tempi della prima guerra mondiale. I componenti delle nostre forze armate non sono carne da cannone. Se un tempo la guerra poteva vedere nella morte una qualche componente di normalità, io credo che oggi non sia più così, almeno non allo stesso modo, non nella stessa misura."
Authan, non credi che questo passo del tuo post sia abbastanza privo di senso?
Come Cruciani ha dato prova di non conoscere la storia del cinema (Umberto D. docet), tu evidentemente non conosci la storia.
Come si fa a paragonare la, comunque grave, morte in Afghanistan di 6 militari professionisti, con le centinaia di migliaia di soldati di leva, perlopiù contadini, che durante la grande guerra morirono per difendere la patria?
Poi, sostenere che oggi la morte non rientrerebbe più nella normalità della guerra è qualcosa di inaudito. Sarebbe come negare l'evidenza: non può esistere una guerra senza morti.
Evidentemente noi italiani non ci rendiamo più conto di cosa siano realmente le guerre, dato che, per fortuna, negli ultimi 60 anni non le abbiamo più avute sul nostro territorio...
P.S.: Come avrà fatto Cruciani a superare l'esame da giornalista, se ignorava l'esistenza di un film conosciuto in tutto il mondo, citato non solo nei manuali di storia del cinema, ma anche nei semplici bignami di cultura generale?
Luca,
passare dalle decine di migliaia di morti della WW1 alle poche decine dell'Afghanistan e dell'Iraq secondo me segna una grande differenza.
In soldoni, un po' brutalmente, potrei dire qualcosa del tipo: in Afghanistan non muore abbastanza gente per rendere "normali" le perdite. Se le morti fossero quotidiane, probabilmente dopo pochi giorni diventerei insensibile anch'io. Ad oggi non e' cosi.
Grazie,
authan
Io penso che di fronte a un fatto come questo si possa avere un atteggiamento cinico oppure più sensibile, ognuno ha la propria sensibilità e reagisce di conseguenza.
Però proprio non capisco i funerali di stato, il diventare loro malgrado personaggi con interviste a parenti e amici e vicinato e concittadini (e le eventuali medaglie alla memoria, come in altri casi sono state assegnate). Anche l'altisonante appellativo di eroi, di eroico impegno... mi sembra fuori contesto.
Complimenti per il blog
Samuele
Ciao Samuele.
Che ci siano eccessi retorici e' comunque fuor di dubbio. L'abuso della parola "eroi" e' stucchevole anche per chi come me preferisce lasciare il cinismo estremo fuori dalla porta.
Grazie per i complimenti. Scrivi ancora.
Authan
Sulla morte dei soldati mi allineo ai ragionamenti di Authan. Si vuole a tutti i costi dire (tesi cinica) che alla fin fine quei poveri soldati meritavano la fine che hanno fatto. No, mi rifiuto anche di pensarlo. Come ho già detto è ridondante la strumentalizzazione che si fa di questi avvenimenti, accostando questi "operai della guerra" a eroi. Ma questo è contorno non sostanza. Io non posso cinicamente pensare e dire: se la sono cercata. Erano lì per i soldi e per questo non si possono piangere ....
Pasquino
per l'anonimo delle 21.10
sono d'accordo solo in parte
nel senso che in alcuni casi di morti di militari italiani c'è una negligenza di chi ha organizzato la spedizione, vedi posizione del comando italiano a nassiriya, utilizzo di mezzi più adatti a un vero peace keeping che non alla guerra di afghanistan. ma qui se si fa cerca la verità si viene investiti da epiteti e si viene accusati di fare polemica da chi preferisce la retorica degli eroi dalla realtà di soldati professionisti morti sul lavoro, non sempre per sfiga
Vi riporto un fatto successo nel '92...
strage di via D'Amelio 19 luglio
muore anche emanuela Loi... giovane protettrice del giudice Paolo Borsellino...
di lei non restano altro che "pezzi" e ciocche di capelli spalmati sui muri...
bene lo stato ha mandato a casa dei sui genitori la fattura per il trasporto di quella bara vuoto nella sua terra, la sardegna.
Giusto per fare capire lo stato da che parte sta
Ma questi soldati sono stati mandati li perchè?
Nessun attentare dell'11 settembre era afghano...
Per esportare democrazia???
Per mantenere la pace???
Queste frasi sono ciniche..
perchè la verità e che nessun cittadino comune lo sa... sono "affari" dei signori del mondo... quelli che sanno che da li dovrà passare il gasdotto...
Cmq voglio fare un aprovocazione:
Un cittadino cos ci ha guadagnato dalla cacciata dei talebani?
Ve lo dico io: eroina di ottima quualilta e basso prezzo.
E' per questo che c'è stato il boom in Occidente.
E' molto semplice, una volta l'eroina bisognava inniettarsela e converrete con me che l'ostacolo è grosso per un ragazzino o una persona impressionabile...
Ora non è piu cosi....
i primi contatti con l'"ero" avvengono con la sua versione piu pura Quella bianca che somiglia alla Cocaina.
Quindi adesso l'eroina si puo fumare "appicicandola" con la saliva su una sigaretta oppure sniffare come la coca....
molto piu user-friendly del classico buco...
Per fare l'eroina bianca servono 15 kg d'oppio per fare l'eroina scura (la famosa brown sugar) ne bastano meno della metà circa 6 KG....
Una volta i talebani (bastardi mozzamani, nessuno lo nega) controllavano e combattevano le piataggioni di papaveri... ora i signori della guerra, di cui siamo alleati, usano il narcotraffico per finanaziarsi...
Francesco
Altro delirio di "Frodo" Brunetta contro il Male Comunista. Fermatelo, please!!!!
Non riesco a capire come si possa sostenere che un personaggio come Brunetta sia in qualche modo da tenere in considerazione come "bravo ministro".
@ Collettivo:
Credo che tu abbia ragione quando fai notare che con ogni probabilita' tutta la campagna militare in afghanistan si sarebbe potuto gestirla meglio, e che se la colpa e' di qualcuno, almeno in parte e' dei generali ( o chiunque sia che determina le strategie sul campo, non conosco la prassi militare ) . La reazione dei media pero', almeno per come l'ho vista finora io, non e' stata una cosa del tipo "cazziamo i comandanti incompetenti"; se non sbaglio negli USA una polemica simile scoppia, quando succedono grossi casini. Al contrario, qui si assiste a sfoghi sulla falsariga di "tiriamo fuori da li' quei poveri ragazzi". E' questo che io non capisco, che si reagisca come se avessimo mandato dei giovanotti male addestrati a fare la campagna di russia in scarpe da tennis. Mentre invece, scusa se insisto, sono professionisti addestrati e ben pagati, credo perfettamente coscienti dei rischi che corrono.
Anonimo 21.10
E' un po' un gruppo di scalatori che va in montagna e cade giù. Tutti morti. Eppure sarebbe impensabile non permettere più a nessuno di scalare le ns montagne.
Chi vuol andare alla guerra vada alla guerra e se muore amen. Se torna vivo meglio. Se non ci fossero le guerre e i talebani meglio ancora.
Se l'umanità fosse meno stupida probabilmente non esisterebbero i comici.
Brunetta, Di Pietro, Bossi ci hanno stancato con le loro sparate: in principio fu il senatur, che ce l'aveva (a suo dire) sempre duro, ma ora ci si mettono pure gli altri due. Ma che abbiamo fatto noi italiani per meritarci questi tipi? A proposito delle lacrime di coccodrillo dei politici, nel giorno della tragedia il senato e la camera erano semivuote perchè era giovedì...Bella roba!!
L'ipocrisia dei media sui militari a mio parere è incarnata in Stefano Bettarini che, credendo di non essere inquadrato, durante il minuto di silenzio armeggia tranqullamente con il telefonino, salvo poi, una volta terminato il "lutto a telecomando", mostrare una faccia "stravolta" dal dolore..
Matteo
Qualcuno sa perchè non era presente Berlusconi al rientro delle salme? E' per me una curiosità, visto che è onnipresente ovunque, forse avrà fatto tardi stanotte..
a Anonimo sopra: Provo a ipotizzare: torcicollo?
Matteo
uno spettacolo pietoso....
un ministro sudaticcio (con il quale la Natura è stata davvero matrigna) che gesticola scombinatamente e parla come i peggio leghisti della minkia al circolino.
Poi uno si chiede.... ma chi sono le élites di sinistra della rendita parassitaria che preparano il golpe?
Il governo è stato eletto nel massimo rispetto delle regole democratiche perchè ha avuto la maggioranza dei voti, dunque DEVE governare. troppo comodo dar la colpa ad oscure manovre eversive di disturbo.
Notasi che con la schiacciate superiorità numerica in Parlamento, si sprecano i voti di fiducia ed i decreti.
signor ministro della P.A. .... ma lei è al corrente di quante siano le auto blu oggi?
e di come aumentino giorno dopo giorno?
Possibile che la sua crociata moralizzatrice sia solo contro i cosiddetti dipendenti fannulloni ma non si occupi di sfrondare privilegi ed eliminare gli sprechi di denaro pubblico??
Ah, le ricordo che ANCHE i voli di stato sono sempre piu' numerosi che nel passato governo!
@ Hyxcube:
"Si può benissimo stare nell'esercito e rifiutarsi di andare in missione...non ti costringe nessuno."
No, con l'esercito di professionisti non dovrebbe essere così: la partecipazione alle missioni fa parte dei tuoi compiti ineludili: dopo ci sarà chi sgomita e chi preferisce tenere un profilo più basso, è normale...
Non era così nemmeno con quello di leva almeno per quanto riguardava i volontari (e tali erano, oltre ad ufficiali, sottufficiali e VFP, ad esempio gli ufficiali di complemento, che spesso erano volontari molto per modo di dire).
Saluti
Paolo il sottotenente
A proposito delle auto blu, esimio Professorministro Renatobrunetta, le ricorderei i dati: in soli due anni, in Italia, si è passati da 574.215 a 607.918 auto blu, un aumento del 6% in soli due anni. Dopo la legge del 1991 che limitava l'uso esclusivo delle auto blu ai soli Ministri, Sottosegretari e ad alcuni Direttori generali, si sono sempre proposte regolamentazioni e tagli, mai effettuati. La classifica dei paesi che utilizzano le 'auto blù vede oggi al comando l'Italia con 607.918 seguita dagli USA con 75.000, Francia con 64.000, Regno Unito con 55.000, Germania con 53.000, Turchia con 52.000, Spagna con 42.000, Giappone, con 31.000, Grecia con 30.000 e Portogallo con 23.000 (Fonte Il sole 24ore e Contribuenti.it). Ora, se facciamo un conto approssimativo dello stipendio dell'autista di queste auto, stando molto bassi con 2000 euro al mese x 600000 = 1.200.000.000, moltiplichiamolo per 12 mesi e otteniamo 14.400.000.000, se ci aggiungiamo la manutenzione e le varie spese di ciascuna auto, senza contare la tredicesima (e 14ma) agli autisti e, ripeto, rimanendo molto bassi, viene fuori un conto per i contribuenti di 15 miliardi di euro, solo per mantenere le auto blu.. Non male, vero caro signorprofessoresimioministro? Ne deve fare ancora di spacconate per mascherare i suoi insuccessi politici..
Matteo
Però, nel frattempo, come ha mostrato Presa Diretta, viene "risparmiato" un miliardo di euro sulla sicurezza, ma nonostante questo, stando ai sondaggi (riportati anche da Pagnoncelli a Ballarò), gli elettori, grazie alla "propaganda ronde", apprezzano quanto fatto dal governo in materia di sicurezza e ordine pubblico. Che strano, strano Paese..
Matteo
.....dell'assortita platea di Cortina, cui ha distribuito le sue perle il ministro della Penosa Arroganza, facevano parte, seduti nelle primissime file, il ministro dell'Alimentazione Forzata Sacconi e il sindacalista piu' accondiscendente dell'universo Angeletti.....sorridenti..... ma almeno si sono astenuti dall'applauso!
E intanto prendono per il culo il nostro Presidente anche in Egitto..Vi immaginate una canzone così passata in tv in Italia?
http://video.unita.it/?video=1371
Quiz: Chi ha pronunciato queste parole?
«Vedo gente che parla di regime e di dittatura, e me la rido. Una dittatura è un governo che fa chiudere i giornali. Qui vedo uno dei signori più potenti d’Italia bersagliato ogni giorno, bene o male che sia, dai giornali. Il rischio di esagerare è quello di fare una figuraccia, di fronte all’evidenza».
a) Vittorio Feltri
b) Giuliano Ferrara
c) Piero Chiambretti
Chiunque sia, ci giochiamo un penny che una di queste sere lo chiamano in onda?
Matteo
quoto Chiambretti!
da che è andato al circolo ARCI con Piersilvio, suo neo-datore di lavoro, potrebbe anche essere!
Ma Filippo Facci che venerdi ce l'aveva tanto con ADP..... affermando che lui voglia solo distruggere....
ha ascoltato le dichiarazioni uscite da Vasto, congresso dell'IDV??
E poi, scandalizzati per il paragone con Saddam.... ma SB è quello che in assoluto ha insultato di piu' gli avversari, dai comunisti ai magistrati e ai giornalisti ... pure quelli esteri!
SILVIO....DIMETTITI!!!
@ Anonimo: Risposta esatta!! E' in un'intervista sul Giornale di oggi, insieme a sparate contro il PD. Pierino, ne avevo avuto sentore anche quest'anno è diventato quello che, con un neologismo, definirei "omo de Pansa, omo de sostanza (inteso come soldi)", un po' come il nostro Crucianino.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=384364&LINK=MB_A
Matteo
grazie Matteo!
ti credo sulla parola e non apro il link.... sai sono allergico a quel fogliaccio che ci si sporca solo a nominarlo!
"Bossi di fronte alle bare dei parà:
li abbiamo mandati e sono tornati morti"
Il ministro della superminkia non sa un cazzo di politica estera e continua a biascicare cretinate.
Aho' ministro?!?! Chi ce li ha mandati??
Sono o no dei volontari???
@Paolo
Grazie della precisazione. Comunque non cambia la mia opinione sul fatto che ogni mestiere ha le sue implicazioni. Se scegli di fare il militare e non il muratore, sei consapevole che "morire in guerra" fa parte dei rischi del mestiere.
E la scelta è sempre possibile. Se avessi disperatamente bisogno di lavorare, sicuramente preferirei impastare cemento che andare in giro a rischiare la vita; specie se a casa mi aspetta una famiglia e dei bambini.
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