giovedì 5 marzo 2009

Lo sterco del diavolo

La Zanzara di ieri, nonostante l'intervento di Franco Califano che non c'entrava nulla (ma per il dio auditel - anzi, audiradio - si fa questo ed altro, e amen), ha offerto qualche spunto interessante.

Partiamo da Renato Brunetta. Per quanto largamente condivisibili siano le sue politiche, anche per Brunetta devono valere le regole elementari della buona educazione. Giuseppe Cruciani lo ha giustiamente fatto notare, riferendosi all'atteggiamento screanzato tenuto dal ministro durante un'intervista rilasciata ad Alessandro Milan, ieri mattina su Radio 24. Non è la prima volta che accade, ha anche osservato Cruciani. In compenso è la prima volta che Cruciani prende il coraggio a due mani è dà del maleducato al ministro. Era il minimo, bisogna dire.

Per ora la massima punizione escogitata, oltre alla critica verbale, è stata l'omissione della musichetta di Goldrake. La prossima volta (perché ci sarà sicuramente una prossima volta) vedremo. Magari una musichetta diversa, meno inneggiante e un po' più canzonatoria, non guasterebbe.

Passimo alla vicenda dello stupro della Caffarella. Per Cruciani, qualcosa non ha funzionato nell'informazione, dove la colpevolezza dei due rumeni in stato di arresto era data per scontata (dopo i test sul DNA le certezze sono venute meno) e dove in certi TG erano fioccate le famigerate interviste ai passanti con allegre invocazioni alla pena di morte, la castrazione chimica, ecc. ecc.

Nel commentare questo tema, Cruciani, nella prima parte della trasmissione, è partito col piede giusto, arrivando addirittura ad sollecitare delle “parole di critica” (immagino intendesse autocritica) da parte dei direttori di giornale e telegiornale. Poi, però, in un secondo momento, Cruciani, pur confermando il suo biasimo, ha tenuto a precisare che secondo lui dietro ad una certa superficialità nel presentare le notizie non si nasconde alcun disegno politico. Semplicemente, i media si tuffano, con un'operazione per nulla impegnativa, su ciò che fa sensazione perché “è così che si ottiene audience, pubblicità, soldi. Cose normali, tutto sommato, niente di cui vergognarsi. Non è lo sterco del diavolo”.

Non mi è piaciuta questa considerazione. Sarei tentato di definirla una “stupidaggine sesquipedale”, per citare una singolare espressione usata ieri sera dal conduttore della Zanzara. C'è moltissimo di cui vergognarsi per un'informazione di questa risma.

Sarà anche vero che non c'è un disegno premeditato volto a favorire sentimenti di odio per gli immigrati e ad avallare certe politiche governative, ma bene o male questo è il risultato che si ottiene. Possiamo chiamarlo effetto collaterale, se vogliamo edulcorare il concetto, ma alla fine, gira e rigira, la conclusione a cui si arriva non cambia: l'informazione di massa, in questo paese, specie quella televisiva, è di livello bassissimo, ed è su questo tipo di informazione che milioni di italiani formano le loro opinioni. Rassegnarsi a questa situazione, considerandola fisiologica, o comunque di non grande impatto, secondo me è sbagliato.

Inoltre, io noto una parziale inconciliabilità tar quanto detto ieri da Cruciani e le sue opinioni sulla pubblicazione delle intercettazioni. In questo secondo caso la violazione della privacy e la gogna mediatica, sono, in pratica, il male assoluto. Invece, solleticare indirettamente il risentimento popolare verso gli immigrati è sì sbagliato, ma è qualcosa di cui tutto sommato non ci si deve vergognare. A mio avviso, invece, il livello di gravità dei due scenari andrebbe esattamente invertito.

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Nel 1991, la band americana di hip hop underground Disposable Heroes of Hiphoprisy pubblica una canzone, intitolata "Television, The Drug of the Nation", che suona come uno dei più feroci atti d'accusa di sempre nei confronti della televisione. Sono passati 18 anni, ma sembra oggi.




One Nation
Under God
Has turned into one nation
Under the influence of one drug

Television, the drug of the Nation
Breeding ignorance and feeding radiation


(Disposable Heroes of Hiphoprisy. Testo completo qui, anche con traduzione)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci si deve ripetere ricordando che attraverso la distorsione delle notizie, si manipolano le coscienze.
E’ purtroppo verissimo che l’informazione televisiva in questo paese è di infimo livello.
Ed anche certi quotidiani pero’ ci mettono tanto impegno per colmare la misura, basti pensare a certi titoli del Giornale o Libero
Ma lo si puo’ dire con convinzione soltanto se si è preso coscienza di ciò, potendo notare le differenze macroscopiche tra quanto viene propinato come verità, come fatto accaduto, e quella che invece è la realtà che si riesce a decifrare solo se si osserva con spirito critico senza accontentarsi delle versioni ufficiali e preconfezionate.
Io sono persuaso che ci sia invece un intento deliberato, un calcolo preciso, attraverso il modo con cui si danno le notizie, per fomentare l’intolleranza principalmente verso gli stranieri, gli immigrati che poi equivalgono nell’immaginario collettivo ai clandestini.
Lo scopo è evidente, spostare l’attenzione, identificare l’origine e la causa di tutti i mali in qualcuno che non sia la casta al potere, incapace di provvedere al bene comune, pur con tutte le attenuanti dovute alla crisi generale.
Pensiamo ai ministri leghisti e alle loro “cattiveria”…intanto le aziende cadono come mosche anche nei (un tempo) ricchi distretti industriali.
Da parte dei giornalisti sarebbe necessario un po’ piu’ di coraggio per denunciare la strumentalizzazione, altro che non avere di che vergognarsi.

Anonimo ha detto...

Buongiorno,
un altro piccolo punto a favore di Cruciani ieri va segnato: si è permesso di mettere in dubbio che dall'analisi del cromesoma Y fosse possibile stabilire che lo stupratore era comunque di etnia rumena, come alcuni organi di stampa avevano affermato.
Chissà che prima o poi non gli venga persino il dubbio che in certe notizie, iniziative, eventi un po', ma proprio un pizzichino di razzismo, bhè potrebbe persino esserci.
Ma "la difesa della razza" di Telesio Interlandi non aveva chiuso nel 1943?

Paolo l'abbronzato

Anonimo ha detto...

Buongiorno a tutti

piuttosto che soffermarmi sull'argomento del giorno (sono fermamente convinto che gran parte degli organi di informazione, e non solo, quando si tratta di certi argomenti saltano troppo spesso a conclusioni affrettate) e porgendo le mie scuse per questo, volevo chiedervi se corrispondeva a verità il fatto che Cruciani, da questa primavera, terrà un suo programma in TV e più precisamente su LA7.

Grazie mille e complimenti all'autore del blog e a tutti coloro che, quasi quotidianamente, intervengono con commenti equilibrati che mi trovano spesso e volentieri concorde.

Anonimo ha detto...

x l'Anonimo del commento precedente (e firmatevi anche solo con un nick, ziohan! :-)))

Ho chiesto a Cruciani giusto mezzora fa. Ha risposto "Non so di cosa parla".

Se poi sia una smentita di rito, non saprei dire.

Ciao,
authan

Anonimo ha detto...

Nessun " disegno premeditato volto a favorire sentimenti di odio per gli immigrati e ad avallare certe politiche governative " solamente un altro strumento di DISTRAZIONE DI MASSA verso problemi molto piu gravi e importanti.

Saluti

F®Ømß°£ ha detto...

Buongiorno,

anche io non credo a un disegno molto preciso che condizioni la qualità e le scelte del giornalismo, specialmente televisivo.

Credo che si tratti di pigrizia, servilismo, conditi da ignoranza.

L'ignoranza del giornalista televisivo medio si riscontra:

1) Nell'Italiano: cosa che porta tra l'altro all'impoverimento della lingua e alla sua contaminazione indiscriminata da parte dell'inglese.

2) Nella matematica elementare: sono pronto a scommettere che il giornalista medio non sappia risolvere un compito da terza media. Conseguenza di ciò è il fatto che ogni volta che un giornalista medio pronuncia un numero (anche l'età di qualcuno) non ci si può fidare. In particolare i servizi sull'economia sono pieni di inesattezze, di comparazioni tra pere e percentuali e via dicendo.

3) Storia: vale il discorso del compito di terza media, ma qui anche forse di quinta elementare. Conseguenza di ciò è la totale mancanza di spirito critico di fronte alle affermazioni di chicchessia. Posso andare in TV e dire che l'Italia è uno stato unitario dall'anno mille e nessuno mi contesterà.

A mio parere, per poter parlare in televisione per comunicare le notizie, dovrebbe essere necessario appartenere a un'élite. Dovrebbero essere persone iper-preparate, ineccepibili dal punto di vista della conoscenza di ciò di cui parlano.

Questo si dovrebbe ottenere con selezioni vere, non con gli amici degli amici o le lauree farsa che sono anticamera della professione di giornalista.

Mi fermo, ma su questo argomento potrei andare avanti per sempre, come ho già detto tante volte addebito all'informazione televisiva una pesante responsabilità per lo stato di cose.

Tommaso colui che odia

Anonimo ha detto...

CRUCIANI a LA7???
è davvero una notizia incredibile!
L'emittente ha grossissimi problemi economici e a quanto si sa, si avvia alla chiusura nel breve volggere di qualce mese presto ci saranno molti appiedati.

Non credo che ci sia del vero, ma mi informo direttamente.

Poi vi dico.