martedì 17 febbraio 2009

Sex and violence

Con la Zanzara di lunedì siamo tornati a livelli standard, con una discreta trasmissione incentrata sui recenti stupri a Roma, Milano e Bologna, e con un Cruciani lucido che, opportunamente, non ha cavalcato l'onda emozionale di chi, andando oltre le novità del decreto che il governo di accinge ad emanare, vorrebbe introdurre castrazioni chimiche e non, tagli di mani, deportazioni, ronde di vigilanti, squadre anti-rumeni, ecc.

Le leggi che sono attualmente in vigore, ha osservato Cruciani, sono già piuttosto dure e punitive per gli stupratori, a livelli non dissimili da quelle di altri paesi. Naturalmente le pene si posso anche inasprire, visto la spregevolezza del tipo di reato, ma, se pretendiamo di continuare a vivere in uno stato di diritto, una soluzione definitiva al problema degli stupri semplicemente non esiste.

Lo dico a malincuore, ma anch'io la penso così.

Significa questo che bisogna arrendersi, far finta di nulla, ignorare la questione? Naturalmente no, tante cose possono essere migliorate (assistenza garantita alle vittime, processi e condanne rapide laddove ci siano prove schiaccianti, ecc), ma non ci si deve fare troppe illusioni. La battaglia contro i peggiori istinti dell'uomo dura da secoli e probabilmente non finirà mai.

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Scarso di contenuti e pure molto pessimista il post di oggi, mi spiace… Per consolazione, propongo una bella canzone dei Talking Heads, datata 1991, nel cui titolo "Sax and Violins" c'è una non casuale assonanza con le parole sesso e violenza.




8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono curiosissima di sapere come commenterà il bravo condulista cruciani la condanna di mills.

pregusto l'orticaria che mi verrà.

grace

Anonimo ha detto...

Hey grace, ma la tua argomentazione sul fatto che il Crux si o no un GIORNALISTA quando arriva? :-))

Volevo leggerla prima di dire la mia volta, anche perche' vorrei sapere come definisci esattamente il concetto di "giornalista".

Ciao!
authan

Anonimo ha detto...

Buongiorno,
personalmente non avevo trovato molto interessante la puntata di ieri.
Mi sarebbe però piaciuto scrivere qualcosa circa l'emergenza stupri e le emergenze in generale e la loro origine, ma non riesco a scrivere un post decentemente strutturato.

Sintetizzando troppo vorrei evidenziare che in Italia i problemi diventano sistematicamente emergenze perchè non affrontati per tempo (anche quando previsti: se la realtà cambia e non ci si adatta la realtà presenta il conto, ed è spesso salato).

Questo accadeva in passato perchè la classe dirigente rifiutava di delegare analisi e gestioni a tecnici ed amministratori competenti (temendo un ridimensionamento dei propri privilegi e visibilità), sta cominciando a succedere per la scarsa preparazione che il nostro sistema scolastico e formativo fornisce a tecnici ed amministratori (avete avuto modo di confrontare la preparazione che veniva mediamente fornita ad un laureato vecchio ordinamento con quella attuale?).

La cosa che mi spaventa di più non è dove siamo finiti, ma, sapendo che i risultati di certe politiche si vedono sul medio lungo periodo, dove finiranno i miei figli, se volessero restare in Italia malgrado tutto.

Paolo, l'esterofilo

P.S. Sono dispiaciuto per l'insuccesso di Soru: personalmente quanto ho sentito del suo operato mi ha portato a stimarlo molto. E' anche in questo modo che, come elettori e senza nulla togliere a Cappellacci, selezioniamo una classe dirigente inadeguata.

Anonimo ha detto...

...Scusate tanto, ma a me certi stupri "a scoppio ritardato" o con il lieto fine dello strappo fino in centro.... mi lasciano un po' perplesso.
E a me francamente danno molto piu fastidio, per dire, i sassi dal cavalcavia!!
E poi queste mammine che son pronte a strozzare con le loro manine sante.... mah.....
che faccino pure.... legittima difesa magari sparando alle spalle come il famoso tabaccaio eh?!
Solo 1 anno e poco piu' gli han dato, meritava una bella lezione, cosi gli passa la voglia di fare il Charles Bronson!

Anonimo ha detto...

@ Grace & tutti

In vista della sentenza, ho proposto ieri a Crux di riflettere sul seguente articolo comparso su La Stampa:

16/2/2009
"Chi rallenta la giustizia"
BRUNO TINTI
Ogni tanto i politici italiani si avventurano in frasi destinate, nelle loro intenzioni, a restare nella Storia. Sarebbe meglio che, almeno, stessero zitti. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha svolto alla Camera la sua relazione annuale sull’amministrazione della giustizia; e ha detto: la crisi della giustizia «ha superato ogni limite di tollerabilità. Il più grande nemico della giustizia è la sua lentezza che coinvolge negativamente lo sviluppo del Paese». Poi è comparso lo «Schema di disegno di legge recante: Disposizioni in materia di procedimento penale» e tante altre sorprendenti novità. E io sono rimasto a chiedermi che ne è stato del problema della lentezza dei processi.
Non basta un volume per parlar male di questa riforma. E così, per il momento, parlo solo di una stupefacente novità. Il nostro dissennato codice di procedura penale qualche sprazzo di ragionevolezza lo conservava: secondo l’art. 238 bis, le sentenze emesse in un processo e divenute irrevocabili (significa che non si può più fare appello né ricorso per Cassazione) potevano essere acquisite in un altro processo e costituire elemento di prova, purché confermate da altri riscontri. La cosa si capisce meglio con un esempio. Processo a carico dell’avvocato inglese Mills per corruzione in atti giudiziari; come tutti sanno, nello stesso processo era imputato anche il presidente del Consiglio, come corruttore. Poi è arrivato il Lodo Alfano e la posizione di Berlusconi è stata stralciata (vuol dire che di un processo solo se ne sono fatti due; quello a carico di Mills è continuato e l’altro è stato sospeso). Ora entrambi gli imputati attendono il loro destino: Mills aspetta di sapere se sarà condannato, la sentenza è attesa a giorni. Berlusconi aspetta di sapere se la Corte Costituzionale deciderà che il Lodo Alfano è incostituzionale. Se il Lodo Alfano non superasse l’esame della Corte (il suo predecessore, il Lodo Schifani, l’ha già fallito), il processo a suo carico riprenderebbe e, qui è il punto, la sentenza nei confronti di Mills, quando definitiva, potrebbe essere acquisita e fare prova dei fatti in essa considerati. Se fosse una sentenza di condanna, essa costituirebbe prova del fatto che Berlusconi corruppe Mills; tanto più se, secondo l’ipotesi di accusa, i «piccioli», i soldi, fossero davvero arrivati da un conto nella sua disponibilità.
Guarda caso, l’articolo 4 della riforma destinata a risolvere il problema della lentezza dei processi dice: l’articolo 238 bis è sostituito; nei procedimenti relativi ai delitti di cui agli articoli 51, commi 3-bis e 3-quater, e 407, comma 2, lett. a), le sentenze divenute irrevocabili possono essere acquisite ai fini della prova del fatto in esse accertato. Sembra tutto uguale, vero? Invece no: adesso le sentenze emesse in un altro processo fanno prova solo nei processi per mafia, terrorismo, armi (da guerra) e stupefacenti; per tutti gli altri reati non se ne parla, carta straccia.

Recuperiamo l’esempio. Quando e se Mills sarà condannato, e quando e se la Corte Costituzionale avrà bocciato il Lodo Alfano, la sentenza che ha condannato Mills non potrà essere utilizzata nel processo a carico di Berlusconi: si dovrà ricominciare tutto daccapo. Che non sarebbe grave: se vi erano elementi per condannare Mills, gli stessi elementi potranno far condannare Berlusconi. Ma, tempo di rifare tutto il processo (qui la riforma ha studiato parecchie cosucce che lo rallentano), sarà arrivata santa prescrizione.

Naturalmente questa bella trovata è una legge dello Stato; e, come tale, vale per tutti, non solo per il suo primo beneficiario. Sicché possiamo porci la solita domanda: in che modo questa parte di riforma (le altre parti sono anche peggio) potrà eliminare il grande cruccio di Alfano, «la lentezza della giustizia»?

Va detto che questo ministro e il suo presidente sono anche sfortunati: lo scorso 26 gennaio la Corte Costituzionale (sentenza n. 29) ha ritenuto che l’articolo 238 bis (proprio quello modificato dalla riforma) era costituzionalmente legittimo; ne consegue che l’aver previsto che esso valga solo per alcuni reati e non per altri è, questo sì, incostituzionale. E così anche questa farà la fine di tante altre leggi emanate in spregio alla Costituzione; dopo aver assicurato l’impunità a tanti delinquenti, finirà ingloriosamente nel cestino. Ma è troppo chiedere che, prima di legiferare, studino un pochino?


Naturalmente non ho avuto risposta!

Anonimo ha detto...

buono a sapersi.....

Jamel Moamid, il tunisino poi riarrestato per stupro a Bologna, era libero grazie alla Bossi-Fini, scritta e approvata dagli stessi tromboni che tuonano alle "scarcerazioni facili".

L'ha spiegato a Repubblica il procuratore di Bologna, Silverio Piro:
«Il nodo sono i tempi infiniti delle procedure di identificazione. La Bossi-Fini non consente di trattenere una persona 'non compiutamente identificata' per più di 2 mesi negli ex Cpt. In altri paesi le procedure sono molto più veloci ed efficaci».

Anonimo ha detto...

Scrivo mentre è appena iniziata la trasmissione di stasera e, visto che Cruciani è in brodo di giuggiole per la vittoria in Sardegna grazie a Berlusconi (il quale, tra parentesi, in questi mesi ha trascurato i problemi dell'Italia per fare campagna elettorale in due regioni "fondamentali" quali Abruzzo e Sardegna), vorrei togliergli il sorriso chiedendogli di Mills....
Roberto

Anonimo ha detto...

@ francesca

francè, sapessi quanti di noi postano articoli sensati al Crux con la speranza che lui ne faccia un argomento di discussione...