martedì 23 dicembre 2008

Palingenesi

Ci sono termini non di uso comune che ogni tanto -chissa perché- diventano di moda, e per un certo periodo escono dalla bocca o dalla penna di chiunque. Da qualche tempo è il turno di "palingenesi", che significa rinnovamento, trasformazione, rigenerazione, purificazione.

Anche Giuseppe Cruciani, che solitamente non ama i paroloni, non si è sottratto a quest'ultima moda, e durante la Zanzara di ieri, parlando di Piercamillo Davigo, ha affermato, non senza un briciolo di sarcasmo, che secondo l'impostazione dell'ex PM del pool di Mani Pulite (ora giudice di cassazione) “la magistratura dovrebbe avere un ruolo importante nella palingenesi della società”.

Il riferimento era all'intervento di Davigo durante la trasmissione Viva Voce di ieri mattina, su Radio 24. Cruciani, nel ritrasmettere un paio di frammenti audio, ha in sostanza dipinto Davigo come il più classico dei giustizialisti, un inquisitore per il quale “le questioni fondamentali dell'Italia vanno risolte con il codice penale”.

Che il garantismo non sia, per Davigo, un elemento caratterizzante è poco ma sicuro, specie quando dice che la presunzione di innocenza vale per gli effetti di un processo penale, ma non nella vita di tutti i giorni. “I partiti”, dice Davigo, “dovrebbero cacciare via i disonesti di loro iniziativa, senza aspettare che i carabinieri si presentino alla porta”.

Il concetto espresso da Davigo è più che sensato, ma, a livello pratico, come si dovrebbe concretizzare esattamente? Se un comportamento illecito non viene scoperto in flagranza, in base a quale parametro un leader di partito dovrebbe sfiduciare un suo esponente sospettato di corruzione? Intuito? Fiuto? Impressioni personali? Voci di corridoio? Non è chiaro.

(Attenzione, non sto dicendo che una più attenta opera di selezione interna, da parte dei partiti, quando ci sono da presentare delle canditature, non vada adottata. Anzi! Dico solo che non mi è chiaro quali metodi suggerisce Davigo, in dettaglio, per accantonare le ipotetiche mele marce quando queste già occupano posizioni di responsabilità.)

Ciò premesso, ridurre Davigo ad un banale epigono di Torquemada mi sembra esagerato. L'ex PM, a modo suo, vuole solo il meglio per il paese. Non è un mostro, e non è un persecutore di anime innocenti. (Non che Cruciani abbia usato queste espressioni, sia chiaro. Sono io che sto sintetizzando la disapprovazione del conduttore per la forma mentis di Davigo, che è totale.)

A Viva Voce, e prima ancora in un'intervista al Sole 24 Ore del 18 dicembre, Davigo ha fatto anche altre osservazioni molto interessanti, non campate in aria, su cui è stato un peccato sorvolare alla Zanzara. Eccone alcune:

- Quasi mai un caso di corruzione viene denunciato da una delle parti coinvolte, e quindi solitamente un episodio di corruzione viene scoperta solo incidentalmente, mentre si sta indagando su qualcos'altro. (Mia nota: questo rivaluta le intercettazioni) Ne consegue che solo una minima parte dei fenomeni di corruzione viene scoperta.

- Nel distretto di corte di appello di Reggio Calabria risultano solo due condanne per corruzione negli ultimi 20 anni. O Reggio Calabria è un'isola felice, oppure in quel distretto la corruzione non viene scoperta. (Mia nota: mi chiedo, dovremmo forse esserne contenti?)

- La corruzione non si manifesta in casi singoli. E un sistema criminale che tende a diffondersi e a replicarsi e che va combattuto con mezzi adeguati. La custodia cautelare, ad esempio, è l'unica via per impedire agli indagati di comunicare con i correi. (Mi sta bene, a patto che sia davvero un'extrema ratio.)

- Nessuna delle cause che avevano portato alla stagione di Mani Pulite è stata rimossa. Ciò fa ritenere che i fenomeni di corruzione non siano mai cessati.

A proposito dell'ultimo punto, vorrei far notare una cosa. Non so cosa intenda di preciso Davigo, ma, ad esempio, un'ipotetica nuova legge, auspicata da Cruciani (e da me) sulla trasparenza dei rapporti tra imprenditoria e politica sarebbe utile per arginare un po' il fenomeno. Non che eliminerebbe la corruzione alla radice, sia chiaro, ma almeno ridimensionerebbe quell'humus su cui la corruzione prospera.

Morale: se il compito della magistratura è combattere la corruzione, il compito della politica dovrebbe essere quello di prevenirla. E tanto per sapere, in quest'opera di prevenzione a che punto stiamo, di grazia? Stiamo a zero, ecco dove.

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A chi volesse approfondire la conoscenza di Piercamillo Davigo consiglio la visione della bella intervista da egli rilasciata, nel febbraio 2008, ad Antonello Piroso, su La7. (Link)

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Qui di seguito, invece, trovate un video esclusivo che mostra Piercamillo Davigo cimentarsi in uno dei suoi tipici interrogatori.




8 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto condivisibile, tranne il finale. Stiamo sotto zero, perchè gli interventi che sono stati fatti dopo lo scoppio di "Mani pulite" sono andati nella direzione di rendere sempre più difficile la ricerca dei reati (depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti, del falso in bilancio e dell'abuso d'ufficio, riforma costituzionale del "giusto processo", ex Cirielli e ora, gran finale, riforma delle intercettazioni). Come dice sempre Travaglio non si cura la febbre, ma si prende a martellate il termometro. L'esempio che fa Davigo sull'ospite che ti frega l'argenteria, è comunque illuminante.

(...)ma a livello pratico come si dovrebbe concretizzare esattamente?(authan).
Si potrebbe intervenire ad esempio non candidando Cuffaro al senato, o Del Turco al parlamento europeo, o cacciando sulito Dalema, La Torre, Grillo, Dell'Utri, ecc. ecc.
Su questo argomento ti segnalo anche l'interessantissimo scontro tra Violante e Flores D'Arcaes visibile sul sito di Micromega. Ciao e buon Natale

aaron1980 ha detto...

Cosa intendi quando dici "un'ipotetica nuova legge, auspicata da Cruciani (e da me) sulla trasparenza dei rapporti tra imprenditoria e politica"?
cosa dovrebbe proporre questa nuova legge? Mica, come dice Cruciani in relazioni ai regali fatti da Toto al sindaco di Pescara, che basterebbe rendere pubbliche questi favori per far si che tutto sarebbe più limpido?
Questo sarebbe soltanto rendere lecito l'illecito...

Anonimo ha detto...

Ciao Gianpaolo, buon natale a te.

x aaron. Capisco i tuoi dubbi, ma mediante la chimaata diretta al posto della gara d'appalto, si otterrebbe una responabilizzazione e una trasparenza che possono solo giovare. Se tutto avviene alla luce del sole, i cittadini potranno giudicare alle successive elezioni. Corruzione e concussione, cioe' accettare soldi o chiederli (per instascarseli), comunque rimarrebbero reato, ovviamente.

Ciao,
authan

Anonimo ha detto...

Buongiorno,
intervenire in questo (bel) blog sta diventando una droga...

Al signor Mario Rossi, perchè possa partecipare al concorso pubblico per diventare becchino (è il ruolo pubblico più ingrato che mi sia venuto in mente), chiediamo di dichiarare di essere incensurato, di non essere a conoscenza di procedimenti penali a proprio carico (e l'avviso di garanzia ...) e di produrre una AUTOcertificazione antimafia (mi immagino quali risate e quali scrupoli si sarebbe fatto un Totò Riina qualsiasi davanti a quest'ultima assurda richiesta).
Se non è in grado di farlo lo escludiamo.

Accettiamo invece il fatto che venga candidato al senato Salvatore Cuffaro, che aveva festeggiato il fatto di essere stato condannato in primo grado a ciunque anni "solo" per favoreggiamento a mafiosi e non per associazione mafiosa.
Il fatto che a questo punto lo si elegga diventa, oserei dire, scontato.

Sulla base di questo senso delle proporzioni credo che dovremmo interrogarci un attimo su cosa intendiamo oggi per "garantista" e per "giustizialista", in particolar modo quando parliamo di un Davigo, ma anche di un Greco o altri magistrati indicati come "militanti".

Chiarirlo è importante perchè oggi queste etichette servono solo a denigrare magistrati che operarono con gli stessi metodi e scopi che furono utilizzati negli anni novanta ad esempio (e se non sbaglio) da un Carlo Nordio, cui non ricordo sia mai stato contestato l'essere "militante" o "giustizialista" e che per sette anni indagò sul PCI e sulle cooperative rosse riuscendo a dimostrare, in termini di sentenze, molto poco (per amore di chiarezza: penso ci fosse molta più sostanza di quella rinvenuta).

Paolo the Judge

Anonimo ha detto...

"Se un comportamento illecito non viene scoperto in flagranza, in base a quale parametro un leader di partito dovrebbe sfiduciare un suo esponente sospettato di corruzione? Intuito? Fiuto? Impressioni personali? Voci di corridoio? Non è chiaro."
In realtà nella politica si sa sempre un po tutto di tutti anche se una persona è corrotta corruttibile o integerrima (infatti essere corruttibili nel sistema politico italiano significa non pestare i piedi a nessuno e perciò far carriera). Per esempio nella DC si sapeva benissimo che Andreotti aveva contatti con la mafia e in fondo Beppe Grillo anticipò mani pulite di ben 6 anni pur non essendo all'interno della politica. Le voci volano e la verità viene sempre a galla prima o poi…detto questo se vuoi approfondire questo tema il consiglio è di leggere uno splendido libro uscito quest'anno per chiarelettere: "Il Ritorno del Principe" di Roperto Scarpinato (procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo) e Saverio Lodato (giornalista). Dice molte cose che si sanno già ma con una lucidità e una capacità di collegamento tra i vari fatti assolutamente straordinaria. Conviene darci un occhiata perché da Cruciani sicuramente non ne sentirai mai parlare
http://chiarelettere.ilcannocchiale.it/post/1957651.html
http://www.ibs.it/code/9788861900561/LODATO-SAVERIO/IL--RITORNO-DEL-PRINCIPE.html?shop=4201
"Il Principe, per Lodato e Scarpinato, è il potere criminale. La fetta di classe dirigente che dall’unità d’Italia ad oggi si è dedicata senza posa al malaffare: mazzette, stragi, omicidi eccellenti, mafia. L’illegalità come instrumentum regni, perché al Principe tutto è concesso. “Legge e ordine” invece tengono a bada il “popolino”."

P.S. speriamo che Cruciani lo spostino a qualche rubrica tipo Essere e Benessere che secondo non gli può fare che bene!

Anonimo ha detto...

Ciao Cristiano,
anche se non mi sono ancora procurato il suo libro, conosco e ammiro anch'io il magistrato Scarpinato.

Nel caso te lo fossi perso, ti dico che Scarpinato fu ospite di Luca Telese durante la Zanzara di lunedì 3 novembre. Ne parlai, con toni entusiastici, nel post del giorno successivo.

Ciao e buone feste!
authan (autore del blog)

Anonimo ha detto...

Lo vedi? anche per questo che e' auspicabile che Cruciani se ne vada a essere e benessere...

Anonimo ha detto...

letto il tuo post sulla puntata su Scarpinato. Condivido in pieno le tue osservazioni. Letto anche l'articolo di Tinti sulla stampa. Bisognerebbe farlo girare via mail. Tra l'altro anche lui ha scritto un libro per Chiarelettere veramente molto interessante e divertente (in un capitolo spiega come fare fuori la moglie facendosi dare solo un paio di anni di galera). Se non l'hai letto te lo consiglio.