Era da un bel po' di settimane che non mi incazzavo così tanto. E da un certo punto di vista, una bella doccia fredda a volte serve: ti scuote dal torpore, dal piattume, ti ricorda che sei ancora vivo e che è ora di battere qualche pugno sul tavolo. La Zanzara di ieri è stata di quelle in cui viene voglia di lanciare la radiolina dalla finestra, nonché una di quelle per cui questo blog è stato concepito.
Il tema che mi ha fatto andare su di giri è stato quello relativo alla mozione della Lega volta a istituire "classi d’inserimento" per scolari stranieri aventi scarsa padronanza della lingua italiana, che è un modo gentile per dire "classi separate", anche se per un periodo limitato (immagino ad un anno scolastico).
Giuseppe Cruciani ha accolto con favore questa iniziativa, asserendo che essa affronta in modo concreto un problema reale: quello della continuità didattica, rallentata dalla presenza di bambini che, non padroneggiando bene la lingua, non riescono a stare al passo. Per Cruciani, l'unico motivo per cui dall'opposizione si urla al razzismo è che la proposta viene dalla Lega.
Io dissento nel modo più assoluto da queste interpretazioni.
Partiamo dall'efficacia dell'idea. E chiaro che levando di mezzo chi non è in grado di stare al passo il lavoro degli insegnanti di semplifica, e sotto questo punti di vista l'efficacia è innegabile. Ma l'approccio utilizzato equivale ad usare un'accetta per affettare un panetto di burro.
Se si estende il ragionamento seguendo il filo logico alla base della proposta leghista, perché allora non dovrebbero venire separati anche i bimbi portatori di handicap o i dislessici? Questa obiezione è stata sollevata dall'ascoltatrice Monica da Milano, insegnante di scuola media, che si è resa protagonista di un intervento splendido per chiarezza ed espressività.
Cruciani le ha risposto: i bimbi con problemi di apprendimento di fatto seguono davvero un percorso didattico separato, con il determinante contributo di insegnati di sostegno.
Sì, Cruciani, però essi sono comunque nella stessa classe con i bambini "normodotati". Ampi spazi di interazione, gioco, e dialogo, vengono preservati, al contrario di quanto accadrebbe, giocoforza, a fronte di una separazione fisica maggiormente prolungata.
Perché, mi chiedo, la strategia degli insegnati di sostegno, da fare entrare in gioco parallelamente, e non in sostituzione, delle normali attività scolastiche, non può essere applicata anche per facilitare l’apprendimento della lingua ai bambini stranieri, consentendo loro di vivere la quotidianità scolastica in mezzo ai bambini italiani e, in tal modo, integrandosi meglio e più in fretta? E' una mera questione di costi, non è vero?
Veniamo poi al discorso Lega. Ma insomma, vogliamo raccontarci le favole o dire le cose come stanno?
Tutte le recenti iniziative della Lega sul tema stranieri rendono lampante il fatto che l'obiettivo del Carroccio è di frapporre ostacoli all'integrazione nella speranza di scoraggiare nuovi arrivi di extra-comunitari e incoraggiare, contestualmente, gli espatri di chi è già nel nostro paese. Questa è la nuda e semplice verità, e lo capirebbe anche una scimmia.
Se poi a Cruciani piace illudersi che la Lega sia costituita da un circolo di saggi con in tasca la soluzione ad ogni problema, e che integrazione e convivenza siano le due parole preferite da esponenti ed elettori del Carroccio, è una sua libera scelta. Io, dal mio canto, alle favole preferisco non credere.
Chiudo il post offrendevi l'intervento integrale dell'ascoltatrice Monica da Milano, citata in precedenza. Val la pena riascoltarlo attentamente.
Ah, un'ultima cosa, a proposito di favole… Caro Cruciani, devo darle una brutta notizia: Babbo Natale non esiste.
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Contributo multimediale: Vasco Rossi, "Vivere una favola".
6 commenti:
Sono d'accordo sull'enorme incazzatura che ha provocato la trasmissione di ieri.
Trovo DISONESTO dal punto di vista intellettuale sostenere ipocritamente che non ci sia un intento razzista nell'idea della lega.
Ho apprezzato anche io l'intervento riguardante i disabili che vengono assistiti ALL'INTERNO DELLA CLASSE da insegnanti di sostegno.
Vorrei segnalare l'intervento di una mamma che parlava della figlia che in un kindergarten tedesco ha dovuto sostenere un esame di lingua, così come hanno dovuto sostenerlo i bambini TEDESCHI!
E il ns idolo Cruciani ha tralasciato questo dettaglio!
Io approvo che siano aiutati anche con corsi obbligatori al di fuori dell'orario scolastico i bambini che non sanno l'italiano, ma allora che l'esame lo facciano tutti. Così vedremo chi è allevato a pane e Canale5 è messo tanto bene.
Saluti
Tommaso
caro autan sbagli ad incazzarti. te lo dico con ammirazione per il tuo blog.
Ho insegnato in vari istituti tecnici e professionali del nord italia, emilia romagna in particolare. Ti spiego perchè l'ascoltatrice monica nn ha centrato il tema per niente parlando del bambino handicappato che viene inserito in una classe normale.
ho insegnato in classi da 25 con con 13 stranieri di 8 nazionalità diverse. molti arrivati a metà dell'anno senza sapere una paroladella ns lingua. risultato? queli che nn capiscono nn ascoltano e la classe va lenta e nn si arriva ad un terzo del programma. abbiamo provato allora a fare corsi paralleli di alfabetizzazione ma questi perdevano i primi 3- 4 mesi solo per imparare la lingua e quindi erano in ritardo mostruoso sui compagni ci classe.
Come conseguenza più della metà degli stranieri che nn conoscono bene la lingua vengono bocciati.
La mia idea è sempre stata questa: invece che metterli subito in una classe per poi provocare danni a loro e agli altri si fa un anno di alfabetizzazione e poi si inseriscono nelle normali classi. certo c'è un anno di più da frequentera ma sicuramente al termine degli studi il profitto sarà certamente maggiore.
occhio a parlare di razzismo e proposte bufala quando nn si conoscono gli argomenti.
marco
Ciao A.;
potresti confermarmi se il conduttore ha trattato, non marginalmente eh?, l'intervento (vergognoso)di Fede su Saviano sotto scorta? [il video è sul post di oggi del blog di Grillo]. Posso essermi perso qualcosa e quindi preferisco evitare commenti.
In bocca al lupo!
Ciao berbero.
L'intervento di Emilio Fede su Saviano è stata la prima notizia lanciata da Cruciani nell'overture della Zanzara di mercoledi 15 ottobre.
Il Crux ha stigmatizzato Fede, dicendo in sostanza (riassumo): "Io Fede non lo commento mai perché per me è puro cabaret, ma quando è troppo è troppo".
Quando ho un attimo in più di tempo cerco di rispondere anche all'interessantissimo commento di marco.
A dopo,
Authan (autore del blog)
Rispondo all'insegnante (o ex? Non ho capito) Marco. Vedi tre commenti sopra.
Marco, per prima cosa grazie per la tua testimonianza. Ti dico come la penso, sperando di non urtarti.
Io credo che il tuo giudizio sia fortemente condizionato dalle difficolta' che hai dovuto affrontare per via della presenza degli stranieri. Della serie: non ci fossero stati, il mio lavoro sarebbe stato piu' produttivo.
E' comprensibile, lo capisco.
Pero:
1) Avresti avuto le stesse difficolta' con 15 ragazzi autistici, quindi il paragone della famosa Monica di Milano continua a essere calzante.
2) Se gli stranieri devono spendere un anno ad alfabetizzarsi, la perdita (un anno) e' uguale sia che si rimanga in classe (con conseguente bocciatura) sia che si passi ad una classe di inserimento. Quindi far passare l'anno di inserimento come un beneficio per gli stranieri mi sembra azzardato.
3) Tanti ragazzi stranieri radunati in una classe con un insegnante di lingua impiegheranno piu' tempo ad imparare l'italiano rispetto al caso in cui gli stranieri sono mischiati agli italiani. Credo che questo sia un dato oggettivo incontestabile.
4) Separando per un anno gli stranieri dagli italiani faciliti la vita agli italiani ma la complichi agli stranieri, con effetti impredicibili sulla qualita' dell'integrazione. Non si puo' risolvere un problema introducendone un altro.
5) Che qualcosa vada fatto e' certo. Le classi di inserimento, se ben progettate (tempo limitato, interazione con italiani cmq presente) possono anche essere funzionali, a patto che l'obiettivo sia ottenere un'integrazione la piu' rapida possibile, e non operare una separazione per la maggior parte di tempo possibile (quest'ultimo, non prendiamoci in giro, e' l'obiettivo della Lega).
6) Quello dell'insegnante e' un lavoro molto duro. Credo serva una vera vocazione, paragonabile quasi a quella dei preti, per intraprendere questa professione.
Sperare che il proprio lavoro venga facilitato e' comprensibile, ma bisogna anche accettare le difficolta', e affrontarle con serieta' e coraggio (come sono sicuro tu hai sempre fatto).
Ciao,
authan (autore del blog)
ciao authan,
leggo con interesse il tuo post
cerco di controbattere i tuoi punti. Ti sfugge secondo me il punto fondamentale: così come siamo adesso ci pedono tutti, stranieri e italiani.
1)monica proprio ha sbagliato, 15 ragazzi autistici nn ci saranno mai in una classe, 15 stranieri si.Fortunatamente per quanto riguarda i ragazzi disabili si parla di numeri molto bassi e di esigenze diverse.
2)l'anno passato a non capire niente e la conseguente bocciatura è molto diverso da un anno propedeutico dove oltre all'italiano verrebbero introdotti anche alle altre materie con conseguente guadagno loro e di chi può frequentare la classe normale senza ritardi di programma
3)tu sai benissimo che esistono delle full immersion di inglese che durano 3 mesi composte da classi di stranieri e funzionano perfettamente. è anche ipotazzabile quindi che l'anno propedeutico si riduca alla fine a 3 mesi e magari durante i mesi estivi per poi poter inserire gli alunni già alfabetizzati nella classe regolare
4)ci sono tante materie che già le classi frequentano contemporaneamente, possono essere i laboratori di informatica ad esempio , educazione fisica, gite scolastiche, e tanti altri modi per facilitare l'integrazione anche durante l'alfabetizzazione
5)giusto...il come a mio parere te l'ho indicato sopra
6) hai ragione, ma ti assicuro che a livello di scuola superiore se non diamo agli alunni stranieri le pari opportunità rispetto agli italiani (quindi essere in grado di capire perfettamente le lezioni e i professori)otteniamo solamente delle bocciature e delle grandi percentiuali di abbandono scolastico, con conseguente problematica sociale.
spero di essere stato abbastanza chiaro :)
ad ogni modo bisognerebbe trattare il tema per livelli e per fasce di età. resto comunque convinto che metterli alla pari nn farebbe altro che evitare le divisioni nella stessa classe per gli ovvi motivi che una barriera linguistica comporta soprattutto nei più giovani
a presto!!
marco
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