lunedì 20 ottobre 2008

L'immaginazione al potere

Non avendo letto "Gomorra", e non avendo neppure visto il film, non riesco ad appassionarmi alle vicende, dibattute a lungo durante la Zanzara di venerdì 17 ottobre, di Roberto Saviano, lo scrittore costretto a vivere sotto scorta per le minacce della camorra che non sempre riceve la piena solidarietà che meriterebbe.

Sono rimasto maggiormente colpito, invece, dalle considerazioni di Giuseppe Cruciani sulle modalità con cui sta montando la protesta contro le riforme Gelmini sulla scuola: scioperi, cortei, occupazioni, slogan, leziosi sospese, occupazioni, eccetera. Cruciani, per chiarire il suo pensiero, ha letto per intero un editoriale di Mario Giordano sul Giornale, condividendolo in particolar modo dove si dice che questo genere di atteggiamenti di protesta sanno di vecchio, di stantio, essendo scimmiottamenti di un passato che non hanno più ragion d'essere.

Se c'è qualcosa di controverso, nelle riforme Gelmini, se ne discuta pure, dice in sostanza Cruciani. Ma non così. Non con gli scioperi, i cortei e le occupazioni. E soprattutto, non con la sospensione della didattica. Pazienza se qualche mio lettore ci rimarrà male, ma io, dotato di un libero arbitrio che non risponde a nessuno, sottoscrivo in pieno il Cruciani-pensiero su questo tema.

Nessuno vuole negare il diritto di sciopero, che è sancito dalla costituzione, ma quando c'è di mezzo il pubblico servizio bisogna essere cauti. E' ora di pensare a modi alternativi di manifestare il dissenso, modi diversi dal solito cliché sciopero/corteo/interruzione di servizio. Si possono comprare pagine di giornale, raccogliere firme in calce ad un documento da inviare a media e istituzioni, aprire siti web, fare volantinaggi, appendere striscioni alle finestre, proclamare scioperi virtuali "alla giapponese" (cioè prendendo ugualmente il servizio, magari con un fazzoletto legato al braccio), e così via.

Insomma, spazio alla fantasia e all'immaginazione. Ci si ingegni per ottenere l'attenzione dell'opinione pubblica senza interrompere il pubblico servizio, cosa che, peraltro, è spesso controproducente, visto il disagio che viene a crearsi per la cittadinanza.

Detto questo, vorrei toccare brevementre altri due diversi argomenti:

1) Classi d'inserimento. Sul Corriere della Sera di oggi, c'è un articolo, dal titolo: "Gelmini: immigrati, no alle classi separate", dal quale cito la seguente dichiarazione virgoletta del ministro: «Gli immigrati frequentano e frequenteranno normalissime classi. A cui bisognerà aggiungere dei corsi di lingua italiana. Così come accade all'estero». Ma insomma, di che stiamo parlando? Ministro e leghisti, decidetevi! E soprattutto non fate finta di pensarla allo stesso identico modo, visto che, chiaramente, così non è.

2) Caso Petrella. Giovedì 16 ottobre, Cruciani ha letto alcuni passi di una lettera aperta di Claudio Magris al presidente del consiglio Berlusconi nella quale il cavaliere veniva invitato a pretendere le scuse da Sarkozy per la mancata estradizione dell'ex brigatista. Cruciani ha applaudito Magris e io faccio altrettanto. Devo però osservare con dispiacere come alla Zanzara sia passata inosservata un'altra lettera interessante: quella inviata dal sempre “strepitoso” (non per me) Francesco Cossiga all'Unità e pubblicata giovedi 16 ottobre a pagina 20, nella quale, con argomentazioni decisamente discutibili basate sul concetto di “crimini politici”, il presidente emerito ha difeso la scelta francese di non estradare l'ex brigatista. Ve la riporto integralmente, a voi il giudizio.


Cossiga Petrella

2 commenti:

Daniele ha detto...

Mi lasciano sempre alquanto perplesso i commenti che, anziché giudicare le motivazioni di una protesta, si soffermano quasi esclusivamente sui modi.
Credo che sia alquanto ingenuo pensare che si possa attirare l'attenzione sui propri problemi senza fare qualcosa di eclatante, qualcosa che interessi all'informazione, all'opinione pubblica. Si veda l'esempio delle lavoratrici di call-center che, grazie alla loro protesta con stip-tease, sono riuscite ad essere invitate anche da Annozero.
A parte il fatto che lo sciopero è e deve restare un diritto, non credo che perdere una settimana di lezione per una settimana sia una cosa drammatica per il programma scolastico. Ho, poi, sempre trovato l'interesse dei giovani per la politica molto importante. C'è chi, poi, protesta solo per fare vacanza? Poco male. Loro non studierebbero neppure con le lezioni regolari.
Inoltre è sempre più frequente la pratica del "maggioritarismo": "Sono solo una minoranza, non contano."
Secondo me, le minoranze, vanno rispettate, soprattutto quando sono costituite da coloro che vengono colpiti in prima presona da una legge, da un provvedimento.
Poi, chi dice che i ricercatori italiani si mobilitano solo quando ci sono queste riforme sbaglia. Sono anni ormai che la situazione scandalosa della ricerca in Italia (alla quale viene assegnato lo 0,9% del PIL, contro il 2% medio europeo) viene in ogni occasione sottolineata e messa in evidenza dalle università.

Anonimo ha detto...

Asvel,
grazie per il tuo commento.

Io penso che si può avere ragione, si può avere stra-ragione, si può avere mille volte ragione, ma nell'istante in cui si occupano i binari della stazione centrale si passa automaticamente dalla parte del torto.

E paradossalmente, questi comportamenti (e include le "occupazioni") sono proprio la causa per cui si parla più dei modi che delle motivazioni.

Ciao e a presto,
authan (autore del blog)