lunedì 6 ottobre 2008

La strategia dello struzzo

Al centro dell'attenzione alla Zanzara di venerdì 3 ottobre 2008 c'è ancora stato il tema del razzismo. Giuseppe Cruciani ha mantenuto la sua linea minimizzatrice, volta soprattutto a osservare da un lato l'inesistenza di una emergenza razzismo in Italia, e dall'altro la speculazione politica, accompagnata da un eccessivo risalto mediatico, di cui alcuni episodi della recente cronaca sono stati oggetto.

Dice in sostanza Cruciani, con tono liquidatorio: prendere una manciata di episodi slegati tra loro (e per giunta in alcuni casi non sempre chiari o comunque non sempre associabili a pura intolleranza) ed incasellarli sotto la colonna "razzismo" è un'operazione giornalisticamente e politicamente sbagliata. Siamo di fronte ad una moda mediatica che presto, c'è da scommetterci, passerà.

Su queste osservazioni, è difficile dar torto al conduttore della Zanzara, bisogna ammetterlo.

Trovo però che questa concentrazione di notizie relative al razzismo assomigli molto, per intensità e per esagerazioni, a quella relativa al cosiddetto problema sicurezza (sul quale il centrodestra ha giocato le sue migliori carte elettoriali), un fenomeno che, per via delle campagne stampa, veniva percepito dai cittadini in dimensioni più grandi del dovuto.

Ma la percezione dei cittadini non è qualcosa che si possa ignorare, anche quando tale percezione, alimentata da mode mediatiche, va oltre la realtà. Anche dalle mode mediatiche, a volte, si possono trarre buoni spunti di riflessione, e così come, mesi fa, si e dibattuto a lungo del tema sicurezza nonostante le indecenti speculazioni politiche, a mio avviso ha senso oggi dibattere del tema razzismo.

Io sono convinto che, a prescindere dagli episodi (veri o falsi, accostabili direttamente al razzismo o meno) dei giorni scorsi, e a prescindere dalle speculazioni politiche, in Italia esista una nicchia (piccola, ma contagiosa, se non la si limita) di intolleranza e sono altrettanto convinto che chiedersi cosa fanno le istituzioni per combattere tale nicchia è legittimo, perché la questione non è marginale, anche se Cruciani, con mio disappunto, sembra trattarla come tale.

Del resto, se la questione fosse marginale, due figure istituzionali quali il Presidente della Repubblica Napolitano e il Presidente della Camera Fini, che non sono esattamente due passanti, non avrebbero toccato l'argomento come invece hanno fatto negli ultimi due giorni.

E' sacrosanto biasimare le speculazioni politiche e la superficialità di certo giornalismo, ma poi il passo successivo di un serio osservatore dovrebbe essere quello di verificare cosa fa esattamente il governo (a livello di scuola, di vigilanza, ecc) per arginare un fenomeno, l'intolleranza, che, sebbene non esteso, comunque esiste. Concesso, cioè, che non siamo in una situazione di emergenza, cosa si fa, di preciso, per evitare che a tale situazione ci si arrivi in futuro?

E' divertente, osservare che anche il quotidiano di riferimento di Cruciani, il Riformista, in un articolo del 3 ottobre (non firmato, quindi ascrivibile al direttore Polito) si rivolge direttamente al Ministro degli Interni Maroni, chiedendo proprio maggiore attenzione al problema da parte del governo. Ne cito un passo significativo: “Al punto cui siamo arrivati, la deriva razzista meriterebbe maggiore attenzione da parte del governo. Caro ministro Maroni: anche il razzismo è un pericolo per la sicurezza da combattere ed estirpare.

Per la cronaca, ieri Maroni si è finalmente degnato di rilasciare qualche dichiarazione sul tema del momento. In sostanza, egli dice che non c'è alcuna emergenza razzismo (e fin qui va bene, mica siamo un SudAfrica, no?), ma poi parla di casi isolati e lascia intendere che non si sono reali motivi di preoccupazione. Siamo cioè di fronte alla classica strategia dello struzzo: testa sotto la sabbia, fine del problema.

(Problema? Quale problema?)



Struzzo


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