La notizia in primo piano alla Zanzara di ieri è stata quella relativa al ragazzo di colore, Emmanuel, che ha raccontato di essere stato malmenato senza motivo e poi anche insultato con epiteti di stampo razzista da alcuni agenti di polizia municipale di Parma, i quali dal canto loro negano fermamente.
Giuseppe Cruciani, facendo ascoltare la versione del ragazzo, quella del comandante dei vigili di Parma e quella dell'assessore alla sicurezza, ha fatto del suo meglio per tentare di chiarire i fatti, senza dare nulla per scontato (né in un senso, né nell’altro), ma senza successo. A questo punto, solo l'indagine della magistratura potrà, sperabilmente, fare piena luce sulla vicenda.
Questa vicenda si aggiunge ad altre che nelle settimane scorse hanno portato alcuni organi di stampa a dare il peggio di sé. Quelli sinistroidi spingono l'acceleratore sul razzismo col solo intento di far male al governo. Quelli destrorsi minimizzano, nascondono le notizie, negano che in Italia ci sia la benché minima forma di intolleranza, come se vivessimo in un paradiso terrestre.
Io non penso assolutamente che il governo fomenti il razzismo o che abbia qualche responsabilità negli eventi di cronaca che in tempi recenti hanno visto protagoniste persone di colore. Però, così come mi infastidice la strumentalizzazione di alcuni episodi per lanciare attacchi politici antigovernativi, mi infastidice in egual misura questa linea maginot negazionista, questo minimizzare a prescindere ogni episodio anche senza conoscere a fondo i fatti, pur di mettere a segno contrattacchi politici.
Non c'è nessuna analogia tra l'Italia e il SudAfrica di qualche tempo fa (teoria sostenuta da un ascoltatore ieri), ma ciò premesso, è del tutto inaccettabile il rifiuto categorico di credere che in Italia una piccola nicchia di intolleranza verso il diverso esista eccome, indipendentemente da chi ci sia al governo.
Come si può combattere un nemico di cui si nega l'esistenza?
Per spiegarmi meglio, torno alla vicenda di Parma, a proposito della quale vorrei tanto leggere su un qualche giornale un bell'editoriale che dicesse qualcosa del tipo:
Fermi tutti, aspettiamo. Nessuno può sapere cosa sia successo di preciso. C’è un'indagine in corso, e la sola cosa sensata che si può fare è aspettarne l'esito. Se risulterà che Emmanuel ha mentito, si beccherà una denuncia. Se invece ha detto la verità, saranno i vigili a dover fare i conti con la giustizia.
Ma in ogni caso, qualunque sia l'esito dell'indagine, tale esito non potrà essere ascrivibile come una dimostrazione che il razzismo in Italia non esiste o che, al contrario, esiste e prospera per colpa del governo in carica. Sarà la semplice conclusione di un singolo caso di cronaca.
Se però dovesse venire fuori che i vigili sono colpevoli, allora il governo avrà un'occasione d'oro per adoperarsi attivamente contro l'intolleranza, ad esempio facendo la voce grossa con tutti i responsabili degli organi di pubblica sicurezza e ricordando che malmenare senza motivo, e usare epiteti di stampo razzista, sono atti vergognosi (a maggior ragione perché compiuti da chi dovrebbe dare il buon esempio) che gettano grave discredito sulle istituzioni della Repubblica.
Riassumendo, ciò che mi aspetto dal governo è che, senza ingigantire e senza minimizzare, sia pronto a reagire in modo fermo ed efficace ogniqualvolta che inqualificabili manifestazioni di intolleranza, da parte di chicchessia, dovessero venire verificati con certezza.
Prima di chiudere, un'ultima osservazione, di natura meramente lessicale, rivolta direttamente a Cruciani. Il conduttore della Zanzara ha detto ieri che per lui il termine "negro" in italiano non rappresenta un insulto. Può darsi che tecnicamente sia così, ma negli ultimi decenni questa parola, nell'immaginario collettivo, ha assunto un accezione dispregiativa (che, a mio avviso, va peraltro molto oltre la cosiddetta "generica espressione di antipatia"), di cui non si può non tener conto. Detto questo, mi fermo qui, per non scadere in una sterile polemica linguistica.
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Contributo multimediale: il tema di oggi mi ha fatto venire in mente una scena esilarante della parodia western Mezzogiorno e mezzo di fuoco. Gli abitanti di una cittadina si sono radunati per festeggiare l'arrivo del nuovo sceriffo. La banda musicale suona, il sindaco è pronto a pronunciare il suo discorso di benvenuto, ma il nuovo sceriffo ha qualcosa di speciale :-)
- Hey, the sheriff is a n... (DONG!)
- What did he say?
- The sheriff is near!
- NO, the sheriff is a nig.. (DONG!)
E poi quel gelo finale, quel silenzio, quei menti caduchi... Capolavoro della comicità.
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