venerdì 3 ottobre 2008

Talkin' bout a revolution

E' fresca fresca la notizia che la procura di Venezia ha messo sotto inchiesta il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, per istigazione all’odio razziale.

Alla Zanzara di ieri, Giuseppe Cruciani ha fatto ascoltare un paio di frammenti del comizio di Gentilini alla recente festa dei popoli padani a Venezia. Ne trascrivo un passaggio:

Io voglio la rivoluzione contro gli extracomunitari clandestiniii. Voglio la pulizia dalle strade di tutte queste etnie che distruggono il nostro paeseeee. Voglio la rivoluzione nei confronti dei nomadi, dei zingari (sì, ha detto "dei zingari"). Ho distrutto due campi di nomadi e di zingari. […] Voglio eliminare tutti i bambini dei zingari (aridaje! Si dice "degli zingari"!) che vanno a rubare dagli anzianiiii. Voglio tolleranza a doppio zerooo!

Vi metto anche l'audio, perché il tono di voce di Gentilini, stile esorcista, è parte integrante del messaggio.




Il commento di Cruciani (che ha anche definito "deliri" le parole di Gentilini) è stato: “Più che da tribunale, questa è roba da bagaglino. Gentilini sicuramente se ne frega dell’inchiesta, che probabilmente accresce solo la sua popolarità.”

Mi va bene, buttiamola pure sul ridere. Diciamo che Gentilini è un cabarettista e non prendiamolo troppo sul serio. Però, caro Cruciani, possiamo sforzarci di fare un piccolo step in più nell'analisi?

Il problema è che questo signore ha un seguito non indifferente! Sono dieci anni che comanda a Treviso, e dubito che quelli che lo votano lo considerino un cabarettista, e su questo penso ci sia un po' meno da ridere.

Detto questo, non bisogna neppure esagerare nell'altra direzione. Ieri è intervenuto in diretta, in qualità di ospite, il giornalista dell'Unità Toni Fontana secondo il quale (vedi anche suo articolo) è imminente la nascita, a Treviso, di un regime di segregazione razziale. Ma quando mai, ma non diciamo fesserie!

Nel sostenere queste enormità, nel parlare di apartheid, di Ku Klus Klan, concetti del tutto fuori luogo, paradossalmente si regalano solo facili argomenti difensivi a Gentilini e ai suoi fans.

Il fatto che Gentilini abbia un grosso seguito preoccupa NON perché si vedano all’orizzonte chissà quali scenari di violenze razziste permanenti, ma perché l'uso si certi toni, la scelta di certe parole, l'evocare rivoluzioni, sono tutte cose che hanno, come effetto, quello di rallentare e ostacolare un generale processo di integrazione che, in ogni caso, alla fine, ci sarà comunque.

Questo processo di integrazione è fisiologico, e, in quanto tale, va assecondato, favorito, gestito, regolamentato, in modo da minimizzare ogni possibile scenario di scontro sociale. Invece Gentilini, con le sue urla, gli improperi, i toni esagitati, si mette di traverso, nella sciocca speranza di invertire la direzione della corrente del fiume. In tal modo, acuisce le diversità, e incoraggia l'isolamento e l'auto-ghettizzazione.

Mi spiego meglio. Io sono ben felice che la micro-criminalità sia contrastata e che i delinquenti che rubano, che spacciano, che schiamazzano di notte e "pisciano contro i muri", siano perseguiti per quello che sono (delinquenti, appunto).

Ma questo mestiere da sceriffo può essere benissimo espletato con un profilo un po' più basso, senza esasperazioni, in modo che chi, tra gli immigrati, è solito seguire le regole, non venga messo nella condizione di avere paura e di essere tentato a provare una sorta di "solidarietà etnica" con conseguente auto-ghettizzazione.

Una volta per tutte, vorrei che un punto diventasse chiaro: il destino di questo paese è quello di diventare una società multirazziale. Chi continua a negare questa evidenza, chi continua ad auspicare che ciò non accada, a mio avviso è, nella migliore delle ipotesi, un povero ebete che non vede al di là del proprio naso.

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Contributo multimediale: parlando di rivoluzioni, mi son detto che questa era una buona occasione per riascoltare la splendida Talkin' bout a revolution, anche se ovviamente la cantante, Tracy Chapman, si riferiva a rivoluzioni di tutt'altra natura rispetto a quelle evocate da Gentilini.





Poor people are gonna rise up
And get their share
Poor people are gonna rise up
And take what's theirs

2 commenti:

Anonimo ha detto...

a proposito....Cruciani e Casson hanno parlato del caso Di Girolamo. E' un argomento che, diciamo ocsi', mi appassiona alquanto.

Anonimo ha detto...

Come può Cruciani etichettare come "roba da bagaglino" le parole di Gentilini? Dobbiamo ancora andare avanti a nascondere le pesantissime dichiarazioni degli esponenti leghisti come "folklore"? No, questo è odio, xenofobia,razzismo, roba da inchiesta, e lo sa benissimo anche Cruciani. Solo che anche lui, per non uscire dal suo schema mentale secondo il quale il razzismo in Italia non esiste, mente a se stesso e minimizza in maniera sconsiderata le frasi di Gentilini, arrivando addirittura a metterle sullo stesso piano dei cosiddetti "show" di Antonio Di Pietro: ma si rende conto della differenza di contenuti tra il leghista e l'ex pm?
Cruciani si vergogni.