Puntata della Zanzara abbastanza interlocutoria, quella di venerdì 24 ottobre, dedicata in larga parte ancora alle proteste di scuola e università, ma senza grandi spunti, tranne forse l'intervista in diretta di Giuseppe Cruciani a Massimo Cacciari: il sindaco di Venezia ha detto che le contestazioni sono giustificate, anche nelle modalità in cui avvengono.
Allo sfascio della formazione – è in sostanza la tesi di Cacciari – non si può rispondere solo con tagli indiscriminati su tutto, inclusa la ricerca, con il blocco del turn-over, e con riforme di facciata che non portano reale innovazione. Servono riforme più profonde, che valorizzino la ricerca, la qualità e il merito, riforme che probabilmente provocherebbero proteste ancor maggiori, ma che solo in quel caso apparirebbero davvero corporative.
Interessante. Credo che Cacciari abbia colto il nocciolo della questione da un punto di vista politico. Però le modalità con cui le contestazioni hanno luogo sono importanti, e un richiamo a non esagerare da un moderato come lui me lo sarei aspettato. Certe volte basta poco per passare dalla parte del torto anche quando si ha ragione.
Cambiando argomento, la puntata di stasera sarà probabilmente monopolizzata dalla manifestazione del PD di sabato scorso, al Circo Massimo, e mi sto domandando come Cruciani affronterà il tema.
Personalmente, ho seguito l'intervento integrale di Veltroni (testo, video) e l'ho trovato tutto sommato sobrio: nessuna demonizzazione dell'avversario, nessun accenno a conflitti d'interesse, televisioni, regimi, problemi con la giustizia. E' stato invece un normalissimo comizio di un leader del maggior partito d'opposizione, con critiche sulle singole azioni intraprese del governo e dalla maggioranza parlamentare, e con accuse di inadeguatezza dell'esecutivo in carica ad affrontare le sfide che si presentano. Un discorso non memorabile ma neppure piatto, con il quale Veltroni ha voluto riaccendere una fiamma di vitalità all'interno del suo movimento.
Chissà come lo commenterà Cruciani, dicevo... Spero con toni diversi da quelli di don Peppino Caldarola (una delle spalle preferite del conduttore della Zanzara), il quale, sul Giornale di oggi, in un articolo dal titolo “Seppellito il riformismo, sono tornati alla politica con la clava”, ha sostenuto che il discorso di Veltroni era intriso di superiorità morale e di radicalismo.
Ecco un passo significativo: “Forse al Circo Massimo è morto ieri il Veltroni riformista. È nato il capo di un partito radicale di massa, che resterà a lungo all’opposizione. Veltroni ha detto in buon italiano quello che Di Pietro avrebbe detto violentando sintassi e grammatica. Ha parlato il linguaggio di Furio Colombo, di Flores D’Arcais, di Travaglio e di Santoro.”
Ma dove, ma come, ma quando mai? Ma che film ha visto Caldarola? Forse si è sintonizzato sul canale sbagliato. O forse dormiva e ha sognato, chi lo sa. O magari dovrebbe passare ad un bianco più delicato, che va pure bene con l'arrosto del pranzo del sabato.
Io non so che concezione abbia Caldarola di riformismo e di radicalismo, ma di sicuro non sono le stesse che ho io. Sembra quasi che Caldarola avesse preparato il suo articolo già in via preliminare e che avrebbe pubblicato il suo pezzo qualunque cosa Veltroni avesse detto.
In effetti, a pensarci bene, quello di Caldarola potrebbe essere solo mero e nauseabondo cinismo: quando egli scrive per il Giornale, anziché per il Riformista, dà ai suoi articoli un taglio che appaghi il lettore medio del quotidiano diretto da Mario Giordano. Insomma, una marchetta.
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Vi lascio con un frammento musicale, Everybody's Talkin', tratto dal film "Midnight Cowboy", conosciuto in italiano come "Un uomo da marciapiede".
Everybody's talkin' at me.
I don't hear a word they're sayin',
Only the echoes of my mind.
People stoppin', starin'.
I can't see their faces,
Only the shadows of their eyes
6 commenti:
Hai centrato perfettamente il problema: ormai i giornalisti italiani non scrivono più, fanno solo marchette.
Cruciani compreso.
Ciao, ormai seguo le piroette politiche di Caldarola da un pò: dalemiano; poi al momento della "chiusura dei DS" si innamorò della causa della costituente socialista; dopo il discorso del lingotto di WV (e le primarie) si fece veltroniano; da quando non è stato candidato dal PD alle politiche '08 non perde occasione per sparare a zero sul PD (non solo sul Giornale ma anche nella sua ribrica mambo sul Riformista..).
In sostanza ha solo il sangue amaro per la mancata inclusione nelle liste del PD..
Ciao
Dimenticavo, avete notato come il quotidiano ascolto di 8 e 1/2 sia stato cancellato nella trasmissione?
Sarà perchè il tanto rispettato (da Cruciani) ateo devoto di Natzi-nger (no, il mio non è becero anticlericalismo laicista... ma solo il riferimento ad un fatto reale come mi ricordano - in base a trasmissioni della BBC - i miei amici UK ogni qual volta vado a trovarli...)non ne è + il dominus???
In effetti gli "amici" di Cruciani, quelli a cui dà del tu e con cui fa grasse risate ogni volta che intervengono sono tutti della stessa pasta: Ferrara, Pansa, a Cossiga non dà del tu, ma ridacchia garrulo mentre quello sragiona di manganelli e pestaggi...
E poi lo chiamano e dicono che è super partes.
Mah
Caro Authan,
aiutami a capire. Ma cosa vuol dire essere riformisti? Sai che questa definizione mi risulta oscura?
Magari tu ch leggi Polito e Caldarola qualche idea te la sarai fatta.
Essere riformisti significa non dire mai Berlusconi, durante la campagna elettorale, ma sostituirlo con "il principale esponente dello schieramento a me avverso"?
Significa non mettere in evidenza le leggi ad personam dell'attuale governo, non lottare contro i tagli alla scuola pubblica, insomma non fare opposizione?
E' ironico poi pensare che, quando gli stessi toni, di cui viene accusato di abusare il centrosinistra, venivano e vengono utilizzati dall'attuale maggioranza, il problema della politica della clava non si pone.
Chi era che durante una manifestazione di qualche anno fa inneggiava alla lotta al regime?
Mi ricorda l'atteggimento di Cruciani che si scandalizza quando a parlare è Santoro o Travaglio, per poi esaltare Sgarbi e Cossiga.
Ciao Asvel.
"Riformista" e' una parola che va di moda e con la quale piace riempirsi la bocca dandone la definizione che piu' fa comodo.
Per me vuol dire fare un'opposizione democratica, propositiva, incalzando il governo sui singoli provvedimenti e esplicitando quali sono le misure che verrebbero prese se si fosse alla guida del paese.
Vuol dire anche concentrarsi sulle politiche governative e non sull'uomo che impersonifica il potere, uomo che non va demonizzato anche quando lo merita (e lo merita, oh, se lo merita!).
Berlusconi e' in primo luogo un cattivo governante. Tutto il resto (conflitto di interesse, problemi conla giustizia, ecc, ecc.) per quanto importante sia (e lo e') e' un "di piu'".
Morale: Di Pietro ha ragione da vendere, ma in politica a volte bisogna saper ingoiare dei rospi per il bene del paese.
Ciao,
authan (autore del blog)
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