L’inattesa marcia indietro di Berlusconi sul reato di immigrazione clandestina (cosa che ha fatto parecchio innervosire la Lega), e la vicenda del campo sinti a Venezia, ha portato gli ascoltatori, durante la Zanzara di ieri, ad intervenire in maggior misura sui temi, abbastanza ritriti, dell’immigrazione, dei nomadi, della criminalità, ecc. Non che siano argomenti di scarsa importanza, sia chiari, ma il fatto è che oggi ho voglia di parlare d’altro.
Ad inizio trasmissione, Giuseppe Cruciani ha menzionato le dichiarazioni di Mahmoud Ahmadinejad, che sta presenziando al vertice FAO di Roma. Il leader iraniano, oltre a varie amenità anti-occidentali, ha ribadito ancora una volta che Israele prima o poi sparirà dalle carte geografiche.
Quale atteggiamento dovrebbe tenere il governo italiano, ha chiesto Cruciani, verso Ahmadinejad? Ci sono due scuole di pensiero:
1) Non bisogna neppure incontrarlo, un uomo con certe idee è pericoloso, un incontro equivarrebbe ad una legittimazione.
2) Bisogna invece parlarci, anche se è un diavolo, tanto più che con questo diavolo il nostro paese ha numerosi rapporti di natura commerciale.
Cruciani non ha esplicitato la sua posizione, ma si è percepito abbastanza chiaramente che egli predilige l’atteggiamento rigido. Io, invece, prediligo la via del dialogo.
E’ vero, Ahmadinejad è un diavolo (per la cronaca, Cruciani lo ha anche definito “un pazzo”), ma tra lo stendergli un tappeto rosso e il tirargli una riga nera sopra facendo finta che non esista credo che esitano un bel po’ di vie di mezzo.
Non era forse un diavolo pure Gheddafi, colui che una quindicina di anni fa ci lanciò contro un missile? Non che ora sia un santo (anzi), ma è innegabile che da qualche tempo, anche a seguito delle visite nella sua tenda di vari nostri leader di governo (ricordo Berlusconi e D’Alema), sia giunto a più miti consigli.
Non voglio vantare conoscenze sulla società iraniana che ovviamente non posso avere, ma la recente lettura della splendida graphic novel Persepolis, di Marjane Satrapi (la consiglio caldamente) mi ha convinto che l’Iran che vediamo in superficie, quello della sharia, degli arresti politici, delle esecuzioni sommarie, e del fanatismo religioso portato all'eccesso, non sia rappresentativo del cuore di quel paese.
A costo di sembrare un ingenuo, troppo romantico ed idealista, sono convinto che esista una grande voglia di democrazia e di libertà in Iran. Una voglia che, con grande pazienza e acume, va stimolata e instillata dai paesi occidentali, senza pretendere risultati immediati, ma puntando sul medio-lungo periodo. Quale sarebbe, altimenti, l’alternativa? L’ennesima sanguinosa invasione? L’inoculazione forzata a suon di bombe?
Innalzare muri e silenzi ha il solo effetto di radicare gli estremismi ed è, secondo me, un atteggiamento controproducente in quanto va a rallentare, se non a fermare, il vero nemico di ogni integralismo: il processo di globalizzazione. Tale processo, lentamente ma inesorabilmente, arriverà prima o poi a fagocitare tutti i totalitarismi. Si tratta quindi di armarsi di santa pazienza, sedersi sulla riva del fiume e aspettare (per qualche decennio).
Per citare il famoso motto dei Borg, “Ogni resistenza è inutile. Sarete assimilati.”
mercoledì 4 giugno 2008
Ogni resistenza è inutile
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2 commenti:
Giustissima la tua analisi! Per integrarla, vorrei sottolineare altri due elementi: da una parte, l'Italia ha delle fortissime relazioni commerciali con l'Iran, ed è quindi ovvio che al di la della freddezza di facciata con questo Paese si fanno grossi affari; è altrettanto ovvio che un deterioramento ulteriore delle relazioni diplomatiche potrebbe portare a spiacevoli conseguenza economiche per entrambe le parti.
Dall'altra parte, credo che anche con tutta l'apertura e la diplomazia del mondo l'Italia non riuscirebbe a cambiare di una virgola la posizione dell'Iran sui temi di politica internazionale che fanno più discutere. Un ragionamento utilitaristico potrebbe portare a disinteressarsene per allinearsi agli altri Paesi occidentali, rispetto ai quali si potrebbe in questo modo rafforzare la propria posizione.
Ciao batta,
grazie per il tuo commento.
Credo che l'Italia dovrebbe avere la maturita di decidere da sola l'atteggiamento da tenere nei confroni dell'Iran. Peccato che a causa del servilismo di Berlusconi verso Bush cio' non sia di fatto possibile :-(
Che dire allora, se non "Forza Obama!" :-)
authan (autore del blog)
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