lunedì 20 luglio 2009

Il timbro dello stato

Non avendo voglia di soffermarmi ulteriormente sulla querelle Grillo/PD, che ha ancora occupato la maggior parte del tempo anche alla Zanzara di venerdì 17 luglio, preferisco dire due parole su un tema trattato più marginalmente ma che invece mi ha fatto riflettere molto: la disposizione del sindaco di Milano Letizia Moratti che, sperimentalmente, per un periodo di tempo limitato a quattro mesi, che vieta la vendita, la somministrazione, il consumo, la detenzione e anche la cessione gratuita di alcol ai minori di 16 anni.

Non ho per nulla condiviso il tono di sufficienza con cui Giuseppe Cruciani ha bocciato l'ordinanza della Moratti: “Li voglio vedere i vigili che vanno a chiedere la carta di identità a chi beve una birra davanti ad un locale. Sono cose che servono soprattutto ai genitori, e ai politici per prendere voti”.

Che ci sia una questione di effettiva applicabilità del provvedimento, di oggettiva difficoltà nell'operare sufficienti controlli è fuor di dubbio. Però il liquidare il tutto con un implicito richiamo alla demagogia in questo caso, a mio avviso, è sbagliato. In certi ambiti, l'obiettivo non scritto di una legge, o di un provvedimento locale, al di là di qualunque dubbio di natura pragmatica, è quello di inviare un messaggio educativo, stabilire un principio, mettete un punto fermo: consumare alcolici prima dei sedici anni è uno sbaglio, esattamente come lo è, ad esempio, viaggiare sui sedili anteriori di un'auto, senza seggiolino prima dei dodici. Quando si parla di bambini e di ragazzi non ancora maturi, la questione della salute, della sicurezza e dell'incolumità prevale su quella della libertà personale.

Li voglio proprio vedere i carabinieri appostati ad ogni angolo della strada pronti a fermare ogni singola macchina in cui un minore di dodici anni è seduto davanti. Un'osservazione del genere, mutuata da quella di Cruciani citata sopra, per quanto tecnicamente vera, sarebbe comunque ridicola. E' pacifico che i carabinieri abbiano questioni più pressanti di cui preoccuparsi, ma ciononostante il numero di bambini o ragazzini che viaggia sui sedili anteriori, a quanto mi sembra di poter giudicare dall'osservazione quotidiana, è molto limitato. E questo avviene perché è stato stabilito un principio che piano piano si è insinuato nella testa dei cittadini, e che ora viene rispettato come regola di buon senso prima ancora che come obbligo di legge.

Un altro paragone che si può fare è con la legge anti-fumo, anche se essa non riguarda solo i minori. Non c'è bisogno che le forze dell'ordine eseguano retate quotidiane nei locali pubblici per beccare sul fatto i fumatori, perché, di nuovo, è stato formalmente stabilito un principio che ora viene in larga parte osservato di propria iniziativa. In fondo, che fumare in pubblico in ambienti chiusi fosse inappropriato, era già chiaro a tutti. Però, a far scattare la scintilla del buon senso è servito un timbro dello stato.

Lo stesso vale per alcool e adolescenti. Ha senso che un barista somministri alcol a un quindicenne, o che la cassiera di un supermercato non faccia una piega se ad acquistare liquori è un ragazzino? No, semplicemente non ce l'ha. Qualcuno si chiederà: ma come può la povera cassiera indovinare l'età del ragazzo che ha di fronte? Beh, se ha il dubbio, sarà sua cura chiedere un documento, così come lo chiede a qualunque cliente che intende pagare la spesa con carta di credito. Si chiama "responsabilizzazione", dov'è il problema? In USA è così da sempre.

Nei confronti di questa ordinanza, poi, ho anche sentito tirare in ballo concetti come l'antiproibizionismo e il gusto per la trasgressione. Ma stiamo scherzando? L'antiproibizionismo non c'entra nulla (e lo dico da antiproibizionaista). Qui si tratta di proteggere, anche da loro stessi, dei ragazzini a cui non si può chiedere di assumersi responsabilità in prima persona. Mica nessuno intende vietare l'alcol tout court! E per quel che riguarda un presunto stimolo alla trasgressione, beh, anche se fosse vero ciò non può diventare l'alibi con cui giustificare l'assenza di regole.

E' chiaro che il problema dell'abuso di alcol tra gli adolescenti non si risolve da un giorno all'altro con un'ordinanza temporanea di un singolo sindaco, e neppure con un'eventuale legge statale. Però fissare un principio di base, che prova a responsabilizzare i giovani, i loro genitori, i gestori di locali e i venditori di alcolici, e che va osservato più nell'ottica della prevenzione che non con quella della repressione, è cosa di buon senso, giusta e doverosa. Non un punto di arrivo, certo, ma un punto di partenza quello sì.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Da Secolo XIX di ieri
Slot, così lo Stato
si è giocato novanta miliardi
19 luglio 2009 | Marco Menduni
Dopo una serie di tentativi andati a vuoto, il colpo di spugna ri schia questa volta di passare. Quella contestata alle società concessionarie delle slot machine dalla Corte dei conti è la più grande sanzione della storia italiana: novanta miliardi di euro. Il passaggio inserito in un emendamento (approvato) alla manovra anticrisi del governo rischia di essere il più grande sconto. Di quanto? L’emendamento presentato dal deputato Cosimo Ventucci (Pdl) parla di «un ottavo del minimo dell’importo dovuto» sulle tasse non pagate dal 2004 al 2007. Questo «anche in presenza di avvisi già notificati». Almeno dovrà essere pagato tutto insieme? No, perché esiste anche la possibilità di rateizzare.
Ventucci, sentito dal Secolo XIX, difende il suo provvedimento. Afferma che «quello che dice la Corte dei conti è completamente sballato» e che «non possiamo appesantire il comparto, perché le entrate dello Stato sui giochi sono qualcosa di incredibile e di valido».
Sul fronte della maggioranza, ora anche la Lega Nord mette sul tavolo tutte le sue perplessità. «E’ stato un emendamento inserito tra cento altri in maniera caotica e confusa. Vogliamo vederci chiaro e riesaminarlo prima del voto». Anche Pd e Italia dei Valori annunciano opposizione durissima.
E Cruciani fa sentire la gag di Guzzanti-Tremonti sulle slot-machine ma non commenta la notizia di questo ennesimo, vergognoso emendamento...
Ornette

Anonimo ha detto...

Bah... L'alcol da vietare a chi guida ok, ma per il resto, principi a parte, queste misure incidono poco anzi... Come per gli spinelli, si finisce per alimentarne il consumo. Gli adolescenti italiani non mi pare che bevano più che all'estero. Attenzione: il gusto del proibito attira più che il gusto stesso della birra o drinks vari ....
L'ordinanza della Moratti ha solo un fine demagogico e populista.
Pasquino

Paolo superciuk ha detto...

Buongiorno,
questo è un tema sul quale per me ragione ed esperienza non vanno d'accordo, e quindi mi vede molto dubbioso.

In Italia l'abuso di alcool da parte di un consistente numero di giovani è un fenomeno relativamente recente, anche se in aumento. Anche da qui vengono le iniziative milanesi, che mi sembrerebbero piene di buon senso, se non mi fosse capitato di vedere cosa già molti anni fa succedeva all'estero (ad esempio in Inghilterra) in paesi dove la vendita di alcool ai ragazzi era vietata, mentre magari agli adulti era limitata in termini di orario.

Il paragone tra la "proibizionista" Inghilterra e la libera Italia era assolutamente a favore nostro: in Italia era molto meno frequente vedere persone sbronze, giovani o adulte che fossero, nè capitava di vedere i piccoli capannelli di persone che attendevano l'apertura del Pub.

Non voglio trincerarmi dietro al fatto che a quindici anni bevevo frequentemente qualche mezza pinta di birra e a tutt'oggi non mi sono mai seriamente sbronzato (il che potrebbe essere una esperienza strettamente personale), nè penso che il parziale "proibizionismo" possa peggiorare la situazione (non credo che il fascino del proibito possa risultare prevalente sui divieti, scusa Pasquino), ma credo onestamente che in questo approccio stia sfuggendo almeno un fattore ben più importante, anche se non mi è chiaro quale esso sia.

Posso immaginare che stia cambiando il tipo di assunzione da parte dei giovani (superalcolici in luogo di vino o birra), magari a seguito di pubblicità che presentano il bere come come un comportamento accessorio inscindibile del divertimento (regolamentare la pubblicità come avviene per le sigarette no, eh?), ed ho persino il dubbio che lasciare una certa libertà nell'assunzione di alcolici a bassa gradazione possa avere un effetto calmierante persino benefico.

Insomma, mi auguro che l'approccio milanese possa essere positivo come una prima analisi del problema vorrebbe, ma ho l'impressione che si stia adottando una soluzione inefficace.

Saluti

Paolo superciuk

P.s. Venerdì non ho seguito la trasmissione per cui ditemi: i plagi al blog continuano? :-)

StingRay ha detto...

Tutto condivisibile tranne un particolare, questo provvedimento non colpisce i ragazzi ma i genitori che pagheranno le multe. Bisogna sensibilizzare i genitori all'educazione dei figli, certo, ma suvvia quale genitore per quanto attento e coscienzioso può controllare e impedire al figlio 15enne di farsi una birra? già mi vedo la famiglia media, con difficoltà a pagare mutuo bollette ecc, vedersi recapitare multe da qualche centinaio di euro ad aggravare la situazione. Regolamentare le pubblicità come dice Paolo, fare applicare leggi già esistenti che vietano la vendita ai minori (che siano gestori di pub o supermercati). O se proprio vuoi punire i ragazzi che trasgrediscono questa regola, bene allora applichiamo sanzioni che siano effettivamente addebitabili a loro, facciamogli fare lavori di utilità sociale, mandiamoli in giro a distribuire volantini contro il consumo di alcool, facciamoli partecipare a incontri con ex-alcolizzati, o robe simili, e se si rifiutano, va bè allora senza paghetta per un mese... ;)

Anonimo ha detto...

Soprattutto se proprio vogliamo fare delle multe facciamole agli esercizi commerciali... ma forse le lobby non sono d'accordo.

Anonimo ha detto...

Non capisco se Cruciani usi la tecnica della sufficienza per credo o per stimolo ed incitamento alla discussione, probabilmente è quello che fà quando l'argomento non gli è pienamente chiaro.
A parte che i politici fanno tutto sulla base dell'effetto populismo e quindi ritorno in termini elettorali; il tema non è semplice e non può certamente essere liquidato come propaganda elettorale.
Come venuto fuori nella puntata esiste già una legge e se vogliamo aggiungere altro non credo che la sanzione hai genitori abbia senso, meglio lavori socialmente utili ai trasgressori e magari in un centro di recupero per alcolizzati o sopra unnn'ambulanza che la notte va a recuperare quello che rimane di quei poveri giovani incoscenti che la notte escono dalle discoteche e quant'altro girando per le strade come mine vaganti per se stessi e gli altri.
Credo sia piu' utile la conoscenza che la repressione con le indicazioni sopra riportate per i trasgressori..

paolo l'ebbro ha detto...

@ stingray: effettivamente la preesistenza di una legge (peraltro clamorosamente disattesa) fornisce una chiave di lettura diversa della situazione...

Saluti

Paolo l'ebbro

Anonimo ha detto...

Che stato schizofrenico il nostro: da una parte si creano manifestazioni come Vinitaly, si imbastiscono trasmissioni-pubblicità che invitano al consumo di vino nel nostro Paese e dall'altro si aggiunge una legge ad una legge preesistente pressoché identica.. Sarebbe come se una donna si prostituisse per diventare ministro e poi da ministro legiferasse sulle prostitute..Oppure come se un docente e parlamentare europeo collezionasse più del 53% delle assenze durante il suo mandato e poi, diventato ministro, stigmatizzasse i dipendenti statali bollandoli come "fannulloni", oppure ancora se una donna abitante a Brescia facesse il concorso di magistrato nel Sud Italia per essere sicura di passare e, una volta diventata ministro dell'Istruzione, legiferasse contro tale pratica della quale ella stessa ha usufruito, oppure se un Primo Ministro andasse bellamente a prostitute e poi baciasse la mano al Papa e partecipasse al Family Day, oppure inneggiasse a Mangano e stesse zitto (ma neanche una parola) riguardo al ricordo di Falcone e Borsellino, e avesse anche come fondatore del proprio partito un condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, oppure se un fiscalista, una volta diventato ministro dell'Economia, si scagliasse contro i Paradisi fiscali e contemporaneamente promuovesse tre scudi fiscali con relativi condoni fiscali (come diceva quella pubblicità, "Ti piace vincere facile?")..

Ornette

Arthur ha detto...

@ Ornette

Credimi ragazzo, hai del talento!


ciao Arthur

Paolo l'ilare ha detto...

@ Ornette ed Arthur:

secondo me ornette ha memoria (complimenti!), quello che ha veramente talento (e raffinatissimo sense of humor) è chi ha messo insieme tutti questi calembour ai nostri danni...

Saluti

Paolo l'ilare

Anonimo ha detto...

Cruciani invita Sgarbi e non accenna minimamente alla condanna ricevuta da questi qualche giorno prima:
Il critico d'arte Vittorio Sgarbi è stato condannato dal tribunale di Monza per il reato di diffamazione al sindaco di Piacenza, Roberto Reggi. Lo ha comunicato lo stesso Comune della città emiliana in una nota. Reggi aveva querelato Sgarbi per i pesanti insulti e il giudice, dopo due anni di processo, gli ha dato ragione stabilendo 6 mesi di carcere per l'imputato. Ma, in virtù dell'indulto, la pena è stata sostituita da un risarcimento.

Anonimo ha detto...

Ad esse aggiungerei: sarebbe come chiamare amico un uomo che si è definito "abbronzato" e nel giorno della sua elezione a primo presidente afroamericano della Storia degli Stati Uniti (4 novembre) si è preferito andare con una escort disertando la maratona notturna organizzata dalla fondazione Italia-Usa per seguire lo scrutinio elettorale americano e, beffa delle beffe, copulando nel letto regalatogli dall'ex presidente russo Putin..:)

Anonimo ha detto...

Del variopinto campionario di "incredibles" ministri di cui questo governo è composto, ne possiamo ancora aggiungere di pir....oppppssss.... di perle!
ad esempio quelli leghisti ed un paio su tutti; dal Bossi che ha il copyright di "Roma ladrona", salvo poi piazzare ovunque famigli e congiunti nemmeno diplomati....e che nella sua personalissima lotta al crimine puo' pure vantare una condanna e congruo obbligo di risarcimento ad un magistrato, per aver dichiarato "la vita di un giudice vale 300 lire, il prezzo di un proiettile"......
al Calderoli che piu' che semplificare ha complicato assai i rapporti istituzionali con certi paesi musulmani mostrando spavaldo le magliette anti-Allah o pascolando i maiali davanti alle moschee....
a Maroni che ora fa tanto il "ganassa" (spavaldo) brandendo il cattivismo come arma vincente contro il buonismo della sinistra che ha infestato il patrio suolo .... ma che non si ricorda piu' di quando finì vergognosamente lungo e tirato ai tempi del decreto salvaladri del Ministro Alfredo Biondi!

Anonimo ha detto...

ahahahhaha!!!
si credo che quello meno contento di tutti sarà proprio Obama ... pensando a come SB ha onorato la notte della sua elezione, trombando allegramente nel talamo cadeau del nemico di sempre!!

Paolo ha detto...

@ anonimo due post sopra: bada bene a cosa insinui!
A dimostrazione che la riforma gelmini non è una buffonata, la trota, scusate, il delfino del Senatur quest'anno si è diplomato. Dopo N vani (e ridicoli) tentativi falliti.

Saluti

Paolo

authan ha detto...

Grande Ornette, commento straordinario, da incorniciare. Proponiti per un post vero e proprio se ti va. Io faccio fatica a tenere il ritmo... :-(
Authan