mercoledì 15 luglio 2009

Il braccio violento della legge

Nel bel mezzo della Zanzara di ieri, nella quale peraltro, a sorpresa, è intervenuto, a difesa di Beppe Grillo e attaccando duramente il PD, uno degli intellettuali che Giuseppe Cruciani disistima maggiormente, Paolo Flores D'Arcais, è piombata la notizia della condanna del poliziotto Luigi Spaccarotella, per l'omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri. La richiesta del pubblico ministero era stata di 14 anni, per omicidio volontario, ma la corte ha deciso di derubricare il reato a omicidio colposo con l'aggravante della "colpa cosciente", cioè l'aver agito nonostante la prevedibilità dell'evento. Il verdetto finale parla di 6 anni di reclusione.


Braccio Violento


Alla lettura della sentenza si è scatenata la rabbia di amici e parenti di Gabriele, che giudicano troppo lieve la pena decretata. Tra i commenti più duri, a caldo, si è registrato quello del padre della vittima, Giorgio Sandri, alcune parole del quale (“La divisa paga”, “Io Spaccarotella non lo mollo”, “Io non voglio fomentare nessuno ma con un verdetto del genere è difficile che i ragazzi la prendano bene”) hanno particolarmente impressionato Cruciani: “Detto nel rispetto del dolore di un padre, è un modo di intendere la giustizia che non condivido”, ha detto il conduttore della Zanzara.

In un secondo momento, Cruciani ha poi ulteriormente calcato la mano: “E' difficile dire se la pena inflitta sia giusta o ingiusta. Questo genere di sentenze [quelle su casi che ballano tra l'omicidio colposo e il volontario] sono incommentabili, e bisogna attenersi a quel che decide il giudice. Sono invece commentabili le parole del padre di Gabriele. Quando si dice che la divisa paga di fatto si fomentano gli animi di chi vede la polizia come un nemico”.

Una parte del ragionamento di Cruciani è condivisibile: è praticamente impossibile assumere, con cognizione di causa, una posizione precisa, non alterata dall'emotività, da impressioni personali o da sentimenti di simpatia o antipatia, riguardo i processi per reati di omicidio in bilico tra il colposo e il volontario. In questi casi, dobbiamo attenerci a quel che decide la corte, per il semplice motivo che non c'è alternativa. Certo, la corte può sbagliare, ed è possibile che in questo caso abbia sbagliato. Ma l'ordinamento italiano mette a disposizione altri due gradi di giudizio per, eventualmente, correggere il verdetto in un senso o nell'altro. Non si può godere smodatamente quando i verdetti piacciono e urlare "vergogna vergogna" quando non piacciono. Non è così che va intesa la giustizia terrena. Anche se è difficile, ci vuole freddezza.

Al tempo stesso, però, bisogna essere comprensivi con chi vive il dolore in prima persona. Quella freddezza di cui parlavo sopra non può essere pretesa nei confronti del padre di un ragazzo freddato inopinatamente in un autogrill. Mettersi a vivisezionare, come ha fatto Cruciani, la scelta di parole operata da Giorgio Sandri per esprimere il suo legittimo sdegno e di fatto ascrivergli, anche solo indirettamente, una qualche quota di responsabilità per eventuali tafferugli che dovessero avere luogo, manco fosse una sorta di mandante morale, l'ho trovato ingiusto, perché escludo che quei gentiluomini bramanti solo dell'idea di tirare sassi ai poliziotti stiano lì ad attendere l'avallo di chicchessia.

Se le medesime parole fossero state pronunciate da qualcun altro, da un giornalista, un opinionista, o da uno di quegli ultrà che ieri stazionavano fuori dal tribunale, allora avrei senz'altro condiviso la replica di Cruciani. Ma per quel che mi riguarda anche la rabbia del sig. Sandri, un uomo che non può e non potrà mai ragionare con distacco sugli eventi che hanno portato alla morte del figlio, è totalmente incommentabile.


13 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buongiorno,

per una volta dissento da Authan e concordo con Cruciani.

Il tono del padre di Sandri mi è parso minaccioso, specialmente nel riferimento ai "ragazzi". Anche alla luce delle dichiarazioni di oggi.

La divisa paga?

Su questo argomento si trovano d'accordo gli sfascia-cassonetti di dx e sx, peraltro accomunati dallo stesso livello intellettuale.

A me pare che essere ultrà paghi molto di più e permetta di compiere atti di violenza in completa immunità.

È chiaro che il poliziotto ha sbagliato e pagherà, ma il paragone con Aldrovandi è inaccettabile.

Come è inaccettabile la santificazione di Sandri che aveva appena finito la sua settimanale dose di casino in autogrill.

È inaccettabile infine che una cricca di personaggi che dovrebbe stare in galera almeno al pari dei facinorosi del G8 si metta a urlare in tribunale.

La tolleranza zero dovrebbe valere prima per delle persone che con la scusa e la difesa di una fede calcistica compiono o come minimo fiancheggiano azioni criminali di varia entità.

Da queste persone non penso si possa accettare alcuna critica alle forze dell'ordine, alla giustizia, a niente.

Loro sono il problema, solo loro.

Se non ci fossero questi gruppi similcriminali, non ci sarebbe bisogno della polizia negli stadi e non ci sarebbero poliziotti che sbroccano sparando da incoscienti in mezzo all'autostrada.

Saluti

Tommaso

Paolo il celerino ha detto...

@ tommaso:
condivido in parte quello che scrivi, in particolare sono arci convinto che gli ultrà godano di una estesa ed ingiustificabile impunità, nonchè che propendano a violenza, fascismo e razzismo in maniera intollerabile.
Sono anche convinto che i paralleli con i casi Aldovrandi e/o Giuliani sianio impropri, anche se tutti questi casi sono almeno riconducibili ad un uso errato, incosciente o almeno spregiudicato della forza da parte di chi dovrebbe saperla amministrare meglio.

Però mi pare irragionevole da parte tua pretendere lucidità ed equanimità da parte del padre del morto. Non pretendo che possa dire qualsiasi cosa, ma le sue uscite sono comprensibili / prevedibili anche se non giustificabili.

Saluti

Paolo il celerino

francesco.caroselli ha detto...

la decisione del giudice è veramente difficile, ma di una cosa sono certo questo tipetto nervoso non dovrebbe piu vestire la divisa di nessuno forza dell'ordine. Chi vuole un poliziootto che si mette a sparare in mezzo all'autostrada?
Fortunatamente non ha colpito nessun conducente in trasnsito fra le corsie altrimenti ci poteva scappare il disatro.

Per questo sono d'accordo col padre di Sandri che dice che la chi porta la divisa... ha uno sconto sulla pena!

portare una divisa impone un comportamento se non irreprensibile almeno responsabile

La frase :"non lo mollo"" ci sta perchè è normale che un padre insegua la giustizia nei tribunali (unica sede deputata) per la icredibile morte del figlio.
Quello che non mi piace è quel'invito ai ragazzi a stare calmi... quali ragazzi? quei bravi ragazzi che devastano le città?
I tifosi violenti non li sopporto dei sub-umani (ho visto interviste di Ultrà che non vedono l'ora di darsela di santa ragione...non ci potevo credere)


Il parallelo con il caso Aldrovandi non ci sta, ma vorrei far notare una cosa imbarazzante:
Scpaccaraotella 6 anni
Gli agenti che hanno ucciso Federico 4 e spicci.

Ora vi chiedo: ma se qualche cittadino comune avesse spaccato 2 manganelli sul corpo di un 18enne e poi gli si fosse seduto sopra fina a soffocarlo, e poi non contento cerchiasse di coprire il tutto falsificando atti ufficilai

quanti anni avrebbe preso?


E lasciatemi dire che non sono contro le forze armate, anzi so benissimo che rischiano la vita per un piatto di lenticchie ma
ma
ma il portare una divisa impone un comportamento se non irreprensibile almeno responsabile.

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

Si, d'accordo il padre ha tutte le scusanti, ma le scusanti a un certo punto finiscono. Non l'hanno mica assolto, ed è il primo grado.

In più anche a me il riferimento ai "ragazzi" non piace per niente, dal momento che quei "ragazzi" con la loro spacconeria e impunità sono la causa di tutto.

@francesco

Mi auguro anche io che Spaccarotella non vesta più la divisa, e concordo con la stonatura rispetto alle pene date ai manganellatori di Aldrovandi (che nulla aveva fatto, ricordiamocelo).

T.

Anonimo ha detto...

http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-13/stampa-cattolica/stampa-cattolica.html


Solo Cruciani continua a sostenere dubbioso: "ce n'è abbastanza per censurare certi comportamenti?"

Anonimo ha detto...

Ciò che mi è parso interessante delle due sentenze sui due ragazzi ammazzati in circostanze differenti da poliziotti è stata la reazione dei genitori: nel caso di Aldovrandi la reazione è stata molto più composta, quasi di gioia perché giustizia era fatta. Nell'altro caso è stata una reazione da ultrà in perenne contrasto con le forze dell'ordine.
Ornette

Anonimo ha detto...

E intanto Pinocchio Tremonti, alla domanda sullo scudo fiscale, dà del testa di cazzo al giornalista..

Anonimo ha detto...

Con l'ennesimo scudo fiscale Tremonti si dimostra un ottimo fiscalista, avvantaggiato anche dal fatto di farsele per sé e i suoi clienti le leggi, ma un pessimo amministratore delle finanze dello Stato.
Conflitto d'interessi? Chi era costui?

Anonimo ha detto...

Volevo ricordare che grazie all'ultimo condono Berlusconi pagò soltanto 1800 EURO (tra l'altro in due tranches, una da 1500 e l'altra da 300 euro) per sanare un'evasione di decine di milioni di euro..
Ornette

Berlusconi sana il fisco con 1800 euro Il premier avrebbe versato la cifra avvalendosi della legge 289 del 2002 per regolarizzare la sua posizione STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
MILANO - Il premier Silvio Berlusconi avrebbe sanato con il pagamento di 1.800 euro la sua posizione fiscale da decine di milioni di euro dal 1997 al 2002, avvalendosi della legge 289, varata nel 2002. La questione è emersa nel corso dell'udienza preliminare che vede imputate 14 persone, tra cui Silvio Berlusconi, per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset.
L'Agenzia delle entrate ha ritirato la richiesta di visionare alcuni atti per procedere a un eventuale recupero fiscale nei confronti del contribuente Silvio Berlusconi. L'Agenzia ha ritirato la richiesta perchè, dopo un esame più attento delle leggi vigenti, ha constatato che gli atti sui quali basare un eventuale recupero fiscale non sono più acquisibili perché Berlusconi ha sanato la propria posizione attraverso pagamenti integrativi (sarebbero due, uno di 1500 e uno di 300) effettuati dal contribuente Berlusconi.
Dal Corriere della Sera del 09 gennaio 2006

Viva l'itaglia..

Arthur ha detto...

Prima di morire, Marco Biagi aveva scritto cinque lettere in cui si diceva preoccupato per le minacce che riceveva. Il testo delle lettere, indirizzate al presidente della camera Pierferdinando Casini, al ministro del lavoro Roberto Maroni, al sottosegretario al lavoro Maurizio Sacconi, al prefetto di Bologna ed al direttore generale di Confindustria Stefano Parisi.

Il 19 marzo 2002 venne ucciso, a 51 anni, da alcuni militanti delle Nuove Brigate Rosse, in un agguato a Bologna in via Valdonica, sotto casa sua, mentre rientrava verso le ore 20.

Il Ministero dell'Interno (in quel periodo diretto dal Ministro Claudio Scajola, di Forza Italia) aveva privato Marco Biagi della scorta, richiesta da Biagi solo pochi mesi prima proprio per timore di attentati da parte dell'estremismo di sinistra. Dopo che gli fu tolta la scorta ne fece nuovamente richiesta al Ministero del Lavoro, presso cui operava, in quanto non si sentiva sicuro e riceveva minacce di continuo. Questa non gli fu accordata. I colpevoli stessi ammisero che avevano deciso di colpire proprio lui in quanto era un personaggio di grande visibilità e allo stesso tempo poco protetto.
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Le parole di Sandri sen. sono inaccettabili, anche in considerazione del dolore per la perdita del figlio ad opera di un inqualificabile gesto, punito in primo grado con una condanna troppo mite.
Sconsiderate perchè hanno dato il via ad una reazione del tutto esagerata da parte di quella tifoseria di cui il figlio faceva parte che è ben connotata come neofascista.

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La vedova Biagi con molte piu' ragioni e con COLPEVOLI ben piu' istituzionalmene (ir)responsabili non ha mai fatto affermazioni di simile inaudita violenza, contro lo Stato, la Polizia, la Magistratura o invitando alla disobbedienza fiscale.

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Paolo il secondino ha detto...

@ Tommaso:

in prima lettura mi era sfuggito nel primo post: "Loro sono il problema, solo loro."

Bhè su questo ho dei dubbi: fermo restando che ultrà e black block non meritino alcuna comprensione, purtroppo negli ultimi anni le forze dell'ordine hanno evidenziato dei grossi "limiti" nell' affrontare situazioni di risse o rivolte di massa, che si concretizzano in abusi di forza o, dall'altro lato, in passività.
In alcuni casi c'è più che il sospetto che l'abuso di forza e violenza sia stato voluto (Diaz ed altre situazioni durante il G8 di Genova), in altre frutto dell'incapacità di selezionare ed addestrare adeguatamente il personale (voi dareste un'arma in mano a Spaccarotella o a Placanica?), mentre gli ultras continuano a godere di una ampia impunità nella quale prosperano e crescono frange violente e paranaziste.

Queste inadeguatezze richiedono una soluzione urgente: la situazione di sovraffollamento del sistema carcerario è tale da far temere l'insorgere di rivolte tra i detenuti, situazioni che in Italia non si affrontano più da moltissimo tempo e per le quali è indispensabile avere personale molto ben preparato perchè il tutto non degeneri in tragedia.

Saluti

Paolo il secondino

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

Se vuoi modifichiamo:

il problema principale sono loro.

La selezione di persone inadatte è un problema, ma meno occasioni si danno loro di entrare in azione, meno è probabile che possano fare danni: se non ci sono gruppi di teppisti che si picchiano in autostrada ogni domenica, forse non si vedono volare proiettili tra le corsie.

Allo stesso modo, è chiaro che si può strumentalizzare o sfruttare l'azione violenta di ultrà e black-block per compiere azioni barbare come quelle della Diaz. Tuttavia se queste violenze da parte di frange di teppisti non ci fossero, non ci sarebbe neanche la scusa per la strumentalizzazione.

In particolare, a mio parere, il problema degli ultrà andrebbe risolto con il pugno non di ferro, ma di titanio.

Esiste un motivo valido per cui questi individui sfascino gli stadi, incendino macchine, accoltellino altre persone, lancino sanitari e scooter, dirottino treni impunemente.

No, non esiste.

Uno stato serio dimostra di essere più forte di loro, chiudendoli in gattabuia al minimo cenno di violenza o illegalità da parte loro e ce li lascia.

Non può esserci tolleranza o rispetto per questa gente, nel momento in cui viola la legalità in modo così tracotante e con un pretesto come il calcio.

Senza dubbio uno Spaccarotella con la pistola in mano non mi fa sentire sicuro. Ma se sradico il problema ultrà, di certo il poliziotto non deve intervenire in un autogrill dove c'è gente che si picchia.

Mi fa incazzare molto di più sapere che un manipolo di tifosi che blocca lo stretto di Messina o sequestra un treno per andare a Roma non viene punito.

Tommaso Cruciani

Anonimo ha detto...

Padre di Sandri: meglio non sentenzi in tv

Caro Beppe,
della vicenda Sandri-Spaccarotella mi impressiona, più che l'aspetto giudiziario, quello morale e di costume. In un'intervista televisiva, il padre di Gabriele ha invitato gli ultras a non inscenare azioni violente perché in tal caso i soli a pagare sarebbero loro e non già «qualcun altro, che invece dovrebbe pagarla». Certo, mi direte, sono parole di un padre che ha perso il figlio. Ma ci sono padri e padri; ci sono parole e parole. Mio padre, come il padre di molti di noi, non avrebbe mai pronunciato quelle parole da agitapopolo che come seguaci ha degli ultras neonazisti. Mio padre non avrebbe aggredito la polizia e i carabinieri perché tifoso della Lazio o del Milan. Mio padre si sarebbe certamente molto indignato per i fatti di Genova. Si sarebbe indignato dinanzi a un poliziotto che spara gratuitamente in autostrada. Ma, se anche io fossi stato il morto, non avrebbe sottilmente incitato gli ultras ad attaccare la polizia per vendetta. Mio padre, poi, se avesse scoperto che io ero un «ragazzo solare» con precedenti penali per rissa allo stadio e trovato morto con le tasche piene di pietre e un randello in macchina, sarebbe crollato di pena e vergogna e difficilmente avrebbe sentenziato in televisione.

Piero Fanale , thepierre@hotmail.com