martedì 30 settembre 2008

Ad alzo zero

L'inserto satirico dell'Unità ha pubblicato ieri una vignetta raffigurante un uomo che punta una pistola davanti a sé, ad alzo zero, e dal testo che accompagna il disegno si coglie che dall'altra parte della canna è supposto esserci il ministro Renato Brunetta.

Quando la primissima notizia lanciata da Giuseppe Cruciani alla Zanzara di ieri è stata proprio quella relativa a tale vignetta, mi sono messo le mani nei capelli, e il mio neurone ha prodotto esattamente il seguente pensiero, parola per parola (scusate il francese):

Minchia no, ziohan, adesso Cruciani ci tira il pippone sul terrorismo, che due palle!

La mia preoccupazione era motivata dal fatto che, in febbraio, bastò una frase un po' (un bel po') forte pronunciata da qualcuno contro Pietro Ichino per far partire il pippone, e che tempo dopo lo stesso accadde, in misura minore, dopo certe brutte parole usate da Beppe Grillo sui giornalisti. Era lecito, quindi, aspettarsi un atteggiamento analogo.

E invece no. Cruciani, quando pochi minuti dopo ha chiamato in causa Sergio Staino, responsabile dell'inserto satirico dell’Unità, ha subito premesso di aver trovato “eccessive” certe critiche (esempi per intenderci: prima pagina del Giornale di oggi: Terrorismo di carta. Prima pagina di Libero: Compagni pistola) e di ritenere che la satira può e deve essere cattiva.

Ho pertanto tirato un lungo sospiro di sollievo, e, relativamente a Cruciani, ho segnato una tacca nella colonna dei "più".

La vignetta è di cattivo gusto, diciamolo, ma finisce lì. Se uno, ipoteticamente parlando, impugna una pistola dopo aver visto una vignetta, vuol dire che è pazzo già per conto suo, e se è pazzo allora di scintille che possono potenzialmente accendere in lui la violenza ne può trovare ovunque (un film, una canzone, un libro, ecc.).

Per capirsi… Pochi giorni fa un uomo ha aggredito un parroco dopo aver visto il film tratto dal libro Il Codice Da Vinci, che, per qualche ragione, ha scatenato in lui una furia omicida. Ce la dovremmo prendere con Dan Brown, l'autore del libro? Assurdo.

Per il resto, la Zanzara di ieri si è occupata molto dell'intervista di Veltroni al Corriere già citata nel mio post di ieri. Ovviamente, Cruciani ha giudicato “ridicoli” i richiami al putinismo e al razzismo, ma questo era scontato. Perché ne parlo allora? Per via dell'intervento in qualità di ospite di Stefano Menichini, direttore del quotidiano Europa.

Cruciani ha cercato in Menichini un'ennesima "spalla riformista" (stile Antonio Polito o don Peppino Caldarola). Invece, il direttore di Europa, pur criticando la scelta di parole avuta da Veltroni, di fatto gli ha dato ragione. Secondo Menichini, infatti, l'atteggiamento del governo nella vicenda Alitalia ha ricordato il modello Putin, e l'uccisione a bastonate del ragazzo nero a Milano aveva “oggettive” radici razziste.

Ho trovato il tutto molto divertente. Se Menichini fosse stato un normale ascoltatore, Cruciani avrebbe cominciato presto a borbottare i suoi "mah" per poi stroncarlo senzà pietà chiudendo la comunicazione con il suo solito caustico “la ringrazio”.

Mi spiace, caro Menichini. Ti sei giocato il posto di spalla preferita numero tre! Adieu! :-)

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E' tutto per oggi. Vi lascio con una straordinaria vignetta, apparsa sul Manifesto di oggi, di un ispiratissimo Vauro, che commenta a modo suo la vicenda della pistola puntata su Brunetta. Esilarante.



Vauro


lunedì 29 settembre 2008

Un genio, due compari, un pollo

Durante AnnoZero dello scorso giovedì, Marco Travaglio aveva detto, con sarcasmo, che Carlo Toto, patron di AirOne, è un genio, visto che, a ben vedere, il principale beneficiario del piano Fenice è proprio l'indebitatissima AirOne, e che se anche Alitalia fosse fallita, AirOne avrebbe comunque giovato della sparizione del suo principale concorrente.

Nel commentare ciò, alla Zanzara di venerdi 26 settembre, Giuseppe Cruciani, che come sapete non resiste mai alla tentazione di tirare la frecciatina a Travaglio, ha detto che da un punto di vista imprenditoriale Carlo Toto un genio “lo è per davvero”.

Devo dire che ho trovato questa considerazione di Cruciani francamente imbarazzante, visto che anche un cieco con un cane orbo vedrebbe la gigantesca anomalia determinata dalla oltremodo singolare fusione AirOne/Alitalia. Mister Toto, coi suoi compari, sarà anche un genio, ma -mi spiace- io la parte del pollo, al contrario di Cruciani, non la voglio recitare.


Genio


Per non chiudere subito il post dopo così poco, segnalo l'odierno articolo "Se il 25 ottobre diventa il 25 aprile", a firma di Antonio Polito (che ormai tra me e me chiamo Jigen). Il direttore del Riformista, apprezzatissimo da Cruciani, come al solito se la prende con Veltroni, e stavolta lo fa per via dell’intervista rilasciata da quest’ultimo ad Aldo Cazzullo del Corriere, nella quale al governo Berlusconi viene rimproverato di applicare un “modello Putin” (divertente, lo diceva pure Paolo Flores D’Arcais) e di “svuotare la democrazia”.

Leggete cosa scrive Polito:

A 72 anni non si può cominciare una carriera da dittatore. E infatti Berlusconi non lo è. Non è nemmeno un leader anti-democratico: nessuno che abbia perso due volte le elezioni per poi rivincerle può essere definito tale. Berlusconi, piuttosto, è un moderno leader post-democratico. Non solo in Italia, questa subdola trasformazione dell'antica democrazia rappresentativa in autoritarismo politico è lo spirito del tempo.
[...]
Dall'inizio della legislatura le camere in Italia hanno approvato solo decreti e disegni di legge varati dal governo. Oggi i governanti regnano, più che governare; almeno finché l'opinione pubblica è dalla loro parte. E l'opinione pubblica è dalla loro parte finché essi mostrano di regnare. Gil elettori - citava ieri Barbara Spinelli - preferiscono chi appare forte pur sbagliando a chi appare debole pur avendo ragione. La polemica di Veltroni dunque, è politologica più che politica. Fa il contropelo a un elettorato che chiede più decisione e non più galateo parlamentare.

Avete letto? Interessante, no?

Siamo dunque in una post-democrazia dove non si governa, ma si regna. E' lo spirito del tempo: l'elettorato vuole decisionismo e non cazzeggio parlamentare. L'autoritarismo non è imposto, ma voluto. Quindi, anziché lagnarsi, Veltroni dovrebbe prendere atto della realtà proponendosi come futuro leader in pieno stile ci-penso-io-risolvo-io. Ancora Polito: “La forza dell’opposizione non si valuta da come fischia i falli al governo, ma da come costruisce azioni di gioco.

Tutto molto bello. Però a mio avviso bisogna anche stare molto attenti. La distinzione tra democrazia efficiente e autoritarismo illuminato (o pseudo tale) può essere nebulosa, e io mi sentirei molto più tranquillo nel ritenere che si è imboccata la strada giusta se a guidare il paese non ci fosse chi, del paese stesso, possiede, direttamente o per interposta persona, la metà di ogni cosa.

venerdì 26 settembre 2008

Visione medievale dell'economia e del mondo

Semplicemente straordinaria la disamina della vicenda Alitalia ad opera di Marco Ponti, docente di economia dei trasporti al Politecnico di Milano, il quale, ospite di Giuseppe Cruciani alla Zanzara di ieri, è stato protagonista del momento più stimolante della trasmissione.

In sostanza, Ponti, con pungente ironia ma anche con grande lucidità (a mio modesto parere le sue argomentazioni sono inattaccabili) ha sostenuto che c'è poco da rallegrarsi per la soluzione CAI in quanto essa non favorirà né i contribuenti né i viaggiatori. Inoltre, Ponti ha detto che la corsa, tra i vari esponenti politici, ad attribuirsi il merito del successo delle trattative denota una “visione medievale dell'economia e del mondo”.

Solitamente, in questi casi trascrivo alcuni tra i passi più significativi, ma i quattro minuti di intervento di Ponti sono talmente brillanti che vale la pensa riportare il frammento audio integrale.




Cruciani, non pienamente convinto, ha definito “pessimistica” la visione di Ponti. Può darsi che lo fosse, ma io continuo sempre a preferire chi, ben argomentando, mi dice quando la merda è merda a chi piuttosto tenta di spacciarmela per cioccolato.

Nota: Marco Ponti, ad un certo punto, cita un articolo di Alberto Alesina (altro noto economista) sul Sole 24 Ore. L'ho recuperato, l'ho letto e in effetti è davvero notevole. Ne cito un passo:

Sospendere le regole dell’Antitrust ha creato un precedente terribile che potrà essere invocato da chiunque voglia essere aiutato. Questo dettaglio è ancora più grave dei miliardi che spenderanno i contribuenti per Alitalia: apre la strada ad altri miliardi che verrebbero spesi per altre imprese mal gestite. E interessante come gli “statalisti” invochino lo Stato quando serve, quando crea vincoli indesiderati lo zittiscono.

Chapeau.

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E' tutto per oggi. Vi lascio con una formidabile vignetta di Vauro, vista ieri sera nel finale di AnnoZero.



Vauro



Ah no, un momento, ancora una cosa. A proposito di AnnoZero, sono incredibili le parole di Francesco Cossiga oggi su Margherita Granbassi. E' legittimo criticare, naturalmente, ma perché darle della "velina"? E cosa diavolo c'entra Nassiriya, che razza di accostamento è? Per il nostro Cruciani, Cossiga sarà anche questa volta "straordinario"?


giovedì 25 settembre 2008

Civil War

Col fiato sospeso per Alitalia e sperando che la trattativa vada a buon fine se non altro perché così le vicissitudini della compagnia "di bandiera" smetteranno di occupare la maggior parte degli slot della Zanzara, l'unico dettaglio che mi preme segnalare sulla trasmissione di ieri è il modo con cui Giuseppe Cruciani ha trattato le frasi pronunciate dal ministro Roberto Maroni a proposito della strage di Castelvolturno.

Cos'ha detto Maroni? “Siamo di fronte ad una guerra civile che la camorra ha dichiarato allo Stato e questo deve rispondere con tutti i mezzi”.

Come ha commentato Cruciani? Non ha commentato. Si è limitato a definire “incredibile e ridicola” la mini-polemica che è poi scaturita tra Maroni e La Russa (quest'ultimo ha criticato la scelta di parole "guerra civile") senza sentire il bisogno di prendere posizione.

Io sono d'accordo che la polemica è di scarso rilievo, ma due paroline di critica verso Maroni le avrei comunque dette, se non altro per coerenza. Infatti, così come è sbagliatissimo ritenere che la strage di Castelvolturno sia di stampo prettamente razzista, lo è altrettanto parlare di "guerra civile", espressione di cui forse il ministro Maroni non conosce pienamente il significato.

Se si dileggia chi parla di razzismo a sproposito, bisogna dileggiare pure chi scambia una strage camorristica con la guerra civile, specie se a farlo è un ministro e a maggior ragione se l’espressione viene usata non in una chiacchierata al bar, ma durante un formale discorso al Senato.

Dando un'occhiata alla varie rassegne stampa disponibili sul web, ho notato che pure la bibbia di Cruciani, il Riformista, fa le mie stesse considerazioni (giuro, non ho copiato) in un articolo firmato non dal direttore Antonio Polito (che come noto si occupa solo di mazziare l’opposizione), ma da Massimiliano Gallo.

Sempre mentre navigavo in una delle rassegne stampa, la prima pagina del Giornale di oggi mi ha fatto strabuzzare gli occhi. A centro pagina c'è una grossa foto di Marco Travaglio corredata dal seguente titolo: “Oggi l'inquisitore torna ad AnnoZero – Quelle due o tre cose che Travaglio non dirà mai”.

Dopo aver letto, sul sito del Giornale, l'articolo completo, a firma di Filippo Facci, mi sento in dovere di lanciare un appello: vi prego, aiutate quest'uomo, fate qualcosa per Filippo. Dategli un prozac, mettegli in mano un grosso spinello, o almeno trovategli una fidanzata.

Come già ebbi modo di dire in un vecchio post, quest'uomo ha bisogno di assistenza, o la sua tragica ossessione per Travaglio diventerà irreversibile (se già non lo è) con conseguenze non predicibili.

E soprattutto, per l'amor del cielo, se ce l'ha revocategli il porto d'armi.

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Contributo multimediale del giorno: parlando di guerra civile, viene facile pensare a Civil War dei Guns n' Roses, no?



I don't need your civil war
I don't need one more war

mercoledì 24 settembre 2008

Forza Etna

E' andata in onda, durante la Zanzara di ieri, la 1789esima puntata della telenovela Alitalia, ed è stata una di quelle puntate interlocutorie che si possono anche perdere, perché nulla di importante accade e nulla di sostanzioso viene detto.

Per il resto, Cruciani ha opportunamente dedicato un po' di spazio anche alla tragica situazione economica del comune di Catania, a proposito della quale una domanda mi sorge spontanea: quando gli elettori catanesi devono scegliere il sindaco, su quali basi, esattamente, poggiano la loro scelta?

E nel pormi questa domanda, che sembra retorica ma che negli intenti non vuole esserlo, vengo subito assalito da un dubbio: sto forse recitando la parte dell'intellettuale sinistroide pieno di sé, arrogante, con la puzza sotto il naso, che ritiene che gli elettori del centro destra siano tutti stupidi e ignoranti e che in particolare quelli del nord siano tutti razzisti e quelli del sud tutti mafiosi?

E quindi, pensandoci bene, perché correre il rischio... Ritiro la domanda, e dirotto il mio neurone a prevedere i risultati del campionato di calcio che si gioca stasera.

Riguardo a Catania, smetto di pormi questioni. Mi limito invece a indossare, per una volta, il cappello da leghista o quello dell'estremista dell’intelligenza Vittorio Sgarbi, urlando, a squarciagola, FORZA ETNA!


Etna


(Per dirla alla Cruciani, "scherzo, ma non troppo".)


martedì 23 settembre 2008

Il dinamico duo

Ieri sera mi apprestavo ad ascoltare rassegnato il sermone di Polito sulla sinistra cattiva e incapace, e invece niente. Se fossi presuntuoso, direi che Cruciani mi ha fatto un dispetto a seguito del post di ieri, ma siccome presuntuoso non lo sono, non lo dirò :-)

Ma c’è di più. Al posto di Polito, alle 19:45 si è manifestato in qualità di ospite il mito dei miti, l'unico e solo Pietro Ichino, il quale, riferendosi ad Alitalia, ha spiegato con estrema chiarezza come un fallimento aziendale non sia necessariamente uno psicodramma.

E c’è di più ancora. Alle 20:35, Tito Boeri, mito numero due, che stava parlando con Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, è stato "intercettato" e mandato in diretta anche alla Zanzara. L’economista si è appellato al governo affinché rinunci esplicitamente all’italianità per attirare eventuali, per quanto improbabili, compratori stranieri dell'ultima ora.

Aaaaah, che soddisfazione sentire ogni tanto un po' di assennatezza non finalizzata a costruire attacchi politici.

A proposito di attacchi politici… Sono rimasto colpito dal commento impietoso con cui Cruciani si è riferito ad un articolo di Giuseppe D’Avanzo riguardante i fatti di Castelvolturno. Ha detto il conduttore della Zanzara: “Una strage di camorra, una lotta per il controllo del territorio, si trasforma in una requisitoria contro il razzismo e contro il governo”.

Cruciani, poi, ha anche mandato in onda un commento di Filippo Facci, anch’egli incredulo di fronte all'articolo di D’Avanzo secondo il quale la strage di Castelvolturno sarebbe “colpa del governo”.

Preso dalla curiosità, sono andato a leggermi l'articolo (vi invito a fare altrettanto) e credo che un paio di precisazioni siano necessarie.

Primo: la strage, con ogni probabilità, è stata messa in atto da un commando omicida della camorra locale per colpire una banda rivale, composta da africani. Tuttavia, a quanto pare, non tutte e sei le persone assassinate erano delinquenti conclamati. Alcuni si trovavano solo nel posto sbagliato al momento sbagliato, e sono state individuate come bersaglio solo per via del colore della pelle.

Secondo: se leggete attentamente l’articolo, non c'è scritto da nessuna parte che la strage è avvenuta per colpa del governo. Si, è vero, c’è un "uso" del tutto inappropriato dei fatti dei Castelvolturno per attaccare l'esecutivo, ma che al governo venga attribuita una precisa responsabilità è una tanto libera quanto personale interpretazione del dinamico duo Facci&Cruciani.


Dinamico Duo

Filippo Facci e Giuseppe Cruciani


Ciò che D’Avanzo sostiene, invece, è che l’attuale governo possiede e propugna una percezione di comodo della realtà, dove (cito) “vengono alla luce, nella loro essenzialità, l'inconsistenza e i trucchi, il furbo conformismo di una politica che sa soltanto eccitare e inseguire le paure, gli egoismi e furbizie di italiani confusi e smarriti”. Non viene cioè attribuita una colpa nel caso specifico, ma semmai viene evidenziato un approccio generale verso il diverso che è subdolo e tendenzioso.

Se un commando di neri avesse ucciso sei italiani di cui -diciamo- quattro erano passanti che si trovavano lì per caso, si parlerebbe di questo episodio per settimane e si chiederebbero le peggiori pene per gli assassini. A parti invertite, invece, dopo un giorno ci siamo già dimenticati tutto.

C'è qualcosa di strano in questo, bisogna ammetterlo. Senza bisogno di tirare in ballo il razzismo, che non è il fulcro della questione, il problema è l'insensibilità, l’incoerenza, la miopia, che il governo forse non alimenta volutamente, ma neppure combatte a sufficienza.

Detto questo, ribadisco che secondo me D’Avanzo ha sbagliato (lo riscrivo ancora una volta: ha sbagliato) ad usare i fatti di Castelvolturno per costruire un attacco politico al governo. Però, una volta depurato di questo collegamento parecchio forzato, l’articolo di D'Avanzo comprende molte considerazioni interessanti e in parte condivisibili, considerazioni che non meritavano di essere bollate coi toni sprezzanti e tranchant sentiti ieri sera.

lunedì 22 settembre 2008

Il cacciatore di disertori

La Zanzara di venerdì 19 settembre è stata ancora dominata dal tema Alitalia, e così sarà –temo– fino a quando i registri non verranno portati in tribunale, e probabilmente anche in seguito.

Oggi, però, vorrei pubblicare un post un po' sui generis, perché anziché fare considerazioni su qualcosa detto nell'ultima Zanzara, commenterò invece qualcosa che verrà detto nella prossima puntata, quella di stasera.

Non servono poteri di preveggenza, infatti, per anticipare che, con ogni probabilità, l'odierno editoriale di Antonio Polito sul Riformista, intitolato "Il mondo sottosopra, solo la sinistra resta sotto", disponibile nella pagina web della rassegna stampa del Senato, troverà risalto in apertura di trasmissione, quando il conduttore Giuseppe Cruciani presenta i temi del giorno.

Secondo Polito, la sinistra negli ultimi giorni ha ulteriormente confermato il proprio autolesionismo, l'ipocrisia, e l'incapacità di assumersi le proprie responsabilità. Se avrete la pazienza di leggere l'editoriale per intero (e io ve lo consiglio caldamente), vi accorgerete che esso è uno di quegli articoli per i quali Cruciani va in brodo di giuggiole, poiché la sinistra si prende un sacco di bacchettate sulle gengive con argomentazioni che risultano davvero difficili da controbattere e che sono in piena sintonia con il Cruciani pensiero.

Se qualcuno di voi vuol provare a contrastare le tesi di Polito, si accomodi pure nei commenti del post. Io vorrei tanto poter citare dei validi controesempi, ma con Veltroni che, in piena crisi Alitalia, fa i fattacci suoi a New York, e con Di Pietro che, armato di megafono, aizza i piloti a Fiumicino, non saprei da dove cominciare.

Mi limito pertanto a ribadire una critica che già ho mosso a Polito in passato: premesso che è del tutto legittimo criticare l'opposizione, anche con ferocia, possiamo provare a fare un passo oltre? Quand'è che si comincia a criticare seriamente anche la maggioranza?

Polito ha l'onore e di dirigere un giornale "di tendenza", di quelli che fanno opinione (oddìo, non esageriamo... Il Riformista farebbe davvero opinione se incrementasse un po' la sua diffusione, che attualmente è miserrima), il cui ruolo dovrebbe essere quello di cane da guardia della democrazia, L'attenzione di Polito dovrebbe essere rivolta, in prima battuta, verso il governo, e solo in seconda battuta verso l’opposizione.

Invece, Polito picchia duro sempre e solo sull'opposizione, e ciò me la fa accostare ad uno di quei soldati che, in guerra, anziché fronteggiare direttamente l'avversario, perlustrano il territorio in una triste caccia ai disertori.

Chiudo con un avviso: ho aggiornato la pagina delle perle della Zanzara di Cruciani. Infatti venerdì scorso c'è stata una telefonata particolarmente degna di nota, ad opera di un certo Fernando da Roma, il quale ha accusato Cruciani di essere molto schierato, di essere si parte. “Sì, sono di parte”, ha risposto Cruciani, aggiungendo pungente: “dalla mia parte”.

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Contributo multimediale del giorno: la parola disertore mi ha portato alla mente il celebre testo di Boris Vian, che alcuni anni fa Ivano Fossati musicò in una meravigliosa canzone, con parole che un Cruciani qualsiasi probabilmente disprezzerà, mentre invece a me, che non ho più diciott'anni, fanno ancora venire le lacrime agli occhi per la commozione.



Per cui se servirà del sangue ad ogni costo,
andate a dare il vostro, se vi divertirà.
E dica pure ai suoi, se vengono a cercarmi,
che possono spararmi, io armi non ne ho.

venerdì 19 settembre 2008

Broken wings

Un lietissimo evento in famiglia mi ha tenuto lontano per qualche giorno dalla Zanzara e dal blog, ma, piano piano, com'è naturale, i ritmi rientrano nel tran tran quotidiano. E dunque rieccomi a tediarvi con i miei commenti ispirati dalla trasmissione di approfondimento su politica e attualità più cool del panorama radiofonico italiano.

Ritorno giusto in tempo per recitare la mia parte del de profundis in nome della nostra (ormai ex) compagnia aerea "di bandiera". Come sapete, l'ultima speranza di Alitalia, impersonificata dalla cordata di imprenditori, unitasi nella società CAI, che avrebbe dovuto rilevare il nucleo buono di Alitalia, è svanita. La CAI ha infatti ritirato l’offerta, a fronte dell'atteggiamento intransigente di una parte dei sindacati, atteggiamento che Giuseppe Cruciani, durante la puntata di ieri, ha criticato duramente, e, per me, con piena ragione.

Ora, se vogliamo, possiamo giocare a rincorrere le responsabilità e a ipotizzare gli scenari futuri, ma, fra tutte, una è la domanda della quale più mi preme avere una risposta (non fornita ieri sera): almeno il prestito ponte di 300 milioni concesso dallo Stato ad Alitalia dopo l’uscita di scena di Air France, verrà restituito?

Eh sì, perché più ancora del comportamento da sciacallo che Berlusconi, per meri motivi elettorali, tenne in marzo durante la trattativa Air France, e più ancora della suicida irragionevolezza dei sindacati, ciò che più mi ha disgustato in questa vicenda è stato l’ulteriore sciagurato sperpero di denaro pubblico, come se anni e anni di conti in rosso non fossero stati abbastanza.

Io contribuente rivoglio indietro almeno i 300 milioni di euro. Li esigo, a costo di mettere in vendita, durante le procedure fallimentari a garanzia dei creditori, tutti gli aerei, le sedi, gli arredi, e qualunque bene fisico di Alitalia possa avere il benché minimo valore.

In altri termini, la mia domanda può essere formulata anche così: nella gestione dell’imminente fallimento di Alitalia, lo Stato Italiano è considerato creditore privilegiato o, invece, al contrario, tra tutti i creditori, è quello più sacrificabile?

Non mi sembra una questione da poco, no?

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Contributo musicale del giorno: visto che Cruciani, con humour nero, si è dilettato ieri sera, a proposito di Alitalia, nel mandare spezzoni di vecchie canzoni sul tema dell'addio, dell'abbandono, della fine, voglio fare la mio parte, linkando da YouTube il video-clip di Broken Wings (ali spezzate), un gioiellino pop anni '80 dei Mr. Mister.



Take these broken wings
And learn to fly again
Learn to live so free

martedì 9 settembre 2008

Le perle della Zanzara di Cruciani

Settembre 2010. QUESTA SEZIONE NON VERRA' PIU' AGGIORNATA PER MANCANZA DI TEMPO. MI SPIACE. Authan



In questa pagina, intendo radunare frammenti audio con i momenti più spettacolari, esilaranti, sorprendenti, surreali della Zanzara, la trasmissione radiofonica di commento e scambio di opinioni su politica e attualità condotta da Giuseppe Cruciani.

Ogniqualvolta una nuova perla dovesse aver luogo, editerò il post e aggiungerò il relativo clip. Quindi, periodicamente, tornate a dare un'occhiata. Trovate il link nel menu della sidebar a destra.

Buon ascolto e buon divertimento.

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1) CRUCIANI, LEI E’ FAZIOSAMENTE DI SINISTRA!

Sì, incredibile, ma è successo. Il 20 marzo 2008, l’ascoltatore Angelo da Alessandria entra in diretta tutto incazzato accusando Cruciani di fare una trasmissione faziosamente di sinistra (!!!). Non ci credete? Neanch'io ci crederei se non lo avessi sentito con le mie orecchie. Ascoltate.




2) CIAO MARCO

Tutti conoscete il profondo sentimento di idiosincrasia che Cruciani prova verso Marco Travaglio. In più occasioni, il conduttore della Zanzara ha dichiarato di pensarla, su Travaglio, esattamente come Filippo Facci (che da Travaglio, presunto manipolatore di fatti e verità, è morbosamente ossessionato), e ho detto abbastanza.

Il 28 marzo 2008, a sorpresa, Marco Travaglio è ospite di Cruciani in diretta. L'argomento, in vista delle imminenti elezioni politiche di aprile, è il suo libro Se li conosci li eviti. Qualsiasi radioascoltatore si aspetterebbe almeno una domanda scomoda, uno scambio di vedute. Non dico un litigio, per carità, ma almeno un sereno confronto. Invece Cruciani indossa una maschera e fa letteralmente da spalla a Travaglio, ridacchiando delle sue battute, come se nulla fosse. Incredibile.

Qui di seguito ecco il frammento audio, ma non aspettatevi frizzi e lazzi. Ciò che fa scalpore, infatti, non è quel che si sente, ma quel che non si sente.





3) FATTO?

Il 10 luglio 2008 entra in diretta l'ascoltatore Ottavio da Milano, il quale, con toni fermi ma meravigliosamente pacati, dice che vuole sapere se Berlusconi è o no colpevole di corruzione in atti giudiziari. Poi ricorda tutte le volte in cui il cavaliere è sfuggito al giudizio e si chiede: come ci si può non stupire che il paese tolleri tutto questo?

Un intervento bellissimo, profondo, quasi lirico, e al contempo ben argomentato e sostanzialmente inattaccabile. Cruciani, seccato e annoiato dal tema, si arma di pazienza, lascia parlare Ottavio senza interruzione, e alla fine, causticamente, gli dice: “Fatto?”. Eeeeh sì, Cruciani, è anche questo. Ascoltate.



Vorrei però rivolgermi di persona a Ottavio di Milano. Ottavio, se mi leggi voglio che tu sappia che tanta gente, me compreso, ti considera un eroe. Davvero. Ti vogliamo bene e sappi che rimarrai sempre nei nostri cuori. Se scopri questo blog, ti prego, batti un colpo.





4) SI', SONO DI PARTE. DALLA MIA PARTE.

Il 19 settembre 2008, Fernando da Roma accusa Cruciani di essere troppo schierato, di essere di parte. “Sì, sono di parte”, ha risposto Cruciani, aggiungendo pungente: “dalla mia parte”. Ascoltate.







5) CRUCIANI, SI DISSOCI DALLA PROPOSTA DI AMMAZZARE BERLUSCONI!

Il 25 febbraio 2009, l'ascoltatore Gianfranco dalla provincia di Modena fa un intervento spiccatamente pro Berlusconi, durante il quale egli, in modo assolutamente ironico, dice qualcosa del tipo: “cara gente di sinistra: se il problema è Berlusconi, vi do una mano io, lo ammazziamo!”. Ecco il frammento audio, con la sola frase appena menzionata.



Pochi minuti dopo, entra in diretta Nicola dalla provincia di Varese, il quale rimprovera Cruciani per non essersi dissociato dalla proposta di ammazzare Berlusconi. Cruciani fa presente che non ha senso, perché era tutto solo un paradosso, ma Nicola insiste: Cruciani si deve dissociare. Assolutamente e-si-la-ran-te!. Senza voler offendere il povero Nicola, credo che il suo sia stato l'intervento più spassoso di tutti i tempi.

Eccovi l'audio integrale. Per la cronaca, alla fine Cruciani, preso per sfinimento, si è dissociato :-)






6) ODIO GLI ESPERTI


L'11 giugno 2009, Cruciani, per commentare la visita ufficiale in italia del colonnello Gheddafi, ospita in diretta Franco Califano. Sì, quel Califano... Il fatto è che il califfo formalmente risulta nato in Libia, visto che è stato partorito su un aereo in volo sul territorio del paese nordafricano. Ma questo è l'unico esilissimo ed insignificante legame tra Califano e la Libia.

Alcuni radioascoltatori se ne lamentano via SMS: cosa potrà mai saperne Califano su Gheddafi? A che titolo gli si chiede un commento? Cruciani si altera. “Gli ospiti che intervengono non sempre devono essere solo professoroni o esperti. Odio gli esperti”. Lo ha detto davvero. Ascoltate.




A quando Lando Buzzanca per discutere di fecondazione assistita?






7) CRUCIANI, SE NON CONOSCE "UMBERTO D." E' UN IGNORANTE!


Il 17 settembre 2009, Cruciani ha un lungo battibecco (15 minuti!) con l'ascoltatore Francesco da Pavia, che dà dell'ignorante al conduttore della Zanzara perché questi non conosce il film "Umberto D." di Vittorio De Sica. Cruciani rigetta l'accusa e nel trasporto della discussione rivela di essere profondo conoscitore dei film di Lino Banfi e dichiara di considerare, nel suo ruolo di giornalista, più importante conoscere Rocco Siffredi piuttosto che quella pellicola di De Sica. Una super-perla da ricordare vita natural durante.








8) SE FOSSI UNA DONNA, MI CONCEDEREI AL PRESIDENTE


Il 24 settembre 2009, l'ultimo ascoltatore ad intervenire in trasmissione è Alessandro da Livorno, il quale si lancia in un panegirico smisurato per Silvio Berlusconi (“un genio”, “Re Mida”, ecc. ecc), descritto come una sorta di Dio in terra. Addirittura, Alessandro arriva a dire che se fosse stato una donna si sarebbe concesso sessualmente al presidente. Da non crederci, ma è tutto vero. Cruciani fin dai primi secondi coglie l'andazzo e, senza che l'ascoltatore faccia una piega, fa partire in sottofondo la musica dei violini, quella che il conduttore spesso usa per contrassegnare gli interventi eccessivamente proni verso il cavaliere. Tutto molto divertente.







9) CRUCIANI, SONO IMBELVITO!


Il 7 ottobre 2009, l'ascoltatore Giovanni da Pisa passa alla storia. In un intervento molto arrabbiato contro Berlusconi che rifiuta di farsi processare, ad un certo punto non si tiene più e urla “Sono imbelvito, Cruciani, sono imbelvito!”. La parola "imbelvito", che non esiste sul vocabolario, rimane impressa a tutti, e diventa subito un tormentone.



lunedì 8 settembre 2008

Noi siamo un trio, all'erta e pieni di brio

Durante la Zanzara di venerdì 5 settembre, l'ennesima, scontata, fucilata di Giuseppe Cruciani contro Marco Travaglio è culminata in un'osservazione interessante, sulla quale vorrei chiedervi una riflessione nei commenti di questo post. Cito testualmente (podcast manent) le parole di Cruciani:

Questo è il modo di parlare di Travaglio: ormai per farsi ascoltare, bisogna superare il limite, per avere spazio che in realtà è sempre minore sui quotidiani, per fortuna.

Trovo alquanto singolari, sorprendenti ed ambigue le ultime due parole. Tuttavia, per usare un'espressione cara al conduttore della Zanzara, “lascio a voi giudicare”.

Riguardo la scorsa puntata, c'è però un'altra cosetta che vorrei raccontarvi.

Come avrete sentito anche voi, poco prima delle ore 20 a dispensare perle di saggezza e ad illuminare le menti ottenebrate dalla cattiva influenza del padre di tutti i seminatori d'odio, è intervenuto in trasmissione don Peppino Caldarola, la seconda spalla preferita di Cruciani, firma illustre del Riformista di Antonio Polito (prima spalla).

Mentre ascoltavo Caldarola, un pensiero stupendo si è materializzato nel mio disordinato intreccio di neuroni: Cruciani, Polito e Caldarola sono una specie di trio delle meraviglie, tre individui dotti e dotati di abilità superiori alla media. Abilità che, se applicate in un'armoniosa azione di gruppo, producono effetti superiori alla semplice somma delle parti.

Non è meraviglioso?

Ho cercato poi di semplificare questo pensiero, trasferendolo in forma visiva e riducendolo ad un'unica immagine. Il risultato è stato questo:



Lupin



Giunti qui, però, una domanda grande come il sole sorge spontanea: se Cruciani è il Lupin III della situazione, Polito è Jigen, e Caldarola è Goemon, chi fa Fujiko?


venerdì 5 settembre 2008

Piccola stella senza cielo

A parte la ritrita vicenda Alitalia, il menu della Zanzara di ieri non aveva molto da offrire, per carenza di notizie di primo piano. Il piatto forte, se così lo vogliamo definire, riguardava la scoperta che il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini preferì, nel 2001, affrontare l’esame di stato per diventare avvocato a Reggio Calabria, anziché nella sua Brescia, per via del fatto che ottenere l’abilitazione al sud è statisticamente molto più facile.

Giuseppe Cruciani, a mio avviso, ha ben commentato la vicenda, osservando che questa “furbata” mal si concilia con il piglio da prima della classe mostrato in questi mesi dalla Gelmini, la quale ha fatto di merito e disciplina le sue parole d’ordine.

Intendiamoci: la Gelmini non ha ucciso nessuno e non ha rubato niente, e per quel che si può ipotizzare, tecnicamente non si è resa responsabile di alcun illecito. Però è evidente che la sua immagine ne risentirà. I suoi detrattori (penso ad esempio a Luca Telese, che, durante la sua recente settimana di conduzione alla Zanzara ci è andato parecchio pesante sulla Gelmini), d’ora in poi, troveranno gioco facile nel rinfacciarle questo piccolo scheletro nell’armadio.

Si deve dimettere la Gelmini? Secondo me no, le dimissioni non sono necessarie. Non vanno chieste e non vanno attese. Tuttavia, se la Gelmini decidesse spontaneamente, senza pressioni, di rimettere l’incarico nelle mani del presidente del consiglio, cospargendosi il capo di cenere per non aver fatto preliminarmente coming out di sua iniziativa, farebbe una miglior figura, e, con ogni probabilità, si guadagnerebbe il reincarico senza particolari polemiche.

Cambiando discorso, facevo notare poco fa che Luca Telese aveva criticato duramente la politica della Gelmini alla Zanzara di non più di dieci giorni fa, mentre ieri sera Cruciani ha detto di condividere praticamente al 100% tutte le iniziative del ministro. Questa diversità tra i due si va ad aggiungere a molte altre. Ne cito alcune:

- Il buonismo di Telese verso i lavavetri. Invece, Cruciani sarebbe solo felice se sparissero.

- L'affetto di Telese per Marco Travaglio, che invece Cruciani, cordialmente, detesta.

- Lo scarso apprezzamento di Telese per Giuliano Ferrara, molto stimato invece da Cruciani.

- Il giudizio tranchant di Telese su Totò Cuffaro, al contrario del morbido Cruciani. Dopo la famosa scena “ignobile” dei cannoli, Telese ha detto testualmente (vedi video, minuto 27 e 10 secondi): “Solo in questo paese avvelenato uno così non viene crocifisso in tutte le piazze”.

- Il giudizio sulla qualità dell’informazione in Italia. Telese durissimo, Cruciani sbuffa e sbraita se un ascoltatore tocca questo tema.

- Telese vota Rifondazione. Cruciani piuttosto si farebbe tagliare tutte le dita una ad una.

Non fraintendete, non sto elencando queste differenze con l'intento di seminare zizzania. Au contraire, trovo bellissimo, per quanto sorprendente, che due giornalisti con idee così diverse si stimino e vadano d'accordo, e spero che le cose rimangano sempre così.

Mi viene solo da chiedermi qual è il criterio con cui Cruciani stabilisce chi, tra i suoi colleghi che hanno idee profondamente diverse dalle sue, merita comunque la sua alta considerazione. E potrei fare la stessa domanda a Telese riferita a Cruciani.

L'unica risposta che mi viene in mente consiste di due sole parole: onestà intellettuale. Deve esserci e deve essere percepita -diciamo così- "bidirezionalmente".

Morale della favola: la stima reciproca tra due giornalisti profondamente diversi tra loro diventa garanzia di onestà di entrambi. Nel caso non si fosse capito, ho appena fatto dei complimenti.

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Contributo multimediale del giorno: con un nome di battesimo così, e considerata la piccola caduta d'immagine cha ha visto protagonista Mariastella Gelmini, l’associazione mentale con la canzone di Ligabue che dà il titolo al post mi è venuta spontanea. Ecco il video-clip, buon ascolto.



Ti brucerai
Piccola stella senza cielo
Ti mostrerai
Ci incanteremo mentre scoppi in volo
Ti scioglierai
Dietro a una scia, un soffio, un velo
Ti staccherai
Perché ti tiene su soltanto un filo, sai


giovedì 4 settembre 2008

The sound of silence

In un intervento televisivo, del quale alcuni frammenti sono stati ritrasmessi durante la Zanzara di ieri, il ministro Renato Brunetta ha “preso a pesci in faccia” (parole del gongolante Cruciani) i sindacati sul caso Alitalia, sostenendo, in pratica, che il piano Fenice dovrebbe essere portato a compimento seguendo un approccio alla Thatcher, e cioè senza preoccuparsi delle reazioni sindacali.

Io ho grande rispetto per i sindacati, ma su Alitalia devo concordare con Cruciani: super-Brunetta “ha ragione al 500%”. I danni da loro provocati sono incommensurabili, e credo che ora sia il momento, da parte dei sindacati, di far prevalere mutismo e rassegnazione.

Non sarà così, ovviamente. I sindacati accamperanno ancora mille pretese. Tuttavia, la mia scommessa è che alla fine il piano verrà accettato, magari con un mini-contentino di qualche tipo, da parte del governo, per tenerli buoni e far salvare loro la faccia. Il motivo è molto semplice: Non. Esistono. Alternative.

E' inutile dire che le cose sarebbero andate esattamente in questo identico modo pure a marzo se qualcuno, per meri motivi elettorali, non avesse cominciato e remare contro, tirando in ballo cordate e italianità, aizzando -di fatto- i sindacati e facendo sfumare l'acquisizione di Alitalia da parte di Air France.

Ma ora basta con le recriminazioni. Voglio cogliere l’invito di Giuseppe Cruciani che ieri, facendo anche intervenire in merito la sua spalla preferita, il direttore del Riformista Antonio Polito (leggete il suo interessante editoriale di ieri, "Cinque Domande"), ha suggerito di mettere una pietra sopra ad Air France, e di guardare avanti. Il piano Fenice è quel che rimane. Evitiamo di vomitarci sopra, tiriamone fuori il meglio e se ci sono zone oscure, proviamo a far luce.

Guardiamo avanti, dunque. E se cade il fazzoletto dalla tasca... meglio non piegarsi a raccoglierlo.

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Contributo multimediale del giorno: essendo quello del silenzio l'unico suono che dovrebbe uscire dalle bocche dei sindacalisti Alitalia, credo che la canzone che dà il titolo al post cada a fagiuolo.
Ladies and gentlemen... Simon and Garfunkel!




Hello darkness, my old friend
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence


mercoledì 3 settembre 2008

Il giorno dello sciacallo

La Zanzara di ieri, nella quale l'attenzione si è nuovamente concentrata sulla vicenda Alitalia e sui disordini provocati dai tifosi napoletani domenica scorsa, si è aperta con un proiettile d'argento che il conduttore, Giuseppe Cruciani ha ritenuto di esplodere verso Marco Travaglio, il quale, criticando Berlusconi sul caso Alitalia, ha pronunciato parole quali "fascismo" e "autarchia" che effettivamente poteva risparmiarsi.

La critica ci sta, dunque. Però lasciatemi dire quest’opera di cecchinaggio verso Travaglio io la trovo davvero puerile. Non so voi, ma io continuo a pensare che aspettare al varco con il fucile di precisione puntato sull'obiettivo non è un modo intelligente di dibattere un tema con un brillante opinionista. Lo sarebbe invece far intervenire Travaglio in diretta scambiando serenamente con lui giudizi e opinioni e affrontando senza paura le sue straordinarie doti dialettiche.



Jackal



Ad ogni modo, chi vuole sentire l'intero intervento in video di Travaglio lo trova a questo link. Se avete la pazienza di ascoltarlo per intero, vi accorgerete che, a parte la frase su l'italietta autarchica con rigurgiti di fascismo, e a parte la ventilata ipotesi, non realistica, di trasferire dipendenti Alitalia alle Poste, Marco Travaglio dice un sacco di cose assolutamente condivisibili.

Ad esempio, vorrei tanto sapere cosa ne pensa Cruciani della sospensione, decisa dal governo, dell’attività dell'antitrust sulle rotte aeree interne. Non viene a crearsi un pericolosissimo precedente? Sono certo che lo pensa anche lui, ma anziché rimarcarlo a suo volta, ha ritenuto più importante mettere in risalto il marginale accenno al fascismo, tanto ridicolo quanto innocuo. Amen.

Passando ad altro, cosa mi rimane da dire della Zanzara di ieri?

Mi rimane da dire le frasi con cui Walter Veltroni ha commentato gli incidenti di Napoli (governo duro solo con chi non vota”) sono state inappropriate. Su questo sono d'accordo con Cruciani

Mi rimane anche da dire che delle vicende personali di Vladimir Luxuria (intervenuta in diretta ieri), a cui va tutta la mia umana simpatia, non me ne frega niente. Avrei trovato molto più interessante, piuttosto, approfondire la volontà del senatore Paolo Guzzanti, intervistando il diretto interessato, di lasciare il paese dopo che gli è stata tolta la scorta.

E mi rimane infine da dire che, dopo aver ascoltato l'intervista di Cruciani all'ex deputato di Rifondazione Ramon Mantovani sul tema Colombia, provo un po' di vergogna per la mia ignoranza a proposito di quel che accade esattamente in quel disastrato paese sudamericano. So che è in corso una sorta di guerra tra il governo colombiano e le FARC, ma non so con chiarezza né il chi, né il come, né il quando, né il perché.

In compenso, grazie ai media italiani, so che il ministro Frattini si è fidanzato.

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Il titolo del post ovviamente non è un insulto verso Cruciani, ma solo un omaggio (parlando di cecchinaggio) al celebre romanzo thriller di Frederick Forsyth, da cui, negli anni ‘70, venne anche tratto un film di successo. Il protagonista, lo Sciacallo, è un misterioso killer professionista con l'incarico di assassinare, mediante un colpo di fucile sparato a distanza, il presidente francese Charles De Gaulle.

martedì 2 settembre 2008

Come una fenice, dalle ceneri

Con il ritorno del titolare, Giuseppe Cruciani, la tradizionale fisionomia della Zanzara, seriosa, sempre sul pezzo, e con i temi del giorno non rigidamente sequenzializzati, è stata finalmente ripristinata.

Due gli argomenti che hanno dominato la scena nella puntata di ieri: gli sviluppi della vicenda Alitalia e gli incidenti provocati dagli ultras napoletani alla stazione ferroviaria del capoluogo campano.

Su Alitalia, Cruciani ha mandato in onda alcuni spezzoni dell’intervista che l’economista Tito Boeri (mio idolo) aveva rilasciato, poche decine di minuti prima, al conduttore di Focus Economia, sempre su Radio 24, Sebastiano Barisoni. Io ho condiviso, ogni parola, ogni sillaba, ogni virgola, tanto che ho ritenuto opportuno ritagliare i frammenti audio con l'intervista completa a Boeri per poterveli riproporre. Eccoli (il primo dura 3 minuti e 40 secondi, il secondo 5 e 50):






Mi è spiaciuto – devo dire – che Cruciani, pur senza manifestare alcun entusiasmo per il cosiddetto piano Fenice, non abbia ritenuto di sottoscrivere con decisione le considerazioni di Boeri (non dissimili, peraltro, da quelle di altri importanti economisiti quali Francesco Giavazzi e Marco Deaglio), considerato che, a suo tempo, il conduttore della Zanzara aveva fortemente criticato il mancato accordo con Air France.

Certo, a questo punto il piano Fenice è tutto quel che rimane, è sputarci sopra forse non ha senso. Però è doveroso mantenere la memoria dell’occasione, gettata al vento, di risparmiare soldi, posti di lavoro, concorrenza, e delle relative responsabilità: 50% i sindacati, 50% il liberista per caso Silvio Berlusconi.

Venendo al tema degli incidenti di cui si sono resi protagonisti i tifosi napoletani, sottoscrivo in modo assoluto i commenti di Cruciani, che ha stigmatizzato sia le incredibili dichiarazioni del questore di Napoli, che rinunciando ad ogni autocritica, evidentemente non ha compreso la dimensione del problema, sia le altrettanto incredibili dichiarazioni del presidente del Napoli De Laurentiis, il quale, almeno inizialmente, ha cercato parziali giustificazioni per l'atteggiamento dei tifosi.

E' ormai evidente che lo Stato non è in grado di gestire gli esodi delle tifoserie organizzate da una città all'altra. E’ un dato di fatto. Tutti i provvedimenti presi finora, sempre di natura temporanea, si sono rivelati inutili palliativi. Come una fenice, i facinorosi risorgono dalle proprie ceneri e tornano a dar luogo a vergognose situazioni di guerriglia urbana.

Le trasferte organizzate vanno vietate, punto e basta, senza se e senza ma. Non. Devono. Esistere.”, ha sostenuto Cruciani e, per quanto provi grande dispiacere, dato che sono anch'io un super-tifoso, secondo me ha stra-ragione. La storia recente ci insegna che soluzioni più miti, semplicemente, non sono efficaci. Per citare qualcuno che non avrei mai pensato di voler citare, questa è l'ora delle decisioni irrevocabili.

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Il titolo del post omaggia una delle più belle e famose storie degli X-Men: "Like a Phoenix, From the Ashes" (Uncanny X-Men #101, Marvel Comics)



Fenice

I am fire! And life incarnate! Now and forever... I am PHOENIX!


lunedì 1 settembre 2008

E' la stampa, bellezza, la stampa!

In attesa dell’odierno ritorno del titolare Giuseppe Cruciani, anche l'ultima Zanzara della riserva Luca Telese, quella di venerdì 29 agosto 2008, è stata parecchio sui generis, con pochi radioascoltatori che hanno trovato spazio durante i due lunghissimi dibattiti tra ospiti, sui quali Telese, pur col suo stile sempre brillante e vivace, si è limitato a fare il moderatore, senza prendere posizioni nette.

Nella prima parte della trasmissione, il giornalista del Corriere Sergio Rizzo (noto per il libro La Casta) e quello del Giornale Fabrizio Ravoni hanno scambiato opinioni sugli sviluppi della vicenda Alitalia. Ravoni ha difeso il cosiddetto piano Fenice insistendo sul vetusto concetto di compagnia di bandiera, mentre Rizzo, che per me aveva ragione su tutta la linea, dopo aver ironizzato sulla cordata, ribattezzata “colletta”, ha ribadito dal canto suo che alla fine l'esborso per i contribuenti sarà comunque vergognosamente esorbitante.

Ma l'argomento più coinvolgente della trasmissione è stato quello relativo alla pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche riguardanti Romano Prodi, in un articolo pubblicato dal news magazine Panorama. Più che il battibecco tra l'autore materiale dell’articolo, Gianluigi Nuzzi, e la deputata del PD, nonché ferrea prodiana, Sandra Zampa, mi ha colpito l’intervento del direttore di Panorama, Maurizio Belpietro.

Punzecchiato da Telese, che giustamente voleva approfondire la posizione di Belpietro sul tema intercettazioni, il direttore di Panorama (rivista edita da Mondatori, casa editrice posseduta da Berlusconi) si è difeso rivendicando fieramente il suo essere un libero giornalista che, di sua iniziativa e senza agire a comando, pubblica, senza tentennamenti e nel rispetto delle leggi vigenti, tutto ciò che a suo avviso fa notizia.

In pratica, come suggerito da Telese, l’intero intervento di Belpietro si poteva riassumere nella celebre battuta di Humphrey Bogart: “E' la stampa, bellezza, la stampa!”.


Bogart


Io sarò pure fesso, ma penso che Belpietro, che con la sua faccia da attore di Hollywood è assimilabile a Bogart pure fisicamente, sia sincero. Però avrei piacere che egli, su un tema così delicato, evitasse di tenere il piede in due scarpe.

Mi spiego: Berlusconi sostiene che le intercettazioni dovrebbero essere disposte solo per mafia e terrorismo, e che i giornalisti che le pubblicano devono andare in prigione. Belpietro, su questo, è d’accordo sì o no?

Se lo è, allora lo scoop in esclusiva relativo alle intercettazioni di Prodi non andava pubblicato. Un minimo di coerenza, santo cielo!

Se invece non è d'accordo, allora mi aspetterei che Belpietro, quando va in TV, o in radio, o quando scrive i suoi editoriali dicesse - anzi, urlasse - con toni tranchant che la proposta di legge di Berlusconi sul tema intercettazioni fa schifo, a costo di fare comunella, per una volta, con l'odiato Marco Travaglio.

Coerenza e chiarezza, chiedo troppo? Probabilmente sì, anche perché, a guardar bene, Belpietro di simile a Bogart ha solo la mascella.