Durante AnnoZero dello scorso giovedì, Marco Travaglio aveva detto, con sarcasmo, che Carlo Toto, patron di AirOne, è un genio, visto che, a ben vedere, il principale beneficiario del piano Fenice è proprio l'indebitatissima AirOne, e che se anche Alitalia fosse fallita, AirOne avrebbe comunque giovato della sparizione del suo principale concorrente.
Nel commentare ciò, alla Zanzara di venerdi 26 settembre, Giuseppe Cruciani, che come sapete non resiste mai alla tentazione di tirare la frecciatina a Travaglio, ha detto che da un punto di vista imprenditoriale Carlo Toto un genio “lo è per davvero”.
Devo dire che ho trovato questa considerazione di Cruciani francamente imbarazzante, visto che anche un cieco con un cane orbo vedrebbe la gigantesca anomalia determinata dalla oltremodo singolare fusione AirOne/Alitalia. Mister Toto, coi suoi compari, sarà anche un genio, ma -mi spiace- io la parte del pollo, al contrario di Cruciani, non la voglio recitare.
Per non chiudere subito il post dopo così poco, segnalo l'odierno articolo "Se il 25 ottobre diventa il 25 aprile", a firma di Antonio Polito (che ormai tra me e me chiamo Jigen). Il direttore del Riformista, apprezzatissimo da Cruciani, come al solito se la prende con Veltroni, e stavolta lo fa per via dell’intervista rilasciata da quest’ultimo ad Aldo Cazzullo del Corriere, nella quale al governo Berlusconi viene rimproverato di applicare un “modello Putin” (divertente, lo diceva pure Paolo Flores D’Arcais) e di “svuotare la democrazia”.
Leggete cosa scrive Polito:
A 72 anni non si può cominciare una carriera da dittatore. E infatti Berlusconi non lo è. Non è nemmeno un leader anti-democratico: nessuno che abbia perso due volte le elezioni per poi rivincerle può essere definito tale. Berlusconi, piuttosto, è un moderno leader post-democratico. Non solo in Italia, questa subdola trasformazione dell'antica democrazia rappresentativa in autoritarismo politico è lo spirito del tempo.
[...]
Dall'inizio della legislatura le camere in Italia hanno approvato solo decreti e disegni di legge varati dal governo. Oggi i governanti regnano, più che governare; almeno finché l'opinione pubblica è dalla loro parte. E l'opinione pubblica è dalla loro parte finché essi mostrano di regnare. Gil elettori - citava ieri Barbara Spinelli - preferiscono chi appare forte pur sbagliando a chi appare debole pur avendo ragione. La polemica di Veltroni dunque, è politologica più che politica. Fa il contropelo a un elettorato che chiede più decisione e non più galateo parlamentare.
Avete letto? Interessante, no?
Siamo dunque in una post-democrazia dove non si governa, ma si regna. E' lo spirito del tempo: l'elettorato vuole decisionismo e non cazzeggio parlamentare. L'autoritarismo non è imposto, ma voluto. Quindi, anziché lagnarsi, Veltroni dovrebbe prendere atto della realtà proponendosi come futuro leader in pieno stile ci-penso-io-risolvo-io. Ancora Polito: “La forza dell’opposizione non si valuta da come fischia i falli al governo, ma da come costruisce azioni di gioco.”
Tutto molto bello. Però a mio avviso bisogna anche stare molto attenti. La distinzione tra democrazia efficiente e autoritarismo illuminato (o pseudo tale) può essere nebulosa, e io mi sentirei molto più tranquillo nel ritenere che si è imboccata la strada giusta se a guidare il paese non ci fosse chi, del paese stesso, possiede, direttamente o per interposta persona, la metà di ogni cosa.
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