In attesa dell’odierno ritorno del titolare Giuseppe Cruciani, anche l'ultima Zanzara della riserva Luca Telese, quella di venerdì 29 agosto 2008, è stata parecchio sui generis, con pochi radioascoltatori che hanno trovato spazio durante i due lunghissimi dibattiti tra ospiti, sui quali Telese, pur col suo stile sempre brillante e vivace, si è limitato a fare il moderatore, senza prendere posizioni nette.
Nella prima parte della trasmissione, il giornalista del Corriere Sergio Rizzo (noto per il libro La Casta) e quello del Giornale Fabrizio Ravoni hanno scambiato opinioni sugli sviluppi della vicenda Alitalia. Ravoni ha difeso il cosiddetto piano Fenice insistendo sul vetusto concetto di compagnia di bandiera, mentre Rizzo, che per me aveva ragione su tutta la linea, dopo aver ironizzato sulla cordata, ribattezzata “colletta”, ha ribadito dal canto suo che alla fine l'esborso per i contribuenti sarà comunque vergognosamente esorbitante.
Ma l'argomento più coinvolgente della trasmissione è stato quello relativo alla pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche riguardanti Romano Prodi, in un articolo pubblicato dal news magazine Panorama. Più che il battibecco tra l'autore materiale dell’articolo, Gianluigi Nuzzi, e la deputata del PD, nonché ferrea prodiana, Sandra Zampa, mi ha colpito l’intervento del direttore di Panorama, Maurizio Belpietro.
Punzecchiato da Telese, che giustamente voleva approfondire la posizione di Belpietro sul tema intercettazioni, il direttore di Panorama (rivista edita da Mondatori, casa editrice posseduta da Berlusconi) si è difeso rivendicando fieramente il suo essere un libero giornalista che, di sua iniziativa e senza agire a comando, pubblica, senza tentennamenti e nel rispetto delle leggi vigenti, tutto ciò che a suo avviso fa notizia.
In pratica, come suggerito da Telese, l’intero intervento di Belpietro si poteva riassumere nella celebre battuta di Humphrey Bogart: “E' la stampa, bellezza, la stampa!”.
Io sarò pure fesso, ma penso che Belpietro, che con la sua faccia da attore di Hollywood è assimilabile a Bogart pure fisicamente, sia sincero. Però avrei piacere che egli, su un tema così delicato, evitasse di tenere il piede in due scarpe.
Mi spiego: Berlusconi sostiene che le intercettazioni dovrebbero essere disposte solo per mafia e terrorismo, e che i giornalisti che le pubblicano devono andare in prigione. Belpietro, su questo, è d’accordo sì o no?
Se lo è, allora lo scoop in esclusiva relativo alle intercettazioni di Prodi non andava pubblicato. Un minimo di coerenza, santo cielo!
Se invece non è d'accordo, allora mi aspetterei che Belpietro, quando va in TV, o in radio, o quando scrive i suoi editoriali dicesse - anzi, urlasse - con toni tranchant che la proposta di legge di Berlusconi sul tema intercettazioni fa schifo, a costo di fare comunella, per una volta, con l'odiato Marco Travaglio.
Coerenza e chiarezza, chiedo troppo? Probabilmente sì, anche perché, a guardar bene, Belpietro di simile a Bogart ha solo la mascella.
2 commenti:
Caro Authan, in realtà ti è sfuggito un piccolo dettaglio, che neanche i mezzi di stampa, tranne rare eccezioni, hanno messo in evidenza a sufficienza. La pubblicazione delle intercettazioni fatta da Panarama è già "illegale" con le leggi vigenti, perché quelle informazioni sono coperte da segreto, non sono ancora pubbliche. Nel pubblicarle, quindi, il giornale di Belpietro ha commesso un illecito.
Sono malfidato se penso che questo "insignificante" dettaglio è stato sottaciuto per evidenziare la presunta necessità di una nuova legge che regolamenti l'acquisizione e la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche?
Per il resto sono d'accordo con te, sull'incorenza manifestata sull'argomento da Belpietro.
Esemplare, invece, il comportamento di Prodi, quando ha affermto che possono pubblicare tutto, lui non ha nulla da nascondere. Per una volta qualcuno dice cose sensate...
In effetti, chi esce a testa alta da questa storia è solo il buon vecchio Prodi.
Ciao,
authan (autore del blog)
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