venerdì 19 dicembre 2008

L'obiettore di coscienza

Ho trovato azzeccatissima la definizione, molto ironica, che l'ascoltatore Nicola da Ferrara, durante la Zanzara di ieri, ha dato di Maurizio Sacconi, ministro del Welfare e della Salute: obiettore di coscienza.

Il riferimento è alla vicenda di Eluana Englaro, che nei giorni scorsi avrebbe dovuto essere trasferita nella clinica friulana "Città di Udine", resasi disponibile ad accogliere la ragazza nel suo ultimo viaggio, così come autorizzato dalla Corte di Cassazione dopo una lunga battaglia giudiziaria.

Come noto, Sacconi, per bloccare il compimento delle operazioni, ha inviato a tutte le regioni un atto di indirizzo con il quale la sospensione dell'alimentazione artificiale dei pazienti in stato vegetativo permanente veniva giudicata non in linea con l'orientamento del servizio sanitario nazionale, ventilando "conseguenze" per chi avesse mancato di rispettare la direttiva.

L'ascoltatore Nicola era profondamente indignato con Sacconi, e a mio avviso ne aveva ben donde. Forse, però, Nicola ha commesso l'errore di concentrare troppo la sua disamina sul tema dell'insufficiente livello di laicità dello stato, un argomento che Giuseppe Cruciani, al contrario di me, non considera fondato. Come conseguenza, Cruciani, pur ritenendo che la sentenza della Cassazione debba trovare applicazione, e quindi, implicitamente, disapprovando l'iniziativa di Sacconi, alla fine si è ritrovato a difendere il ministro dall'idea che egli sia mosso da ideologie clericali.

Non ho gradito, lo voglio dire. Secondo me non c'è nulla da difendere. Sacconi è da prendere, metaforicamente parlando, a bastonate sulle gengive.

Va bene, lasciamo perdere l'ideologia clericale. Il punto è un altro: qui abbiamo un ministro della Repubblica, che, di fronte ad una sentenza definitiva e inoppugnabile della Corte di Cassazione, obietta, “resiste”, è approfitta del suo ruolo per frapporre ostacoli all'interruzione dell'alimentazione forzata. Non importa che Sacconi abbia agito in quanto fervente cattolico o in base al suo personale insieme di valori. Rimane il fatto che il comportamento del ministro Sacconi non è etico, non è professionale, non è istituzionale. Per non parlare dell'ipocrisia di inviare una direttiva a tutte le regioni, e non solo al Friuli, come se la sua iniziativa non fosse da collegare strettamente al caso Eluana.

Capiamoci. Io non discuto la legittimità delle idee e delle opinioni di Sacconi, così come quelle del mondo cattolico, di Giuliano Ferrara, e di molti altri cittadini. Ma se Sacconi voleva manifestare il suo dissenso, poteva scrivere una lettera aperta, poteva accendere un cero sul davanzale della sua finestra, poteva iniziare un simbolico sciopero della fame e della sete "stile Pannella", o poteva dar luogo ad un qualunque altro atto dimostrativo più o meno eclatante (ad esempio dimettersi) volto a "smuovere la coscienze".

La sola cosa che Sacconi non poteva fare era sfruttare la sua posizione, il suo ruolo, per interferire con una sentenza inoppugnabile della Cassazione, arrivando addirittura, stando alle parole dell'amministratore della clinica "Città di Udine", a lanciare intimidazioni, minacciando velatamente la revoca della convenzione con il servizio sanitario nazionale. E' un'ingerenza inqualificabile, che non trova giustificazione alcuna. Non arrivo a definire, come hanno fatto i radicali, l'atteggiamento del ministro “violenza privata”. E non voglio parlare di "atto evesivo", come fanno i socialisti. Però una feroce critica per abuso di potere ci sta tutta.

Il nocciolo della questione, per concludere, è che un ministro, quale membro del governo, rappresenta il potere esecutivo. Il suo ruolo è far eseguire le leggi. Non può porsi come un'autorità in campo etico. Come scrive giustamente, sull'Unità di oggi, l'avvocato della famiglia Englaro Vittorio Angiolini, su temi etici l'opinione del ministro Sacconi vale come quella di qualunque altro cittadino, e nessun cittadino può arrogarsi la facoltà di tradurre il proprio codice etico in regole di diritto.

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Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on
Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on

You're here, there's nothing i fear,
And i know that my heart will go on
We'll stay forever this way
You are safe in my heart
And my heart will go on and on


(Celine Dion - My Heart Will Go On)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buongiorno,
relativamente all'uscita di Sacconi ho un giudizio molto più severo di quanto ho avuto modo di leggere sinora.

Sacconi come e più di ogni altro cittadino ha il modo, attraverso l'attività politica, di plasmare la legge affinchè rispecchi la sua personale visione del mondo.

In questo caso, evidentemente non c'è riuscito, ma, invece di prenderne atto o di essere ancora più incisivo nella sua attività politica, decide di procedere diversamente, minacciando e ricattando chi sta operando all'interno della legge.

Quando le persone comuni operano in questo modo vengono definiti criminali e sono perseguiti dallo Stato e dalla legge.

Non solo per Sacconi ciò non sta avvenendo, ma non genera nemmeno molto scalpore, alla faccia del suo proclamarsi "moderato".

Non sono un complottista, non posso dire di sentirmi oppresso da una dittatura, non sono nemmeno incline a riconoscerne in giro i sintomi,, ma mai come in questa occasione ho riscontrato il chiaro disprezzo delle regole democratiche e delle leggi che è caratteristico delle dittature.

Per finire, caro Authan, la questione laica è centrale nel caso di Eluana Englaro, mentre non lo è nel caso Sacconi, dove è invece centrale ed ancora più importante quella dello stato di diritto.

Paolo il partigiano