martedì 18 agosto 2009

Don Chisciotte della Mancia

Di ritorno dalle mie vacanze, riaccendo la radio dopo due settimane e mi ritrovo una Zanzara superleggera, scanzonata e volubile che, tutto sommato, si addice al periodo ferragostano nel quale corpi e menti rifuggono le discussioni sulla stretta attualità preferendo godere degli ultimi residui di libertà.

E una Zanzara del genere, così diversa da quella standard, così informale, così rallegrante, così sciocchina, così lontana dal "datemi del lei" tipico del Cruciani style, non poteva che essere condotta da Luca Telese, uno degli ultimi Don Chisciotte del giornalismo (anche se in effetti assomiglia più a Sancho Panza), persona alla mano a cui si può dare del tu, il quale, peraltro, da qualche giorno ha annunciato la fine della sua collaborazione con l'house organ berlusconiano, Il Giornale, per passare al Fatto di Marco Travaglio e Antonio Padellaro, dimora nella quale finalmente egli potrà sputare il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte, senza più temere troppo per il proprio didietro.


Sancho Panza


(Aperta parentesi. Domanda: alla luce della nuova collocazione di Telese, le porte di Radio 24 rimarranno aperte per lui in futuro? Io simultaneamente spero di sì e temo di no, ma ad ogni modo la risposta che prossimamente i fatti daranno a questa domanda mi chiariranno l'effettivo grado di libertà che vige in Radio 24. Chiusa parentesi.)

Nella trasmissione di ieri, per la cronaca, si è parlato in gran parte di un argomento piuttosto futile, oltre che trito e ritrito: la faccenda dell'inno nazionale, che periodicamente Umberto Bossi tira fuori per prendersi un altro po' di scena.

Secondo me per trattare esaustivamente l'argomento sono più che sufficienti poche parole. E' vero che l'inno di Mameli è una marcetta un po' goffa accompagnata da un testo incomprensibile, ma se ritmicamente la melodia non fosse così veloce tutto sommato potrebbe pure avvicinare quei tratti epici che dovrebbero essere propri di un inno. E ad ogni modo, a prescindere dalle qualità artistiche della composizione di Mameli, ormai il dado è tratto. Il nostro inno è questo, e ce lo dobbiamo tenere così com'è, anche tenendo conto che esso, in ultima analisi, è diventato patrimonio di tutti gli italiani.

Il "Va pensiero" di Verdi, usurpato dai leghisti, è musicalmente di tutt'altra categoria, nessun dubbio. Ma mettersi ora a ipotizzare un'eventuale sostituzione dell'inno semplicemente non ha senso, così come non ne ha il questionare su gli altri simboli della nazione ormai acquisiti come definitivi: i confini del territorio, la lingua nazionale, la bandiera, ecc. Sono punti fermi, e tali devono rimanere, piaccia o non piaccia, perché non è pensabile mettersi a ridiscutere sempre tutto dalle fondamenta. Non che discuterne metterebbe a rischio l'unità e l'identità nazionale (non esageriamo), ma un dibattito del genere durerebbe in eterno senza mai riuscire a mettere tutti d'accordo, e risulterebbe in una gigantesca perdita di tempo. Tanto vale tenerci quel che abbiamo e amen.

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Francesco Guccini, "Don Chisciotte" (2000).




Il potere è l'immondizia della storia degli umani
e anche se siamo soltanto due romantici rottami
sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte
siamo i grandi della Mancha
Sancho Panza e Don Chisciotte!



7 commenti:

Paolo il rassicurato ha detto...

Buongiorno,
è piacevole e rassicurante riprendere le vecchie abitudini, compreso il guccini del contributo multimediale.

L'attualità ferragostana è fiacca, la puntata di ieri, conseguentemente, anche.

L'estate si conferma essere la stagione delle boutades leghiste, anche se mi pare che, oltre ai folklore sull'inno (o sull'insegnamento dei dialetti,...), quest'anno vi sia qualcosa in più, nel bene (mi pare che Zaia si stia dimostrando superiore alle previsioni, forse anche di chi l'aveva già visto operare in Veneto) e nel male (non voglio fare un tedioso lungo elenco: citerò solo le gabbie salariali).

Saluti

Paolo il rassicurato

francesca ha detto...

Grazie assai dell'informazione!
Ora che so che Telese non sta piu' al Giornale di Feltri (quello di "Velina ingrata" che reputo una delle peggiori pagine della storia del giornalismo a servizio) sono davvero felice!
Mi chiedevo infatti come potesse continuare a collaborare con una linea cosi ottusamente schierata.
Anch'io penso che sarà molto difficile pero' riascoltarlo come vicario di Cruciani a La Zanzara in futuro.
Voglio rimarcare che a parte le tante scemenze di un ministro della repubblica e capo del partito piu' anziano della compagine politica italiana, ho rimarcato le affermazioni di altro esponente dello stesso partito e distinto membro del mondo dell'informazione sulla vicenda Innse.
Paragone definisce esibizionismo inutile e pericoloso la lotta portata avanti da operai e sindacati a difesa di un posto di lavoro......

Forse gli è sfuggito che qualche mese fa in Paesi confinanti al nostro venivano rapiti i managers di aziende che licenziavano, e operai britannici manifestavano contro nostri operai per l'assegnazione di una commessa a ditta italiana!

Bentornato Authan!

Grazie anche per Guccini, ho sentito questa canzone live lo scorso marzo in concerto qui a Varese!!

ciao
Francesca

Paolo il desindacalizzato ha detto...

@ Francesca:
mi ha molto infastidito Paragone sulla vicenda Innse: la prospettata chiusura era giustificata da una molto remunerativa speculazione immobiliare (l'immobiliare in causa il giorno dopo l'accordo ha perso circa il 10% in borsa)e non da una inadeguatezza aziendale. E dei dipendenti chissenefrega (con la benedizione della politica locale che si è sentita più vicina ai palazzinari che ai lavoratori).

Non è la prima volta che i dipendenti dimostrano maggior attaccamento e dedizione dei padroni (e, a questo punto, devo dire anche maggior spirito imprenditoriale): mi viene in mente la vicenda della storica Birreria Pedavena, acquistata da Heineken e da questa destinata alla chiusura, che venne riposizionata sul mercato dai dipendenti, a proprietà contraria, rivenduta al gruppo Castello e tuttora in attività e redditizia (non ho più bevuto Heineken;-)). Ma non credo che queste iniziative degli operai piacciano a Paragone: perché ognuno stia al suo posto ("capitani coraggiosi" a far quel che vogliono da una parte e operai sottomessi dall'altra) è persino disposto ad invocare le leggi sulla sicurezza sul luogo di lavoro. Immagino il suo disgusto. Mi auguro che il sindacato italiano cominci a prender nota e capire che il suo ruolo deve cambiare per tornare ad essere centrale.

Saluti

Paolo il desindacalizzato

francesca ha detto...

@ Paolo
..ehm... mi dispiace che malgrado la bella prestazione, la Vecchia Signora non abbia potuto spuntarla sui diavoli rossoneri e portarsi a Torino l'ambitissimo Berlusconi Trophy!!!

Consoliamoci con le dichiarazioni dell'impresentabile ministro che lui pure interviene sulla vicenda INNSE e ti risponde indirettamente quando invochi una precisa funzione del sindacato:


"Bossi si è dichiarato soddisfatto per la conclusione positiva della lotta degli operai dell'Innse di Milano che per una settimana sono rimasti su un carro ponte a dieci metri di altezza per evitare lo smantellamento della fabbrica, ma si è anche detto preoccupato per la possibile radicalizzazione delle vertenze: «Quella lotta ha pagato, ma ora non si deve dare il via alla lotta di classe». «Non è il momento - ha aggiunto Bossi - per fare quelle cose lì. Oggi gli imprenditori sono dei poveri disgraziati. Non si deve pensare che sono contro gli operai, lavorano anche loro per il bene delle fabbriche».
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Per il bene delle fabbriche... portano i soldi nei paradisi fiscali e non versano l'IVA all'erario???

cipper ha detto...

Poco seria la conduzione di Talese ieri, con sciocche parlate in napoletano (a che scopo?) e battute infelici (es. quella sull'aragosta...). Non mi e' piaciuto neanche un po'. Ad un certo punto mi e' addirittura mancato Cruciani...

authan ha detto...

Telese e' un buontempone, il suo approccio e' sempre allegro e guascone, al contrario di Cruciani che si prende molto sul serio e che ha un senso dell'umorismo un po' scarso. Telese e' cosi', se c'e' lui bisogna prendere atto fin dal principio che la sua trasmissione sara' un'altra cosa rispetto a quella di Cruciani. E' una questione di aspettative. Quando c'e' Telese io mi aspetto la Zanzara di Telese, quando c'e' Cruciani la Zanzara di Cruciani. Punto.

Ciao,
authan

Paolo il meteopatico ha detto...

@ Authan:
anche la gestione delle telefonate da parte di Telese è un po' meno "taglierina" di quella di Cruciani, secondo me.

@ Francesca: per fortuna non è un gran trofeo. Non ho l'impressione però che ci si sia attrezzati per le grandi competizioni (scudetto, coppa,...), anche se forse abbiamo migliorato qualcosa... staremo a vedere e cercheremo comunque di portare a Torino un po' di buon calcio, NOI ;-)

Saluti

Paolo il meteopatico