...che cosa ne vuoi fare, lo voglio dare in testa, a chi non mi va!
Sta circolando negli ultimi giorni una singolare teoria in base alla quale l'atteggiamento del centrosinistra nei confronti del referendum elettorale sarebbe autolesionista. Pur di polemizzare con Berlusconi, cioè, le opposizioni, ma soprattutto il PD, invocando l'election day che favorirebbe il raggiungimento del quorum e la vittoria del sì, si starebbero dando delle sonore martellate sugli zebedei.
Ecco dove entra in scena il martello.
I destinatari delle mie (metaforiche) martellate, però, non sono i miei gioielli di famiglia, ma bensì i portatori della suddetta teoria tra cui si annoverano, curiosamente, due pseudo-militanti del PD: il giovane Francesco Cundari (si veda il suo articolo sul Foglio del 14 aprile) e il vecchio Antonio Polito (editoriale sul Riformista del 17 aprile).
Ma cosa esattamente viene ipotizzato? Senza girarci intorno, la teoria dice che un eventuale successo del referendum (che, ricordo, modificherebbe la legge elettorale verso una concezione bipartitica, dato che il premio di maggioranza verrebbe assegnato non alla coalizione ma alla singola lista maggiormente votata) gioverebbe solo e unicamente al PDL del grande nemico Berlusconi, il quale, in questo momento storico, detiene la maggioranza relativa del consenso elettorale.
Pertanto il centro-sinistra farebbe bene a prendere le distanze da questa consultazione referendaria che “partorirebbe il tanto paventato regime berlusconiano” (Cundari). Addirittura, la Lega “andrebbe ringraziata” dal PD per “aver infranto il sogno segreto di Berlusconi” (Polito).
Polito, in altro passo del suo pezzo, usa pure lui il termine "regime": “Resta per me un mistero perché il Pd sia così attratto da un sistema che lo emargina a vita, è meno democratico, e sancirebbe la nascita di un vero e proprio regime berlusconiano”.
Anche Giuseppe Cruciani, nella sua trasmissione di venerdì scorso ha sostenuto in pratica la stessa tesi: “E' bizzarro: la nuova legge elettorale che risulterebbe dopo il referendum consegnerebbe il parlamento al PDL. Al di là della polemiche sui mancati risparmi elettorali, molte persone all'interno del Partito Democratico, senza dirlo apertamente, sotto sotto vorrebbero che questo referendum non esistesse”. Insomma, "senza dirlo apertamente", Cruciani ha fatto intendere che il PD è popolato in parte da idioti e in parte da ipocriti.
Qui, cari amici, c'è da mettere qualche puntino sulle i. Quando qualcuno accusa qualcun altro di essere fissato con Berlusconi, e di rapportare ogni evento politico più alle ipotetiche convenienze o sconvenienze per il cavaliere che non al bene del paese, farebbe meglio a guardarsi allo specchio.
Ma per quale cavolo di motivo bisogna necessariamente legare a filo doppio l'esito del referendum alla figura di Berlusconi, come se al mondo non esistesse nient'altro? Guardate che il cavaliere, a dispetto di quel che dice il suo taumaturgo personale, non è mica eterno, eh!?
Questo referendum dà ai cittadini l'occasione di dire: il sistema politico più moderno e efficiente è quello basato sul bipartitismo. In un sistema bipartitico, infatti ogni governo non potrebbe più incolpare l'alleato birichino o recalcitante per i propri fallimenti, per il semplice motivo che non esisterebbero più "alleati". Nascondere le responsabilità diventerebbe quasi impossibile.
Se questo messaggio, sostenuto e approvato dalla maggioranza dei cittadini passasse, gli effetti si farebbero sentire non per i prossimi anni, ma per i prossimi decenni. E' questa la sostanza, è questo il nocciolo della questione, di fronte alla quale la stessa esistenza di Berlusconi è un dettaglio marginale.
Antonio Polito, nel suo articolo già citato sopra, scrive ancora: “Anche se introdotto con la forza del referendum, il bipartitismo in Italia equivarrebbe al blocco dell'alternanza. E infatti impossibile immaginare, almeno per il futuro prevedibile, un partitone di sinistra in grado di prendere il 51 % dei voti, mentre è facile ipotizzare che questo possa accadere a un partitone di destra. […] Ne verrebbe fuori un monopartitismo di fatto, altro che bipartitismo”.
Ma chi l'ha detto, ma quando mai! Non dico che lo scenario ipotizzato da Polito sia fuori dal mondo, ma che la luna di miele di Berlusconi sia destinata a perdurare vita natural durante non sta mica scritto nelle tavole di Mosé!
In politica tutto può succedere. Alla fine della legislatura 2001-2006, il consenso per Berlusconi era crollato. Poi una campagna elettorale indovinata, accompagnata da quella scadente dell'Unione, gli fece recuperare voti. Negli USA, per citare un altro esempio, il partito repubblicano tra il 2004 e il 2008 ha perso 17 milioni di voti.
Ripeto: tutto può succedere. Magari il PD troverà un giorno il suo Obama che catalizzerà l'attenzione del paese mettendo in luce le contraddizioni del PDL e proponendo una valida alternativa. Difficile? Certo. Impossibile? Giammai. Tutto può succedere (e tre). Il consenso è una barca senza remi in un mare agitato.
Se oggi c'è un occasione per modernizzare la politica, deve essere colta. Il referendum va in questa direzione e il Partito Democratico, se lo sosterrà, farà la miglior cosa. Non per se stesso, non per l'immediato, non per le prossime elezioni, ma per il futuro di questo dannatissimo paese.
7 commenti:
Ciao authan, quando posso ascolto La Zanzara e sono diventato un lettore del tuo blog.
Penso che il premio di maggioranza alla lista (e non alla coalizione) non sia la soluzione migliore. Nonostante la semplificazione avuta nelle ultime elezioni, c'è da ricordare che in Italia non c'è mai stato un partito che abbia superato il 50%, e negli ultimi vent'anni nessuno ha mai superato la soglia del 40%; un risultato positivo del referendum imporrebbe di fatto un modello bipartitico, da cui però la nostra struttura politica è sempre stata ben lontana. In altre parole: non credi che un modello politico dovrebbe imporsi gradualmente e naturalmente con una serie di elezioni, e non essere il risultato di un referendum?
Io (eventualmente) voterò no, anche perchè ritengo che il Parlamento abbia bisogno dei partiti "piccoli", tra i quali annovererei l'Italia dei Valori, la sinistra radicale e (nonostante tutto) anche la Lega.
Renzo Bossi membro dell'"Osservatorio sulle fiere lombarde": il caso emblematico di un paese malato.
Quello dell’Expo 2015 milanese sta diventando ormai un feuilleton così disperatamente complicato da poter essere tranquillamente definito “un suk”, come ha fatto Il Sole 24 Ore, così denso e intricato che evito di riassumerlo e mi limito a segnalarvelo.
Una notizia emerge però tra tutte le altre: Renzo Bossi, figlio d’arte di Umberto, noto più che altro per la sua cronica incapacità di conseguire la maturità, è stato nominato nel consiglio di direzione dell’ “Osservatorio sulla trasparenza e l’efficacia del sistema fieristico lombardo”.
Si tratta di un ente costituito su iniziativa della Lega Nord, con lo scopo di “costituire uno strumento esterno, indipendente, al servizio delle piccole e medie imprese, con il compito di raccogliere le valutazioni degli espositori e le eventuali segnalazioni di anomalie riscontrate nel sistema fieristico regionale”.
e chissà con quale appannaggio dorato per cotanto figlio!!
Ciao andrea.
Grazie per la cortesia con cui hai espresso il tuo pensiero.
Ribadisco che il bipartitismo per me e' il sistema migliore, piu' semplice, piu' limpido. Niente alleanza, niente ricatti. Democrazia dell'alternanza, come in USA, come in UK.
I partiti piccoli non necessariamente devono scomparire. Potranno presentare le istanze dei loro elettori se supereranno le soglie di sbarramento, ma senza piu' armi di ricatto.
Detto cio', io penso che dei partiti piccoli in fututo rimarra' sempre meno roba. La sinistra radicale non penso abbia piu' un futuro. Di Pietro esistera' finche esistera' Berlusconi. La Lega, una volta ottenuto il federalismo, che altro avra' da proporre, se non il bieco odio per gli immigrati? L'UDC e' il nulla assoluto gia' ora.
L'ultima tua obiezione e' quella piu forte: imporre il bipartitismo con un colpo d'accetta puo' essere traumatico. Ma se non cosi', come? A volte e' meglio un colpo secco che non una lunga agonia :-)
Ciao,
authan
Buongiorno,
complimenti per il post, veramente impegnativo...
Non sono del tutto convinto che il bipartitismo sia, allo stato attuale il sistema migliore per la politica italiana (il Mastella di turno, grazie alle pratiche clientelari troverà sempre uno spazio in uno dei due schieramenti, e passerà il mandato a ricattare minacciando il passaggio all'altro fronte, e come lui molti altri...). Ma non riesco a pensarne uno migliore.
Ho letto invece un'interessante articolo sul solito blog www.wolfstep.cc (ve lo consiglio sempre) che ipotizzava grosso modo un diverso reclutamento di candidati ed elettori (cui si richiederebbe in diversa misura di dimostrare il proprio senso civico attraverso uno storico a medio termine di impegno volontaristico personale diretto (che paroloni: aver fatto volontariato nei cinque anni precedenti in ragione di alcune quote minime predefinite).
L'ho trovato interessante e ragionevolmente funzionale a limitare l'acesso alla politica ai "parassiti".
Concordo che sino a quando le scelte politiche saranno prese su una base di contingenze e particolarismi (non voglio il referendum perchè in questo momento favorirebbe Berlusconi) invece che su principi generali e di funzionalità continueremo ad aver bisogno di altri politici. E di martelli se non asce.
Saluti
Paolo Mjolnir
Imparziale no, ma almeno coerente si!
E' una delle (poche?) virtù del conduttore radiofonico de La Zanzara.
Anche ieri sera, sbotta al minimo accenno di conflitto di interessi (roba vecchia) e si autocompiace dell'archiviazione (come già fatto in passato) della vicenda SB-Saccà: "niente di penalmente rilevante" secondo la procura, anche se per un'etica anche minimal rimane pur sempre una vicenda di penosissimo mandrillismo per il vecchio signore con i capelli trapiantati e di vergognoso ossequioso pronismo per il manager RAI che ora s'appresta a tornare piu' grande che pria!
Epperò Cruciani non si sogna di commentare l'archiviazione della denuncia del Presidente delle Camere Penali di Roma (legale della fam. SB)a carico di Di Pietro, per il presunto oltraggio e vilipendio al Capo dello Stato, nè dell'oblio dell'imputazione al Sig. Beppino Englaro di omicidio ("atto dovuto") per la nota vicenda.
Buongiorno,
sul referendum non ho le idee chiare.
Non riesco però a non considerare il vantaggio che può trarne B in questo momento. E le conseguenze.
Saluti
Tommaso perplesso
SB da una settimana, tra una comparsata e l'altra con sfondo di macerie, trova anche il tempo di parlare del 25 Aprile ....
"Vado...non vado.... ci penso...."
Di che ha paura ora?
Dall'alto del suo 70% di gradimento non dovrebbe temere nulla no??
Il fatto è che gli serve una bella scusa per defilarsi, visto che a lui di sfilare con gli antifascisti proprio gli frega nulla!
SENZA VERGOGNA!
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