Il tema maggiormente dibattuto, alla Zanzara di ieri, è stato quello relativo all'ipotesi, circolata negli ultimi giorni in ambienti governativi, di introdurre una "tassa di solidarietà", una tantum, sui redditi alti per finanziare le opere di ricostruzione post terremoto in Abruzzo.
In realtà la discussione ha ricalcato quella di un mesetto fa, quando il leader del PD, Franceschini, avanzò in sostanza la medesima proposta in un'ottica anti crisi economica. Io, in quella circostanza, espressi il mio parere negativo che confermo anche oggi. Non mi interessa da chi provenga la proposta e non mi interessano le finalità per le quali si ipotizza un prelievo fiscale aggiuntivo per i pochissimi super-ricchi formalmente riconosciuti come tali dell'erario. In un paese dove l'evasione la fa da padrone, e dove molta ricchezza è fiscalmente sommersa, l'approccio alla Robin Hood non è applicabile, perché paradossalmente punisce gli onesti e premia i disonesti.
Cruciani, nei suoi commenti, ha spinto molto sul principio in base al quale la solidarietà è un sentimento che deve sorgere spontaneamente negli individui, e non può essere imposta, neanche come una tantum, visto che in Italia tutto ciò che nasce temporaneo spesso diventa poi definitivo.
Su questo io sono assolutamente d'accordo. Se lo stato vuole racimolare soldi dalle tasche dei cittadini li chieda pure, ma su base volontaria. La "tassa di solidarietà", come osservato anche da Piero Ostellino, ospite ieri alla Zanzara, è un controsenso.
Detto ciò, vorrei però soffermarmi su un paio di altre considerazioni formulate da Cruciani durante la trasmissione di ieri.
La prima (riassumo, non cito parole testuali): “uno stato efficiente, con un'ottica di lungo periodo, dovrebbe aver cura di accantonare, attraverso la fiscalità generale, dei fondi per le circostanze d'emergenza dovute a calamità naturali o altri disastri, così da evitare di dover sempre mettere le mani nelle tasche dei cittadini”.
Questo concetto, assolutamente sacrosanto da un punto di vista teorico, si scontra però con la realtà italiana che vede un debito pubblico mostruosamente alto. L'Italia non risparmia per le emergenze per il semplice motivo che non se lo può permettere.
Pertanto, che il super-pragmatico Cruciani si lasci cullare da sogni tanto meravigliosi quanto irrealizzabili di un Italia virtuosa un po' stupisce. Specie se si considera che quando qualche ascoltatore osa accennare all'idea di recuperare soldi con la lotta all'evasione fiscale (molto, molto difficile ma comunque meno irrealistica rispetto al teorizzare l'accantonamento di fondi per le emergenze), il conduttore della Zanzara è solito stroncare duramente sul nascere questo genere di aspettative.
Insomma, il pragmatismo estremo o lo si fa valere sempre (e allora si lasciano perdere i voli pindarici di un Italia virtuosa) o non lo si fa valere vale mai (e allora il tema dell'evasione fiscale non va sminuito, come invece spesso accade).
La seconda amara considerazione di Cruciani che vorrei commentare è questa: “è più facile mettere una nuova tassa che risparmiare soldi magari abolendo le province”.
Giustissimo. Però come nel punto precedente mi viene spontaneo evidenziare una piccola incoerenza. L'ipotetico risparmio per le casse dello stato che si verrebbe a creare con l'abolizione delle province viene negato dall'atteggiamento della Lega che su questo tema, esattamente come per l'accorpamento del referendum con le elezioni europee, si è messa di traverso.
Come può Cruciani invocare ancora l'abolizione delle province (che io bramo, sia chiaro) quando invece, sul tema referendum, egli negli ultimi giorni ha fortemente ridimensionato la sua posizione di disappunto?
Ricordo che negli ultimi tre giorni Cruciani sembra aver preso atto con un po' troppo fair play del no all'accorpamento, giudicato (secondo me sbagliando) come il comprensibile frutto di normali schermaglie tra partiti. La politica, secondo il conduttore della Zanzara, è fatta di queste cose: compromessi, trattative, mediazioni, prove di forza (però ricatti no. La parola "ricatti", chissà perché, per Cruciani non si può dire).
Eh no, Cruciani. Non esiste "la politica". Esiste l'alta politica e la bassa politica. E quella che si è vista in questi giorni, sul tema del referendum, è bassa, bassissima politica. Che meritava ben altri tipi di commento, che non il suo amen.
Morale: se amen è il commento di Cruciani sul mancato accorpamento, che amen sia anche per la mancata abolizione delle province. E buonanotte.
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Quando non era ancora rosa né dal cancro, né dall'odio, Oriana Fallaci scriveva libri bellissimi, tra cui "Niente e così sia", pubblicato nel 1969.
venerdì 17 aprile 2009
Niente e così sia
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7 commenti:
Buongiorno,
forse perchè la cosa è un po' articolata, ma non ho condiviso la posizione di Cruciani riguardo alla "tassa di solidarietà" e non condivido quindi quella di Authan.
Ammetto che la denominazione dell'ipotetica tassa può trarre in inganno, ma, secondo me, il soccorso dopo una catastrofe fa parte dei doveri minimi che uno stato civile ha nei confronti dei suoi cittadini. La solidarietà è invece volontaria ma personale.
Se non ci sono i soldi in cassa per finanziare gli aiuti possono esserci sostanzialmente due strade: lo storno di fondi già destinati ad altro(con le ovvie resistenze e i ritardi del caso - chiedete a Crux se possiamo disporre dei fondi per il ponte di Messina, per esempio: sono sicuro anche che Impregilo rinuncerebbe alla penale se le venisse affidata la ricostruzione delle strutture abruzzesi per un pari importo) o l'aumento del gettito fiscale. Questa seconda opzione, a sua volta, può essere realizzata combattendo l'evasione (con tempi lunghi e risultati incerti) oppure aumentando le tasse. Il fatto che l'imposizione aumenti con la ricchezza è uno dei criteri più ragionevoli per ridistribuire il reddito (prendo i soldi dove ci sono e li faccio avere dove servono, è facile farci su dell'ironia passando la colonna sonora di robin hood o Padoa Schioppa, ma è così).
Mi pare quindi che, allo stato attuale delle cose le alternative all'aumento delle tasse finalizzato alla ricostruzione siano meno etiche (lasciamo gli abruzzesi al buon cuore - ed alla scarsa memoria - della beneficenza degli italiani), oppure più difficili, lente e/o aleatorie da realizzare.
E tutto sommato, data la differenza della portata degli eventi, non trovo strano che SB possa ritenere percorribile questa strada per le vittime del terremoto, ma non per quelle della crisi (in cuor mio penso che i motivi siano altri e meno nobili, ma so di essere prevenuto).
Bisognava prevenire la catastrofe? Bisognava accantonare fondi per gestirla? Bisognava combattere l'evasione l'evasione? Sicuramente tutto vero. Ma andava fatto prima. In assenza di una macchina del tempo ci rimane poco d'altro, tra cui tassare di più è la meno peggio delle scelte. Possiamo però forse fare in modo che questo sia accompagnato dal taglio delle teste di chi non ha fatto tempestivamente quanto si doveva e dei suoi pericolosi (per sè e per gli altri) sostenitori.
Rendiamo visibile e noto (e sostanzialmente ineleggibile) chi sceglieva di destinare i fondi che le nostre tasse generavano a sprechi invece che a quanto necessario e mandiamoli a lavorare.
Saluti
Paolo il vampiro
Concordo con te, Paolo. Non a caso Robin Hood è generalmente visto come una figura eroica (tranne che per lo sceriffo di Nottingham, re Riccardo Cuor di Leone, sir Biss, ecc.).
L'unica cosa che non mi piace, è proprio la denominazione "tassa di solidarietà". Secondo me è un ossimoro.
D'altra parte, la solidarietà è di natura volontaria (purtroppo o no, però è così), cosa che una tassa di certo non è.
E trovo ingiusto che le persone chiamino in trasmissione per lamentarsi di una cosa che ancora non esiste, essendo solo una proposta, e proprio in quanto tale, non è definito né il reddito minimo dei potenziali contribuenti, né il quantum questi devono dare in relazione alla loro "classe" di appartenenza. i numeri dati in riferimento a questi requisiti, sono anch'essi da intendere come proposte. Che stiano pure tranquilli.
Inoltre penso che questa "tassa di solidarietà" molto probabilmente non si concretizzerà mai, considerando che in genere quelli che si preoccupano di quando lo Stato chiede qualche contributo "materiale", sono spesso elettori di centro-destra (chiedo scusa se provoco danni alla sensibilità di qualcuno, ma è una mia opinione). E sappiamo che è molto difficile che SB prenda provvedimenti contro il popolo, e ovviamente per "popolo" intendo quello della libertà. Per l'altro, è un discorso diverso.
(Salvo malintesi, so benissimo che anche il popolo che vota a sinistra è pieno di persone che non darebbero neanche 1 eurocent.)
Fa piacere, adesso, sentire che il ministro dell'Economia, di fronte alla tragedia del terremoto in Abruzzo che ci costerà 1 punto e mezzo di Prodotto lordo nei prossimi dieci anni, dichiara che non c'è bisogno di introdurre nuove tasse per la ricostruzione, perché "le risorse pubbliche bastano e avanzano". Ma se è così, vorremmo sapere dove erano in questi mesi, quando sarebbero servite come il pane. O c'erano già, ma le ha tenute nascoste. O le ha trovate oggi e ha fatto un miracolo
Eccomemai allora (secondo REPORT di ieri sera) i genitori di alunni che frequentano scuole pubbliche devono fornire a loro spese materiale vario mancante, come ad esempio carta asciugamani ??
Ma si sa, certe trasmissioni cosi come sono confezionate, sono inattaccabili eh?
Pero' una risposta da qualche ministro, Tremonti & Gelmini in tandem???
Senza aumentare le tasse, ma nemmeno ridurre i servizi ai cittadini, accanto alla solidarietà che tanto sta raccogliendo a favore degli sfortunati abruzzesi, io un'idea per trovare subito e tanti danari l'avrei....
Il Sire Nostro paga allo Stato per le frequenze TV davvero una miseria e si è arricchito grazie a ciò in maniera esagerata, specie negli ultimi quindici anni.
Dunque se pagasse il giusto d'ora in avanti e gli arretrati con gli interessi per il passato?
Ma senza condoni, tutto fino all'ultimo cent!
In aggiunta al post precedente, fa sempre bene ricordare che:
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21 gennaio 2009
Dicono che la questione Europa 7 si sia chiusa. Vediamo cosa è successo:
"ROMA - La Sesta sezione del consiglio di Stato ha stabilito che Europa 7, l'emittente di Francesco Di Stefano, dovrà ottenere dallo Stato un risarcimento di poco più di un milione di euro. La pronuncia mette la parola fine ad una vicenda decennale."
Dallo Stato??? Ciò vale a dire, in altre parole, quanto segue:
Berlusconi occupa abusivamente (ergo, commette un illecito), con Rete 4, le frequenze che spetterebbero a Europa 7.
Il danno a quest'ultima, ossia, lo ha, fino a oggi, cagionato il padrone di Mediaset.
Europa 7, quindi, deve essere risarcita. Avvia una causa che va avanti da anni e anni. Le viene accordato il risarcimento, in misura assai inferiore alle richieste.
Quello che non si riesce a comprendere è perché mai tale risarcimento lo si debba pagare noi?
Perché per favorire gli interessi di Berlusconi, si debba togliere denaro dalle tasche di tutti gli italiani?
Poi: adesso Europa 7 potrà trasmettere? Certo: "Frequenze, chiuso il caso «Europa 7» Potrà trasmettere su quelle di Raiuno".
Quindi Raiuno dovrà cedere una frequenza per poterla concedere a Europa 7. Rete 4 resta comunque abusivamente.
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Dunque che il padrone di MEDIASET rimborsi allo Stato anche le multe pagate a favore di EUROPA7.
|Guardate che il cavaliere, a |dispetto di quel che dice il suo |taumaturgo personale, non è mica |eterno, eh!?
Sì, ma ha 2 figli maschi, di cui uno molto giovane, di cui si sente parlare POCHISSIMO...
Credi che berlusconi non abbia pensato alla successione del suo REGNO...?
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