Qui sotto un minipost di Authan. Non perdetevi, a parte, il bell'articolo di Paolo.
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Al rientro dalle ferie mi sono ritrovato oberato da un carico di lavoro tale che il tempo di bloggare semplicemente non c'è. Aggiungete che l'entusiasmo è ai minimi, avendo l'impressione di aver già detto e ridetto, almeno sui temi politici, tutto quel che avevo da dire, e che ho sempre meno voglia e interesse di sintonizzarmi su Radio 24 all'ora di cena, e avrete un quadro più o meno esaustivo della situazione. Vediamo quel che succede la prossima settimana.
Ho trovato su Facebook questo commento di Giuseppe Cruciani sui fatti di Melfi (i tre operai prima licenziati dalla Fiat per il presunto sabotaggio di una linea di produzione durante uno sciopero, e poi reintegrati dal giudice senza che però l'azienda li riassegnasse alle loro mansioni originali).
E' divertente constatare come Crux si dimentichi in fretta dei suoi principi garantisti quando non gli fanno comodo. Di grazia, caro Giuseppe, la sua totale certezza sulla colpevolezza dei tre operai (che da parte loro negano) per quel che riguarda il blocco della linea di produzione da dove le giunge, se posso chiedere? Grazie...
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E per oggi vi lascio con un contributo multimediale (tratto dal film "Più forte, ragazzi!" del 1972) che, dopo l'esito del vertice tra Bossi e Berlusconi sul Lago Maggiore, cade a fagiuolo per descrivere lo stato d'animo del cavaliere di fronte alla prospettiva di andare a nuove elezioni. Il timore per l'esito del voto, cari amici, non è, evidentemente, monopolio del centrosinistra.
Paura, eh?
7 commenti:
...dopo che avevi chiuso con un "riapre, FORSE, verso fine agosto." un po' di paura effettivamente c'era.
Comunque bentornato!
Sulla questione di Menfi c'è stata una interessante trasmissione di Giannino, dove un sindacalista (pesantemente e rabbiosamente avversato da un Giannino protagonista di una colossale caduta di stile) evidenziava che secondo alcuni testimoni non tesserati FIOM, il carrello in questione non funzionava già da prima dello sciopero...
Al di là di questo reintegrare un lavoratore solo nel salario ma non nei compiti significa privarlo delle mansioni che aveva, il che è una delle principali componenti del mobbing. Che non è una pratica legale...
Ciao
Paolo
Il Crux è persona decisamente sensata e intelligente ma è troppo destrorso, benché non lo ammetta: per lui, Confindustria e i suoi associati godono del dogma dell'infallibilità. E il suo punto di vista sui tre della FIOM di Melfi non mi stupisce per nulla.
Il resto è fuffa.
Che bel modo di argomentare.
Berslusconi è un mafioso criminale pezzo di cacca in combutta con Cosa Nostra.
Il resto è truffa.
Poveri noi.
@ authan:
sono sicuro che la valanga di novità che è uscita in questi giorni dal centro sx ti fornirà motivi di riflessione sulla attuale situazione politica da saturare il blog: dalle epistole di Weltroni, agli interventi di Prodi, dall'idea del nuovo Ulivo, agli inviti a centristi e Lega, dalle ipotesi di patti elettorali strettamente antiberlusconiani, al tourbillon di proposte per la modifica della legge elettorale, è tutto un susseguirsi di colpi di scena e di frenetici balzi verso il futuro (nuove idee, nuovi protagonisti, nuove proposte...) che stanno rivoluzionando il panorama politico attorno al PD.
Ma la velocità del cambiamento del PD è tale da generare effettivi di fisica relativistica: la politica del PD sta tornando indietro nel tempo... tra un po' riscopriranno prima Occhetto, poi, spero, anche Berlinguer. Ma temo che non sia più candidabile...
:-)
Saluti ironici
Paolo
E' tutto un colossale déjà vu, Paolo, come tu stesso lasci ironicamente intendere. Difficile vincere la noia. Solo un'invasione aliena potrebbe scuotermi dalla mia attuale apatia :-(
... purtroppo in politica anche l'invasione degli omini verdi è un dejà vu, caro Authan... :-)
Ciao
Paolo
Segnalo dal Mattinale delle Procure di ieri a pag. 7 un articolo sull'intervista allo storico dirigente FIAT Cesare Romiti che critica apertamente l'AD italo-canadese:
Ma è sul piano ideologico
che Romiti sferra l’attacco
più pesante. Marchionne
infatti non lo convince “quando
tratteggia un futuro in cui
non esiste la lotta di classe. La
contrapposizione degli interessi
ci sarà sempre, ed è un
bene che ci sia”. Dopo di che
occorre gestirla come fece lui,
a Torino, nel 1979, quando decise
di licenziare 61 operai accusandoli
di terrorismo – in
realtà erano delegati sindacali,
solo per 4 di loro ci fu una condanna
– e lo fece “av v i s a n d o ”
dirigenti sindacali come Lama,
Carniti, Benvenuto, Bertinotti:
“Non voglio fare paragoni con
quelli di oggi, ma diciamo che
erano leader di un certo calib
ro ”. Insomma, oggi sono bazzecole,
lascia intendere Romiti.
E in effetti, se si guarda al
numero degli scioperi e all’approccio
della Cgil non si può
certo dire che in Italia ci sia un
problema di conflittualità sociale,
anche se Marchionne insiste
solo su questo punto.
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