E' finita a tarallucci e vino la battaglia dialettica tra Cruciani e l'ascoltatore Giuseppe da Messina (vedi mio post precedente). I due avevano battibeccato vivacemente durante la Zanzara di martedì, ma ieri, a sorpresa, Giuseppe, che di cognome fa Ferrera e che è insegnante in una scuola superiore, è stato elevato al rango di commentatore in collegamento fisso per tutta la durata della trasmissione (stile Zapping, per chi conosce la trasmissione di Aldo Forbice).
Sarebbe divertente conoscere i retroscena di questo gioco di prestigio di Cruciani, ma ovviamente non li verremo a sapere mai. A meno che il professor Ferrera non sia, incidentalmente, un lettore di questo blog :-)
A margine, faccio notare come ieri, esprimendo serenamente e pacatamente le sue opinioni, Ferrera sia stato molto più efficace rispetto al giorno precedente. Ad esempio quando ha detto che “il terreno degli insulti è quello su cui Berlusconi gioca meglio. Lui è bravo a tirare schiaffi e poi nascondere la mano, ha poco da lamentarsi se ora altri fanno lo stesso con lui”. Inattaccabile.
Per il resto, riguardo la puntata di ieri, Cruciani ha provato all'inizio a lanciare due temi abbastanza interessanti, che poi però nessun ascoltatore si è filato, e cioè:
- Il ritorno o la permanenza in auge di tanti vegliardi. Io sono tra quelli convinti che la gerontocrazia e il mancato ricambio generazionale rappresentino una dei grandi palle al piede di questo paese.
- Il rinvio a giudizio per omicido volontario (volontario, e non colposo!) dei vertici della Thyssen Krupp. Reggerà al processo o si rivelerà controproducente, regalando un facile verdetto di assoluzione? Temo di non dominare a sufficienza la giurisprudenza per dare una risposta con cognizione di causa.
Il tema che gli ascoltatori, invece, hanno preferito dibattere è stato quello del bigliettino con cui il senatore PD Nicola Latorre, durante un dibattito televisivo, ha imbeccato quello che in teoria è un avversario politico, lo spaesato deputato PDL Italo Bocchino, manco fossero due scolari delle elementari. Le immagini non lasciano dubbi, e il tentavo puerile di Bocchino di negare l'evidenza (si veda la sua intervista sul Giornale di oggi) fa sorridere a dir poco.
Cruciani non ha trovato nulla di rilevante in questo episodio, ma io non sono d'accordo. E' stata una scena penosa dietro la quale, come tutti i quotidiani odierni osservano (a titolo d'esempio si veda il titolone del Riformista di oggi), si nasconde una devastante guerra intestina all'interno del PD, tra veltroniani e dalemiani.
A questo proposito, vorrei permettermi di dare a Veltroni e D'Alema un consiglio da amico oltre che da simpatizzante: chiudetevi in una stanza, da soli. Toglietevi la giacca, slacciatevi la cravatta, tirate su le maniche della camicia e, immedesimandovi in Rocky Balboa e Apollo Creed, cominciate a menarvi come due fabbri. Chi dei due, alla fine, rimarrà in piedi sarà il nuovo capo supremo del PD. Che rimane per terra, invece, si darà all'ippica.
O se preferite, giocatevela a bracco di ferro, o a scacchi, o a birra e salsicce. O magari, se tornate a pensare come due politici seri, organizzate un bel congresso, in cui, democraticamente, si stabilisca in maniera definitiva qual è la corrente maggioritaria che prende le decisioni, a qual è quella minoritaria, che, fino al congresso successivo, se ne deve stare buona ed ubbidiente.
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Il finale di Rocky II è epico e commovente allo stesso tempo. Meraviglioso, indimenticabile.
Rocky Balboa has shocked the world!
He is the new heavyweight champion of the world!